nel movimento elettorale

nel movimento elettorale Il dibattito politico nel movimento elettorale Roma, 21, notte, n Dtoettoirto fasciata, gì è riunito oggi alle 17 per esaminare la situazione intana del partito, quale appare ned riguardi della elumazione olsttorale, dopo oilitre un mese di campagna, nonché per l'aiD!plicaz!oiae delle note deliberazioni del Gran Consiglio. Di queste deliberazioni ila più importante era quella che riguardava la facoltà di consentire In alcune circoscrizioni l'uso dot voti preferenziali allo scopo di ravvivare la lotta, interessando maggiormente allo svolgimento di essa cosi 1 camidilldatì come gli elettori. La facoltà di dare le preferenze La riunione odierna è durata sin riltre le 21. n direttorio ha anzitutto esaminata la situazione biella Campania e quella della circoscrizione dol Lazio ed Umbria. Per la Campania, in mattinata, 41 segretario ed il vice-tsegralark) del partito, on, Giunta e comm. Cesai* Rossi, avevano glia lungamente conferito coll'avv. Siniscalchi, segretario della Pederazione del fasci di Napoli e provincia. Per l'Umbria è stato ascoltato l'aw. Carata d'Andria, candidato della ltsta-Ms. All'ultima parte della riunionie è anche intervenuto l'on. Sardi, sottosegretario al LL. PP«, che ha lungamente riferito sullo svolgiimeinto della lolita elettorale negli Abruzzi. Dopo questo esame particolareggiato di situazioni locali, 11 direttorio ha esaurito il toma della facoltà di usare i voti preferenziali, trova-nacei d'accordo nel ritenere che non st dovesse procedere, nella materia, con driiterii diversi da direoscrizlone n circoscrizione. Il direttorio ha quindi deciso- di accordare ila facoltà d'i usare dei voti preferenziali a tutte le circoscrizioni, ferme restando! le ■eccezioni stabilite dal Gran Consiglio — per le ragioni già da noi Illustrate — per quelle quattro chicostrizioni in cui è etata presentata la lista-bis. 'l'ai! circoscrizioni sono, appunto, il Lazio-Umbria, gli Abruzzi, la Toscana e le Puglie. n dinettotóo iterrà domani una seconda rfutoione per esaurire eli altri argomenti posti eH'ordino del giorno. L'ing. B. Forni da Mnssolinl tostante, l'on. Musscflinà, che segue con ocrjMo attonito lo svolgtaienito della campagna elettorale, ha ricevuto oggi ia palazzo Chigi llng. Roberto Forni — fratello di Cesare Fornii — candidato della rista dea fascio per il [Piemonte. L'ing. Formi — secondo quanto avverte una comunicazione ufficiosa — « ha riBerito al presidente del Consiglio sulla situaalone del Piemonte ed ha approfittato dell'octoasione per smentire la notizia colisa per i ^ornali di una adesione all'aUeggiamernitio del fratello Cesare' Forni. Egli ha anzi riaffermato 1 sensi del suo lealismo verso il Gorrerno e verso il partito » ,. Oggi «ono cominciati a giungere a Roma j'sì'n'aaci e le rappresentanze fasciste per la toianifestazlone di domenica, in occasione 'del 5.0 anniversario della fondazione dei fasci. Al Costanzl sono stati iniziati i ravori per preparare il teatro per il discorso che vi iterrà il presidente del Consiglio. Allo scopo di permettere che un maggiore pubblico possa essere contenuto nel massimo teatro romano e che si dimostra insufficiente per contenere tutte le rappresentanze che domenica converranno alla capitale, la platea è etata sgombrata dalle poltrone e poltroncine. H discorso sarà pronunziato alle ore 11 ed il corteo si -formerà alle orB 9; à piazza Venezia. Sono state prese disposizioni per disciplinare l'assegnazione dei posti in teatro. Un discorso per il quale — dopo quello tìell'on. Mussolini — è pure assai viva l'attesa in questi circoli politici, è quello che l'ex-presidente del Consiglio on. Orlando terrà al teatro Massimo di Palermo per spiegare ai 'suol elettori e concittadini le