Mode, piume, novità

Mode, piume, novità Mode, piume, novità PARICI, marzo. Nei sacrari della moda, ohe di tanto in tanto il maio dovere di informatore mi impone di consultare, come gli antichi consultavano la Pizia, cappelli piccoli e vesti liso© continuano a regnare soprani. Le campanelle di ieri, tuttavia, hanno subito piccole, curiose modificazioni episodiche. La linea classica, conservata In grazia della «aa perticata, cerca di ajoordarui meglio con le esigenze del capriccio e della fantasia', transigendo ora sulle/proporzioni della cupola, ora su quelle da margini. La cupola non disdegna di estollersi più alto di quanto la logica richiederebbe, silicea dare al cappello la forma di un testo rovesciato piuttosto che di una,campana; i margini si rassegnano invece p. restringersi, a sbocconcellarsi, e non <3 rado a sparire. Così qual'è; la campana/ha l'aria di sonar fesso o di non sonare sffafcbo: ma non è detto che qual'era primi sonasse meglio; e, d'altronde, l'imporUnte è che non suonino troppo le orecchie dei mariti che dovranno pagarla. 7 Un modello lanciato da Jane Marnac o tosto adottato da miriadi di imitatrici limita la fakU alla parte anteriore del cappello, conferendo a ques'ultimo un. garbo un po' prezioso che tradisce la nostalgia del Secondo Impero e del cappello cabriolet, soprattutto quando il nastro che lo adorna forma eoctogola. Ma, a differenza del cabriolet, esso ha il merito di essere logico, rispondendo a una necessità imperiosa di questi inostri tempi di automobilismo e di automobilismo, volentieri estemporaneo, di corse improvvisate su due piedi fra due tazse di te, al dancing, quando non è più possibile tornare a casa per mettere un altro cappello, mentre non 6Ì poteva dire altrettanto del suo antenato imperiale, in tempi in cui lo decisioni maturavano lentamente e la massima velocità raggiunta alla passeggiata era quella di una vittoria o di una daumont a due cavalli. Il genio della moda attuale sta indiscutibilmente nella praticità; e da qualche anno vengo convincendomi che gli artefici dell'eleganza femminile non sono poi cosi padroni di fare e disfare come comunemente si erode. Le donne contemporanee hanno un carattere, il ohe significa che hanno una volontà e delle preferenze; e quando ima foggia o un'acconciatura non le persuade, prima o poi modista e sarto debbono scendere a patti. Provate un po' a far rientrare nell'uso le sottane lunghe come lo portavano e sopportavano senz'ombra di protesta lo nostre madri fra l'Ottanta e il Novecento ! Per sotterfugi che mettiate in opera, non ci sarà verso di riuscirvi. Le donne della nostra generazione hanno ormai imparato troppo ad apprezzare i vantaggi della sottana corta per adattarsi a rinunciarvi. Ogni epoca ha la moda dei suoi costumi, non i costumi della sua moda. Durante il secondo Impero e giù giù fino all'Ottanta, la complicazioni sentimentali nate dall'assenza di preoccupazioni serie, quello stato d'animò amico della casuistica da cui venne fuori il romanzo psicologico resero possibili, e anche, suppongo, confortevoli, rassicuranti, i falbalà, le gonne a balze, le crinoline misteriose. La donna. stava nel, suo' vestito come in fondo al suo boudoir. La vita scorreva adagio, l'amore procedeva cauto e per tappe: era quindi naturale che le figlie d'Eva avessero tante sottane da poterne levare una a ogni tappa. Oggi la psicologia femminile si è immensamente semplificata e, per così dire, sfrondata. Quel che interessa le donne, più dell'amore, è loro stesse: cioè viver bene, fare della ginnastica, fare, soprattutto, i propri comodi. Le gonne oorte sono quelle che si insudiciano meno, quelle che permettono di sedere, di correre, di ealtare, di saltare il fosso, più comodamente? Ben