La celebrazione dell'anniversario della fondazione dei Fasci

La celebrazione dell'anniversario della fondazione dei Fasci 3 CRONACA TT A DINA La celebrazione dell'anniversario della fondazione dei Fasci „ commemorazione del quinto anniver„io della fondazione dei Fasci è stata teauta ieri mattina al Teatro Scribe. La eal& è affollata di fascisti in borghese ed in pomicia nera. In alcuni palchi di primo ordine sono parecchie signore e signorine, alcune delle quali in divisa fascista con sui petto appuntati i distintivi del partito. Sul palcoscenico attorno ai gagliardetti prendono posto alcuni membri del Direttorio locale, marchese Scora-mpi, tenente Cherasco, conte Fossati, ing. Cimino ed altri. Prima che parlino gli oratori designati, l'aw. Cerniti, di Alba, reca il saluto dei fascisti albesi ed ha affettuoso parole per Mario Gioda, assente, parole che il pubblico applaudo a lungo. Si avanza quindi alla ribalta il console Bagnasco, salutato da battimani. Egli dice che non 6 facile rievocare lo sforzo dei pochi giovani che fondarono i primi Fasci, giacché troppa gente, dopo, 6 andata proclamando di essere fascista fin dalla prima ora. L'oratore soggiunge però che il fascismo non ò nato il 23 marzo 1919, ma bensì negli ultimi mesi del 1914 e nei primi del 1915 e fu movimento d'entusiastica adesione attorno a Benito Mussolini. Il fascismo, dice, fu movimento di rivolta essenzialmente contro la democrazia per la sua politica meschina, indegna dell'Italia. E nacque non coma partito politico, ma come ribellione contro il disfattismo, il rinunciatarismo, contro le folle che non capivano il nuovo atteggiamento spirituale di tanta parte degli italiani. Poi si corniti l'evoluzione. « Nel 1921 e nel '22 — dice l'oratore — quando il pericolo socialista diminuì e quando molta gente, che era rimasta al sicuro per arricchirsi sulla guerra, andava dicendo che il compito del fascismo era finito, i dirigenti compresero che bisognava spazzare dall'Italia lo scorie del passato, ed emerse la necessità della marcia su Roma ». L'oratore accenna poi all'opera del sindacalismo fascista affermando che esso trovò il consenso delle masse operaie, le quali ritrovarono sè stesse all'ombra dei gagliardetti fascisti. Dice che il fascismo diffuse nel popolo uno spirito di fraternità e di solidarietà prima non conosciuto. Avviandosi a concludere l'oratore dice che fra qualche anno gli stessi fascisti rimarranno meravigliati dell'opera compiuta, la quale colloca l'Italia all'avanguardia di tutte le nazioni per il progresso civile. Lamenta che troppi egoismi si siano infiltrati nel fascismo e ritiene che occorra tornare alle origini anche por dare sostegno e conforto a Benito Mussolini nell'opera che sta compiendo. « Lungi da noi tutti gli egoismi, rendiamoci puri e degni dell'Italia, promettendo di essere pronti anche a morire per la patria e per Mussolini ! ». Unanimi applausi accolgono que ete parole. Arditismo e fascismo Ristabilito il silenzio prendo a parlare il capo degli arditi torinesi, maggiore Freguglia. Esordisce ricordando che subito dopo la pace i superstiti battaglioni di assalto furono inviati nelle colonie per sedare e contenere il fermento delle popolazioni indigene. In quello lontane terre gli arditi apprendevano dai giornali ciò che avveniva in Italia e, dice, fremevano di sdegno e d'impazienza. Il fascismo li precedette nell'opera di restaurazione. Tornati in Italia, eorso a Torino la prima sezione dell'Associazione arditi, fondata dall'eroico tenente Cherasco. Il pubblico saluta con applausi questo nome, e ripete l'applauso quando, subito dopo, l'oratore ac cernia a Mario Gioda. Riprendendo, il maggiore Freguglia dice che in quei tempi arditi e fascisti videro che per essi non v'era più libertà, neppure quella di manifestare il proprio pensiero e, insieme, lottarono per riconquistarla. Perchè, soggiunge, gli arditi disprezzano la subdola apoliticità di coloro che rifuggono dall'assumero lo responsabilità, e in questo sentimento sta la spie gazione del fatto che gli arditi non si fusero con altre associazioni. L'oratore fa poi un cal'do elogio dell'azione spiegata in guerra dagli arditi, la cui caratteristica, dice, è la volontarietà ed il coraggio. A questo proposito il Fre guglia chiama calunnia infame la diceria che gli arditi fossero un'accolta di facinorosi e di violenti. Spiega poi che appunto i peculiari caratteri dell'arditismo ne fanno una parte avanguardista del fascismo, dal quale mai alcun dissenso lo potrebbe disgiungere, avendo la stessa linea di condotta contro tutte le camorre, « anche quando sono tricolorate ». Ha poi un accenno polemico verso l'on. Amendola, al quale dice che sbaglia se crede che l'avvenire potrà essergli favorevole. « Per l'avvenire avranno solo diritto di parola i fascisti e gli arditi. Il comando della Patria l'abbiamo e lo teniamo noi ». E quindi conclude, applauditissimo, dicendo che gif arditi saranno paghi del plauso degli one sti e del sorriso d'Italia. La conversione dei sovversivi Accolto da grandi applausi sorge a parlare Massimo Rocca. Si dice lieto di poter ancora una volta parlare in questo Piemonte dove spiritualmente è, forse, più compreso il fascismo. Manda un affettuoso saluto a Gioda e a Devecchi fra le approvazioni del pubblico. Saluta poi il Mezzo giorno «.non abbastanza conosciuto, riserva inesauribile di energie fisiche e morali » dove il fascismo non è ancora bene compreso, e, all'infuori d'ogni regione, saluta l'Italia e gli italiani, che appartengono ad un'unica stirpe. Entrando nel vivo dell'argomentò che si è proposto di svolgere, il Rocca afferma preliminarmente che il fascismo, come mo to d'idee, nacque anche prima del 1914 Ricorda che Benedetto Croce ha osservata come i primi fascisti non provenissero dai liberali nè dai democratici, ma dai sovversivi. Infatti, dice, un nucleo disovver sivi avevano da tempo iniziato in seno al sovversivismo la difesa della patria, in èpoche in cui anche i conservatori avevano paura di dirsi patrioti, quando per conbecere l'Italia bisognava andar fuori dei confini. Fra questi sovversivi nomina Ros soni, Ezio Bartolotti. Giulio Barili, che tro vandosi fuori d'Italia avvertirono tutto il decadimento del nome e del prestigio italiano all'estero. Altri sovversivi, nota il Rocca, sono rimasti tali per varie ragioni, ma la storia li schiaffeggia e li beffeggia. Gli altri invece mutarono perchè la Patria divenne fciò che essi volevano. Essi cercavano qua! tosa in cui credere perchè sentivano, so pra_ ogni altra cosa, un bisogno ardente ed impetuoso di fede. Questa fu la ragione psicologica per cui approvarono la guerr libica, piccola diana del grande risveglio Anche i sindacalisti