ragioni che lo indussero ad entrare nella lista fascista. Si assicura olio l'on. Orlando polemizzerà coll'on. Di Cesari», che nel suo giro elettorale in Sicilia lo ha vivamente attaccato per la sua entrata nel listone. Si dice anche che l'on. Federzoni abbia accettato l'invito della Federazione provinciale fascista di tepere un discorso politico a Palermo. " L'ordine di mobiliamone fascista l»cr il discorso Amendola Abbiamo riferito ieri che l'on. Amendola, il quale doveva pronunziare il suo discorso a Napoli, al teatro Miramare, dovette invece pronunziarlo alla sede del Comitato di opposizione costituzionale alla presenza di un ristretto numero di invitati, il Mondo pubblica oggi 11 facsimile -dell'ordine di mobilitazione dei sindacati fascisti di Terra di Lavoro, ordine dato, com'è noto, in occasione del discorso dell'on. Amendola. Il documento, m data 19 marzo 1524, dice; « In nome di S. E. Benito Mussolini, capo del governo e duce del fascismo, noi, segretario generale delle corporazioni fasciste di Terra del Lavoro, ordiniamo un grande concentramento di sindacati fascisti su Napoli per il contradditorio Greco-Amendola e contri l'opposizione costituzionale. Tutti gli inscritti devono intervenire compatti coi gagl indetti e colle camicie nere. Tutti i mezzi di locomozione pubblici e privati saranno requisiti, previo rilascio di buoni filmati o dal segretario dei Sindacati riuniti o dal segretario polìtico. Tutte le spese saranno rimborsate II vitto e l'alloggio sono gratuiti. Agli operai più bisognosi che interverranno veTrà rimborsata la giornata. Informare le direzioni degli stabilimenti ed i datori di lavoro per il rilascio ad ogni costo degli operai e contadini. L'adunata è fissata alle ore 14 precise di giovedì 20 corrente mese, sul piazzale della stazione di Napoli, lato arrivo. Il presente da esibirsi a richiesta. Il Segretario generale (segue la firma) •. * n Mondo dice di pubblicare tale documento non iper ilo starile piacere di documentare quello ohe da un pezzo esso va affermando Circa la svalutazione continua che gli organi focaii del (partito fascista infliggono alle autorità, ma perchè rivela una situazione insostenibile, della duale non può compiacersi il Governo fascista. Scrive il giornale: « Crediamo non esista italiano di buon senso e veramente amante del suo paese che non abbia deplorato le violenze che i bolscevidhil perpetravano sui treni allorché ne arrestavano il movimento per qualsiasi motivo; ma crediamo altresì ohe nessun italiano possa approvare la requisizione dei treni e le imposizioni ai datori di lavoro perchè « a qualunque costo » lascino liberi 1 propri! operai per ordine del segretario dei Sindacati che agiva — vogliamo crederlo — indipendentemente da osni autorizzazone delle autorità responsabili. Nel suo telegramma al prefetto di Napoli, l'on. Mussolini affermava che il discorso dell'on. Amendola avrebbe lasciato perfettamente indifferenti il Governo ed di partito fascista. Il documento che riproduciamo, dimostra «he anche se il di¬ scorso Amendola avesse davvero lasciato indifferente il Governo, non altrettanto lasciava indifferenti i fascisti ohe avevano ordinato il concentramento armato di gregari. Ne il telegramma dell'on. Mussolini riuscì ad evitare che fosse risparmiato .almeno il corteo, la quale cosa ohiama dipel'amente In causa il Governo cui legittimamente gli si prospetta il vecchio dilemma: o gli illegalisti parlano in suo nome ed hanno diritto di farlo perchè ne sono autorizzati, o sempre quegli il legai isti sono cosi sicuri dell'impunità nell'esercizio dell'arbitrio che possono tenere in nessun conto gli ordini del Governo centrale ». Il discorso dell'on. Amendola suscita oggi larghi commenti da parte di tutta la stampa romana. Come