La deposizione del generale Gazzera

La deposizione del generale Gazzera La deposizione del generale Gazzera al processo del colonnello Antonicelli (Tribunale Militare di Torino) .'Aperta l'udienza, puntualmente alle lo, li; presidente comunica di aver richiesto al Corpo d'Armata l'incarto inteTcorso tra il gene-; ralo Gazzcra e lo stesso Coniando. Il P. M., a sua volta avverte che farà le sue contestazioni ni colonnello Antonicelli; contestnzlo. ni die vertono in gran parte su dati contabili, ih sede ili discussione della conclusioni ptrHali. Ed ha inizio la sfilata dei testi. Un teste «ha non ricorda E' solitilo per primo l'impiegato di banca Antonie Ciampi, di 23 anni, che fu allievo aila Scuola comandata dall'Antonicelli. Egli, l'altranno. «ippe-dai giornali, a Benevento, dove risiede, della accusa mossa «1 suo cxcomandante e di là scrisse una lettera ad un giornale di Torino, mandandone copia al generale Cazzerà ed al Corpo d'Annata, in cui accusava l'Antonicelli di svariate irregolarità. Ora il Cianvjai, che in seguito alia sua lettera fu sentito rial Pretore di Benevento, e venuto a Torino .per confermare-quanto scris. so allora. Presidente: — Illustri e spieghi l'accusa contenuta nella sua lettera. Teste: — Gli allievi del reparto fanteria, a cui io appartenevo, si videro ridotta quasi ogni cinquina della metà per sopperire alle spese di imbiancatura dei locali e di altrL lavori fatti nella caserma. -Presidente: — Gli allievi ebbero pressioni dal Comandante della Scuola per il rilascio di queste somme7 Teste: — Le trattenute ci venivano fatte; io non so se venivano eseguite per volere del colonnello o dei comandanti di reparto. Pres.: — Lei è una persona intelligente: de. ve sapere dire come stavano lo cose. Teste: — Lo potrà dire il mio comandante capitano Ricca. -Pres.: — Come funzionava lo spaccio? Teste : — A noi sembrava xegolarissimo; vi trovavamo prezzi più convenienti che allo spaccio del i.o Bersaglieri, situato nella nostra stessa Caserma. Pres.: — C'erano le. tabelle af(ìsse7 Teste: — Si, ma non ricordo cosa contones. sero. P. M. : — Come mai nella sua deposizione avanti il pretore di Benevento affermò che i prezzi dello spaccio della Scuola erano di molto superiori ai prezzi dello spaccio del 4.o Bersaglieri? Pres. al teste: — Adesso lei dice tutto il contrario. Eppure ha fatto un passo abbastanza, gravo al fine di attaccare un nomo Invece di illuminare il Tribunale cìls, imbro glia le cose. " 11 teste resta muto. Pres.: Non si può tergiversare : ricordi che l'ambiente militare vuole lealtà e franchezza. Teste: — Non ricordo ora, a distanza cosi notevole di tempo. Pres.: — Allora noleva risparmiarsi l'Incomodo di venire a Torino. Pres. : — Veniamo all'altro fatto da lei de nunciato: la visita di sua madre. Teste: — Io fui bocciato agli esami di allievo ufficiale e chiesi di essere arruolato-nelle truppe coloniali. Telegrafai perciò ai miei perchè venissero a «aiutarmi prima che io partissi. Quando giunsero io ero stato messo in prigione. Pr;s.: — Per anale motivo? Teste: — Non "ricordo. Pres. — Glie lo ricordo io: perchè non salutava 1 superiori per istrada. Teste: — Il colonnello Volpe chiese al colonnello ATitonicelli che mi fosse permesso di abbracciare mia madre e di uscire con essa. Il colonnello Antonicelli disse che vi ostava il regolamento. Il Volpe si rivolse al. lora al Comandante della Divisione che auto rizzò il mio rilascio. Scontai dopo la partenza dei iWici, la punizione. Inflittami. Si (Ili lettura della lettera spedita dal teste al giornale: in essa si dice che la differenza che passa tra il colonnello Antonicelli ed il colonnello Volpe ò quella stessa che pns. sa tra Satana e Dio, si afferma che l'Antonicelli Instaurò il regime del Terrore, si accenna al fatto delle trattenute sulle cinqui, ne, si fanno altre accuse. Un ammonimento del Presidente Pres.: — Como si vede la sua lettera è molto chlaTa. Dopo aver lanciato accuse cosi gravi lei ó tenuto a dare spiegazioni precise. Il teste non muta il suo contegno ed. afferma ancora di non ricordare. Pres.: — E allora mi domando cosa 6 venuto a fare a Torino. Lei è molto giovane. Io non ho che un consiglio da darle: quando si scrive quello che lei ha scritto bisogna pensare bene prima di mettercisi. 