Il processo del colonnello Antonicelli

Il processo del colonnello Antonicelli Il processo del colonnello Antonicelli L'interrogatorio dei due coimputati {Tribunale Militare speciale di Torino) ■■ 11 processo contro i! colonnello Antonicelli ed altri due ufficiali ebbe inizio ieri mattina. Un ristretto pubblico e pochi ufficiali hanno assistito alla .prima udienza ohe è stata aperta, qualche .minuto dopo le 9, dal presidente tenente generale Breganze. 'l'ulti 1 giudici sono ufficiali generali ; come.negli altri recenti processi P. m. è l'aw. Francesco Guasco, relatore il capitano Gasperini, segretario il capitano Morbi le. Quando il Tribunale entra i difensori sono già al loro posto: l'on. Poeta e l'aw. Baraville per il colonnello Antonicelli, l'aw. Farinelli per il capitano Beltramo, l'aw. Porro por il tenente Bensaia e gli aw. Ollivero e Campa per l'ex soldato degli alpini Bossero. Gli accusati dichiarano Je loro generalità: Donato Antonicelli, di 55 anni, nato a Gioia del Collo (Bari), colonnello già appartenente alla Scuola Allievi ufficiali; Antonio Beltramo, di 32 anni, nato a Roma, capitano in servizio attivo permanente nel Lo Artiglieria pesante campale; Andrea Bensaia, di 2!) anni, nato a Messina, tenente in S. A. P. nel 43.o Fanteria ; Mario Ilossero, di 22 anni, nato a Chianoc (Susa), contadino. il presidente, fa dare quindi ilett.urà della ordinanza, di rinvio a giudizio degli accusati. La .lettura del documento d'accusa, che si compone di una trentina di fitte pagine dattilografate, dura parecchio. E' l'atto steso dal giudice istruttore maggiore Parenti, di cui il nostro giornale ha dato ieri i punti salienti. Ad esso sono premessi i vari oapi di imputazione. I capi d'imputazione Al colonnello Antonicelli, esattamente, l'accasa fa carico: a) di prevaricazione (art. 188 C. P. E.) perchè da! gennaio 1921 al febbraio 1023, mentre comandava Ja Scuola allievi ufficiali ed era investito di funzioni amministrative, si impossessava, togliendola dai fondi a lui volta per volta rimessi quali utili stiaccio cooperativo, e gestione barbiere, risparmi mensa allievi, realizzo rifiuti pane, oppure (piale assegnazione per l'assistenza morale delle truppe o quali competenze, proventi e crediti del.l'ammindstrazione Militare 0 degli allievi di una somma impreeisata ma superiore alle lire 50C0; b) di falso documentale per avere, nel gennaio o febbraio 1023, sul quaderno ..Gestione fondo spaccio cooperativo >i segnato ricevuto dal 4.o Bersaglieri il 13 febbraio 1022 quale quota utili iper agostosettembre e metà ottobre, lire 335,50 mentre ricevette complessivamente L. 770,35, inoltre di avere ricevuto nei mesi di settembre ed ottobre 1922 quali residui degli utili lire 17G8.40, mentre in realtà le somme versategli erano complessivamente di 3411,65 lire, allo scopo vi occultava le maggiori somme introitate por impossessarsene ; c) di subornazione ai tfalso per aver tentalo di indurre il cajiitano Beltramo ad alterare nel registro dei voti la votazione riportata ih lattica dall'allievo Turinetti, sostituendo all'8 il C, non riuscendo per l'opposizione dell'ufficiale; d) di falso documentale per aver alterato nel registro dei voti la votazione dell'allievo Turinetti. sostituendo all'8 ól 6. onde le deflecnze dell'esaminando apparissero più accentuate, con evidente grave danno per allievo, disciplina e servizio; e) di .subornazione alla violazione di consegna, per avere il 14 febbraio 1923, mentre Irovavasi agli arresti Mia Caserma Ari-mondi, pire essendo stato avvertito dal Comando del Distretto elio non avrebbe potuto comunicare con estranei, valendosi dell'autorità e del prestigio del grado riusciva persuadere il soldato di piantone, Rossero Mario, a recapitare ai famigliari una lettera. U Bensaia deve rispondere di falso documentale per avere, dal gennaio 1022 al gennaio 1923, dando il colonnello Antonicelli la direttiva o il tenente Bensaia la sua attività, fatto risultare nelle situazioni mensili e nei rendiconti trimestrali e sul quaderno « Bilanci a incassi ed utili inferiori al vero e inviando poi copia di tali rendiconti al Comando di Divisione. 