Da Palazzo Venezia al Costanzi

Da Palazzo Venezia al CostanziDa Palazzo Venezia al Costanzi Roma, 24, notte. La sconcertante personalità dell'onorevole Mussolini si è più che mai rivelata nel discorso al teatro Costanzi. La personalità dell'on. Mussolini è sconcertante, perchè ci riserva ogni giorno nuove sorprese. Il Presidente del Consiglio; secondo le affermazioni dei precedente discorso di. palazzo Venezia, non avrebbe più dovuto pronunziare orazioni elettorali. Inoly tre, il discorso del Costanzi, ben lungi dall'occuparsi dei « ludi cartacei », avrebbe dovuto unicamente celebrare il quinto anniversario della fondazione dei fasci. Orbene, nulla di tutto questo è avvenuto. Il capo del fascismo, non solo ha parlato ieri di elezioni, ma ha pronunziato l'unico vero discorso elettorale della stagione. La prima constatazione imposta dal discorso di ieri consiste nell'abisso che intercede tra il discorso di palazzo Venezia o quello del teatro Costanzi. Un mese ò trascorso tra l'uno e l'altro ed il contrasto tra i due documenti non potrebbe essere più vivo, tanto come intonazione, quanto come tattica politica. 11 discorso del 28 febbraio fu veramente uno squillo di battaglia. Per una curiosa contraddizione, quelle dichiarazioni, che dovevano segnare le linee di un nuovo edificio parlamentare, apparvero invece una requisitoria contro il Parlamento. Lo stesso dicasi dell'atteggiamento tenuto a palazzo "Venezia verso i partiti. Il programma dell'onorevole Mussolini doveva inevitabilmente essere un programma di almeno relativa collaborazione; invece, il discorso di palazzo Venezia fu un grido . di guerra contro tutti i partiti che non fossero il partito fascista. Gli uomini non fascisti che offrivano la loro collaborazione vennero a palazzo Venezia accolti con parole dileggiatici. La più fiera intransigenza parve insomma dominare il preludio elettorale. Tale intransigenza sembrò persistere nel corso della campagna elettorale. L'on. Mussolini non risparmiò frecciate agli «ammalati di febbre elettorale »; parlò ironicamente di « ludi. cartacei »; elogiò i rinunciatari a candidature elettorali; parlò persino, nel telegramma ai fascisti di Milano, di « infezione elettorale ». Qualche giorno è passato e tutto ciò che. poteva sembrare ripugnanza elettorale dell'on. Mussolini è scomparso. Egli ha dimenticato il suo appellò di. mesi addietro alla forza e le minaccio di piombo a chi avesse attentato alla milizia nazionale _ ed al fascismo. Nelia dolce mattinata primaverile di ieri, ileapo del Governo ha pronunziato un discorso perfettamente ortodosso, dal punto di vista della legalità e della costituzionalità. Il discorso al teatro Costanzi, pronunziato dinanzi a 4 mila persone, delle quali, per guadagnare spazio, nessuna era seduta, può infatti, essere esattamente riassunto in questa formula: governare fortemente lo Stato, ma governarlo col Parlamento e col pieno rispetto della costituzione. Può parere strano che, nel breve spazio di qualche settimana, la mentalità politica dell'on. Mussolini abbia potuto dare saggio di un cosi radicale cambiamento. Nel novembre del 1922 la formula dell'onorevole Mussolini era quella di trasformare in un bivacco l'aula sorda e grigia di Montecitorio. Ieri, invece, lo stesso oratore pregava le varie migliaia di sindaci adunati al Costanzi di dire al popolo italiano, ritornando nelle Provincie, che non si dovevano prendere troppo alla lettera le sue frecciate onti-parlamentari. Egli assumeva l'impegno di fare funzionare il Parlamento, governando mediante il Parlamento stesso. 11 mutamento avvenuto ò certamente confortante. A prima vista, esso appare strano; direi ami inverosimile, in un uomo di governo, ma il mutamento si spiega col fatto che l'on.' Mussolini possiede un temperamento eminentemente opportunistico, vulo a dire che sa ambientarsi ed ambientare le manifestazioni del suo pensiero, a seconda di quelle che egli ritiene le necessità del momento. Il duce del fascismo può fare ciò essendo egli arbitro della situazione. Infatti, preoccupandosi soltanto di quello che di lui può pensare l'opinione pubblica, egli può non tenere conto della volontà, anzi, persino dell'esistenza dei suoi collaboratori, che considera quantità assolutamente trascurabili. Si chiarisca così l'enigma di un cambiamento tahto brusco nella manife^ stazione del pensiero mussoliniano: si chiarisce come il duce sia passato dalla maniera forte alla maniera blanda. Rimane da spiegare il contenuto del discorso, il quale ha risentito anch'esso del le disposizioni concilianti dell'ora, che attraversarono ieri l'animo dell'on. Mussolini e conferirono un'intonazione quasi paterna al suo discorso. Il contenuto del discorso del Costanzi 6 a un di presso quel lo consueto dei discorsi mussoliniani vale a dire che il contenuto è pressoché rudimentale. II capo del fascismo ha se guito ieri il sistema abituale, quello cioè di riservarsi l'avvenire, formulando la minore quantità possibile di promesse specifiche e basando tutto il suo discorso in una più o meno irridescente polemica