La convenzione segreta tra Francia e Cecoslovacchia smentita a Parigie confermata a Berlino

La convenzione segreta tra Francia e Cecoslovacchia smentita a Parigie confermata a Berlino La convenzione segreta tra Francia e Cecoslovacchia smentita a Parigie confermata a Berlino (Sera-zio speciale delia c Stampa ») Carlino, 19, notte. La Legazione cecoslovacca di Berlino dìrama, per mezzo dell'Agenzia Wolff, un comunicato secondo il quale « il trattato segreto tra la Francia e la Ceco-Slovacchia, rilevato dal Berliner 'fageblalt, non esiste: i documenti pubblicati sono una falsificazione, e il ministro degli Esteri Bènes, nell'attuale Consiglio della Commissione per gli Affari Esteri a Praga, farà una dichiarazione analoga ». Questa smentita della Legazione i cecoslovacca è giudicata nei circoli giornalistici e politici di Berlino come ima cosa naturale. Si dice che in simili casi è sempre stato uso dei Governi di ricorrere ad un'ampia smentita: i trattati segreti ed i documenti segreti sono fatti apposta per essere smentili una volta che siano pubblicati." I circoli politici ed i giornali berlinesi esprimono in genere il parere che i documenti siano autentici. A proposito delle smentite di Praga e di Parigi, 11 Berliner Tagebìatt scrive: « Tali tentativi di smentita sono ■ assai naturali da parte della stampa francese e lo sono pure da parte della Legazione cecoslovacca. In pari tempo è pure naturale che il signor Bènes abbia dichiarato che tali incomodi documenti sono falsi, e che fra lui ed il signor Poincaré non esiste alcun trattato segreto. Il signor Bbncs giuoca sulla parola. Effettivamente, come già abbiamo notato ieri, non si tratta di trattato segreto, ma soltanto di una dichiarazione segreta iii aggiunta ad un trattato ufficialmente noto. Le persone che potessero lasciarsi commuovere da 'simili smentite meritano di essere considerate come molto ingenue. Cosi ingenui, noi, per conto nostro, non lo siamo»., Il giornale promette ad ogni modo di tornare sull'argomento e sulle dichiarazioni fatte da Bènes alla Camera di Praga. P. M. Viva impressione a Roma Roma, 20, sera. La pubblicazione del Berliner Tagebìatt, «all'alleanza franco-ceco-slovacca, ha suscitato una vivissima sorpresa* negli ambienti politici romani, specialmente per quanto si riferisse alla nostra situazione nel Mediterràneo. Nel pomeriggio è.stata diramata una irata ufficiosa dall'Agenzia Volta, ia quale rifletto appunto l'impressione dell'opinione pubblica. < Poiché il Berliner Tagebìatt — concluda la nota — non si limita ad affermazioni circa le supposte convenzioni segrete fra Parigi e Praga, ma pubblica addirittura 1 testi di tali convenzioni, vi è da ritenere che da parte delle due Potenze interessate non mancheranno quei pronti e definitivi chiarimenti, destinati a dissolverà ogni impressione non basata esaltamento sulla realtà ». ■ Il Giornale d'Italia osserva che il documento pubblicato esprime ancora una volta lo spirito « diffidente » della diplomazia francese. « L'Italia — soggiunge il giornale — non ha mai inteso di ottenere una posizione predominante nel Mediterraneo. Posizioni di questo genero si ottengono attraverso il travaglio della storia, col mutamento dei valori relativi, e non attraverso combinazioni diplomatiche. L'Italia ha desiderato sempre, e desidera mantenere l'equilibrio nel Mediterraneo, cosi occidentale come orientale, e lavora naturalmente in queslo senso, alla stessa maniera che lavorano la Francia e l'Inghilterra Anzi, queste ultime, fanno molto più di noi Che la Francia ad ogni modo intenda combattere le molto problematiche anzi, fantastiche aspirazioni dell'Italia ad ottenere una posizione predominante nel Mediterraneo, si capisce bene; ma quello che non si capisce è l'interesse della CecoSlovacchia a occuparsi di simili faccende, dato che essa non è un paese mediterraneo e nemmeno marittimo... ». <►—,— La concezione francese dell'esercito al Reno (Servizio speciale della « Stampa ») Parigi, 19, notte. La pubblicazione del preteso trattato militare franco-ceco-slovacco da parte del Berliner 'fageblalt aggiunge un interesse di più suggestiva attualità all'approvazione di massima del progetto di legge sulla riorganizzazione dell'esercito accordata dalla Camera francese al ministro Maginot. Trionfa la dottrina di Foch Un particolare attira soprattutto l'attenzione nella relazione fattane dal tenente colonnello Fabry, deputato di Parigi: il fatto che tutto il programma della difesa militare francese sombra imperniato d'ora innanzi sul possesso della linea del Reno. L'esercito-frontierà, come verrà ormai chiamato l'esercito permanente, deve, a norma delle dichiarazioni del relatore, servire a mantenere costantemente la Francia nelle condizioni di sicurezza necessarie per permetterle, in caso di guerra, di trasportare in tempo utile un fronte di combattimento solido sulla riva destra del Beno. Nella perorazione al proprio discorso l'onorevole Fabry ha detto nettamente: < La Francia si trova di rim-potlo alla Germania in una situazione «he le assicurerebbe a! principio della guerra una serie di fattori diversi da quelli che le si volsero contro nel mi Questi volta sarebbe, la cattedrale di Colorila e non quella di Reina a trovarsi sotto il tiro del