vengano, dunque, le gonne cortei In quanto alle sottane, l'unica era eliminarle del tutto: è quanto fu fatto, nel tempo stesso cho le camicie diventavano tutt'uno con le mutande. Le calze vedevano scomparire la classica giarrettiera sopra il ginocchio esaltata dall'onore e dal protocollo britannici, e i busti seguivano la sorte delle giarrettiere. I cappelli? A campana, naturalmente. Era fatale che finissero lì. Verreste obbligare una donna del 1924 a collocarsi sulla testa.una tesa alla Gainsborough larga settanta centimetri e sormontata da mezzo shilogrammo di piume? Vi riderebbe sul naso. I copricapo di questo genere non sono più ammissibili se non sulle scene del Casiio de Paris o delle Folies Bergère*, use a cederne di tutti i colori, per fare « un nunero », per aggiungere una pennellata di ìapriccio e di sfarzo a una figurazione co•eografica ; nella vita non c'è più posto per ssi. Gli appartamenti moderni non permeterebbero più alle loro proprietarie, alle oro vittime, di passare dagli usci ; per baiare, per fare del footing, per giocare al ennis dovrebbero piantarli al guardaroba, ifilarli a un amico, o cacciarseli sotto il iracoio come feluche ministeriali. Meglio opprimerli del tutto. Di deduzione in deuzione, la donna ha soppresso anche i camelli. Gli uomini, sempre ingenui, anche 5 parrucchieri, sorridono mefistofelici, veendo già compagno e clienti votarsi a tutti santi del Paradiso o precipitarsi ai loro iedi affinchè sia reso loro il perduto onor el capo. Ma 6arà dei capelli corti, probailmente, come delle sottane corte: fattane i prova una volta, nessuna donna vorrà iù rinunciarvi. E' troppo comedo così. Do- 0 un'ora di danza, una di tennis e quatx> di automobile, grazie ai capelli corti na elegante, può ancora presentarsi all'eime dei critici più esigenti senza che il ìenomo disordine 6i riveli nella sua persoa. Una scrollata di capo, un gesto della lano: la zazzera è a posto, tranquilla, perita; ed ecco trionfare in tutta la sua preanza quella medesima donna che due o re anni fa avrebbe dovuto ritrarsi conisa e vereconda nei misteri del lavabo per mediare allo sfacelo dello proprie chiome, isperandosi sulla perdita irreparabile del- 1 forcine e sulla impossibilità di ritrovare r ondulazioni perdute. Si danno progressi t\ vestire che sono veri e propri progressi b1 costume: per abolirli occorrerebbe trabrmare il modo di vivere. Ora dove vesto i segni annunziatori di un ritorno al odo di vivere antico? Cappelli dunque, per tornare a bomi, anche quest'anno campaniformi. Clara imbour, la bella mondana dalla snella »ura, no sfoggia in Riviera, fra tanti ali, uno di grossa paglia, dalia falda rialta a sinistra, uscito dai cartoni di Dugjr. La^JJorziat, del teatro delle Soupeau.. tcs, rende illustre da una settimana una composizione di Valentina About, in seta color malva, con un grosso nodo di velluto più oscuro posalo sulla visiera e un po' schiacciato, nel gusto del 1865. La casa Lewis, da non confondersi con la ditta Lciois ed Irene lanciata da Paolo Morand sotto gli auspici della Note velie Bevve Francuìsc, predilige le falde flosce ripiegate a mo' di tricorno. Nicolina Groult o il Le Mounier accordano la preferenza a calotte rigide e aderenti, con una visiera calante sugli occhi corno noi berretti dei fantini, ciò che dà alle donne un sapore alacre e acidulo da cavallerizze appena balzate di sella. In quanto alle vesti, il gran furore del momento sono le piegoline. E' questa la sola concessione cho le nostre compagne intendano fare durante la primavera o l'estate alla smania dei sarti di strapparle alla semplicità della linea verticale. Pieghe impresse formanti rabeschi, pieghe a mantice © talora così sottili cho bisogna guardarle davvicino — ma