di quel tempo comp rono e cercarono lo sforzo di non negare più a lungo i valori spirituali e morali. Nazionalismo e sindacalismo prepararono l'avvento del fascismo, che trovò il suo duce in Mussolini, a cui la saggezza, del Re rese possibile l'esaudimento dei desideri del popolo. (Grida di viva il Re e nuovi applausi sottolineano queste frasi). Conviene, il Rocca, col Bagnasco che molte scorie si sono infiltrate nel fascismo « e non soltanto dopo la marcia su Roma*», perchè molta gente credette di trovare nel fascismo il modo di salvare il portafoglio. Il fascismo nacque dalla volontà e dalla persuasione che per vivere non basta pensare, non basta discutere, non basta studiare, occorre prefiggersi una meta. La società sentiva il bisogno di reagire contro una filosofia che da trentanni negava tutto. Questo è il nucleo spirituale del fascismo che sarà mantenuto iti qualunque evenienza, anche se il fascismo dovesse cedere. « La civiltà europea si salverà se saprà trovare i supremi valori individuali e collettivi, invece di filosofare sterilmente come l'antica Grecia, o saprà darsi un'anima jpmana ». " Liberalismi): Cavour o Nitti? „ Dopo aver affermato che il nucleo spirituale del fascismo resisterà certtlmento, l'oratore fa un rapido, sommario accenno alle riforme compiuto dal Governo fascista. Di quella scolastica dico che ha leso molti interessi e rotte alcune tradizioni, ma tende ad elevare la scuola e mira a darò agli allievi non un male amalgamato corredo di notizie, ma la capacità della sintesi. La restaurazione finanziaria dice che potrebbe esser maggiore ove gli italiani perdessero l'inveterato difetto del particolarismo. Afferma che la riforma buro- II travaglio dei cinematografisti Una Cooperativa di lavoro? La persistente crisi dell'industria cinematografica, clie ha dolorose ripercussioni sulla classe lavoratrice di quella categoria, è slato oggetto di un affollatissimo Comizio tenutosi al Fascio l'altra sera e terminato dopo la mezzanotte. Erano Intervenute tutte lo notabilità, attori ed attrici, del cinematografo, ed erano presenti anche i dirigenti dell'organizzazione sindacale. 11 segretario sezionale signor Fissore riferì sull'attività del Sindacato. Parlò della leggera ripresa delle lavo•azioni, biasimò gli industriali che tengono i catri di posa inattivi, accennò al contingentamento dei Aires esteri e prospettò il programma di azione da svolgere. L'-avv. Besozzi, del Fascio, ricordò l'impegno assunto dagli industriali nell'assemblea del maggio scorso di concorrere ad alleviale la crisi, ringraziò quelli fra essi che mantennero fede alla promessa. Parlò di una coalizione d'industriali ohe oppose sistematiche negazioni allo richieste del personale e ne deplorò ,i sistemi. Formulò l'augurio che i nuovi dirigenti del Si-ndaioato siano dei competenti, ma non appartengano alla categoria per evitare l'impaccio che all'azione di essi cratica varrà a sottrarre il centrò della nazione ed il Parlamento alle eccessive pressioni ed influenze estranee. Accenna, pure allo riforme dell'esercito ed alla politica estera. Prendendo lo spunto da recenti manifestazioni elettorali, l'oratore dice: « Che vale che Giolitti proclami che fu ii Partito liberale a fare l'Italia, quando non si sa se il Partito liberale sia Cavour o Nitti? Che vale che Amendola invochi una politica di centro se oggi è tempo da politica di destra? E' tempo di ricostruzione perchè noi vogliamo lo Stato forte. Che valgono le diverse opposizioni dal momento che le opposizioni sono venti, e se domani dovesse cadere il fascismo non si saprebbe costituire un Governo e si ricornincerebbo a discutere e ridiscutere? A questo mondo solo ha diritto a demolire chi ha la capacità di ricostruire ». II tema deHc demolizioni offre occasiono al Rocca di dichiarare elio «noi vecchi sovversivi siamo diventati monarchici perchè sentimmo che dopo aver tanto demolito bisognava non demolire ancho l'istituto della Monarchia, che trova consenzienti tutti gli italiani ». E, venendo alla conclusione del suo discorso, l'oratore dice che dopo tanto sforzo si chiedo al fascismo di completare l'anima sua, dando a sò ed all'Italia una disciplina ed una legge ferrea da cui soltanto può venire la salute di tutti, perchè lo Stato tollerato e non ubbidito deve finire. E termina cosi: «In nome di questa disciplina e di questa leggo saluto il fascismo italiano. I valori umani debbono essere potenziati per i supremi fini e per la grandezza della stirpo italiana ! ». lina prolungata ovazione sottolinea la chiusa del discorso, che aveva già riscosso frequenti approvazioni ai punti salienti. La celebrazione è finita. La banda musicalo intona la marcia reale cho il pubblico in piedi applaude lungamente, e poco prima di mezzogiorno il teatro si sfollo Movimento economico per potrebbe derivare dal nerico!., di rnnprt Terminò incitando tutti alla disciplina ed alla solidarietà tanto più necessarie in quanto i tempi seno meno favorevoli all'industria che interessa i cinematografisti. Il segretario provinciale, aw. Pollone, 6i associa sia alla relazione del segretario sezionale, che alle parole autorevoli dell'aw. Besozzi, e principalmente approva' che i dirigenti superiori della nostra organizzazione debbano essere scelli, in persone competenti si, ma non facenti parto della Corporazione, per non dare esca alPinguisto sospetto che idirigenti che fanno parte dell'organizzazione, curino prima i propri! interessi o poi quelli della comunità. Dice della lavorazione avvenire, ma non nutre soverchio illusioni. Andrà in settimana a Roma, esporrà i desiderala qui ventilati, cercherà di ottenere lavoro, ma teme di non approdare a buon porto. Il presidente dell'assemblea, ing. Burragata, riferendosi alle idee collaborazionistiche espresse, domanda che venga nominata un'apposita Commissione perchè studi i mezzi di creare una forte cooperativa di lavoro. Dà' indicazioni sulle cooperative fasciste. Dà spiegazioni il comm. Gaido, e dopo cortese dibattito si addiviene alla nomina di una Commissione per lo studio di una cooperativa di lavoro, perchè si possa presentare proposte concrete di lavoro agli industriali. A far parte della detta Commissione vengono chiamati i signori aw. Tuninetti, avv. Besozzi, Almi nanfe Mario, comm. Gaido e Zambuto Gero. A conclusione delle discussioni avvenute l'assemblea approva un ordine del giorno nel quale, fra l'altro, è detto ohe « dà incarico al Sindacato cinematografi-co torinese di stabilire rapporti tali da eliminare gli inconvenienti verificatisi In segnilo ad eccessiva immigrazione di attori e personale romano nella nostra città » e rivolge preghiera alle Ditte che lavorano di favorire nell'assunzione il