La polemica sulle rivelazioni berlinesi

La polemica sulle rivelazioni berlinesi La polemica sulle rivelazioni berlinesi Alle vibrate smentite ufficiali cecoslovacche il "Berliner Tageblatt,, oppone nuove conferme e nuove rirelazioni: nn trattato segreto del 1918. (Servi i"l o • p e c l a l a «olla «Stampai) Berlin», 20, notte Continuano vivacissime a Berlino le polemiche sulla stampa, e nei circoli politici, a proposito della pubblicazione dei documenti segreti tra la Francia e la CecoSlovacchia fatta ieri mattina dal Berliner Tageblatt. I circoli politici francesi 'di Berlino, che fanno capo all'Ambasciata di Francia, sono specialmente indignati per quello che chiamano stupida, ingenua ed antipolitica azione di Teodoro. Wolff. Che i documenti siano una ingenua falsificazione — dicono questi circoli francesi — è ben certo. Si fa notare difatti dai tecnici dell'Ambasciata di Francia che 1 documenti in questione sono stati compilati in una lingua che esorbita completamente dagli usi e dalle formule diplomatiche francesi. Bastano queste inesattezze e questi errori di forma, si dice in questi ambienti, per riconoscere di colpo la palese falsificazione, allo etesso modo che il cambiavalute pratico riconosce la falsità di una banconota da segni quasi impercettibili, ma sicuri, che la sua pratica gli permette di distinguere a prima vista. Alcuni di questi argomenti hanno però basi più sottili del classico capello. Per esempio, si fa notare che in fondo ad uno dei documenti sta scritto: « R. Poincaré », mentre Poincaré ha l'abitudine di firmare per esteso Raimondo Poincaré. Confutazioni La Ceco-Slovacchia, non soddisfatta dalle dichiarazioni di Benes a della sua stampa ufficiale continua ad agitarsi per persuadere l'opinione pubblica della falsità dei documenti in questione. Ed oggi nientemeno che lo stesso ministro plenipotenziario boemo a Berlino, l'accorto ed abile signor Tosar, prende la parola sulla Vossische Zeitung e scrive un vero e proprio articolo di fondo per « dire due paroline serene al pubblico politico tedesco, poiché si sa bene che le smentite ufficiali dei ministri vengono considerate come un dovere d'ufficio e nessuno vi presta fede». Il Tusar, dopo naturalmente aver ripetuto, come Benes, che i documenti sono falsi, afferma che il trattato di alleanza fra la Cecoslovacchia e la Francia non è diretto contro la Germania. Tusar trova che nessuno dei pretesi documenti segreti pubblicati recentemente, e di cui si è dimostrata la falsità, nemmeno il famoso trattato segreto tedesco-russo è mai stato fabbricato con tanta ingenuità come quelli pubblicati ieri dal Tagfblatt. Tusar ripete qui le stesse argomentazioni che si sentono da ieri all'Ambasciata di Francia, cioè la questione delle formuie. E continua: « Per quanto riguarda 11 contenuto, i compilatori dei documenti mostrano di non conoscere i rapporti politici interni della CecoSlovacchia e le relazioni di questo paese con la politica europea. Per esempio, l'art. 2 delia « Dichiarazione > stabilisce che in caso di guerra della Polonia contro la Gei-mania, i due contraenti, Francia o Ceco-Slovacchia, interverranno a lato della Polonia. Ebbene io affermo: la Polonia non ha finora nessun contratto colla Ceco-Slovacchia, ed è una semplice Impossibilita che la Ceco-Slovacchia sia obbligata a far la guerra per i belli ocelli della Polonia, mentre non vi è da parte della Polonia nessuna controprestazione in argomento. L'art. 4. che stabilisce la neutralità della Francia e della Boemia In caso di conflitto fra la Polonia e la Russia, è in contrasto con i trattati militari e politici della Francia colla Polonia. In relazione con questo articolo è l'art. 9, nel quale si parla di fare una dichiarazione di guerra alla Germania se questa