ll processo pei fatti di Monza alle Assise di Milano

ll processo pei fatti di Monza alle Assise di Milano ll processo pei fatti di Monza alle Assise di Milano lle nL0Sle che delermlnò „ conflìtto _ „ ci™.. e c au Cavallotti devastato — lì morto — Citi or. dino la spedizione, Milano, 18, notte. ' Alla nostra Corte d'Assise si è iniziato sta .Amane il processo per i fatti .avvenuti l'agosto icscorso a Monza, dove in seguito a una ina-cursione fascista veniva devastato il Circolo n-famigliare socialista Felice Cavallotti e vee-piva ucciso certo Cattaneo Carlo, mentre un tealtro individuo, Triulzi Geraldo, rimaneva leferjto. Sono imputati il console della M. N. untìmilio Enzo Galbiati, il « seniore • Fabio Pahestorini, il centurione Luigi Gatti, l'oste Palù-miro Boldrini di Monza, e i fascisti Luigi Barai, Emilio Pollastri, Eligio Villa ed Elia n-caldirola. Assisto un pubblico composto in iOprevalenza di fascisti. o- secondo l'alto d'accusa nell'estate del 1923, sei'nste Palmiro Boldrini, esercente una tratn-ioria in via Cavallotti, a Monza, inscritto al tapartito fascista, sarebbe stato fatto segno a tepersecuzioni da parte di soci del Circolo Ca vallotti, ila cui sedo si trovava di fronte al erSuo esercizio. Dopo aver ricorso al segretario touei fasci, l'oste, si concertò con certo Guido Al-gettini e col Pollastri, caposquadra della M. cox., sborsanto anche una certa somma di daoiriavo, per una spedizione punitiva contro il ti,circolo Cavallotti, spedizione che avvenne indifatti, la sera del 7 agosto alle ore 22, e nella ta quale vennero devastati 1 mobili del Circolo, te e bastonati il Cattaneo ed il Triulzi. Qnet st'u'.timo se la cavò in otto, giorni ; le bastoi' nate furono inveco fatali ai povero Cattaneo r» ciie> trasportato all'ospedale, vi moriva dopo n i li l tre giorni. Procedutosi ad Indagini si giunse all'arresto degli attuali imBut-ati, pel quali la sezione d'accusa decise il rinvio a giudizio dinanze alle Assise. Tra essi il console Gal o- biati, appare come il mandante, avendo orvt binato ai suoi subalterni la spedizione puniti Uva, Gli accusati sono difesi dagli avvocali: a ncbora, Tiziano Barbetta, Tassani, Glanturco, er Morelli, Polumbo e Principe. Parto civile per la vedova del Cattaneo, ò l'aw. Ramella. Il primo ad essere interrogato è l'oste Boi- n F-^n afferma che, da quando si ora U i„sw>iUo «l Partito fascista, non aveva più 1VUW i)ac* da iparto di clemen.it socialisti ap- pavtenentl al Clrcoi0 cavallotti e, in ispeciai modo, da paste di due fratelli, certi Vannini I. p- da -certo Tremolini che, una sera gli rup- I coriunRl'aBranuram« lamprmulladopoei la ta ui m. new. ao: Uo na ta el ra ne msi e no ui ie, io lo ti, ro, nne benSaDimal to Alv. e; v. v. ne: r» n. e a aa ni o etnia era io, nelo onsili à, ai. pdansne edi rna ael aole algi aiata, e co on nl di ma te va cle mo no di Feori il u seto un >ero vetri, bottiglie, e lo percossero. Aggiunge me i suoi persecutori si recavano di preerenza nel suo esercizio verso le ore 23, al'ora cioò della chiusura, e pretendevano di :sser serviti. Una sera percossero anche suo lgiio; -poi, trovò il iproiwio cane avvelenato, kirbl un furto di biancheria, ed altri dispetti, L'Iie lo misero di malumore. Presldenie. — Allora voi siete ricorso al lirettorio del Fascio iperchò provvedesse a... l-Ui-rugge-re il Circolo I 1) Boldrini nega, dichiarando di aver solo eso noto al direttorio Je persecuzioni delie inali era fatto segno. Il presidente gli con.esta però che, in istruttoria, non ha mal /urlalo delle percosse ricevuile personalmente, lié di quelle ricevute dal figlio suo, e che, uopo essersi rivolto al Pollastri, andò in giro |a dire che di Circolo Cavallotti «sarebbe anlato j>er aria ». Il Boldrini nega anche questa circoitaniza; ma il rpx-esidente gli ribatte che fu ìffermata da una sua figliola. L'udienza pomeridiana si apre con l'inerrogatorio del Pollastri, il quale dice di iver -conosciuto il Boldrini pochi giorni prima del fatto. K' quindi la volta del console ialbiati, il quale racconta clic, saputo delle Hirsecuzioni «He quali era slato fatto segno 'oste, ordinò che si andasse a vedere per icceriare se quanto affermava rispondeva ■Illa verità. Dice che già squadristi che si recarono al circolo, travisarono il suo pensiero ì die egli non può rispondere