11 presidente vorrebbe rimandare il teste a Benevento. E' stato cosi esauriente. L'nvv. Baravalle osserva: — Ma verranno gli altri testimoni a contraddirlo. Tutti d'accordo, però, si decide a lasciare il teste in libertà. Viene ora alla pedana, per deporre, 11 generale Cazzerà. Il carattere dell ispezione Prc<= ■ — Lei fu incaricato dal comandante det Corpo d'Armata di compiere una in. chiesta, alla Scuola Allievi ufficiali. Ci dica ordìnatanie,nle le cause, lo svolgimento ed i risultati dell'inchiesta. Generale Gazzera: — Nell'ottobre 1022 il Coniando di Corpo d'Armaui mi aveva incaricato di compiere ispezioni (non inchieste) presso i corpi dipendenti. 11 20 gennaio del. l'anno successivo ricevetti una lettera di S E. il Comandante in cui mi si ordinava di compiere una ispezione alla Scuola Allievi Ufficiali e di riferire poi sull'impiego de la forza e sull'andamento amministrativo del corpo- mensa allievi, spaccio cooperativo e impiego utili dello spaccio. Nella lettera mi si diceva di andare a prendere direttive e di farmi assistere, se necessario, da un ufficiale contabile. Lasciava a me di arrivare ali improvviso alla scuola o di dare preavviso di qualche giorno. Non volli fare sorprese: per ragioni d'indole generale e particolare, intanto chi ha l'onore di comandare un reggimento non può essere sospettato. Nel caso particolare poi io devo dire che. avevo conoscimo il colonnello Antonicelli qualche mese prima, e die con lui, dopo aver discorso a lungo, in quell'occasione, dei nostri figlioli, avevo subito simpatizzato. AU'AntoniceUf usai per ciò onesto riguardo: lo chiamai a me 3 giorni avanti a quello che avevo fissato per l'ispezione e lo misi al corrente dell'incarico che ini era stato affidalo. Quando andai alla scuola, era il lunedi 89 gennaio, feci una visita generale alla caserma. Poi recatomi negli uffici, cominciai l'ispezione allaa amministrazione. Passai Alla cassa: era una formalità, dato che l'ispezione l'avevo annunciato 3 giorni prima. La cassa era cosi in ordino che nella verifica, si trovarono due lire in più. Tanto per cominciare colla regolarità feci fare un verbale ed incamerare le due lire. Esaminai poi i vari contraili: osservai che quello col calzolaio e col sarto, non mi piacevano perchè fatti con un sistema di appalto non facile.'e chiaro. Le state delle diverse gestioni Tra gli incarichi sipccifld clic mi erano stati dati vi era quello di controllare la mensa allievi. Chiesi di veder tulio quello che riguardava questa gestione. Dato il numero degli allievi che alla rloiiiwiìca. non pranzavano alla scuola mi semtora.va che vi dovessero essere notevoli risparmi. Chiesi; ci sono avanzi? Mi «i rispose: No, niente. Ci saranno dei generi, replicai. Mi si rispose ancora negativamente e si aggiunse cho la oontabiliità della mensa veniva sistemata ogni decade. Ordinai che la contabilità si sistemasse ogni tre mesi, come vuote il regolamento, per teneT confo dei risparmi, a così pure ordinai l'impianto di una contabilità pei generi, che lino ad allora non esisteva. Volli vedere gli altri contratti: ossa, ceneri, rifiuti rancio, eco. Chiosi se oltre a questi c'erano altri introiti. Mt si rispose anicora di no. A rigore lo dovevo ritenere ohe nessun ahro ceppite vi fosso