intervenisse in aiuto della Russia. Chi conosce un poco come stanno le cose in Boemia sa che nessun ministro ceco-slovacco degli Affari Esteri si assumerebbe mai un simile impegno, e meno che mai il signor Benes. L'occupazione dell'Austria da parte delle truppe ceco-slovacche e francesi è una spaventosa invenzione. L'Aus'trla è sotto il controlllo e la protezione della Lega delle Nazioni. La politica della Ceco-Slovacchia è sempre slata contrarla ad un intervento militare in Austria, anche quando certi circoli viennesi lo desideravano. Su questo argomento potrei raccontare cose interessanti, che in ho appreso come primo rappresentante diplomatico della Ceco-Slovacchia a Vienna. Ma la più comica di tutti è ''articolo decimo, secondo CI quare il ministro degli Esteri ceco-slovacco dovrebbe immischiarsi nella questione del Mediterraneo. Che cosa ha da fare la Ceco-Slovacchia con il Mediterraneo? Perchè la CecoSlovacchia dovrebbe inimicarsi l'Italia, colla quale ha un interesse comune, cioè quello di accordarsi sulla questione dell'eredità derivante dallo scioglimento della vecchia Monarchia? Il signor Poincaré si renderebbe ridicolo davanti al proprio paese ed a tutta l'Europa se esrli veramente fosse d'accordo sopra il Mediterraneo colla piccola CecoSlovacchia, collocata proprio nel mezzo del Continente! ». La replica del " Berliner Tageblatt „ Il Berliner Tageblatt pubblicherà domani un'ampia risposta direttoriale a tutti gli argomenti di font? francese e cecoslovacca Gli argomenti del signor Benes verranno ribattuti uno per uno. Il giornale scrive: « E* vero che la Ceco Slovacchia non ha interesse ad andare in guerra contro la Germania per i belli occhi della Polonia. Certamente norn per i belli owhl iella Polonia, ina bensì per gli occhi della Francia. E quanto alla questione del Mediterraneo, noi ci permettiamo -rispondere alle affermazioni del signor Tusar che il sicuor Benes aveva il desiderio di prendere come terzo compagno degl'alleanza la Iugoslavia. Se ciò fosse riuscito e se non avesse pollilo essere portato a termine il contrarte fra la Italia e la Jugo. slavia, come si può affermare che la Lega delle tre nazioni non avrebbe avuto una chiara linea di azione contro l'Italia? E del resto, quando due nazioni fanno una alleanza esse hanno l'abitudine di non occuparsi soltanto di affari e di avversari comuni, per i quali i due alleati hanno i medesimi interessi, ma ciascuna delle due nazioni contraenti fa una specie di sacrificio morale in quanto si obbliga ad appoggiare l'altra nazione nelle sue aspirazioni particolari. In questo caso, il eaicnifloio è stato fatto dal signor Benes, obbligandosi a comtoaiiltejre il dominio mediterraneo dell'Italia — specialmente ottenendo l'appoggio della Jugoslavia — per quanto, come il signor Tusac fa notare, la Ceco. Slovacchia sita situata geograficamente aasai Kmtana dal Mediterraneo ».. . Lasciando impregiudicata allo stato attuale delle rivelazioni la questione della autenticità dei documenti, possiamo qui notare come questo argomento del Berliner Tageblatt sia il medesimo da noi adottato due giorni fa, al primo esame dei documenti e con il quale abbiamo cercato di giustificare logicamente la irritante e clamorosa disposizione dell'articolo decimo. Il giudizio da noi dato allora che il mancato accordo con Belgrado da parte dei due alleati ha reso zoppicante per l'eternità il patto franco<ecoslovacco è sottolineato e ripetuto da tutta la stampa ber. linese insieme ai complimenti per la rapida azione diplomatica del Governo italiano. Quanto al fatto degli errori di. formule dei documenti, il Berliner Tagebmt dice che i documenti dovettero certamejbte essere trascritti in fretta, in un tempo strettamente limitato, e per conseguenza la persona