La crisi francese

 La crisi francese La crisi francese Commenti e previsioni (Servizio speciale della • Stampa ») Parigi, 26, notte. Secondo le ultimo notizie Poincaré si è riservalo di dare domattina risposta al'invito di ritirare le dimissioni rivoltogli dal capo dello Staio. Durante la serata, una serio di colloqui ha avuto luogo fra l presidente del Consiglio dimissionario o le varie personalità politiche, che potrebbero eventualmente entrare in un rimpasto ministeriale. 11 gruppo di sinistra repubblicano, subito dopo la seduta, ò stato convocato di urgenza dal deputato Mounier c ha votato il seguente ordine del giorno: «Il gruppo rende orn-aggiio agli eminenti servizi resi al paese da Poincaré o rimanendo atl accado albi sua politóc-a osterà, esprime la fiducia, che egli riprenda e cantimui questa politica ». Dal canto sub il gruppo dell'intesa repubblicana inviava a Poincaré una commissione, composta dei deputati Caissagnc-Goyon, Isac e Castelnau, per dichiarargli in suo nome essere per lui dovere patriottico non abbandonare il potere. Anche il gruppo repubblicano di sinistra ha votato uri indirizzo esortando Poincaré a porre gli interessi della patria al di sopra di ogni considerazione. Al Sonato i giudizi erano più riservati. Ma la ragione di questo riserbo 'stava soprattutto nella considerazione dell'eventualità che il presidente dimissionario dovesse domani insistere nel suo proposito di appartarsi dal Governo. I giornali II Tempi, si limita a fare succintamente la cronaca della crisi astenendosi da previsioni circa lo scioglimento. « Senza dubbio — scrive — la situazione dei pensionali è degna di interesse, ma nello circostanze presenti vi ò un interesse superiore: quello dalle nostre finanze pubbliche. La Camera ha sufficientemente riflettutot O l'abisso elettorale sul quale è pen.cciwiCe lo toglie la vista della Francia? 11 progetto che crea nuovo risorse fiscali ò stato votato c promulgalo. Votato con lentezza e promulgalo con rapidità. Era dare ai governi stranieri, che aspettavano questa nuova prova della no6lra buona volontà, una testimonianza clamorosa che se la Germania si sottrae ai propri impegni, noi ci sostituiamo ancora ad essa. Voli come quello di stamane rischiano di compromettere quest'opera salutare. Fra il Governo elio non ha cessato un solo giorno dall'avere davanti ai propri occhi i riù alti interessi nazionali, e la Camera che in una seduta oscura mattutina si abbandona ad una manifestazione elettorale, senza sembrare calcolare la portata politica del suo gesto, il paese, sarà severo verso quelli' che nell'ultima ora della legislatura-hanno rovesciato convulsivamente il Ministero Poincaré ». o.Poincaré, — scrivono j Débats — duranti la scorsa settimana, passata attraverso una discussione difficile, ha proposto al Parlamento dei progetti e ha lasciato il dibattito svilupparsi con ampiezza. Si poteva alla fine di gennaio chiedere quale fosse la volontà reale della Camera. Non si può più oggi. Su tutti sii oggetti, in tutti i voti, il Governo ha avuto la maggioranza delle due Camere. Ha fatto approvare la sua politica e ha assunto responsabilità che ha fatto condividere ^sJ Parlamento. Qualsiasi mutamento sconcerterebbe oggi la opinione pubblica». La Libertà scrive: «Questo voto è innanzi lutto un voto di timore elettorale, un voto di demagogia. I deputati volevano poter dire domani ai loro elettori: «Noi abbiamo votato per il massimo delle pensioni ». Molti tra di essi non si attendevano certamente il risultato che poteva avere il loro voto di questa mattina. E' certo che ora debbono temerne però le conseguenze per la loro prossima campagna elettorale. Cosa uscirà da questa crisi? Molto verosimilmente un rimpasto ministeriale. Se Poincaré volesse approfittarne per alleggerire il suo Gabinetto dagli elementi impopolari le sue forze ne-sarebbero accresciute: così gli avversari del governo avranno reso un immenso servizio tanto al signor Poincaré che al paese ». Ulnlra.nsiyea.nt scrive: « L'opinione generale che abbiamo raccolto nei corridoi della Camera ò che Millerarid incaricherà Poincaré dì formare il nuovo Ministero. Ciò permetterà al primo ministro francese di sopprimere nel.- suo nuovo Gabinetto parecchi portafogli. Cosi potranno essere fusi in un solo Gabinetto dell'economia nazionale l'agricoltura o il commercio e potranno essere riuniti in un Ministero della difesa nazionale la guerra, la manna e le colonie. Il Ministero dell'igiene verrebbe soppresso ». 11 Paris-Soir fa una seconda ipotesi: « Milleraud offrirà il potere a Barthou presidente della Commissione delle riparazioni. Ma in un caso o nell'altro non si debbono prevedere che cambiamenti di persona, poiché Poincaré e Banlieu sono d'accordo sulle grandi linee della politica estera francese e nò l'uno né l'altro pensano di dare a «ale politica una nuova direttiva ». dsn«PPmiapszdtstìcttosesmmfss 26 mesi di governo v Il ministero Poincaré si trovava al potere dal 15 gennaio 1922, da quando cioè, avendo il signor Briand dato le sue dimissioni il 12 gennaio, al suo. ritorno da Cannes, senza essere stato oggetto cji un voto ostile della Camera, il Presidente della Repubblica aveva incaricato Poincaré, allora presidente della Commissione senatoriale degli esteri, di costituire il nuovo Gabinetto. Poincaré si presentò dinanzi al Parlamento il 19 gennaio. Nei 26 mesi di vita del Ministero si sono verificati numerosi importanti eventi di cui eccovi i principali: Conferenza di Genova aprile 1922; Conferenza interalleata di Londra, agosto 1922; dimissioni di Lloyd George, ottobre 1922, cui succedettero quelle di Bonar Law e di Baltlwin; Conferenza interalleata di Londra, dicembre 1922; Conferenza interalleata di Parigi, gennaio 1923, il cui insuccesso fu seguito dall'occupazione militare francobelga della Ruhr l'il gennaio 1923; Conferenza di Losanna con la firma della pace con la Turchia; elezioni inglesi e arrivo al patere di MacDonald; presentazione nel gennaio 1921 del progetto riguardante ie nuovo risorse fiscali e che fu definitivamente votato il 2 corrente. Pii ii

Luoghi citati: Cannes, Francia, Genova, Germania, Londra, Parigi, Ruhr, Turchia