personale cittadino e di esaminare con attenzione lo proposto per la lavorazione cooperativista, L'Unione del lavoro dice la liquidazione della Gassa edile In inerito alla messa in liquidazione della Cassa edile facoltativa e della destinazione dei fondi residuati, la Sezione edilo aderente all'Unione del lavoro ci manda un rivaco comunicato polemico, del quale pubblichiamo la parte essenziale: u Già è apparso sui giornali un nostro comunicato in merito. A tempo opportuno si era pure provveduto a far pervenire al liquidatori signori comm. ing. Giuseppe Betlia ed Alfonso Ogliaro, precisa e formale diffida, ed un memoriale al Commissario governativo della Cassa edilo obbligatoria avvocato cav. uff. Valente Achille. Il nostre intervento e lo nostre motivazioni, per quanto a conoscenza di tutti i partecipanti all'adunanza, non furono tenuti in considerazione, anzi a chi fece presente la gravità delle nostro dichiarazioni l'assemblea risposo dichiarando di assumere piena ed intera responsabilità sgravandone quindi i liquidatori ed il presidente dell'adunanza. E la decisione è stata clic « i fondi venissero restituiti alle organizzazioni concordatarie dei contratti colletlivi scaduti o vigenti ». «A deliberazione avvenuta dichiariamo jllegalo e la deliberazione ed il procedimento; ì.o) per non avvenuta pubblicazione dei risultati della gestione e dei motivi che determinarono la cessazione dei sussidi, pure essendovi un rilevantissimo fondo cassa. 2.o> Per la non avvenuta comunicazione agli ij> teressati che a suo tempo pagarono i contributi, della volontà di procedere e del criterio da seguire, prima per la cessazione dei sussidi, poi per la liquidazione dei « fondi residuati ». 3.o) perchè « i fondi residuati » destinati (e per tale precisa disposizione pagati) agli operai disoccupati come complemento del sussidio di legge, vennero destinati ad altri scopi. « Facciamo noto alla cittadinanza elio dal giorno li corr. abbiamo chiesto ai signori liquidatori, a nome di operai edili a noi aderenti, e cho hanno contribuito ulla Cassa, documenii e chiarimenti in proposito, e pure ad altro personalità rappresentative, ed a più riprese, c si risponde con palleggiamenti di responsabilità, di poieri o di competenza. Comunque, mentre riferiremo a suo tempo i particolari della liquidazione ed i poi-o lochi retroscena, notifichiamo che Il contributo contrattuale ner le previdenze sociali è stato sospeso il 26 gennaio 1023 per « divergenze createsi tra organizzazioni ope¬ raie ed industriali ». Ora lo divergenze sono sparite, assieme a molle altre, pur di devolverò il « fondo residuato » superiore alle 700.000 lire (diciamo settecentomila) destinato ai disoccupati, per metà alle Ass. industriali e per altre metà tra lo « organizzazioni concordatarie dei contratti collettivi scaduti o vigenti. Mentre denunciamo all'opinione pubblica lo strano modo di « restituirò « 1 fondi residuati » assicuriamo gli interessati che razione nostra sarà risoluta c decisa sino a elio « i fondi residuati » non saranno « restituiti » effettivamente Bgti scopi per i quali vennero versati ». A proposito delio sciopero allo stabilimento Tedeschi I dirigenti della ditta ing. V. Tedeschi c C, riferendosi a quanto c stato pubblicato in merito allo origini dello vertenze insorte fra gli operai e gli impiegati e la Ditta, ci scrive, con preghiera di pubblicazione, una lettera por rettificare alcune imormazionl a noi fornito da parte operaia e che la Ditta dico non corrispondenti alla realtà delle cose. « Infatti — scrive — non corrisponde alla realtà dello coso che la nostra Società non abbia risposto alla lettera della « Corporaziome fascista dell'industria » perchè ad essa fu risposto con nostra lettera 21 corrente rimessa a mano da un nostro incaricato al sigine- Burragatto,- delegato della Corporazione fascista. Detta lettera seguiva una intervista già avvenuta fra 1 due e specificava che la nostra Ditta era disposta a trattare circa la misura della riduzione chiesta, riservando alla Corporazione fascista l'ultima parola di conciliazione dei reciproci interessi operai ed industriali. « Non risponde alla realtà delle cose poi che non sia stata presa in considerazione la domanda degli impiegati e si sia seguita una tattica dilatoria, avendo anzi la Ditta stessa proposto —. e Ja Commissione interna accettato — di sottoporre ad un collegio arbitrale la divergenza d'interpretazione dell'articolo 6 dell'organico, dichiarandosi disposta a dare subito dopo esecuzione al verdetto arbitrale elio sarebbo stato emesso I postelegrafonici ex combattenti II Consigliere delegato della Sezione Postelegrafonici dell'Associazione mutilati ed Invalidi segnala il disappunto ed il malcontento dei postelegrafonici mutilati ed ex combattenti avventizi e giornalieri perchè il Decreto di sistemazione in ruolo è stato rimandato ancora una volta. La lettera dico che <t dal giorno della loro assunzione In servizio venne loro promesso che dopo tre mesi sarebbero stati sistemati: sono passati ormai tro anni per gli avventizi e sei mesi per 1 combattenti, ma la promessa non è stata mantenuta». Essi confidano, conclude la lettera, che il Governo vorrà ben presto togliere questi mutilati e combattenti dalla insostenibile situazione in cui si trovano. Gli industriali del vetro e le paglie operaie Gli industriali esercenti le vetrerie della nostra città, ci mandano con preghiera di pub. bliicazione: «Nel numero del 31 corr. è stato pubblicato un comunicato del Sindacato Fascista Operai Vetrai in cui si ribattono, si negano e si commentano gli clementi obbiet. •ivi fomiti da parto industrialo alla stampa quotidiana circa la vertenza in corso. Lo Ditte interessate non intendono a loro volta commentare il commento nò rispetto alla sostanza, nò rispetto alla forma: ma poiché il punto più contestato è quello relativo al livello attualo delc mercedi esse debbono confermare e chiarire le affermazioni fatte. Ed a complemento delle precedenti indicazioni circa lo paghe possono precisare quanto segue, riferendosi naturalmente allo stabilimento Lodi che nel 1023 ha lavorato normalmente per 300 giorni feriali. Negli altri stabilimenti le tariffe applicate sono identiche e quindi le paghe giornaliero equivalgono a quelle del predetto stabilimento. «Si è accennato da parte industriale a cifre medio di paga comprese tra L. 63 e L. 13. liceo in proposito alcuni dati dimostrativi specifici : Nel 1023 N. 7 maestri vetrai hanno su. perato. tenuto conto naturalmente delle ore straordinario, i 300 giorni di lavoro ed hanno avuto rispettivamente i seguenti guadagni: L. 20-175, L. 1773.-,, I,. 