Il discorso dell'on. Amendola per l'opposizione costituzionale

Il discorso dell'on. Amendola per l'opposizione costituzionale Il discorso dell'on. Amendola per l'opposizione costituzionale napoli. 20, notte. Vi abbiamo ieri informati come all'ultimo momento fosse stato negato all'on. Amendola — che avrebbe dovuto pronunciarvi oggi l'atteso discorso elettorale — l'uso del teatro Miramare. Il Presidente del Consiglio, venuto a conoscenza- del fatto, inviava al Prefetto di Napoli il seguente telegramma : « Prego V. S. invitare proprietario teatro Miramaire a voler concedere l'uso del locale per discorso Amendola Invitala ad evitare eventilali concenitrameniti fascisti di altre Provincie, che sono inutili. Altrettanto inurtili «sono anche i contraddittori che non hanno mal spostato idee. Fascisti Mezzogiorno debbono convincersi che discorso Amendola lascia perfettamente indifferenti governo e partito fascista ». In seguito a tale telegramma, il Prefetto dava incarico al questore di comunicarlo ai dirigenti del Comitato elettorale della lista di opposizione, che fa capo all'on. Amendola; ma evidentemente il telegramma dell'on. Mussolini era giunto troppo tardi, quando cioè si era già provveduto a sostituire il teatro Miramare, precedentemente fissato, con la sede del Comitato dell'opposizione costituzionale. Il Comitato stesso ne ha dato l'annuncio con un comunicato in cui si avvertiva che promuovendo il discorso Amendola, non si intende in alcun modo organizzare un comizio, ma unicamente dare occasione al capo della lista campana di manifestare sulla presente situazione politica il pensiero dell'opposizione costituzionale. Il comunicato aggiunge: « Ma mentre tale manifestazione veniva reclamata anche da organi fascisti, e mentre da parte del fascismo si esprimeva con Insistenza la' volontà di una pubblica discussione, d'altra parte accadeva che, proprio a nome del fascismo, il proprietario del Miramare, che in un primo tempo aveva contrattato e conclusa la concessione del suo teatro per il discerso Amendola, venisse indotto a ritirarla all'ultima ora. Giunte le cose a questo punto, fi Comitato ha deciso di invitare l'on. Amendola nella sede del Gomitato alla presenza delle rappresentanze regionali di Napoli e delle rappresientanz-e convenute a Napoli dalla provincia per ascoltare 11 suo discorso ». Cosi, mentre si' svolgeva un comizio dei fascisti della provincia di Terra di Lavoro, in piazza dei Martiri, l'on. Amendola, alla sede del Comitato della lista di opposizione costituzionale, in via Roma, ha letto il suo discorso dinanzi ad un centinaio di amici. La riunione si è svolta ed ha avuto termine indisturbata COME a SEDE VACANTE » Il discorso cosi s'inizia: « Nel rivolgere agli elettori della Campania, la parola dell'opposizione costituzionale, mi spetta l'obbligo, anzitutto, di una dichiarazione preliminare. Noi non intendiamo riconoscere il valore politico, e nemmeno la validità costituzionale di queste elezioni, indette in base ad una legge assurda, che nega l'essenza stessa del sistema parlamentare collocando nove decimi del potere elettorale nelle mani del Governo, ed in condizioni di persistente anormalità che rendono la libera e genuina manifestazione della volontà popolare, un'ipotesi semplicemente fantastica. Tale verità è già stata praticamente riconosciuta da tutti i partiti i quali, astenendosi dal presentare liste nazionali per disputare al Governo la maggioranza della futura Camera, hanno già reso deserte le' imminenti elezioni generali. Pertanto noi consideriamo la Camera ebe sta per sorgere, come destituita di ogni reale potere sovrano: in quanto essa rappresenterà la scelta del potere esecutivo, e non già la delegazione della sovranità popolare. La XXVII legislatura sarà ricordata, nella storia costituzionale, come una falsa legislatura, come sede vacante. Ed il Titanio della vita pubblica italiana sul terreno della normalità costituzionale non potrà verificarsi se non a traverso due provvedimenti fondamentali : la riforma della legge elettorale, in armonia dello spirito della costituzione, e la convocazione di liberi comizi ». Ciononostante l'on. Amendola soggiunge che a cotali elezioni l'opposizione partecipa . solo « per ricordare al nostro popolo che 1TI talia non è tutta un deserto su cui si accam¬ pi, unico dominatore, il Fascio littorio ; che vi sono ancora, nel nostro paese, uomini