11 capitano Beltramo anche di falso documentale poiché, quale segretario agli studi e direttore tecnico amministrativo dello spaccio cooperativo, per occultare alla divisione i maggiori ùtili della gestione dello spaccio, fece risultare sul rendiconto del Lo trimestre 1922. in accordo coi colonnello Antonicelli, elio dava le direttive utili interiori al vero e versati in meno qua. le residuo utile del trimestre solo lire 375,05 invece di 2320. 11 sold. Rosséró Mario, poi è accusato dì violata consegna, per il noto recapito della lettera. Un incidente Ultimata la lettura del documento sono ammessi a giurare 1 pochi lesti presenti ed i periti contabili: prof. Bollini e Orla d'accusa, prof. Tibò a difesa. S'alza quindi l'aw. Baravano, per chiedere che si dia anche lettura, della denuncia sporta contro l'Anloniccll!, ed in base alla quale il giudizio vennn istruito. Il p. m. risponde che acciò si possa far luogo all'inizio di un procedimento penale nei Tribunali Militari non è necessario intervenga un documento che costituisca una precisa denuncia. Il magistrato requirente può procedere sulla semplice scorta di notizie giuntegli; anzi se una denuncia intervie, ne in forma verbale l'avvocato militare ha l'obbligo di renderla per iscritto. Ln mancanza di una denuncia non può infirmare la regolarità della procedura. L'aw. Barava!le incalza e chiede sia. dato atto a verbale della inesistenza di una denunzia contro il suo difeso, chiede poi sia data lettura del I atto dell'avvocato militare perchè il Tribunale sappiti con quale precipitaf.".ma venne iniziata l'azione penale contro 1 Antonicelli. Anclie questo atto viene letto dal segretario. Segue la lettili a dello stalo di servizio di ciascun accusato. Ha cui appare che il colonnello Antonicelli è decorato eli tre medaglie d'argento al valore, della croce inglese, della medaglia d'oro serba, della Legion d'onoro, o di aline distinzioni militari per la sua azione in guerra. Il tenente Bensaia ed il capitano Beltramo sono anch'essi decorati di medaglia d'argento al valore, il solda^> Bos. séro, un montanaro di poco più di 20 anni, ohe .si trova a disagio all'udienza, tra tanta disciplina o tante uniformi e tante decorazioni, mori è molto noto al comando del reggimento cui apparteneva. Per contro però i carabinieri di Susa che hanno indagato lo giudicano un ottimo ragazzo Un incidente tra il P. M. e l'aw. Baravalle si ha in fin© di udienfti. Il difensore vuole si unisca agli atti la domanda di libertà provvisoria inoltrata molto tempo fa per il suo cliente. Il P. M. afferma che tale domanda non fu mai presentata, al che l'aw. Baravalle insorge vivacemente affermando di aver egli stesso presentato la domanda a mani del P, m. L'incidente clic potrebbe trascinarsi è trancato dal Presidente il quale dà assicurazioni che la domanda sarà ricercata. L'interrogatorio del tenente Bensaia L'udienza pomeridiana ha inizio, anziché coll'interrogutoi io del colonnello Antonicelli, con quello del tenente Bensaia, Il colonnello Anioiiicelli sarà interrogato per ultimo. Presidente all'accusato: — Faccio appello ai suoi sentimenti di soldato perche si espri- ma senza reticenze. Ella ha avuto una parto' n sottordino ih questa faccenda; narri cronologicamente i falli. Tenento Bensaia: — Fui assegnato alla Scuola allievi ufficiali al suo inizio, nel 1920. Dapprima fui assegnato come istruttore ad una compagnia di fanteria, poi fui addetto al vettovagliamento. Nel lebbraio 1021, quando il colonnello Antonicelli assunse il comando della Scuola, fui incaricato del mantenimento e del casermaggio. Provvidi perciò a prelevaro gli oggetti di casermaggio ed alla riverniciatura dei letti destinati agli allievi. Nel settembre 1021 lui assegnato alla Direzione contabile dello spaccio cooperativo istituito nella Scuola e chiamato a far parto della Commissione che doveva regolare lo spaccio. Presidente: — Lei fu il factotum dello spaccio. Questo dipendeva dalla fiducia che il colonnello Antonicelli riponeva in lei? — Si, io sentivo che egli aveva fiducia in me. Quando venne l'inchiesta del generale Cazzerà io ero al correrne della contabilità dello spaccio e di tutte le altro gestioni che mi erano affidate, mensa allievi, ecc. Presidente: — Ha parlato col colonnello Antonicelli la mattina in cui il generalo Gazzera si recò alla Scuola? — Sì, ed il colonnello mi disse: '«Se il generale Cazzerà domanderà se si sono