17729, L. 174GO, L. 17729,80; L. 17729,80, L. 15000, con inedie giornaliere corrispondenti a L. 63, 57, 51,80, 57, 54,80, 54,80 51. I maestri vetrai elio per causo diverso non hanno raggiunto i 300 giorni, hanno percepito le seguenti paghe : per giorni 300 !.. 15350, per giorni 296 L. 15100, per giorni 298 L. 11(175, per giorni 298 L. 1-4675, per giorni 291 L. 11-17S, per giorni 298 L. 1.3881, per giorni 20C L. 13800, por giorni 288 L. 13824, per giorni 288 L. 1I1S75, per giorni 295 L. 13617, per giorni 295 L. 13017. « Dogli altri maestri vetrai flaconai che lavoravano al forno a bacino la maggior parte ha guadagnalo da L. 45 a 47 giornaliero e nessuno, in ogni modo, meno di L. 43, per ore selle o mezza di lavoro. Quanto alla crisi dell'industria del vetro di cut purtroppo è notissima la gl'avita cosi agli industriali come agli operai, è sufficiente a dimostrarla il fatto che ben tro fabbriche sorte per iniziativa di tecnici ed operai provenienti dulie nostre fai) briche torinesi in questi ultimi mesi sì sono dovute chiudere eoa una perdita di diversi milioni di lire.' Purtroppo questa difficilissima industria, fondata a Torino trent'anni fa da alcuni vetrai altàresi e elio tutto deve imperlare dall'estero, avrebbe bisogno di calma o collaborazione di tutti per potersi sostenere accio clic non succeda come nel secolo scorso, quando, pur essendo sovvenzionata dal regio Governo, non polo resistere alla concorrenza c dovette soccombere c scomparire per molli anni dalle Provincie piemontesi •. TEATRI E CONCERTI Commenti alla "stagione d'opera,, al Regio La ,i stagiono d'opera » al negio, chiusa iOrsera, non lascia soddisfatti quanto le quattro elio la precedettero. SI possono mito vere appunti alla scelta delle opere qualità degli spettàcoli. Quando la Società del Teairo Regio, certamente benemerita per lo trascorse gestioni, ci comunicò il « cartellone », avvertendo clic ed proponeva di contribuirò alla cultura musi'ale in Torino, rilevammo, con Ja discrezione giornalistica conveniente al commento di un preannuncio, cho non tutto lo opere prescelto ci sembravano tali da attuare il-lodevolo proposito. Alla serio degli spettacoli dedicammo ver lo più brevi cronache; mancando spesso la materia artistica, mancarono puro l'argomento della critica e l'opportunità di ecciiaro l'attenzione del pubblico. Ora. a stagiono finita, ft doveroso riassumere 10 impressioni dolio cose avvenni*, sia perchè il Regio o la maggiore sede della cultura musicale cittadina, sia perchè il Municipio sussidia l'Impresa appunto per contribuire all'elevazione del gusto ed all'ampliamento delle conoscenze artistiche del popolo. Come ha risposto la « stagione » a questa precisa richiesta? Sedia delle opere. Una stagione di sole setto opero non ha margino per quelle poco rappresentativo artisticamente, o già volgarizzate, o non rinnovate da una nuovissima interpretazione. Fra le sette prescelto, solo 11 Falstaff, il Boris e la Walklria erano indiSCUliblli: Fanciullo, del West e Giocondi/. ripetuto frequentemente nei teatri minori, e mediocremente eseguite, non potevano certo giovare al gusto, nè alla cultura; il Barbiere rossiniano fu dato, come preciseremo più. avanti, In modo tale da non giustificarne la riappariziono; di Ghillclta e Bomeo dolio Za ridonai, a parte qualsiasi valutazione personale, ninno potrà affermare che essa fossa l'opera più necessaria ad un pubblico che ignora le più significative opere recenti ed ignora tuttora, quella clic è la più importante ed originalo opera teatrale del secolo ventesimo: Pcllèas et Mclisande, Quattro opere non necessario su setto, 6 u,u po' forte. Del resto, so si fa-cesso la statistica dello opero rappresentale in un decennio a Torino si rileverebbe l'angustia del repertorio e sì dedurrebbero conclusioni poco soddisfacenti intorno allo stato della cultura popolare, L'allestimento degli spettacoli difettò dello caratteristiche per lo quali i grandi teatri devono distinguersi dai minori, e cioè: cura minuziosa nella preparazione, speciali caratteristiche della elaborazione, aspirazione ad edizioni perfette. Furono scritturati, è vero alcuni fra i migliori cantanti di oggidì, già esperti di singoli-personaggi; ma ciò evidentemente non basta alla compiutezza d'uno spettacolo. Un grande teatro deve tendere all'armonia ed alla valorizzazione di tutti gli elementi vocali, strumentali e scenici. In molti casi, quest'anno, il tono generale degli spettacoli fu basso; l'elaborazione, sempre priva di cesello, spesso trascurata, accettò senza revisiono, senza iniziativa, le buono o lo cattive usanze del cantanti. Troppo volto l'improvvisazione: sostituì le garanzie dello studio coscienzioso. Nel Falstaff, ad esempio un eccellente baritono, che sostituì neE'ultima rappresontaziono un Ford rimasto co stantementg negativo, andò in scena senza provo; un grande teatro non dovrebbe mai far ciò, ma .imitare la Scala ih quei cho essa ha di ottimo: la scrupolosa preparazione dei cantanti e l'instancabile concertazione.- Peggio accadde nel Barbiere di Siviglia; l'opera andò una priana volta, in una scolorita esecuzione, con tre cantanti ammalati; una seconda volta, non miglLoraita, con due nuovi caimani! che non avevano provato, fl. che non dowebbe essere consentito neppure ad divi, e neppure per le opere più note; infine, nelle serate popolari, andò con un « Fiorello » che. vestito da « Fiorello », assunse all'ultìm'ora la parte di c Figaro ». Questi casi non ci sembrano degni d'un grande teatro, il quale, anzi, avrebbe dovuto aver l'orgoglio di allestire un'edizione « modello »., Buone ma aion raffinato esecuzioni ebhero Falstaff, Boris. Walkiria; mediocri Fanciulla del West o Gioconda.. Giulietta, e Bomeo, messa in iscena dal 6U0 autore, fu molto curata. Si è forse promossa, oom il Macco tono artistico dell'allestimento, l'educazione dei popoGo? Che « il pubblico » abbia affollalo il teatro, ed applaudito ancho gli spettacoli più trascurati, è un fatto che non infirma punto le obbiettive constatazioni, ma costttuisoo un sintomo allarmante di decadienza del gusto, del qualo le minoranze intellettuali, cui tocca il compito di imporre la cultura o contrastaro le volgari voglie, dovrebbero seriamente preoccuparsi. Nel fair-e questi rilievi, giustizia vuole che si tenga conto della tardiva concessione del Regio alla società cho lo gestisce; infatti la concessione avvenne lardi, l'anno scorso, quando il migliore personale lirico, non numeroso, era già stato accaparrato dai teatri maggiori. Sarebbo ancora da discutere so la scelta non poteva essere migliore in fatto di opere e di personale. Ma non insistiamo. Cosa fotta capo ha. Importa far meglio, un'altra volta, almeno come nel passato; dunque non sd chiede nulla di straordinario. Non abbiamo