era da prevedersi, 1 giornali fascisti si Umiliano ad una (breve stroncatura del discorso stesso, senza discuterlo. Il Nuovo Paese lo definisce « asmatico e zupipificante », od afferma che l'on. Amendola non ha compreso e non comprende il fenomeno fascista. L'Epoca trova dal canto suo: « Tutto il passatismo sembra concentrarsi nelle parole dell'on. Amendola, ohe non ha un'idea da contrapporre al fascismo, nè min pensiero nuovo da suggerire ai cuori generosi d'Italia. Che significano .le timide critiche particolari ? Che significa negare ? Che significa auspicare ad un sistema di pa-e e di accordi, sistema che ha minacciato l'Italia di ieri di rovina e che solo un deprecabile periodo di decadenza, incomprensibile in tanto rigoglio, potrebbe nuovamente lare sorgere ? ». Giornali fascisti o filofascisti sa Amendola Ma' più seriamente e diffusamente è comn-.enitato al discorso dell'on. Amendola dagli altri giornali e «nciie da quelli filo-fascisti. Cosi Ha Tribuna si. rallegra che il discorso abbia potuto essere pronunziato « perchè la campagna elettorale- minacciava altrimenti di anemizzarsi in un soliloquio freddo e monotono, senza virtù di entusiasmi e senza possibilità di conversioni ». 11 giornale riconosce le alte qualità intellettuali dell'on. Amendola, ma afferma che è un « fazioso », e gli < ontesita l'affermazione che la Camera futura sarà destituita' di ogni reale potere sovrano, « dal momento che esce da una lettera costituzionalmente perfetta ». Gli contesta altresì che si viva attualmente in Italia in un regime di violenze. Scrive poi il giornale : «11 movimento fascista giunse sino a Roma, travolse tutto, anche le possibilità politiche di un uomo che ne aveva molte. L'on. Mussolini diede il senso e il tono d'una rivoluzione e fu accettalo dalla grandissima maggioranza del paese. Perchè ? Perchè si prometteva l'ordine, la disciplina, ii rispetto delle cose alte e nobili dell'amor patrio. Se invece del Governo Mussolini noi avessimo avuto quelto dell'on. Amendola, marciremmo ancora nella gora parlamentare ». Anche al Giornale d'Italia si perde in una confutazione minuta d'elle critiche.mosse dal-, l'on. Amendola al regime attuale e alla sua opera. 11 giornale afferma, in conclusione: « Una discussione teorica sulla costituzione e sul miglior modo di applicarla è in questo momento inamimissiibile. Si Mita di giudicare su una situazione politica e non su una dissertazione dottrinale. Il paese deve dire se consente con il Governo con il pensiero e l'opera sua, o se preferisce di ridare il potere a quelle correnti democratiche, ohe ne fe-cro cattivo uso jier troppi anni e die non danno nessuna garanzia di saperne in avvenire fare uso migliore ». ' Il Giornale d'Italia si rifa poi al discorso Salandra per ribattere a quello dell'on. Arr.endola e sovnaitlutto per spiegare anche perchè i « illiberali ». tipo Salandra, sono con il Governo. « Ma non vi è stabi e non vi sarà alcuna rinuncia delle idealità liberali e delle tradizioni del partito che ha fatto l'Italia, e ove occorresse si saprebbe prendere posizione per difenderle. Nessuno crede che l'on. Mussolini intenda di imbarcarsi in avventure del eeher delle vosi dette riforme costituzionali e dei provvedimenti eccezflmali restrittivi. Il Governo nonne ha fatta la piattaforma elettorate, riè tampoco la base del patto di alleanza con eh uomini d'ordine compresi nella usta ministeriale ». Dei giornali filo-fascista il Corriere d'Italia, riconoscendo anch'esso che l'on. Amendola è' avversario degno di essere discusso, lo confuta pure molto particolarmente. In sostanza al giornale clerico-fascista nega che il fascismo debba irrigidirsi. « Le ragioni stesse del nostro fiancheggiamento sono tutte nella convinzione di un dinamismo fascista, ohe sboccherà nella definitiva sostituzione del consenso alla forza in una nuova disciplina nazionale che non 'sia !