per la scuola. Passai a vistare il magazzino materiale, dove francamente mi confessarono che non erano a posto. Esaminai la gestione spaccio. Il tenente Bensaia mi fece vedere l'uhimo bilancio, i cui dati non corrisiponderano con quelli del registro tenuto dallo stesso Bensaia. Feci osservare questo al tenente, il quale appariva confuso e con le lagrime agli occhi. Il colonnello Antonicelli disse che il Bensaia si turbava facilmente e fece recapitare, dietro mio ordine, all'ufficialo contabile, che mi ero portato seco, tutta la contabilità, dello spaccio. L'ufficiale, dopo l'esame dei documenti mi disse clic si trattava di errore formale ma cho tutto andava bene. -Passai nell'ufficio del colonnello: mi dichiarò di avere in suo mani lire 1887,40 oltre 10 spese riservate che non erano state toccate. Visitando le aule scolastiche osservai all'Anionicelli che non vi erano i ritratti dei Sovrani. Mi rispose che non c'erano fondi: al ohe sorrisi ordinando di coniiperare i ritratti. Feci mettere all'ordine del giorno che il 3, febbraio avrei ricevuto nell'ufficio del Coniando i militari della scuola che volevano conferire con me. L'Antonicelli fece venire due 60li ufficiali die reclamarono per punizioni disciplinari. Chiesi se c'erano altri, e mi si rispose di no. Uscendo nel corridoio lo trovai Invaso da allievi e soldati: non ci feci caso nò immaginavo q.ual'era invece la realtà. Nell'accompagnarmi fuori l'Antonicelli mi disse elio due altri militari volevano conferire con me. Risposi che li avrei ricevuti il giorno dopo. Infatti il lunedì successivo ben diciassette tra ufficiali e militari di truppa si presentarono a me. Tra costoro v'erano il capitano Amerio, il tenente Corvese ed il sergonle De Rosa. 11 tenente Corvese mi disse die il colonnello comprava il pano allo spaccio ad un terzo del costo e che questo egli l'aveva 6aputo fuori della caserma. Il capitano Amerio voleva parlarmi per le sue note caratteristiche, mei aggiunse: favorisca interrogare tutti gli ufficiali su queste questioni: gestioni barbiere, spaccio, giornali, disaccord tra gli ufficiali, ecc. Gli dissi : si spieghi. Il capitano Amerio per tutta risposta aggiunse: il colonnello ha tra 15 e 20 mila lire in sue mani. Gli ordinai di mettere per iscritto quanto mi aveva detto. Il sergente De Rosa mi denunciò die i sottufficiali pagavano lo scotto per la mensa, ma che i generi per loro non venivano prelevati ma economi zzati 6ul totale degli allievi. , Risultanze • denuncio Lasciai passare questa giornata, dopo queste denuncie di cui non parlai coll'Antonicelli. Il capitano Amerio, come mi aveva promesso, mi rimise il suo rapporto in cui indicava le fonti degli introiti che erano in mano del colonnello Antonicelli. Chiamai tosto il tenente Bensaia, il quale mi ruferl che aveva versato al colonnello 1300 lire, utili dello spaccio, senza ottenerne ricevuta. Aggiunse che il colonnello gli aveva imposto di non rivelare die gli ufficiali compravano allo spaccio. Indicò poi le altro somme che dall'apertura dello spaccio aveva versato al comandarne senza mai averne ricevuta. Mi spiegò che il pane della mensa, allievi veniva venduto ad un macellaio el al maggiore Freguglia, e che tutta la quota per il miglioramento rancio non era stata spesa. Il Ben«aia, turbato, mi confessò che11 colonnello gli aveva ordinato di non parlare con me di queste gestioni. U capitano Dapino, a cui era affidata la gestione sala barbiere, mi disse cho il colonnello gli aveva consegnalo 1400 lire per l'impiantò della sala. 11 personale addetto riceveva ima quota che era inferiore alla qucia. corrisposta dull'airanUiistrazione militare. Esso tuttavia doveva firmare il moduloricevuta in bianco che veniva presentato dall'ufficiale pagatore, interrogai anche il maggiore Alberti, presidente della conwmssiome dello spaccio. Questi ini disse che la Commissione era esautorata e die il colonnello faceva tutto lui. All'Alberti il temente Bensaia aveva detto che sottraeva settimanalmente 100 lire dalla cassa dello spaccio per ordino del colonnello. Da'ultimo il capitano Sacelli, che interrogai, ini dichiarò che quando venni alla scuola per l'ispezione il colonnello era già in ufficio da qualche ora. U Sacchi lu vidi mentre stava con: taudo dei soldi; ad un tratto gli disse: Lei ha dei denari. 