dimenticato le pregevolissimo rappresentazioni organizzate dalla Società del Teatro Regio, e confidiamo che essa, conciliando gli interessi commerciali con le necessito artistiche voglia riprendere la sarte delle « stagioni • accurate. Ora essa ha il teatro, lo ha assicurate per quattro anni ; ha dunque agio di prestabilire un organico piano artistico, di sceglierò bene ed a tempo gli elementi, di svolgere un'attività feconda di ottimi risultati. melodiosità, caratteristica del Stnigaglia, per la quale egli appare un interprete ottimista della vita. .Meno in un puntò; nell'adagio, terzo tempo, in cui è espressa una dolorosità che era sconosciuta, finora, al S'nigaglia; è uri .approfondimento sentimentale inatteso, che merita attenzione, corno nuovo atteggiamento. La sonala, chiara o semplice, come tutte le opere di questo fine o distinto compositore, ebbe in Onorina Semino una preziosa solista, precisa, sobria nelle sonorità e ed alla' negli effetti, elegante e comunicativa, tanto agile nel ritmi vivaci e scherzosi quanto commossa, nell'adagio. Collaboratore energico e sicuro il Consolo. La sonata del .S'nigaglia, che ebbe caloroso successo (l'autore fu salutato entusiasticamente) fu preceduta dalla Sonata di Bralnns in mi minore e dalla terza ili Roethoven. lo quali procurarono molti o meritati applausi ai concertisti. a. d. c. La pianista Luisa Daviso di Charvensod darà la. sera di mercoledì 2H marzo al. Liceo musicale un cene-erto promosso dal Gruppo universitario musicale col. fccguorito programma : Beethoven : Sonata op. 27, n. 2 Sclnanann: Studi sinfonici. - Albcniz: Triano - FctcDinr. « Sevillc - La Venezia: Umoresca, ori. 32, 7?.. il - nehnssy: Preludio - Chopin: Fantasia, op. 49. NOTE SPICCIOLE Sindacato operai metallurgici. — Il camliio degli npcr.n della Fiat Lingotto e centro 6 rimandato a moroolodl sera, 26 corrente. !wnW. Sindacato « chaufleursprivati. — AsemDlca questa sera, alle -.'1. al Fascio. _.„„ cassa mutua combattenti. — Lunedi 31 mano, allo oro «), assemblea «onoralo la sode. Seguendo la Cronaca La Sartoria REMO MORBIDELLI via Roma, 30 è la sartoria signorile per eccellenza, la sarto-ri* di fiducia, .sia per la qualità delle stoffe, che por l'eleganza della lavorazione. Tessuti inglesi dello primissime marche. BURBERRV a Topino, nei nunui modelli si trova dal camiciaio West End House, Agento esclusivo. Tel. 44-12-i. — I Divertimenti di DA UH LUNEDI' ALL'ALTRO L'assedio di Ravenna l'epica pagina di storia moriioevalo, con i suol orlii, lo suo congiure, lo sue lotte faziose, è stupendamente riprodotto nella rievocazione cinematografica di " FRfcNCESC* RimiHI „ interpretata da Mary Baino, Ti iva. La tragica vicenda amorosa di Paolo e Francesca è 6tata ma,gistralmento inscenata, con un senso iprofondo di verità storica, con i suoi dolorosi e sentimentali episodi, che sono .il fulcro intorno al qualo si svolgono vicende belli che ed eroiche. Da oggi, al CINEMA AMBROSIO si iniziano gli srpettacoili di questo eccezionale lavoro, destinato a riscuotere il più largo consenso. Sempre applauclittssfcni 1 «numeri»: danze ncìVìiall eleganttssi.nvo. — Quanto prima: « Le dite orfanelli i. TOM MIX e FfiTTy si sono presi l'incarico di far divertirò da oggi il pubblico cho accorrerà al CINEMA TEATRO VITTORIA richiamato dai nomi del duo celebri attori americani. Tom Mix si presenta nella film " il maniaco della velocità „ dall'intreccio semi-avventuroso o semi-sentimentale, film emozionante e interessantissima Tom Mix giungendo a San Francisco dalla campagna, è pedinato da un abile borsaiuolo e rimarrebbe senz'altro vittima di un bruno tiro, se un piccolo venditore di giornali non intervenisse in tempo por trarre dalle mani del ladro il portafoglio del malcapitato viaggiatore. Da quel momento Tom Mix diventa il protettore del piccolo Jrmmy o delle sue sorci-lino. ' Un match di boxe presenziato da un pubblico delirante di entusiasmo, dà modo a Tom Mix di rivelarsi per un vero campiono di pugilato e successivamente una disputatiesima corsa di automobili co lo rrosenta come uno dei più audaci « re del volante » c la gara termina col trionfo del simpaticissimo attore. Farà seguito, come complemento dello spettacolo del Vittoria, l'insuperabile Fatty, nella film FATTY portalettere che strapperà continuo risate o risate, con due atti df strabiliante comicità. Nel varietà debutta oggi : Danias, attrazione al trapezio, e continua l'attrazione Roulette. Ultimissimi giorni al "CHIARELLA,, di PRISCILLA DEAN e di Wallace Beery nella smagliante e impressionante film La sperduta di Snangai. Grande successo del nuovo Varietà elegantissimo -manipolatore ; Ebe; x>jes lauro cantante italiana1; ARG^NTINITA virtuosa di violino'; SPAKK BALLKT sette bellissime danzatrici'; duo OAVALUNI pantomime comiche. In preparaziono la grandiosa film HUMANITAS il capolavoro dei capolavori. I concerti di musica da camera 11 concerto Consolo e Rossi fu interessante più per l'affinila dei duo pianisti, l'uniformità della loro tecnica, la concordia dell'interpretazione, elio per lo musiche. Scarsissima ò la letteratura originalo per due pianoforti. 11 momento presente, ora che più d'un artista tenta di ampliare il rendimento dei pianoforte trasferendo in esso la tecnica macohtaiola dell'orchestra, ù torso propizio alla combinazione di duo tastiere ed allo sfruttamento dello sonorità ili due « grandi cedo ». Avverrà ciò? Allo stato dello cose c'u poco da fare, come fu provato dal concerto Consolo-Rossi. Mozart diventa necessariamente fragoroso e gravo; hi chiacchiere di Saint Saéns su un toma di Beetlic-ven, moltiplicate, appaiono anche più vuoto; l'Alte Wien di Castelnuovo Tedesco resta un'imprecisa espressione storico-geografica (con qualche tendenza alla concretezza) ; Un blanc et nolr non accresco la grandezza di Debussy; Infante diluisce in molle pagine una paginetta di Albeniz o di Debussy. E però l'interessamento fu tinto volto ai due valorosi pianisti, del quali furono anche ammirato squisito eleganze nello tinte tenui, potenti sonorità, pieno <; vibranti. Ed il successo fu personale, tutto dei concertisti. Qualche sorpresa riserbava la recentissima sonata per violoncello e pianoforte di Leone Sinlgaglia, elio è Top. 41. to stile del mustcista s'o alquanto modernizzato ; la sua sentimentalità ha prodotto una pagina di insolita drammaticità; l'adugio. cosi sono superate non solo le formo dvorzakiane e brahmsiaue dello composizioni rapsodiche, come la suite orchestrale « Piemonte » e le orchestrali « Danzo piemontesi » ma anche gli spiriti schiettamente ottocenteschi della sonata per plano e violino '(intitolata « Rapsodia piemontese » benchò non folkloristlca) e del solido o coerente