I commenti romani

I commenti romani I commenti romani Roma, 24, notte. Nelle vario parafrasi al discorso dell'onorevole Mus-ioliiii, pubblicate oggi a mo' di commento dai giornali fascisti, si legge l'una o l'altra frase che tende sempre ad elevare il tono battagliero e il vigere delle dichiarazioni del duce del fascismo. Merita conto di rilevare che l'Epoca attribuisce valore sostanziale a quanto ha detto il pres.dento del Consiglio sulla.ripresa della marcia della ilvoluzione qualóra essa si renda nec^sra in, e che dal canto 6uo l'Impero precisa il punto di vista pratica del dilemma enunciato dall'oli. Mussolini verso i non fascisti 1 quali, se non si rassegneranno a mutare rotta, « troveranno l'inesorabile ferro fascista ». Anche la stampa filo-fascista approva incondizionatamente il discorso dell'on. Mussolini prendendo atto delie dichiarazioni di rispetto per la costituzione. Cesi, il Giornate d'Italia scrive: « Il paese può trarre argomento di consenso e di confortò dal discorso dell'on. Mussolini. Un punto'di discussione vi può essere circa la teoria svolta dal capo del governo sulla libertà. Ad ogni modo, questo è indubbiamente un fatto, un fatto mirabile a cui contribuirono soienzatt, eroi, martiri e gc>vernanti, per cui moltitudini non pai separate si unirono elevando la mente loro e moltiplicando l'opera della loro produzione nel possesso di una civiltà superiore. Ma a rarte le distinzioni dottrinarle, l'on. Mussolini non ha già il proposito, che con nessun pretesto può essergli attribuito, di diminuire questa libertà degli spinti e dei sentimenti, che è naturale conquista del tempo cui apparteniamo. Siamo dunque sulla buona via ». La Tribuna osserva: « Mentre ogni capo del govèrno, quando indice i cnmizi, si preoccupa di avere intorno a sè il maggior numero di consensi, l'onorevole Mussolini sembra Invece preoccupato di crearsi degli spigoli. Si ricordi, il discorso a Palazzo Venezia. I partiti gli erano venuti incontro, gli si offrivano, avrebbero sofferto qualunque ingiuria in una stanza chiusa pur di andare con lui alle elezioni, con qualche onore apparente. Mussolini li cacciò via. Ebbe ragione? Ebbe torto? Volle sgominare i partiti, anche i parliti ccstituzionali, perchè pur oggi, che sembra cosi diverso da (Biella sera di Palazzo Venezia, ripete che bisogna essere prò o contro, o fascista o anti-fascista. C'è riuscito I partiti, anche i partiti costituzionali, 6cno in frantumi. E' un bene o un male? Vedremo in progresso di, tempo ». Dopo aver pnecso ailito con compi attalento dea ali end amanite dalla pressione Secate, il Corriere d'Italia si augura che: « fniìiieme coll'allenitaimeiDto della pressione politica, e fiscale, si ritorni alia normalizzazione delia vita civile, emide il. popò-io ballano possa partecipare larga-mente e direttamente al rifiorimento ed alla difesa deffle fortune della patria ». Risposta dell'on. Amendola L'on. Mussolini non Ita ieri risparmiato, fedele al principio che chi non è con il fascismo 6 contro il fascismo, nè gli aperti avversari nò queliti che pur hanno mantenuto verso il regime attuale un atteggiamento benevolo. Con maggiore vivaceli il capo del Governo ha attaccato rem. Amendola, il quale risponde oggi sul Mondo par fatto personale, rilevando subito, con compiacenza, che è cessata nell'on. Mussolini l'mdMferenza per le noiosissime cose da lui dette a Napoli. L'on. Amendola Soggiunge^ « Mà .l'essenziale 'è che l'on. Mussolini ha prèso, a,difèndere la costituzione contro .di me. Debbo riconoscere che slmile tSUo presenta, tutti i caratteri più piccanti dell'imprevisto e sono costretto ad aniiiicttere òrma1 là possibilità <lii dover difendere tra non molto la : milizia volontaria contro l'on. Mussolini il quale, in omaggio alla costituzione, vorrà ad ogni costo mandarla' a casa. Ma io sono abituato-a prendere la vita e la politica sul serio, e poiché una situazione come quella che grava su l'Italia non può essere materia di scherzo, tengo a dichiararmi ancora un assertore della costituzione respingendo la qualifica di sovversivo affibbiatami ieri dall'on. Mussolini. Ed è veramente strano che il capo del governo, nell'atto stesso in cut ricordava il carattere rivoluzionario dell'avvento fascista e parlava di categorie di giustiziati; e di emigrati di Drenerò e di Sarno, abbia potuto considerare sovversivo il proposito di garantire per l'avvenire la stabilità dello Stato ed il vigore della