disposti a confessare pubblicamente la loro fede nella libertà e negli istituti democratici, e che si ha il diritto di guardare all'avvenire anche quando non si sia fascisti: la vita pubblica ha, per ehi nobilmente la intenda, una sua disciplina la quale Impone di non abbandonare le posizioni battute, <U: restar fermi al proprio posto quando tutte le prospettive sembrano chiuse, di resistere per resistere, senza speranza e senza paura:' quando tutto è oscuro intorno a noi e la speranza tace nel nostri cuori, allora si formano coscienze e si temprano volontà cui non può essere precluso l'avvenire ». RICONCILIAZIONE INTERNA E FASCISMO Dopo avere rilevato che invano cercheTernano in ima qualsiasi manifestazione ufficiale, quella che suol chiamarsi una « piattaforma elettorale», l'oratore soggiunge: « Nessun programma per l'avvenire è stato da! capo del Governo presentato al giudizio del corpo elettorale. Assumendo il potere egli aveva dichiarato che di programmi in Italia ce n'erano fin troppi: all'indomani dello scioglimento della Camera egli dichiarò che discorsi, elettorali non ne avrebbe fatti ; proprio ieri si chiariva ufficialmente che il programma è racchiuso nella mente del capo del Governo. Ne risulta, dunque, che il popolo italiano è chiamato a pronunziarsi non 6u di un programma, ma soltanto sulla conservazione o meno del potere da parte del fascismo. Per il fascismo al eovarno, conservare il potere è l'unico problema che meriti di essere prospettato agli italiani. I quali, peraltro non potranno rispondere 1 Due mentalità, due metodi, due concezioni si trovano di fronte. Noi affermiamo che tutti gli italiani debbono essere chiamali a pronunziarsi, consapevolmente, sul loro avvenire, che tutu gli italiani hanno il diritto di scegliere, di conoscere, di volere i fini della loro convivenza nazionale ; dall'altra parte si chiede Invece agli italiani di allenare la propria sovranità politica e di delegare ad un uomo ed a un' partito qon un assurdo atto di fade la facoltà di scegliere la via comune e di sapere e di volere per tutti. « Di fronte a siffatta pretesa la quale mira ad espropriare il popolo italiano del patrimonio conquistato attraverso il Risorgi» mento, noi stiamo consapevolmente alla opposizione, ed affermiamo, con ogni p>ssibile chiarezza, che l'attuale situazione politica, non consente una soddisfacente soluzione del problemi italiani, siamo all'opposizione perchè i nostri ideali, i nostri sentimenti e la nostre concrete valutazioni della realtà ci allontanano dal fascismo. Crediamo, soprattutto, nella libertà umana, fine altìssimo e mezzo necessario della civile convivenza» e tanto più vogliamo proclamare e rlproclamare questa nostra fede, quanto più si fa beffardo il sorriso della mezza cultura che ripete hi ritardo. 1 De Maistre, i Bonald. fi lame e tutti i vecchi critici della rivoluzione francese. Senonchè la libertà, che ebbe t suoi martiri ed i suol santi — tra 1 aualtprendono posto i fondatori d'Italia — nuò bene attendere che la mezza cultura rflYf.^i^fft*' «che la consuetudine dell ordine Ubero disperda i fumi della licenza! Ma siamo all'opposizione al£ «i. per^nè ^ c.1 ripugna l'identificazfane ™ ™SS a' ,ed im?°sta con ogni mezzo, tra un partii» e la nazione ; perchè crediamo che ÌLS. ~£n? wesente significhi ulteriore fSSIp?TO dt ,or?e. Preziose assorbite dalla lotta interna e tolte alla ricostruzione, e perche pensiamo che il popolo italiano, este?™»r>.'i^tìn<ru* J?nnl dl guerra civile, abbia urgente bisogno di fare la pace con sè stesso, per procedere oltre con moltiplicate energie, ora riconciliazione interna e fascismo, sembrano a noi termini antitetici. < TRA IL PASSATO E IL PRESENTE SIAMO PER L'AVVENIRE » « Sia ben chiaro, peraltro, che noi non slamo all'opposizione in nome del passato. Da un anno e mezzo è costume della pletorica ed irrequieta polemica fascista identificarci a volta a volta col disordine antinazionale, con la degenerazione parlamentare, o con l'impotenza governativa: mali che sarebbero stati debellati dal fascismo. Respingiamo recisamente tutte coleste comode identificazioni. Non saremo noi, certamente, che bandiremo la crociata per la rivincita del '19-30 contro il '22-23. Chiunque per avventura aspirasse ad una simile rivincita, è pregato di non votare per noi. Non accettiamo la situazione fascista; ma abbiamo ugualmente

Luoghi citati: Campania, Italia, Napoli