11 Sacchi rispose che non aveva che 200 iire ma poi il colonnello aggiiuise che non gli abbisognavano più. Di' fronte a queste risultanze chiamai il colonnello Antonicelli; gli dissi rudemente: poche parole mi faccia vedere quello che ha Egli tirò fuori senz'altro 12.831 lire. GIchiesi: non ha altro? Mi rispose di no. incalzai: Non ha anche i fondi della gestione 1921? L'Antonicelli tirò fuori ancora G37.30 ìm E per darmi conto della somma msefuadernò davanti quello stesso registro che mi aveva fatto vedere giorni prima. In esso c'erano delle registrazioni che prima non avevo scorte. Mi apparvero anche fatte con inchiostro diverso dalle prime. Al colonnello Antonicelli presentai poi — continua il generale Gazzera — undici quesiti che precisavano la posizione mia e sua nell'inchiesta, che non fu nè rapida, nè rude, ne violenta. Chiamato Al letto di mia madre inferma m'assentai una settimana. AI ritorno trovai la risposta del colonnello pel questionario. Era assolutamente insufficiente: in essa negava tutte le circostanze emerse. Ne provai un senso di pena e manifeslai a lui il mio sdegno. Proseguendo, 11 teste dice che propose al Comando del Corpo d'Armata di mettere agli arresti il colonnello. Venne fatto. In seguito, dico il generale Cazzerà, tornai dal Comandante del Còrpo <fArma1a per esser autorizzato a riferire sut risultati dell'ispezione all'avvocato militare, secondo disponeva una circolare d'allora. Feri anche questo e non mi interessai più della cosa. Sull'ispezione mi limitai a stendere una relazione in cui descrissi l'ambiente disciplinare (iella scuola che era tutto speciale. Os servo che tutti gli atti dell'inchiesta sono rapporti sentii di pugno dagli ufficiali, di libera e spontanea loro volontà. E di questa relazione, un minuto e diffuso documento in cui ò esposto l'indirizzo disciplinare dato alla scuola dal colonnello Antonicelli, il presidente fa dare lettura. La deposizione del generale Cazzerà proseguirà stamattina. 11 criminale seduttore Casale Monf., 10, notte. La notte del 7 dicembre 1023 veniva tratto In arresto 11 sedicente negoziante Sello Carlo di 29 anni, residente ad intervalli a Casale e tristemente noto per vari gravi reati. Egli con un fratello, aveva terrorizzato la popolazione di una zona del circondario di Vercelli, consumando furti e rapine, lincilo venne assicurato alla Giustizia. L'arrestato, che fu già ricoverato al Manicomio, ritornato alla libert;i, sedusse una povera giovane, che ebbe da lui un figlio. Con la disgraziata con. visse per parecchio tempo, tenendola in una vera e propria schiavitù con continue minacele di morte. La donna riuscita tuttavia a fuggire, e riparatasi presso alcuni parenti iti una fraziono di Grazzano, qualche tempo appresso stava per rifare la sua esistenza sposando un bravo giovane del luogo, quando una notte si presentava il Salio, che con la rivoltella in mano, trovata sola la sua vittima, la obbligava a scendere nel cortile, dove la tratteneva terrorizzata fin quasi a! mattino, esprimendole propositi di vendetta. Dalla pericolosa situazione della, donna fu salvala pel tempestivo intervento del fidanzato. Il Salio si allontanò dicendo che senza il suo permesso i duo non si sarebbero mal