Quartetto per archi. Nella recente opera emerge una diversa sensibilità; e l'autore, cho ci eravamo abituati a considerare o elaboratore folclorista o melodista midi'ilo di lieder brahmsiani, e sempre nobilissimo e sempre forte in struttura classicheggiante, sembra rinnovarsi nella sensibilità e nelle parole. Armonie modernistiche, modernistiche dissonanze e frasi frammentarie si sostituiscono qua o là. nel primo, secondo e quarto tempo, al tranquillo Unire del consonante discorso d'altra volta; ma resta immutata guelia serena, lieta FflSCirsaTiON (L'incantesimo del piacere) Ila fatto accorrere anche ieri una folla grandissima, di giorno e di sera, al SALONE GHERSI o la continuità degli « esauriti » ha lascialo migliala di persone... ad occhi asciutti* Ma la mirabile film, cosi ricca di sugg'estioni, nonché di bellezza sceniche e di interpretazione, vivacissima, rimarrà in programma ancora parecchi giorni. MAE MURRAY la protagonista, ò un'interessantissima attrice-danzatrice e particolarmente curiosa ò la sua » danza deila corrida ». Oggi al CINEMA SPLENDOR '• MADRE FOLLE „ emozionante film in cinque atti, una delle t&ìt commoventi interpretazioni della SOAVA GALLONE o con lei agiscono Mario Fumagalli (la recento rivelazione dello schermo) e Udo Manetti. Speciale accompagnamento orchestrale- Duplice investimento per la fuga di un cavallo All'angolo di via Madama Cristina e corso Valeri'tino ieri sena verso le 20 era ferma la vettura pubblica n. 262, guidata dal cocchiere Natalo Scaraflotti, di anni 25, abiteunte in corso Picimon-to m 1], il quale attendeva cho passasse un tram della lettera li per prceeguiro la propria corsa. In quel momento sopravveniva ini soldato anontaito in blcicleUa, il quale andava a cozzare contro il cavallo, scivolando e cadendo con fracasso. A questo punto la cosa si aggravava o complicava imm'owLsamoute. Il cavallo, imbizzitosi, prendeva la fuga, invano trattenuito dal vetturino a forza di redimi. Per. un caso disgraziato in quello stesso momento attraversava la strada certo Lorenzo Lonza di 4!) anni, muratore, abitaarte in via Ormoa con la figlia Caterina e il genero P-tetro Baracco. Egli si trovava appunto in compaginia della moglie, della figlia e diel penero; di più, teneva in braccio il nipotino 1/ir-e.nzo Baracco, di mesi 16. H oavattlo correva appurato in direzione di £ale comitiva. Questa si ebantdò di comsa, ma, il Lorenzo Lonza non fece in tempo a sfuggire alla minaccia del cavallo, e rimase investdifo. Egli cadde pesanitanDente al suolo, o coti lui il piccino che tenieva in braccio; per colmo di sven-tura una ruota deHa ca-rrozea la travolse. Gli inves-t.iitil vonmeiro soccorsi dal preseorti, richiamati dalla drarnniatrortà della scema, e. adagiati sulla vettura, dopo che lo bizae del cavallo poterono essere domate dal coccbfere, fiu-ono trasportiati al San Giovanni. Il dottor Lougo risconitrò al Lainaa la frattura di due caste, una ferita al capo e contusioni varie; al piccino urna grave ferita alla fronte e la commozione cerebrale. Entrambi, dopo le cure del caso, vennero, ricoveratili aflla sezione Bobbio. Il Lonza potrà guarire in. vmt.iiaknq.u>e giorni; per il piccino loi stesso sanitario si è riservata la prognosi. Carpentiere trovato cadavere In casa La cause della morte non ancora accertate Un carpentiere di 59 anni, certo Pietro Chiantello, da Livorno Piemonte, qui residente, in via Alessandria, 3, è stato trovato morto ieri mattina, disteso sul pavimento della sua camera. Il chiantello, non avendo congiunti in Torino, affittava una stanza, insieme con certo Pietro Percivalle, di 65 anni.- I due, a -quanto risulta, si facevano buona, compagnia. La scoperta della morte del carpentiere fu fatta dal Percivalle, il quale, . giovandosi anche dell'intervento dalla portinaia, no fece avvertire l'Autorità di pubblica sicurezza, che provvide per un sopraluogo. Contemporaneamente 6i recava in via Alessandria anche il dottor Visconti, richiesto alla Centrale di guardia del Municipio, Dopo un'accurata visita al cadavere, il medico però non ritenne di poter stabilire la; causa della morte. Egli dichiarò, di non avere clementi sufficienti per pronunciarsi e dispose che il cadavere fosse tenuto a disposizione dell'Autorità per ulteriori accertamenti. Le caratteristiche presentate dal cadavere, cioò alcuno macchie scure e vaste, fecero sorgere nelle persone che per prime accorsero nella stanza del Chiantello il sospetto che questi non fosse deceduto di morte naturale. Onesti sospetti — molto vaghi invero — non furono avvalorati da elementi concreti e decisivi, e non furono raccolti dal maresciallo Cavallero, della Sezione di P. di Borgo Dora, il quale fu presente per le formalità di leggo. La causa della morte sarà ad ogni modo accertata sicuramente con! l'autopsia del cadavere, che è stato trasportalo agli Istituti universitari del Valentino» Sconosciuta annegata nel Po I barcaiuoli Pietro Faletto, abitante in Strada Casale 273 e Domenico Gallo, abitante in regione Meisnno 790, videro, ieri mattina verso le ore 10, galleggiare nelle acquo del Po, all'altezza della Gascima Lenigiotto. il cadavere di ima donna. I due poterono faoiLmante trarre a riva la morta, poiché in quel punto l'acqua non misurava che circa trenta centimetri, e deporla sulla riva. La poveretta miseramente vestita, appariva in avanzata putrefazione provocata da una lunga permanenza nel fiume. I bianchi capelli e le molte rughe che lo rigavano il flacido volto denunciavano un'età, non certo inferiore ai sessan l'anni. I barcaiuoli avvisarono della macabra scoperta la vicina sezione di guardie municipali e sul posto per le constatazioni -medlòhe si recò il dott. Visconti del Municipio. Egli dichiairò che l'annegata era decoduta circa' quindici giorni or sono. Evidentemente si tratta dii un suicidio. Non ò stato possibile identificarla poiché sulla defunta non fu trovato documento di sorta. Dopo le formalità di legge la salma venne inviata alla camera mortuaria degli Istituti del Valentino. MARIA JACOBINI ^ interpreterà LS BOHEME ossi al CINEMA HOYAL Questa film bellissima e commovente, che costituisco uno dei maggiori successi dell'annata, vorrà ripresa oggi, a grande richiesta, al Cinema Boiial. L'ammiratissima protagonista, Maria Jacobini, ha por compagni di scena dito attori italiani Elcna Luuda e Luigi Serventi, o un gruppo di eccellenti artisti tedeschi. E' degna di ogni maggior elogio anche la messa in scena eseguita ria Gennaro Righelli in un grandioso teairo di posa tedesca, valendosi di tutti i pili recenti ritrovati della tecnica cinematografica. VARIETÀ~MAFFEI Il debutto della " PICCOLA CLELY „ cho da duo giorni trovasi al Maffei, ha richiamato in