Un'idea che fa strada

Un'idea che fa strada Un'idea che fa strada Il " Temps,, vuole la Germania anche nel Consiglio della Lega delle Nazioni - Preoccupazioni elettorali (Servizio spedala della « Slampa s) Parigi, 23, notte. Per quanto la stampa si sia immediatamente uniformata alla parola d'ordine ricovuita, adoperandosi a svalutare quei colloqui londinesi cui, duo giorni prima attribuiva tanta importanza, l'impressione che le divergenze constatate ieri ai Foreign Office siano rilevanti si fa strada, attraverso la parsimonia dei commenti odierni. Divergenze sulle riparazioni, personificate da Sir Jon Bradbury die catechizzò MaoDonald prima di lasciarlo solo col conte di Saint-Aulaire, divergenze forse più crude sulle garanzie di sicurezza che la Francia concepisce sotto forma di alleanze e l'Inghilterra sotto forma di patto europeo. « Due opposte concezioni si sono affrontato », avverte» il Paris Soir, nel proprio riassunto politico quotidiana E l'inlransigeanl; « Non pare ohe si sia alla Vigilia di un patto militare quale l'Inghilterra lo concepisce. Da parte di un Governo laburista è il contrario che ci stupirebbe ». Una buona professione di fedo Vero è che questa sera il Tèm.ps, in un nuovo sermone di tono marcatamente evangelico, continua la sua campagna ottimistica, ma prima di tutto l'organo repubblicano non sembra nutrire eccessiva fiducia nell'eco che i suoi consigli trovano in questo momento presso i responsabili della politica nazionale, i quali proprio ieri stimavano conveniente farci sapere, in risposta alla campagna di notizie tendenziose sulla supposta lettera di MacDonald, che la Francia non abbandonerà i pegni presi fino a totale estinzione del debito tedesco; in secondo luogo vi è ragione di chiedersi se tutta la mansuetudine di cui il Temps da prova da qualche giorno non costituisca semplicemente una misura di prudenza elettorale, paragonabile allo sfoggio di patriottismo cui si abbandonano con la dovuta discrezione i fogli radicali, stigmatizzando il progresso della reazione in Germania e fregandosi le mani per il rialzo del franco, dopo essersi morsicate le punte delle dita. Dice il Temps: « Da pace europea non può risultare unitamente da una dichiarazione generale che scoraggia gli estremisti tedeschi. Essa non può; essere basata soltanto, su delle. precauzioni prese contro la Germania. La parola di cui bisogna giungere a servirei, se si vuole stabilire una pace durevole, non è la parola contro, ma la parola con. Contro non e che un mezzo. Con è lo scopo ». E, non contento di questa professione di lede, alla' quale vorremmo poter applaudite a due mani, l'organo repubblicano salta addirittura il fosso e conclude alla necessità di ammettere la Germania nella Lega Ideile Nazioni e nel Consiglio della medesima, nella speranza che: j «la prospettiva di tale ammissione, con tutti i vantaggi morali e materiali che ne risulterebbero, aluti il Governo del Reich ad eseguire il programma delle riparazioni •. Giacchè, secondo Herbette ci spiegherà poche righe più sotto, non è vero, come tanti in Francia pretendono, che la Germania faccia ritorno a Bismarck. « Alle, prossime elezioni la Germania ritornerà probabilmente non alla politica concepita da Bismarck, ma alla politica praticata da Bettìiman Hollwcg. Essa ritroverà probabilmente quella specie di equilibrio parlamentare, il solo che sembra convenirle attualmente, nel quale i socialisti possono essere ardirti perchè sono all'opposizione e in cui i cattolici servono da onesti commissionari fra ,i partiti borghesi che moltiplicano le combinazioni per schivare i programmi. IJ^ che questa situazione segnerà il ritorno a rostra, è pronunziare parole pressoché vuote di senso, altrettanto vuote come il programma della destra. Dire che esse costituiscano immancabilmente un pericolo immediato è come gridare « al lupo, al lupo » troppo presto, ed ò un esporsi a rimanere soli se .il lupo davvero arrivasse. Lo intenzioni future dei tedeschi dipendono, ossai più di quello che non si creda, dalla politica che Francia e Inghilterra praticheranno verso il Reich. Eccoci dunque ritornati, ma dopo aver tentato di capire la Germania, ai metodi di negoziati più sopra riassunti. Bisogna tratiare il problema della sicurezza per aiutare a risolvere il problema dello riparazioni e reciprocamente ». Per addormentare gli elettori? Pai'olo d'oro, ma che suonano bizzarramente al nostro orecchio di fedeli c attenti lettori del Temps, quando pensiamo alla nutrita serio di articoli allarmisti che il signor De Guillcrville ha mandato e continua a mandare a questo giornnle da Berlino, dove è corrispondente particolare e speciale. Per di più, un'altra considerazione ci induce a moderare il nostro entusiasmo. Il Temps preconizza l'ammissione della Germania nella Lega delle Nazioni e sta bene. Ma la preconizza esso nei medesimi termini in cui sembra preconizzarla MacDonald? Niente affatto. L'invito della Germania a Ginevra dovrebbe aver luogo, se ben comprendiamo il suo pensiero, il giorno in cui la Germania avesse acconsentito a stipulare coi franco-inglesi e coi bèlgi da una parte, con la Polonia, la Cecoslovacchia dall'altra e, mentre ci siamo, aggiungiamoci, per conto nostro anche l'Italia, visto che il Temps parla indistintamente di tutti 1 paesi confinanti per terra o por mare con la Germania, una serie di « intese » destinate a dare applicazione pratica al patto della