sposati. La ragazza credette di trovare allora asilo sicuro presso altri parenti di Casale, ma il Salio riuscì a seguire le sue tracce e precisamente la sera del 7 dicembre scorso piombava in casa della giovane, gettando lo scompiglio con le sue miti accie senvore a mano annata. Avvertiti finalmente i carabinieri, questi dopo una viva colluttazione, lo trassero in arresto. II Salio 6 comparso oggt davanti a questo Tribunale. Egli mantenne un contegno untuoso, in istridente contrasto col suo... stato di servizio, il Tribunale am. mettendo nel Salio un vizio parziale di mento lo assolveva da alcuni capi d'imputazione, ma lo condannava per minaccie verso la fidanzata a 6 mesi e 24 giorni di reclusione, a 1 anno di vigilanza speciale nonché a 600 lire di multa. Pres. cav. Oneglia, P. M. cav. Bolognini, Difesa: avv. Lanara. • li delitto di Casteiiinaldo Il Destefanis mette una taglia Alea, io, notte. La notizia della scarcerazione del Destefanis Domenico o dei fratelli Bordino ha fait- 10 rifiorire sulle labbra di tifiti una domanda legiittiana: dii ò dunque l'assassino? il Destefanis Intanto ha deposltaito presso i suoi difensori onorevoli Bubbio e Roberto la somma di due mila lire da consegnarsi a chi saprà dare notizie precise sugli assassini atte ad assicurarli alla giustizia. Egli molto opportunamente ha didiiarato che la taglia non venne depositata presso l'autorità giù.: ziaria per evitare pratiche ozioso nell'eventualità elio uscisse l'informatore, interrogato 11 Destefanis 60 nutriva dubbi su aualche persona del paese, ha fatto il nome di una famiglia avvertendo però di averne già parlato al giudice istruttore, 3.1 quale, a quanto pare, non ritenne di dar peso alle circostanze denunciato. Il Destefanis ha smentito poi di èssersi comportato cinicamente in occasione del riconoscimento del cadavere affermando che il Sindaco di Priocca, vedendo lo stato pietoso in cui si trovava dopo l'avvenuto sopraluogo, pregò un suo vicino di accompagnarlo a casa. Secondo il Destefanis l'assassinato sarebbe stato vittimila di una imboscata, in cui venne tratto da ignoti a scopo di rapina. Il movente dolila vendetta è da escludere perchè il fratello, quantunque frequentasse di sera lo stalle degli amici, come è uso in questi paesi, non aveva alcuna relazione amorosa. Di politica non si occupava. Custode ferroviario condannato Gasale Monferrato, 10, nono. Albcrtlni Arturo, meccanico, o Mola Giuseppe, custode ferroviario alla stazione di Jlortara, ii|>prolittando dell'assenza di persone presso una idrata situata nel recinto <ll Quella staziono ne. aiai. vano la porla il 27 scorilo ottobre ed asliortavano una bicicletta usata di certo Sjwla Vlelro eli» veniva poco doro comperata per lito io ita Fanti Lconawlo. Questi quale ricettatore e gli altri <3uo coma correi, comparvero ieri avanti n questo Tribunale. Alberttiil e Mola ti accusarono a vU cenila o Fanti Invocò la sua buona fede. Notevole clic 11 Mola era addetto alla custodia in prossimità della garitta succitata, n Tribunale condannò l'Albertliil, minorenne, a- mesi fl di re' cluslone condizionalmente, |1 Mola ad un anno o 11 Fanti a mesi sei di reclusione ed alla multa di L. a». ' Presidente: cav. Novarese — P. M.: cav. Isnardi — Difensori: avvocati Manacorda, Magnaghl, Gobbi. DA CUORONE' Por l'Incremsnlo della zootecnia e per cercare di dare un maggior sviluppo al mercato del bestiame, 11 Comune ha stabilito di premiare In ogni primo mercato del meso gli espositori di bovini con 5 premi di li, so caduno con estrazione a sorte. Inoltro ha assaio pel giorno 27 corrente, una mostra di ovini col seguenti premi: ad aneli con oltre 10 mesi, lire SOO; por pecore con oltre IO mesi, lire 500; a gruppi di 10 capi: arieti agneUi, o pecore, lire 200. fltlfvp