costituzione contro i pericoli che il passato recente ha dimostrati tutt'altro che immaginari; e ciò appunto perchè nel vuoto lasciato dalla costituzione qualsiasi discussione non debba sembrare legittima. Resto dunque sul solito terréno della costituzione e non ne esco di un sol millimetro allorché mi propongo i problemi toccati nel discorso di Napoli ; mentre ne è uscito il fascismo non solo col modo del suo avvento, ma con tutta la- pratica di governo passata e presente. Non basterà un discorso a confondere nella pubblica coscienza la percezione esatta delle rispettive posizioni ed a sopprimere il ricordo di questo anno e mezzo di appassionata difesa della libertà della costituzione, che resterà onore e vanto della nostra opposizione. Circa la non validità delle prossime elezioni, sarà bene stabilire che averla affermata non equivale affatto a aver affermato che la legge elettorale non sia stata approvata con tutti i sacramenti della legalità formale. La dimostrazione di questo punto fatta al teatro Costanzi era superflua. Non si afferma invece che la Camera approvò nolente quella legge per considerazioni di forza maggiore, le quali tolgono ógni valore alla perfezione formale della sua approvazione; nè si afferma sonrattuttò che, quale che sia il valore del a legge elettorale vigente, le condizioni nelle quali, hanno luogo le elezioni tolgono qualsiasi validità all'attuale consultazione del paese ». L'on. Amendola si domanda poi come potrà funzionare una Camera, come quella che sta per sorgere, e giudica che'il fatto compiuto al quale devono rassegnarsi gli avversari per vedere alleggerita la pressione^polltica non può essere che una modificazione profonda ed organica della costituzione. Rilevato ancora che il presidente del Consiglio si propone ora, in nome del fascismo, di voler conservare il Governo e di governare, l'on. Amendola conclude: « Se l'on. Mussolini, sia pure col dovuto accompagnamento di fuochi di guerra, intende retrocedere verso il terreno costituzionale non vi è dubbio che la situazione interna del paese -potrà avvantaggiarsene. La lotta politica potrebbe assumere forme diverse, della qual cosa nessuno, che abbia carità di patria, potrebbe dolersi. Credo peraltro che in ogni eventualità ciascuno debba restare al proprio posto. Il trasformismo deve essere condannato e respinto senza esitazioni ed in questo l'on. Musso!ini dovrebbe ben essere d'accordo con noi, come noi siamo d'accordo con lui nel ritenere che la libertà è oltre a tutto un dovere e che non è una elargizione. E' un dovere ed è una conquista, ma è altresì un diritto. Perchè non dovrebbe essere anche un diritto? Comunque, deve essere pure un dovere. Noi rivendichiamo per il nostro popolo la possibilità di adempiere a questo altissimo dovere della vita civile. Si compie il dovere della libertà come si compie il dovere di servire e difendere la patria. In nome-di quale concezione politica si chiederebbe agli italiani di rinunciare ad un cosi nobile privilegio, ornamento spirituale e preziosa conquista della nostra vita secolare? ». Snlla definizione della libertà Per proprio conto il Mondo, poi, commenta il discorso di ieri rilevando: « Forma . da dittatore accampatosi con i suol manipoli sulle rovine di una citta conquistata, giudizi tagliati giù alla militare, contenuto di uomo di governo all'antica, preoccupato di mostrarsi rispettoso di tutti gli ordinamenti dello Slato, della costituzione, delle.disposizioni di carattere particolare». Il giornale ribatte poi lo affermazioni dell'on. Mussolini In tema di costituzione: « Se nei riguardi dell'approvazione della leggo elettorale pur la rispettata la procedura e la lettera della Costituzione, lo spirito ne è stato gravemente, fondamentalmente vulnerato colla sostituzione del sistema minoritario a quello maggioritario, che ispirò tutto il risorgimento e resse lo Stato italiano specialmente dopo l'adozione del suffragio universale ». Stilila llbedtà, che è, secondo l'on. Mussolini, un dovere non già un diritto, il Mondo osserva : « Se la frase ha un senso'è qnlesto: rispettare e far rispettare la libertà dei cittadini è un dovere del Governo. La libertà, cioè, è norma di vivere civile, facoltà di iniziative nei cittadini, non cerio arbitrio, non certo autonomia completa. .uer chiunque voglia compiere dei crìmini. Il contadino, che cerca di non pagare le tasse, non esercita una libertà, compie una frode ; colui ohe