cannone tedesco ». L'Indicazione è troppo esplicita per non costringere a constatare come nel pensiero dello • Stato Maggiore francese, se non in quello dei dirigenti politici del paese, 1 quali non di rado ritengono opportuno moderare con savia reticenza la portata delle proprie concezioni sull'avvenire, la sola dottrina vigente in fatto di difesa nazionale sia sempre quella di Foch: ossia l'occupazione permanente della Benania so non addirittura delle teste di ponte che si trovano sull'altra sponda del fiume. Questa dottrina, come tutti sanno, venne nel 1919 respinta dal Consiglio dei quattro e convertita In uri diruto di occupazione tre volte quinquennale, decorrente dal giorno dell'adempimento definitivo .da parte della Germania degli obblighi impostile dal trattato di pace. Se i lavori dei periti approdassero real niente al varo di un sistema di riparazioni atto a raccogliere il consenso cosi di tutti gli alleati, come della Germania, il carattere temporaneo dell'occupazione renana non po> Irebbe non trovarsene riportato In f)iena evidenza, uscendo fuori da quella caligine di indecisioni e di silenzio che sembra invece da quattro anni lavorare a cancellarlo e con fonderlo. Ma è invece proprio il momento in cui il mondo intero attende ansiosamente la panacea dalla fine del conciliaboli dell'Astoria che la Francia sceglie per farci sapere, per bocca delle persone preposte alla organizzazione della sua difesa, come, mentre t soliti perdigiorno farneticano di patti di garanzia di internazionalizzazione del Beno ecc.. essa ritenga il possesso della sponda sinls cu del fiume cosi Inalienabile da Impostarvi sopra l'intero sistema militare destinato a proteggerla da una eventuale aggressione della Germania. Certo assai diversa sarebbe stata nella circostanza l'impressione dell'osservatore obbiettivo se il relatore e 11 ministro della guerra avessero dato prova di concepire 11 progetto di legge presentato alla Camera come un programma provvisorio destinato ad avere effetto unicamente entro i termini di tempo consentiti dal rispetto dei trattati. Ma lo sforzo cosi dell'uno come dell'altro pare essere consentito al contrario nell'applicarsi ad esagerarne il carattere permanente e indipendente da fattori esterni. Un. dilemma La stessa concezione dello sdoppiamento delia macchina militare in due congegni distinti: da una parte le 32 divisioni, di tre reggimenti l'una, dell'esercito frontiera raggruppato in 16 corpi di armata, e dall'altra le 20 regioni di mobilitazione destinate ad assicurare l'afflusso delle riserve e del materiale, la cura posta nel dotare l'esercito di copertura non solo di effettivi importanti, ma di mezzi di offesa e di difesa potentissimi — aviazione, carri d'assalto, gas asfissianti, ecc. — tali da renderlo almeno uguale in potenza all'esercito avversario più moderno e meglio armato, dimostrano ormai consumato l'abbandono del concetto della nazione armata, caldeggiato subito dopo la guerra in buona parte sotto la pressione dell'ufficialità di complemento, ossia dei borghesi, e il ritorno alle vecchie teorie, care allo stato maggiore, fondate sul feticismo dell'esercito .permanente e della linea strategica. Ora questa concezione fondamentalmente renana della futura linea strategica, può spiegare in due soli modi : o essa nasce dai convincimento che lo stato di cose definitivo e provvisorio creato dal trattato eli Versailles non verrà mai più modificato e che quindi il possesso della linea del Reno costituisce ormai per la Francia un dato di fatto paragonabile al possesso di costiera marina, o viceversa nasce dai convincimento che, pur non essendo lo stato di cose attuale sottratto in teoria alla necessità di venir meno, In pratica una nuova guerra precederà sempre la sua scomparsa, in modo da rendere perfettamente inutile per il momento- la concezione di un sistema di difesa diverso. Entrambi questi convincimenti si traducono per via di logici trapassi in quello più generico, che le riparazioni non verranno pagate più e che la vertenza franco-tedesca non potrà risolversi altrimenti che con un nuovo conflitto. Come questo principio s'accordi con le speranze coltivate circa le decisioni del comitati tecnici, non si vede bene. Constatiamo intanto che, a parte l'intervento dell'on. Boncour nella discussione della Camera in favore della nazione armata, nessuna voce da parte sinistra si è levata a manlstare sorpresa o scontento per le intensioni, indubbiamente non soltanto militari ma fornite di rilevantissima importanza politica, dai supremi capi dell'esercito. La discussione si è svolta, come notano stasera i Debats, in mezzo all'indifferenza dell'assemblea. Questo giornale interpreta tale indifferenza, che 6ta in aperto contrasto con la vivacità della battaglia svoltasi nel 1922 intorno alla durata del servizio militare, col fatto che questa volta non è più in giuoco alcun interesse elettorale diretto dei deputati. L'osservatore straniero e obiettivo potrebbe interpretare come significativo indizio la scarsa probabilità che le sinistre facciano ancora per molti anni in Francia una politica militare e una politica di garanzie sensibilmente diversa da quella fatta doro il 1919 dall'attuale maggioranza. , - C. P.

Persone citate: Poincaré, Reina