-nhHn0rii°^,r^,e sf,mPliee al passato, d! cui oblio se è facile alla passione di parte, non o e altrettanto all'esperienza dolorosa che ne ha faim 1 .enorme maggioranza italiana, ma non sia nemmeno un irrigidiamo in una più o meno velata dittatura ». Il giornale giudica poi che « il difetto fonda.merwi.le del discorso Amandola sta nell'assenza di un programma in antiniesi, ohe l'rmposizione dovrebbe prospetto» al paese Bercile scelga fra quello e la tesi fascista ». La crisi dello Stato Il Popolo giudica il discorso Amendola dal punto di rista del problema dello stato in osso prospettato. L'organo popolare rileva: « n discorso pronunciato a Napoli dall'ora Amendona non è solo una formidabile requisitoria contro il principio dell'attività del Governo fascista, requisitoria che dal punto di vista liberaile-democratico non poterebbe essere più piena ed efficace, ma è anche, anzi è sovratatta, una diagnosi profonda lucidissima della malattia oosrtMuzionale di cui soffre in Italia lo Stato. L'esame critico che l'on. Amendola fa dei rapporti fra i poteri dello Siiaito e dell'ordinamento della giustizia e deH'amministrazione è definitivo Egli ha quindi piena ■ ragiono di sostenere che il fascismo, lungi dall'essere, come presume, lo sforzo supremo per superare la crisi dello Stato, è invece la culminazione parcusistioa di questa stessa crisi, perchè il fascismo gogna ed attua uno Stato tiramneggtato dal potere esernitivo e un potere esecutivo asserviito etabiliMente ad un partito, donde la conclusione*-logiea che l'esperimento del Governo fascista man pone semplicemanite il problema della riforma poliilica della Costituzione, ina il problema assai più vasto e assai più arduo della creazione dello Stato costituzionale. Peraltro, ad essere giusti, la requisitoria dell'on. Amendola, come va riferita 1n fatto al fascismo, cosi investe in linea di principio non soltanto quest'ultimo predominante fenomeno della vita politica italiana, ma anche quelli di cui esso è l'erede: il socialismo, la democrazia, il liberalismo che la orisi dello Stato hanno a loro volta approfondito ed esasperato. I fenomeni anarcoidi che hanno turbato l'inaila nel periodo della guerra ebbero un'origine spirituale della quale il liberalismo e la democrazia non si sono mai occupati, menile loia problema fu ed è ancora una materia progiianinMji?! del Partito po polare italiano». * Infine, il il/ondo, corrp*~'f' '• '' v-' di Napoli, sottolinea il programma della nuova democrazia: » Al programma ignoto del Governo l'opposizione costituzionale cantrappone un com- plesso organico di idee e di. propositi che, pure non potendo esaurire ila vastità dell argomento, superano quel minimo di elaborazione storica e preparazione concreta senza del quale nessun movimento, anche 6e si accampa vittorioso come il fascista, può rivendicare vera nobiltà di atteggiamenti e ragioni di durevole vita ; quel minimo cui non può essere acitttiittuiita, come indicazione programtnatica, la volontà di conservare ad ogni costo il potere. Lo Stato italiano, che ha souo 50 anni di vita, ha attraversato durissime provo nella guerra e nel dqpo guerra, non senza turbamenti e f arite. anche per le ondato bolsceviche che hanno dissociato il popolo dalla patria, provocando gli eccessi della reazrtone fascista. Lo Stato italiano ha bisogno di riprendere il processo di continuità s'onca che deve rafforzarne la compagine, affinchè meglio resista )n avvenire agli assalti deli illegalismo e dell'indisciplina, da qualunque parte essi vengamo ». Dichiarazioni di Mario Gloda U Corriere italiano pubblicava stamane una intervista col segretario