gli uomini non chiedono di meglio — per scoprirne la presenza, pieghe Sole, di quelle cho furono di moda al tempo dell'ultima Esposizione Universale. Un maligno osserverebbe che tante pieghe non hanno probabilmente altro scopo fuorché quello di impedire agli uomini di accorgersi quando una donna piglia una cattiva piega. Ma in compenso, i ricami e gli altri fronzoli accennano a battere in ritirata, e lo tasche, questo grave attributo virile, promettono una nuova offensiva, collocate nel pesto dove la logica suggerisco di collocarle,, cioè sui fianchi, beninteso sui fianchi delle giacchette da passeggio. Per il vestiario da passeggio, giacche ci siamo, la novità più interessante consisto nelle stoffe a scacchi, che una volta si chiamavano scozzesi, ed ora rispondono al nome di mosaichellana, di pavimentina o ad altri similmente simbolici. In materia di colori, anche quest'anno sarti e modiste si sfogano ad annunziare grandi audacie, o soprattutto una invasione di rosso da metterne in furore tutti i tori dell'universo : ma anche quest'anno viceversa, il nero ed il bianco, sempre in virtù di quell'amore della praticità cui accennavo dianzi, promettono di resistere gagliardemente. Tanto meglio così. Quando portano un vestito nero, le donne hanno l'illusione che le loro amiche non 6Ì accorgano che è sempre lo stesso. Lasciamo loro questa illusione provvidenziale e passiamo innanzi. Che se poi per avventura qualcuna di esse l'avesse perduta segnaliamo il rimedio adottato dalle parigine allorché non hanno due mila franohi da investire in un abito firmato da una sarta di grido. Vanno a Mòntmartre, da un certo rigattiere clandestino, il quale dacché il franco è andato giù, ossia da un paio d'anni, è diventato l'uomo di fiducia, il confessore persino di più di una gran dama del nobile sobborgo. E il rigattiere offre loro por seicento franchi lo stesso vestito che un mese prima Paquin, dico Paquin, vendeva duemila e quattrocento. Ciò vi stupisce? Nulla di più semplice. Il vestito in questione il rivenditore lo ha pagato trecento franchi. Ma allorché lo ebbe lui era pieno di -macchie di sciampagna, di belletto, di su3ore, di tutto quel che volete, e per di più lacerato come 6e colei che lo aveva portato fosse stata condannata a rotolarsi in una cassa chiodata, all'uso dei martiri del buon tempo antico. Orbene : cinquanta franchi di smacchiatura, altri cinquanta di rammendatura, e la veste è daccapo nuova, immacolata, fragrante. La gran dama se la fa mandare a casa, in un bella scatola, e il giorno dopo le amiche, ammirandola, si morderanno le labbra... Chi sa, d'altronde, se prima di venir riscattata dalla moglie, quella stessa veste non fu pagata dal marito? La fortuna delle vesti conosce di queste vicende, e in ogni caso non è già piccola ironia il ritrovare sulle casto spallo della duchessa autentica la tunica caduta dal dorso impuro della cortigiana... Per finire, dovrei parlarvi di un capriccio dell%:ìtima ora, il quale contrasta — ma non è colpa mia — con l'elogio intessutovi della semplicità femminile: quello della doppia collana di perle. Il filo di perle bianche ha fatto il suo tempo. La donna veramoate scicche porta oggi due collane, l'ima di perle bianche, l'altra di perle nere. Qui, come vedete, le cose si complicano. Ma anche su questo capitolo i rimedii non mancano, e la moda non dice che le due collane debbano assolutamente provenire dal fondo dell'Oceano Indiamo. Chi non potesse sfoggiarle nemmeno false, appunti al bavero del mantello o della giachetta una semplice gardenia. Basterà questa piccola precauzione ad attestare che ha consultato la Pizia. NOMENCLATOR.

Persone citate: Gainsborough, Groult, Jane Marnac, Mounier, Paolo Morand, Paquin, Valentina About