cerca di non andare in guerra commette un reato, non cerca di utilizzare una libertà. Con i P'aradossl non si abbattono gli argomenti avversari. La libertà è quel diritto dai cittadini che impone loro di osservare le restrizioni legali, coiù quelle restrizioni che hanno lo scopo di rendere possibile la convivenza civile, che roroteg.gcno il debole contro il prepotente, il singolo contro la collettività e questa contro quello. La libertà certo non consente le aggressioni con l'impunità contro gli avversari, nc-n consente a nessuno di ordinare la renuisizione dei treni per fruirne a scapo di parte, ma consente ai cittadini di avere idee diverse da auelle del Governo e i'i divulgarle e di coalizzarsi per farle trionfare. Ouesta è la libertà <-he rivendica l'opposizione, mentre l'on. Mussolini preferisce attaccare una libertà concepita sotto la specie del (paradosso stirneriano : « Nessuna cosa mi sta piti a cuore di mie stesso ». E infine il Mondo, in- tema eli * forza e consenso », osserva che quest'ultimo esprime forza morale e non già milizie, esprime voti spontanei e maggioranza, non già voto coatto ed il 25 %. Dal canto suo il Popolo manifesta le medesime idee del Mondo circa la. Costituzione e ie libertà. Si dimostra soddisfatto .per l'annunziato alleggerimento fiscale ingiusto verso; le classi meno abbienti, nonché per le direttive generiche espresse dall'on. Mussolini riguardo al bene della nazione ad ogni costo, la collaborazione ira le classi, il rispetto della religione, la difesa dello Stato e della nazione. Il Popolo soggiunge: « Affermazioni generiche, astratte, alle quali dietro la nostra piena ed assoluta adesione oggi, come la demmo anche ieri, quando non erano iscritte nel primo decalogo della fede fascista. Ma tali affermazioni postulino atti e provvedimenti ohe non le contraddicano, altrimenti restano buone in» tenzioni, ma intenzioni buone a nulla ». Per Oa Voce Repubblicana il discorso dell'on. Mussolini è stato .di « una desolante banalità ». La parola del Papa Il telegramma di nn Vescovo Como è noto, il presidente del Consiglio, nel discorso* pronunziato al Costanzi, ha detto che l'ordine era stato ripristinato in Italia dal fascismo. Ora acquista maggiore valoio l'odierna allocuzione del Pontefice-, per gli accenni -che essa contiene alle violenze politiche. Rileva il Mondo: « Sono significative e notevoli per lo spirito ohe le muove e la cui man Gestazione deve fteoessariairr.ente essere contenuta nella concisa austerità di uno stile solenne, le parole di profonda tristezza che il Pontefice ha dettato contro le risse civili e le offese inflitte alla religione e le violenze fatte si cose, persone ed istituzioni sue, sotto il colore e sotto il pretesto di ragioni politiche. Già l'Osservatore Romano aveva recentemente elevato la sua protesta contro le violenze consumate in Umbria dai fascisti .e) danno di persone e di istituzioni cattolicheOra, il fatto che la protesta ed il monito siano stati assunti agli onori di un documento ufficiale del Pontefice, dimostra per so stesso la gravità che il supremo tutore1 degli interessi religiosi annette a manifestazioni politiche che implicano offese sostanziali e profonde ail sentimento della religione, ón contrasto col rispetto proclamato e con le esteriori forane di ossequio ». Il Popolo ha da Noveliara, presso Reggio* Emilia: «Ieri domenica, il curato del luogo verso le 11, ritornando da un'adunanza di urt circolo cattolico. 6 stato aggredito ripetutamente e colpito alla testa da una mazza ferrata da ditte sconosciuti. Gli aggressori sono) improvvisamente sbucati da una siepe; uno ha puntato la rivoltella coarto il sacerdote mentre l'altro gli vibrava al capo forti colpi di mazza ferrata. Compiuto il misfatto, i due scanosciuti fuggivano, mentre l'aggredito a stento poteva ritornare a casa sua. Il medico gli' ha riscontrato cinque ferite, due delle quali sono state chiuse con diversi punti. In seguito a questo fatto il vescovo di Guastalla, S. E. GiortlaniCorsini, ha inviato all'onor. Mussolini il seguente telegramma: « Per mezzo vostro denunzio brutali aggre*« sionì perpetrate danno miei sacerdoti de< diti esclusivamente azione religiosa, giorni « sono contro don Tei tornanti ex cappellano « degli arditi e decorato, iersera contro don «Cavazzoli. Protesto contro barbari metodi » degni tempi passati. Invoco provvedimenti «atti a realizzare promesse rispetto chiesa « suoi ministri >.