politico del Fascio di Torino, Mario Gioda. Prendendo le mosse dal discorso dell'on. Giolitti, il Gioda tra l'altro ha detto : «La difesa del liberalismo, secondo me, è stata abile ed ingenua ad un tempo ; abile, perchè ha risvegliato qualche speranzella nei naufraghi del Liberalismo giolittlano ; ingenua perchè condita dalle tristi rievocazioni della situazione negli anni del bolscevismo trionfante e della dissoluzione governativa e statale. Ad ogni modo, secondo il mio modesto avviso, la lista Giolitti non dovrebbe costituire una 6pecie di incubo o di fantasma; il giolittismo potrebbe avere una base insperata so gli avversari gli regailassero incautamente una furibonda, quanto inapiegatoile, oggi, campagna ostile. Non perdere di vista l'avversario, il flancfheggiatore, la lista parallela, quella ohe non si incontra mai, è un conto ; ma voler rimescolare eternamente nel passato per far rivivere vecchi odii politici, no, non è cosa di mio gusto. Io odio i « clichés » politici, quelli che una volta formavano la delizia delle folle e dei demagoghi ». In risposta alla requisitoria contenuta nella lettera inviata dall'on. Corradini all'on. Acerbo sulla situazione di inferiorità e di oppressione fatta a tutti gli oppositori del .fascismo nella regione Abruzzese, lettera riprodotta da quasi tutti i giornali, l'« Agenzia Stefani» dirama la seguente nota: «Qualche giornale ha pubblicato che m provìncia di Aquila la situazione elettorale ed i metodi di lotta sarebbero illegali, pei- pretese violenze contro gli appartenenti alle liste di opposizione. Ciò è assolutamente falso, poiché in quella provincia la lotta elettorale si svolge correttamente e pacificamente ». L'organo Taticano e le Opere Pie L'Osservatore -nomano torna ampiamente sulla riforma delle Opere pie. .L'organo uf¬ ficiale delia Santa Sede prende lo spunto dai recenti, discorsi Acerbo ad Aquila e Fln^zi a Venezia per confutare quanto j surriferiti membri del Governo hanno dichiarato nei loro accenni alla riforma delle Opere pie. « Il divario fra le due dichiarazioni — scrive il giornale — è evidente: mentre nelle parole dell'on. Pinzi sarebbe ^implicita la possibilità dell'avverarsi del voto dei cattolici italiani per una radicale revisione della riforma in seguito agli appunti obbiettivi che le furono mossi, dal passo dell'on. Acerbo si potrebbe invece trarre soltanto la convinzione che nulla «i ha da mutare, che le critiche siano infondate e che nulla deve essere mutato fino al l.o luglio, termine prestabilito, per l'esecuzione del decreto. Noi, e con noi i cattolici italiani, ci auguriamo che una più giusta interpretazione sia data al discorso di Venezia. Tuttavia dobbiamo rilevare che l'on. Acerbo non è preciso là dove attribuisce le critiche alla riforma come tutte Ispirate da passione di parte e da polemiche elettorali. Verrà infatti consentire che le nostre, e quelle autorevoli che si stampano sulle nostre colonne, non avevano nè potevano avere simile origine. I nostri appunti, a parte quello pregiudiziale riflettente ]a laicità della legislazione da cui la riforma discende, furono tre principalmente: dare la dipendenza delle Opere dal potere esecutivo, mediante i poteri conferiti ai prefetti e sottoprefetti: i raggruppamenti in consorzi e federazioni frenanti automaticamente la influènza spirituale e religiosa dei pii fondatori esercitata mediante quella diretta dell'ammiinistratoro religioso da essi istituito; le mutazioni dei tini che le funzioni sacrificano alle necessità economiche e al provvedimenti amministrativi ». L'Osservatore Bomano conclude affermando che « critiche serene, giuste pregiudiziali, sono state mosse e permangono alla riforma delle Opere rio e che esse meritano l'attenzione e lo studio del Governo ». «