che procedette alla trascrizione ha accorciato parole ed espressioni note è correnti.' Poi il giornale cita gli artiooJLj secondo e terzo del trattato di alleanza e di amicizia pubblicato il 25 gennaio 1924 in ciascuno dei quali le due nazioni contraenti si obbligano ad accordarsi sulle misure necessarie per gli interessi comuni. Egualmente cita l'articolo quinto per quan. to riguarda l'assoluta necessità di impedire il ritorno degli Hohenzollern in Germania. In questo articolo si parla di misure da prendersi e di misure sulle quali ci si deve mettere d'accordo. E il giornale si domanda: ■ Come si può ora affermare che non si è mai voluto o non si è mal cercato di sanzionare tali accordi e tali misure? », Un'altra primizia Ed il Berliner. Tageblatt recherà domani ancora una interessante primizia, cioè il testo del trattato segreto del 28 ottobre 1918 ai quale abbiamo già accennato l'altro giorno, trattato concluso cioè prima della fine della guerra II trattato indica nel primo capoverso le persone dei contraenti; da una parte il rappresentante plenipotenziario della Repubblica francese e dall'altra il legittimo rappresentante del popolo ceco-slovacco (territori austriaci, la Boemia, la Moravia, la Slesia austriaca compreso il territorio di Hultschiner, la Slovacchia, l'Ungheria del Nord ed il territorio russo dei Carpazi). Il capoverso secondo contiene il riconoscimento da parte della Francia dello Stato ceco-slovacco nei confini già indicati dai diversi memorandum dei rappresentanti dello Stato cecoslovacco e del trattato di garanzia del 10 ottobre 1918 fra i rappresentanti degli alleati ed i rappresentanti dello Stato cecoslovacco. Il capoverso terzo assicura l'appoggio della Repubblica francese quando si tratti di addivenire alla definitiva sistemazione di questi confini. Al capoverso quarto il Governo francese si obbliga di dare_ materiale guerresco alla Boemia per il primo abbozzo di un esercito, secondo le proposte di una Commissione militare francese di cui è questione nel capoverso seguente. Il capoverso quinto difatti stabilisce che una Commissione di sessanta ufficiali dello Stato Maggiore o generali francesi assumano per dieci anni la direzione dell'esercito ceco-6lovacco specialjnente: a) per quanto riguarda l'eventualità di operazioni militari contro la Germania, contro paesi dell'ex-monarchia austro-ungarica o contro gruppi di nuove nazioni sorte dalla disciolta monarchia austro-ungarica : b) per la organizzazione generale dell'esercito ceco-slovacco; e) per quanto riguarda la istruzione generale dell'esercito. Per la stessa durata di dieci anni un generale francese assumerà la carica di capo di Stato Maggiore dell'esercito ceco-slovacco. Al capoverso sesto la Boemia si obbliga a riconoscere i futuri trattati di pace fra le potenze alleate e la Germania e si obbiga altresì a dedicare tutta la sua politica interna ed estera alla esecuzione di questi trattati di pace d'accordo col Governo della Repubblica francese. Trascorsi i dieci anni, contemplati al capoverso quinto, e non più tardi del gennaio 1929, una Commissione franco-cecoslovacca si riunirà a Parigi per esaminare se ed in quanto l'attività della Repubblica boema sia stata dedicata alla esecuzione dei trattati di pace tra la Francia ed i suoi exavversarl. Se la Commissione riconosce la esistenza di simile attività il Governò frarcese rinuncia al pagamento dei debiti d; guerra dello Stato ceco-slovacco verso la Francia, conclusi sino al Lo gennaio 1919. E qui il giornale sì chiede: « Smentirà anche l'esistenza di questo trattato il signor Benes? Ma gli avvenimenti 11 hanno finora completamente confermati e tur. torà risiede a Praga con funzioni di Capo di Stato Maggiore il generale francese Mittelhause ». P. M.