Il gran problema che riattraversa la Manica

Il gran problema che riattraversa la Manica Il gran problema che riattraversa la Manica La Società delle Nazioni, con la Germania, garanzia di sicurezza e di pace per tutti - Un " ballon d'essai „ della Chicago Tribune: ciò che MacDonald proporrebbe alla Francia - Sintoniatico commento del Temps: " bisogna introdurre l'idea della reciprocità, della solidarietà,, (Servizio speciale della STAMPA) mjnacce <q€l cenere^1 ^o-^J6"^!,' Parigi, 21, notte. La Chicago Tribune pubblicava stamane: « Malgrado le dichiarazioni fatte recentemente alla Camera dei Comuni da Mac Donald, secondo le quali nessun nuovo scambio di vedute avrebbe avuto luogo con Poincaré prima che gli esperti abbiano reso pubblici i l'oro rapporti circa le riparazioni, si apprende oggi che i due primi ministri hanno ripreso le loro relazioni epistolari, ma desiderano che le loro lettore siano per qualche tempo ancora sogrete. La lettera di Mac Donald contiene, tra altri, i punti seguenti: « l.o) la Francia ha diritto di chiedere un regolamento della questione concernente la sicurezza, poiché tale questione è stata abbandonata in seguito al fatto che l'Inghilterra e gli Stati Uniti non hanno ratificato il patto firmato dal defunto presidente Wilson e da Lloyd George; «2.o) Mac Donald rileva che la minaccia tedesca esiste per la Francia, ma quella francese è pure esistita per la Germania dopo il 1870. Ora sono necessarie misure che impediscano l'esecuzione di «3.o) Mac Donald è contrario ai trattati militari sul tipo di quelli che sono stati conclusi dopo la guerra, perchè crede che ossi contengano il germe della guerra. Perciò, propone che la Germania venga ammessa nella Società delle Nazioni, dimodoché tanto la Francia quanto la Germania siano ugualmente protette. « Se si ammette questo principio, Mac Donald dichiara che l'Inghilterra garantirà il suo intervento, con tutte le sue forze, militari e navali europee, contro la nazione che provocasse un conflitto prima di averlo preventivamente sottoposto alla Lega delle Nazioni. Resta inteso che un accordo del genere non è possibile che dopo il regolamento definitivo della questione delle riparazioni ». Sin qui la Chicago Tribune. D'altra parto l'Ezceisior di domattina pubblicherà che, dopo avere compiuto un'accurata inchiesta alla migliore fonte, gli risulta che le sensazionali notizie relative ad uno scambio di nuove lettere tra Poincaré e MacDonald sono inesatte. Le conversazioni sono tuttavia continuate attivamente tra i due Governi sulla questione delle riparazioni e sulla questione della sicurezza. Ma questi scambi di vedute sono continuati per mezzo delle Cancellerie; tant'è vero che Di Saint Aulaire, ambasciatore di Francia a Londra, ebbe tre o quattro volte la settimana scorsa occasione di intrattenersi con MacDonald. AU'infuori di tali colloqui, nessuna corrispondenza diretta tra il Premier inglese e Poincaré h stata scambiata dopo quelle pubblicate il 3 marzo u. s. Parole nuove del "Temps,, D'altra parte lo stesso Quai d'Orsay fa sapere stasera che non 6i ha per ora notizia alcuna di una nuova lettera di MacDonald a Poincaré. Per quanto tale evasiva dichiarazione non escluda la possibilità che la lettera sia già in viaggio, non sarebbe illecito vedere eventualmente nella notizia lanciata dalla Chicago Tribune un ballon d'essai destinato a scandagliare gli umori della Francia prima di_ attaccare a fondo il problema dell'ammissione della Germania nella Lega delle Nazioni. 1 La stampa parigina imita fin da stasera l'atteggiamento agnostico del ministero degli esteri, limitandosi a riprodurre il telegramma londinese senza pronunciarsi in merito. Ma fingendo di trattare per conto proprio il problema della sicurezza, il Temps espone una serie di considerazioni che hanno tutta l'aria di una risposta a MacDonald, risposta che potrebbe dirsi « avanti lettera » o che attirerà fortemente l'attenzione del lettore perchè notevolmente favorevole alla tesi cara al Premier inglese. Scrive dunque il Temps : « Se vogliamo intraprendere la soluzione del problema della sicurezza vediamo subito ohe esso consiste di due parti. In primo luogo 6i tratta di constatare l'interesse comune e permanente cho esiste fra le potenze attualmente occupate a vigilerò sul Reno. Non sono ancor dieci anni che uno stesso evento, l'invasione del Belgio, ha posto una questione dt vita o di morte per il Belgio e la Francia ' e per l'Inghilterra contemporaneamente. E' questo un insegnamento clie viene dall'esperienza. Si può tenerne conto, senza minacciare o offendere nessuno. E non si potrebbe dimenticarlo senza commettere una specie di suicidio ». Questa è la prima parte e fin qui nulla che innumerevoli dichiarazioni ufficiali, ufficioso o non ufficiose, ci abbiano già obbligati a prendere da tempo come la quintessenza del pensiero francese sulla questione della sicurezza. Ma poiché, come lo stesso Temps riconosce.a pochi giorni fa, l'Inghilterra quando parli di alleanza non ci sente e poiché, pome leggiamo :il terzo comma della presunta lettera di MacDonald « l'Inghilterra non ci sente nemmeno quando si tratta di semplice convenzione di portata militare », questa prima party lascia, senza tema di offendere» nessuno, il tempo che trova. Vediamo invece la seconda parte. Qui le cose cambiano aspetto ed il panorama che il magno organo francese schiude ai nostri occhi è nuovo ed interessante. Dice il Temps: «La pacificazione europea non può