co^ gli avversari. Anche ieri l'on. Mussolini ha seguito questo sistema che fa del suo discorso, come costruzione, come metodo, come contenuto, il perfetto contrapposto del discorso Amendola. Paragonate i due documenti : in uno, cioè in quello del capo dell'opposizione, voj vedete accavallarsi le idee, le concezioni* i ' programmi sopra ogni questione che possa oggi venire sul tappeto; in quello, invece, dell'on. Mussolini al Costanzi troverete una superIficialità di contenuto, attenuata dall'abile esposizione di principii generali e vivificata dall'ardore polemico contro gli avversari, che seduce le folle. Fedele al suo sistema, Mussolini si è limitato a giustificare il suo operato come capo del fascismo, rivendicando a sè il merito della marcia su Roma e vantando la magnani mità colla quale egli volle che non si trasformasse in una lotta intestina. Fedele al proposito bonario della giornata, l'onorevole Mussolini ha 7>ci giustificato l'uso fatto dei pieni poteri, vantandosi anzi di non averne voluta la prosecuzione. Due note speciali sono da rilevare nel discorso Mussolini, cioè la parte polemica verso altre personalità politiche e la parte riflettente la politica estera. Circa la panie polemica, si rileva che il' capo del fascismo si è astenuto dall'accennare ai suoi bersagli preferiti, cioè gli on. Ivanoe Bonomi, Treves, Turati, ecc., ciò, forse, perchè questi avversari non hanno ancóra preso direttamente la parola nella campagna elettorale. Quanto all'on. Giolitti, si rileva che l'on. Mussolini ha creduto di confutare un solo punto di tutto il idiscorso di Droncro, negando, cioè, che l'Italia sia stata fatta dal partito liberale. L'affermazione dell'on. Mussolini viene giudicata alquanto discutibile. Di poco buon gusto è stata poi ritenuta l'allusione troppo sommaria alle conseguenze presunte del famoso « parecchio » di Giolitti, traendone la deduzione che, se avesse trionfato il parecchio, sventolerebbe oggi sul Monte Nevoso non il tricolore ma il palamidone giolittiano. Il pubblico del Costanzi rise a questa boutade, ma il riso non è ragionamento. Si nòta poi come on. MttBSplini^Kbia'parlato con relativo ispetto dell'on. Amendola, accusandolo essenzialmente di sovversivismo, anziché demolirlo brutalmente come da taluni si prevedeva. Molto notata, per la prudenza cui si ispiro, è la parte del discorso dell'on. Mussolini relativa alla politica estera. L'uomo, che oggi dirige la politica estera, spesso eccessivamente libero.quando parla di po^ litica interna, diventa machiavellico e prudentissimo allorché si tratta di politica estera. Così ieri, dopo avere tenuto in Un abile penombra l'operato dell'attuali* Governo per l'annessione di Fiumi"'"è dopo avere rivolto qualche immancabile censura alla politica fiumana dei precedenti gabinetti, Fon: Mussolini si è limitato a lasciare prevedere, coinè novità all'orizzonte. I adesione dell'Italia all'entrata della Germania nella Società delle Nazioni. Il pubblico imponente, del Costanzi, tutto maschile salvo poche signore, e tutto decorato, ha naturalmente riservato le più calorose accoglienze alla parte del discorso dell'on. Mussolini invocante uno Stato forte, solidamente difeso e dotato di una imponente armata del cielo. La corda nazionalista non èra. stata invano toccata dall'oratore, che . ebbe accogliènze vera+ mente calorose dall'uditorio, convinto, a priori. E ora si può dire, dopo il secondo discorso dell'on. Mussolini, che la propaganda elettorale precipita verso la fine. Mancano, è vero, tutti gli elementi complementari. Il Governo deve dire la sua parola in materia finanziaria col discorso dell'on. De Stefani. Manca inoltre l'ultima infiammata parafrasi del pensiero ministeriale che deve essere riservata al discorso dell'on. Orlando. Manca la parola dell'on. Bonomi. alfiere dell'opposizione democratica. Infine, devono rompere il silenzio i socialisti di tutte le frazioni ed i vari leaders del partito popolare. Ma non saranno queste se non note complementari alle manifestazioni programmatiche della propaganda elettorale. La grande ossatura del movimento dei partiti si è già delineata. La intelaiatura dei programmi è già nota Un giudizio di insieme è pertanto sin d'ora possibile intorno alla caratteristica campagna elettorale del 1924, caratterizzata dal rifiuto del Governo di appoggiarsi su di una piattaforma determinata che non sia semplicemente quella della fiducia del paese nel fascismo. La trama fondamentale della propaganda è tracciata ed è nota. Gli f.\. Giolitti, Salandra e Di Cesarò, per' parlare solo degli uomini estranei &y Governo, hanno reso noto il loro pensiero. La parola spetta ormai; per quanf riguarda il terzo della Camera non ipotecato dal listone, agli elettori. Auguriamoci che il pensiero degli italiani che andranno ancora liberi alle urne, possa essere rispettato. Ieri al Costanzi uno spettatore, interrompendo l'on. Mussolini, gridò : « Porteremo il manganello nel Parlamento! ». L'Italia se vuole rimanere un paese civile deve ripudiare queste sacrileghe minacele. PESARE80BBER0