Lega delle Nazioni e ad abituare i popoli a vivere in pace. La formula è vaga, ma l'idea è meno vaga. Perchè delle « intese » fondate sul rispetto del Trattato di Versailles possano venire stipulate fra vincitori e vinti, ò necessario prima di tutto che i vincitori comincino con lo stipularne fra di loro. L'esecuzione del piano prospettato dall'organo repubblicano francese dovrebbe quindi ! avere inizio dalla conclusione di una intesa franco-inglese. Ora non ò precisamente contro questo invito a legarsi con la Francia nello stesso sacco che MacDonald insorgeva? Certo nessuno vorrebbe mettere in dubbio la verità di quanto stamane René D'Arai nota,va sul Gaulois, che cioè: «la politica francese è sensibilmente evoluta dal lato della Società delle Nazioni e che Parigi sta in flirt con Ginevra dopo che certi interventi lieti hanno provato che la Società delle Nazioni sapeva all occasione rendersi utile ». Ma finché cotesta evoluzione è subordinata a modalità di tanta portata non sarebbe prematuro attenderne cambiamenti di scena e grandi effetti e non risulta di tanto più legittimo il dubbio che m fondo a tutto questo andare di lungo dei periti, a, tutta questa reticenza sui colloqui franco inglesi, a tutta questa moderazione ne tono dei giornali parigini sia da vedere sopratutto il desiderio di addormentare l'elettore, tanto al di qua che ni di là del Reno, di mantenere alta in Francia la fiducia delle masse e il corso del franco e di impressionare favorevolmente in Germania le sinistro e quel partito del contro di cui il Temps tesse stasera un così abile panegirico? La scadenza del 15 aprilo Persino lo scoglio della scadenza dei contratti con la Micum si sta lavorando ad aggirare. Invece di denunziarli il 15 aprile, si lasceranno in vigore fino alla metà dì maggio. Proprio oggi a Berlino il Cancelliere ha intavolato in proposito conversazioni decisive coi rappresentanti dell'industria renana. L'industria pesante non vorrebbe prolungare i contratti nemmeno di un giorno, ina l'industria manifatturiera annunzia migliore disposizione. Beninteso, non si tratta di un rinnovamento, si tratta semplicemente di lasciare le cose come stanno sino ad elezioni fatte. Anche Berlino non ha interesse a complicare la situazione elettorale tedesca con nuove tensioni nella Ruhr. Stasera suir.Ec/io de Paris, Pertinax avvertiva: nNc.i non siamo 'impressionati altre misura per la scadenza del 15 aprile. Padroni delle ferrovie, noi possiamo con un gesto minuscolo, un gesto cho non esigerà da noi né grande preparazione, nè violento sforzo, ricondurre nell'ordine stabilito le cattive volontà che potessero manifestarsi. Gli Stinnes, i Kloekner, i Thyesen, eoe. lo sanno altrettanto bene come noi. Perciò malgrado la resistenza che essi delineeranno certamente, lo scioglimento non è affatto indub. bio ». Non crediamo che il Governo francese desidererebbe in questo momento di essere costretto a tornare alla maniera forte. Anzi, crediamo cho si proponga di astenersene accuratamente come gli orientali in tempo di Ramadan si astengono dai cibi impuri Ma non ci sorprende cho Berlino, ad ogni buon conto, desideri, per parte sua, di evitare eventuali ragioni a evenutali severità francesi, capaci di fornire nuovi argomenti di propaganda elettorale ai nazionalisti e di rendere ancora più difficile la situazione di chi deve stare al Governo. La danza del franco In quanto al franco oggi, forse in conseguenza dell'intervista di MacDonald di ieri, si è avuto un leggerissimo ribasso che fa subito dare in ismanie Vlntransigeant, che dice: i Una contro offensiva è stata diretta ieri contro il franco. Si potrebbe credere che il movimento venisse di Germania. Niente affatto. E' da Parigi, che è stato diretto e nel circoli finanziari di speculazione e di borsa, che un grosso aforzo è stato tentato tutta la giornata per far rimontare la sterlina a spese del franco. Impegnati a fondo nella battaglia-contro il franco,- temendo dti dover pagare delle differenze troppo pesanti alla fine del mese, quél signori si sforzano di ammortizzare'le loro perdite. E hanno fatto peggio. Si sono visti in delegazioni passeggiare da<i gabinetti dei ministri alle anticamere della banca <Li Francia, a piangere miseria. Se si dovessero ascoltare noi rivedremmo ben presto la sterlina a cento franchi e Berlino, Amsterdam e Milano illuminerebbero. Per appoggiare i loro argomenti, gli speculatori affermano in particolar modo che tutto il commercio e tutta l'industria francese sono con essi e sono minacciati di crai? se si spinge al rialzo del franco. Pretesa menzognera alla quale basta opporre la perfetta tenuta dei rppresentanti dèi commercio e dell'industria francese ». h'InWansigeant crede naturalmente che il Governo non si lascierà forzare la mano da questi interessi particolari; e tale è difatti la previsione più logica.- Anche in materia finanziaria, coll'appoggio della Banca di Francia, si parla del possibile e dell'impossibile per far salire il franco sino alle elezioni. Corre voce, d'altra parte, che il progetto del prestito di consolidazione venga maturando. Una proposta di legge, redatta dal deputato Chassaigne Goyon, già corredata da una ottantina di firme parlamentari, potrebbe rendere possibile una discussione conclusiva a tale riguardo prima della fine della Legislatura. C. P. ♦

Persone citate: Bismarck, Chassaigne Goyon, Giacchè, Jon Bradbury, Macdonald, René D'arai