consistere unicamente nel prendere delle precauzioni contro la Germania. Bisogna vedere più avanti: alle misure di precauzione bisogna sovrapporre le misure di pacificazione. Altrimenti detto: bisogna introdurre l'idea della reciprocità, l'idea della solidarietà ». Reciprocità: ecco la parola scottante che fino ad oggi nessun autorevole portavoce dell'opinione francese aveva osato pronunciare. Reciprocità, ossia impegno non solo della Germania di non attaccare la Francia, ma della Francia di non attaccare la Germania. In questo termine di reciprocità si potrebbe, volendo, far entrare persino la neutralizzazione di una striscia di territorio francese quale corrispettivo ad una eventuale neutralizzazione renana. Ma il Tempst per il momento, la intande come un rteonoscimento della convenienza di ammettere la entrata della Germania nella Lega delle Nazioni. Dice: « Il problema della sicurezza se si vuole fin da ora abbracciarlo nel suo insieme, comprende una seconda parte. Bisogna negoziare, nel quadro che fornisce la Società delle Nazioni, uno scambievole trattato di non aggressione tra la Germania e tutti 1 vicini, (l'Inghilterra e l'Italia essendo naturalmente considerate come vicine alla Germania) ». E quasi spinto da una impazienza e da un tenore repentino, il giornale conclude : « Ripetiamo : se si vuole fin da oggi una soluzione completa si può concepirla come noi l'abbiamo or ora indicata. Ma alla vigilia dei negoziati Telativi alle riparazioni, all'avvicinarsi di due campagne elettorali che 6i svilupperanno in Francia ed in Germania, forse è più necessario ancora far presto che far tutto, in tal caso, non sarebbe meglio di convenire che la Francia e l'Inghilterra, risolute ad impedire che i trattati siano cambiati colla forza e disposto ad accogliere l'adesione di tutti i governi che la pensano come esse, compresi quelli che non appartengono ancora alla Società delle Nazioni, si sosterranno scambievolmente con tutte le loro forze contro una aggressione che violasse il patto della Socie ta delle Nazioni? ». E il Quay d'Orsay? La fine è molto meno buona del principio, giacché dopo aver evocato il patto dt garanzia europea, il Temps ricasca nel patto a due, precisamente quello di cui l'Inghilterra non ne vuole sapere. Ma non bisogna chiedere troppo, non bisogna chiedere tutto in una volta, ed è già meritorio che da una tribuna come questa si osi parlare di ammettere la Germania nella Lega delle Nazioni e di fornirle reciprocità di garanzia. Senonchè questa è l'opinione del Temps Quale sarà l'opinione del Governo francese? Ce ne dà fin da stamane un vago indizio un commentino dell'Ere Nouvelle. Questo foglio radicale — che, come già vi dissi, sì esercita da molto tempo a assumere il tono e il contegno di un organo ufficioso — per rassicurare la opinione repubblicana sulle conseguenze che un eventuale ritorno dei radicali al potere potrebbe avere sulla politica estera, scrive : « Se le informazioni della Chicago Tribune sono esatte provano in fondo la buona fede del GabimoJto laburista, ma non indicano che noi abbiamo finalmente risolto la questione cosi delicata della sicurezza della Francia, fciamo tutti completamente partigiani della entrata della Germania nella Società delle Nazioni, ma sotto certo condizioni, di cui la prima è che essa slacci la corazza di acciaio del militarismo, ma oiò suppone una democrazia germanica potente e padrona dei destini della nazione. Ora non abbiamo sinora, oltre Remo, che un'ombra di democrazia. La ammissione della Germania a Ginevra è un affare di politica interna tedesca. Accogliere nella Società delle nazioni una Germania che infrange la maschera, stretta e logora, ci una repubblica naia dalla disfatta, è contemporaueameute innocuo e pericoloso. Invece nulla <=i oppone a che sia restituito al paese vinto il suo rango fra le Potenze, se ha il sentimento della sua rivoluzione. La sicurezza della Francia risiede nella orgunizzeaione di una repubblica tedesca foltissima. Un paitto di garanzia duraturo ed effettivo sarebbe il solo patto tra due ■r.jpjbbHohe animate dallo stesso desiderio di progresso uranno e solleverebbe i popoli europei dalle loro singolari fazioni sulla riva del Reno ». Sfrondate dalla filosofia di circostanza la chiusa del commento ed avrete presso a poco un argomento che non meraviglierebbe di veder ripreso fra qualche giorno dal Governo francese. Che cosa vuol dire che la ammissione della Germania nella Lega dello Nazioni è un affare di politica interna tedesca? Vuole dire niente da fare colla Germania a Ginevra, sino a che non si conosce l'esito delle elezioni tedesche. Se le elezioni porteranno al potere in Germania la reazione il progetto del Premier potrà venire gettato nel cestino. Aggiungete a questi argomenti una rifusione sapiente del presente parallello istituito da Mac Donald fra la minaccia fran- csupanqPaddgDnh cese posteriore al 1871 e la minaccia tedesca posteriore al 1918 e avrete, crediamo, una idea pressoché giusta di quella che potrebbe essere la risposta di Poincaré alla lettera del suo collega inglese. Theunys, secondo alcune voci, dovrebbe essere qui fra dieci giorni per intrattenersi con Poincaré su tale questione e de quibusdam aliis. Ma non osiamo, dopo la esperienza del passato, far troppo calcolo sull'ascendente moderatore che questo uomo è in grado di esercitare sulla politica francese. D'altra parte al Quai d'Orsay si dichiara non sapere nulla ancor di questo viaggio. C. P.