del luttuoso ivvenimento chesiostò la vita al Cattaneo. A queslo punto sorge un incidente avendo il presidente chiamato « ragazzetto » il Gai■i. L'aw. Maggi [protesta: i fascilsi che sono ■ra il - pubblico applaudono ed il presidente ordina che l^aula sia. sgombrata-. Ripresasi la udienza, il presidente avverte che con -la parola « ragazzeti-o » non intendeva dire altro che giovane. L'aw. Maggi osserva che le sue parole non avevano alcun cliè di irreverente per il presidente e la calma ritorna. Il i seniore » Pastorini, cstituitosi all'udienza d'oggi, dichiara di aver saputo dal Gatti che alcuni squadristi dovevano recarsi in perlustrazione. Allora consegnò sei bastoni ordinari e li consegnò al Gatti, raccomandandogli che non succedesse niente. Dichiara che bastoni e clava non furono in alcun modo consegnati da lui ngli squadristi. Il capo-squadra Gatti afferma che il Galbiati alla presenza del Pastorini gli ordinò di recarsi al circolo e di bastonare quanti vi si trovavano. Compiuta la devastazione, uscirono, ed il Gatti afferma di essersi meravigliato nel trovare un ferito sul prato, ferito che iprlma non c'era. Si recarono iutti al Caffè Galizia, dove riferirono al console Gallrfati, presente il Pastorini, che la devastazione era stata compiuta e che c'erano tre feriti di bastone. Dichiara che si voleva incolpare un fascista espulso dell'accaduto, tanto iper trovare un responsabile. Dopo alcuni giorni, sapendosi ricercato, ondò a Bergamo. 11 Presidente lo ammonisce che l'aver egli affermato di aver ricevuto gli ordini dal console Galbiati, non serve a salvarlo, e l'imputato risponde: — lo non voglio salvarmi. Dico la verità. L'udienza è quindi -rinviata a domani* AqunotrcoFrladosibrlamfatidl'dpGlamuctececvcolachnninodNLdemdsbplaTAinndrsnfgsvpfiinsntRtvnemlzmLe conclusioni dell'istruttoria pel delitto dì Mirandola Modena, 18 notte. La Sezione d'Accusa presso la Corte di Appello ha conchiuso la lunga, istruttoria sul delitto di Mirandola tu cui, come si ricorderà fu ucciso il contadino Baroldi Faustino di anni 00. L'episodio, carne risultò dalle indagini, si svolse nei locali ove lia sede il Comando della Legione « Boiardo » delW Malizia Nazionale e per le gravissimo circostanze emerse in un primo tempo e p"r poter esaurientemente appurare fatti ed Cementi, er&uo stati arrestati tutti gli Ufficiali del Comando, tra 1 quali il Comandante interinale della Legione, seniore cav. Angelo Ferrari, sindaco di Mirandola e consigliere provinciale, i centurioni Pietro Puviand di S. Felice e Malavasj Francesco. Altri arresti seguirono poso tempo dopo; in tutto gli arrestaifi furono ott.i. Ora, esaurita la istruttoria, il Procuratore Genera, le presso la Corte d'Appello, comm. Slanznnt, no ha presentate le conclusioni con le quali dopo di aver riassunti i capi di imputazione a carico dei singoli imputati, previa commutazione del ittiolo di omicidio in quello di complicità corrispettiva in lesioni personali volontarie seguite da attorte, ha emesso sentenza: l.o) di rinvio avanti aMa Corte di Assise di Modena di Ferrari Angelo per seouestro di persona e di Paltrlnieri Alfredo per coniiplJcità in detto reato; dello etesso Ferrari e di' Paviani Pietro, Malavasl Francesco e Malavasi Spartaco per avene, con atti diretti a commettere lesioni personali, cagionato la morte del Baraldi Faustino, senza che si conoscano gli autori delle lesioni stesse, nonché di Paltonieri Alfredo per aver concorso in detto reato eccitando nel Ferrari la risoluzione di commetterlo, infine dà Kraus Amedeo per favoreggiamento ; 2.o) di non luogo ■ a procedere contro Puviani. Malavasi, Molinari, Carpigiani, Prandini, Rebuzzi riferibilmente al sequestro di persona parche, nei loro riguardi il fatto non costituisce reato; e di non luogo a procedere contro Molinari, Piendini, Carpigiani e Rebuzzi riferibilmente r-1 delitto di complicità corrispettiva in lesioni seguite da morte, per non aver commesso il fatto quanto al Molinari, per insufflcionzn di prove quanto a Prandini, Carpigiani e Rebiizzi ordinandone la immediata scarcerazione. Tale sentenza è stata notificata al patrocinatore della P. C. aw. Silvestri ed agli imputati, mentre si stanno esperendo le altre pratiche necessarie! •

Luoghi citati: Bergamo, Indagini, Milano, Modena, Monza, Paviani Pietro