questo simpatico teatro un enorme pubblico. E' bastato l'annunzio di questo grandiosissimo numero perchè il teatro fosso lutto esaurito. Il pubblico si e. divertito enormemente a si e. ripromesso di tornare a sentirla. Ammiratlssimi anche Opol, il fenomeno eccentrico cascatore, cho colle sue « cascate j> desta il buon umore o lo risate generali. Somrre applauditi tino Daiimc, Tom, Bill ed i danzatori spognuoli Invero c Earilo. Altri numeri sceltissimi completano questo grandiosissimo programma. " L. agrotta dei tesori „ l'ultima serio del Fabbro del convento, nella aualo lo vicende del grandioso romanzo di Ponson du 'l'errali trovano il loro drammaticissimo epilogo nella tragica scena del Castigo dell'infernale Toniotta verrà proiettata da oggi al CINEMA ITALA. CU spettatori accoglieranno con viva soddisfazione la conclusione della emozionante storia di Aurora o Giovanna di Mazures. Al CINEMA BORSA oggi "IL FILONE. D'ORO,, 3a serie de : «La belva delia Sierra,, In questa nuova serio le avventure dell'intrepida Stella Donovan (Hartlen O' Connor) continueranno a sbalordirò il pubblico per l'audacia, la novità e l'originalità delle situazioni. Intanto gli spettatori sl chiedono,. S?R a3?i*rf curiosità: «CW sarà la « Belva loro moi.-'i alia Sala Convegno Sotitufficiali a Siena » .? ,. [ m 3g jr.^mento Alpini in Torino. La gravissima caduta di un alpino Un soldato del 3.o Regg. Alpini, certo Domenico Cena, ò stato portato ieri cera in condizioni gravissime all'ospedale San Giovanni. Nell'alto di scendere da una vattura tran varia egli fu impacciato d-aila baionetta, che gli s'era spostato dal fianco, e precipitò a terra. Fu raccolto quasi oravo di sensi e portato per il soccorso medico con una barella. Il Trof. Longo con un rapido esame potè constatare che il poveretto aveva la colonno vertebrale fratturata ed aveva inoltre riportato la conwnozione viscerale. Il Cena fu ricoverato nell'ospedale e giudicato in pericolo di vita. Furti a domicilio Anche oggi la cronaca registra la 6ùlita collana di furti operati da ignoti malviventi. Giuseppe Manfrò di Carlo, abitante in via Lonzo 32, calzolaio, ha denunciato che, durante la sua assenza, i ladri sl introdussero nella sua abitazione asportando •effe'iti di biancheria e vestiario pel valore di lino 1290. — Anche HI signor Abele Zantcotto, proprleiario di un'officina meccanica in via Rraiidizzo 28, ha denunciato il furio di feiu'amenta di vario genere per lire 2ó00, awanuio durante la sua assenza nel suo magazzino ad opera di ignoti, — Orsola Capo, con negozio di mercerie in via Cottolengo 41, denunciò per ultimo di es. sera stata deruhata da ignoti che si introdussero nella bottega asportando effetti di biancheria per il valore di lire_l2,iQ. I sott'ufficiali del 3» alpini Nell'intento di ricordare i compagni caduti in guewa. e far sì che perduri la loro memoria, ad esempio ed incit-uiwnto i sottufficiali ilei "/i neetrimeuio Alpini hanno deciso di racco^leleifi un "ihiun le fotografie di tutu ì «uStuf h'hdi de1 ReffBhnentp che immolami!.. : 6?Ì:un,1.Li ,' ,ij« natria Lo famiglie dei caduti La celebrazione dell'anniversario della fondazione dei Fasci „ commemorazione del quinto anniver„io della fondazione dei Fasci è stata teauta ieri mattina al Teatro Scribe. La eal& è affollata di fascisti in borghese ed in pomicia nera. In alcuni palchi di primo ordine sono parecchie signore e signorine, alcune delle quali in divisa fascista con sui petto appuntati i distintivi del partito. Sul palcoscenico attorno ai gagliardetti prendono posto alcuni membri del Direttorio locale, marchese Scora-mpi, tenente Cherasco, conte Fossati, ing. Cimino ed altri. Prima che parlino gli oratori designati, l'aw. Cerniti, di Alba, reca il saluto dei fascisti albesi ed ha affettuoso parole per Mario Gioda, assente, parole che il pubblico applaudo a lungo. Si avanza quindi alla ribalta il console Bagnasco, salutato da battimani. Egli dice che non 6 facile rievocare lo sforzo dei pochi giovani che fondarono i primi Fasci, giacché troppa gente, dopo, 6 andata proclamando di essere fascista fin dalla prima ora. L'oratore soggiunge però che il fascismo non ò nato il 23 marzo 1919, ma bensì negli ultimi mesi del 1914 e nei primi del 1915 e fu movimento d'entusiastica adesione attorno a Benito Mussolini. Il fascismo, dice, fu movimento di rivolta essenzialmente contro la democrazia per la sua politica meschina, indegna dell'Italia. E nacque non coma partito politico, ma come ribellione contro il disfattismo, il rinunciatarismo, contro le folle che non capivano il nuovo atteggiamento spirituale di tanta parte degli italiani. Poi si corniti l'evoluzione. « Nel 1921 e nel '22 — dice l'oratore — quando il pericolo socialista diminuì e quando molta gente, che era rimasta al sicuro per arricchirsi sulla guerra, andava dicendo che il compito del fascismo era finito, i dirigenti compresero che bisognava spazzare dall'Italia lo scorie del passato, ed emerse la necessità della marcia su Roma ». L'oratore accenna poi all'opera del sindacalismo fascista affermando che esso trovò il consenso delle masse operaie, le quali ritrovarono sè stesse all'ombra dei gagliardetti fascisti. Dice che il fascismo diffuse nel popolo uno spirito di fraternità e di solidarietà prima non conosciuto. Avviandosi a concludere l'oratore dice che fra qualche anno gli stessi fascisti rimarranno meravigliati dell'opera compiuta, la quale colloca l'Italia all'avanguardia di tutte le nazioni per il progresso civile. Lamenta che troppi egoismi si siano infiltrati nel fascismo e ritiene che occorra tornare alle origini anche por dare sostegno e conforto a Benito Mussolini nell'opera che sta compiendo. « Lungi da noi tutti gli egoismi, rendiamoci puri e degni dell'Italia, promettendo di essere pronti anche a morire per la patria e per Mussolini ! ». Unanimi applausi accolgono que ete parole. Arditismo e fascismo Ristabilito il silenzio prendo a parlare il capo degli arditi torinesi, maggiore Freguglia. Esordisce ricordando che subito dopo la pace i superstiti battaglioni di assalto furono inviati nelle colonie per sedare e contenere il fermento delle popolazioni indigene. In quello lontane terre gli arditi apprendevano dai giornali ciò che avveniva in Italia e, dice, fremevano di sdegno e d'impazienza. Il fascismo li precedette nell'opera di restaurazione. Tornati in Italia, eorso a Torino la prima sezione dell'Associazione arditi, fondata dall'eroico tenente Cherasco. Il pubblico saluta con applausi questo nome, e ripete l'applauso quando, subito dopo, l'oratore ac cernia a Mario Gioda. Riprendendo, il maggiore Freguglia dice che in quei tempi arditi e fascisti videro che per essi non v'era più libertà, neppure quella di manifestare il proprio pensiero e, insieme, lottarono per riconquistarla. Perchè, soggiunge, gli arditi disprezzano la subdola apoliticità di coloro che rifuggono dall'assumero lo responsabilità, e in questo sentimento sta la spie gazione del fatto che gli arditi non si fusero con altre associazioni. L'oratore fa poi un cal'do elogio dell'azione spiegata in guerra dagli arditi, la cui caratteristica, dice, è la volontarietà ed il coraggio. A questo proposito il Fre guglia chiama calunnia infame la diceria che gli arditi fossero un'accolta di facinorosi e di violenti. Spiega poi che appunto i peculiari caratteri dell'arditismo ne fanno una parte avanguardista del fascismo, dal quale mai alcun dissenso lo potrebbe disgiungere, avendo la stessa linea di condotta contro tutte le camorre, « anche quando sono tricolorate ». Ha poi un accenno polemico verso l'on. Amendola, al quale dice che sbaglia se crede che l'avvenire potrà essergli favorevole. « Per l'avvenire avranno solo diritto di parola i fascisti e gli arditi. Il comando della Patria l'abbiamo e lo teniamo noi ». E quindi conclude, applauditissimo, dicendo che gif arditi saranno paghi del plauso degli one sti e del sorriso d'Italia. La conversione dei sovversivi Accolto da grandi applausi sorge a parlare Massimo Rocca. Si dice lieto di poter ancora una volta parlare in questo Piemonte dove spiritualmente è, forse, più compreso il fascismo. Manda un affettuoso saluto a Gioda e a Devecchi fra le approvazioni del pubblico. Saluta poi il Mezzo giorno «.non abbastanza conosciuto, riserva inesauribile di energie fisiche e morali » dove il fascismo non è ancora bene compreso, e, all'infuori d'ogni regione, saluta l'Italia e gli italiani, che appartengono ad un'unica stirpe. Entrando nel vivo dell'argomentò che si è proposto di svolgere, il Rocca afferma preliminarmente che il fascismo, come mo to d'idee, nacque anche prima del 1914 Ricorda che Benedetto Croce ha osservata come i primi fascisti non provenissero dai liberali nè dai democratici, ma dai sovversivi. Infatti, dice, un nucleo disovver sivi avevano da tempo iniziato in seno al sovversivismo la difesa della patria, in èpoche in cui anche i conservatori avevano paura di dirsi patrioti, quando per conbecere l'Italia bisognava andar fuori dei confini. Fra questi sovversivi nomina Ros soni, Ezio Bartolotti. Giulio Barili, che tro vandosi fuori d'Italia avvertirono tutto il decadimento del nome e del prestigio italiano all'estero. Altri sovversivi, nota il Rocca, sono rimasti tali per varie ragioni, ma la storia li schiaffeggia e li beffeggia. Gli altri invece mutarono perchè la Patria divenne fciò che essi volevano. Essi cercavano qua! tosa in cui credere perchè sentivano, so pra_ ogni altra cosa, un bisogno ardente ed impetuoso di fede. Questa fu la ragione psicologica per cui approvarono la guerr libica, piccola diana del grande risveglio Anche i sindacalisti di quel tempo comp rono e cercarono lo sforzo di non negare più a lungo i valori spirituali e morali. ambncglnzndnppppTstiansgdsprcdvdrvprcuzDsdCtpfczblqabvinDitpLCdtcmcsllfivvintodnncspristitrletoriteesPtetrtesuredgmngiliadsapuedgicoa edIl so« Nazionalismo e sindacalismo prepararono l'avvento del fascismo, che trovò il suo duce in Mussolini, a cui la saggezza, del Re rese possibile l'esaudimento dei desideri del popolo. (Grida di viva il Re e nuovi applausi sottolineano queste frasi). Conviene, il Rocca, col Bagnasco che molte scorie si sono infiltrate nel fascismo « e non soltanto dopo la marcia su Roma*», perchè molta gente credette di trovare nel fascismo il modo di salvare il portafoglio. Il fascismo nacque dalla volontà e dalla persuasione che per vivere non basta pensare, non basta discutere, non basta studiare, occorre prefiggersi una meta. La società sentiva il bisogno di reagire contro una filosofia che da trentanni negava tutto. Questo è il nucleo spirituale del fascismo che sarà mantenuto iti qualunque evenienza, anche se il fascismo dovesse cedere. « La civiltà europea si salverà se saprà trovare i supremi valori individuali e collettivi, invece di filosofare sterilmente come l'antica Grecia, o saprà darsi un'anima jpmana ». " Liberalismi): Cavour o Nitti? „ Dopo aver affermato che il nucleo spirituale del fascismo resisterà certtlmento, l'oratore fa un rapido, sommario accenno alle riforme compiuto dal Governo fascista. Di quella scolastica dico che ha leso molti interessi e rotte alcune tradizioni, ma tende ad elevare la scuola e mira a darò agli allievi non un male amalgamato corredo di notizie, ma la capacità della sintesi. La restaurazione finanziaria dice che potrebbe esser maggiore ove gli italiani perdessero l'inveterato difetto del particolarismo. Afferma che la riforma buro- cratica varrà a sottrarre il centrò della nazione ed il Parlamento alle eccessive pressioni ed influenze estranee. Accenna, pure allo riforme dell'esercito ed alla politica estera. Prendendo lo spunto da recenti manifestazioni elettorali, l'oratore dice: « Che vale che Giolitti proclami che fu ii Partito liberale a fare l'Italia, quando non si sa se il Partito liberale sia Cavour o Nitti? Che vale che Amendola invochi una politica di centro se oggi è tempo da politica di destra? E' tempo di ricostruzione perchè noi vogliamo lo Stato forte. Che valgono le diverse opposizioni dal momento che le opposizioni sono venti, e se domani dovesse cadere il fascismo non si saprebbe costituire un Governo e si ricornincerebbo a discutere e ridiscutere? A questo mondo solo ha diritto a demolire chi ha la capacità di ricostruire ». II tema deHc demolizioni offre occasiono al Rocca di dichiarare elio «noi vecchi sovversivi siamo diventati monarchici perchè sentimmo che dopo aver tanto demolito bisognava non demolire ancho l'istituto della Monarchia, che trova consenzienti tutti gli italiani ». E, venendo alla conclusione del suo discorso, l'oratore dice che dopo tanto sforzo si chiedo al fascismo di completare l'anima sua, dando a sò ed all'Italia una disciplina ed una legge ferrea da cui soltanto può venire la salute di tutti, perchè lo Stato tollerato e non ubbidito deve finire. E termina cosi: «In nome di questa disciplina e di questa leggo saluto il fascismo italiano. I valori umani debbono essere potenziati per i supremi fini e per la grandezza della stirpo italiana ! ». lina prolungata ovazione sottolinea la chiusa del discorso, che aveva già riscosso frequenti approvazioni ai punti salienti. La celebrazione è finita. La banda musicalo intona la marcia reale cho il pubblico in piedi applaude lungamente, e poco prima di mezzogiorno il teatro si sfollo tcesztpddcntO1cmsadhrsrri1SrmgrvrZsliitt