ottenuti dei risparmi, non dica niente». Presidente: — Lo ha interpretate come un ordine queste parole? Dalle spiegazioni che 11 tenente fornisce parrebbe di si. L'accusato continua dicendo che il generale Gazzera fece la verifica di cassa, esaminò i registri, Ja gestione mensa, ecc., e chiese infine al colonnello Antonicelli, che aveva assistito all'inchiesta, se vi erano dei risparmi, il colonnello risposo che non ne esistevano. — Io — dico il Bensaia — non feci parola ultimata l'inchiesta, andai a Padova. Al ri torno, appena entrato nel mio ufficio, venne il tenente Cambino a dirmi che il generale Gazzera era stato informato della esistenza dei risparmi- Si decise di conferire col co. lonnello. Ci trovammo, io ed il capitano Beltramo, uria sera, alle 21. ili un caffè, per recarci dal comandante. Prima però parve utile parlare col maggiore Bucciante, che era in relazione di amicizia eoli'Antonicelli. Ed il Bucciante si offerse di venire con noi. Egli in quest'occasione portò con sé 0000 lire, che diceva deslinate all'acquisto di un piano forte per la figliola, per offrirle in prestito all'Antonicelli qualora gli fossero abbisognate. Il Bucciante sali nell'alloggio del comandante, mentre noi attendemmo in istrada. Dopo qualche tempo ci cliiamò, ed il colonnello Antonicelli ci accolse sorridendo. Si fecero dei conti ; egli aveva sul tavolo i denari clic-noi avevamo versato in 6iie mani. Questa circostanza .*oltopono l'accusato ad una serie di contestazioni e di domande da parie del P. M. e del Presidente, per stabili; ro se quei biglietti di banca fossero gli stessi che gli erano stali rimessi dagli ufficiali o so fossero di altra provenienza. Il Bensaia però afferma che nello scendere le scale, dopo il colloquio col comandante, il maggioro Bucciante fece vedere a lui ed al capitano Beltramo lo 0000 lire che aveva portato per offrirle all'Antonicelli in caso di bisogno. 11 tenente Bensaia fu chiamato poi dal colonnello, nel suo ufficio, dove aveva squadernati alcuni registri. Desiderava controllare le somme clic gli erano stale versate dal Bensaia slesso. Questi dello le cifre che risultavano dalle sue registrazioni, ina non si curò di conoscere le cifre che il colonnello teneva segnato nei suoi appunti. Quindi l'accusato fu interrogato dal generale Gazzera.t — Ebbi — dice il Bensaia continuando la sua narrazione — incarico dal maggiore Bucciante di verniciare i letti destinati agli allievi. Il Bucciante mi diede poi 120 lire che dovevano essere distribuite tra i soldati della caserma che avevano lavorato a verniciare i letti. Io le consegnai al colonnello Antonicelli dopo avere fatto firmare dai soldati stessi il modulo che restituì ai Bucciante. Un giorno i soldati vennpro da me a reclamare il loro compenso; li consigliai ad andare dal colon, nello. Questi, die aveva saputo frattanto la cosa, chiamò a sè i soldati e li punì con alcuni giorni di consegna per le proteste cui si erano abbandonati. Pres.: — Consta a lei che questi soldati siano poi stati pagati? — Non mi consta, e dopo della cosa non seppi più nulla. Lo spaccio cooperativo L'accusato passa a spiegare come funzionava lo spaccio cooperativo istituito nella scuola. In tolale ebbe a consegnare al colonnello Antonicelli. quali utili derivanti dalla gestione dello spaccio, ed eccedenti la percentuale prescritta del 5 %. lire 4*)20,.'K>. Pres. : — La Commissione per lo spaccio clie funzione aveva? — Faceva tutto il colonnello. Tutti gli altri siavano zitti. La Commissione non si iuteressava per niente, non si radunava, mai. Pres. : — Ebbe a farei rilasciare delle ricevute per le somme che consegnò al colonnello? — Una volta sola mi si rilasciò la quietanza, per un importo di 3300 lire. Uopo non la chiesi mai. D'altra parte non me la si voleva fare. Pres. : — Ma qualcuno sapeva di queste somme die lei (Uva all'Antonicelli ? — Io informavo sempre ogni volta, sebbene in via amichevole e confidenziale, il maggiore Alberti. Presidente, commentando: — Una finanza un po' allegra: tutto si riduceva n gualcite suo appunto personale, ma nulla di preciso. Continuando nella cronistoria dello spaccio, l'accusalo dice die ul secondo trimestre di vita dello spaccio si risolse di ribassare i prezzi. Questo provoò un deficit di 400 lire. I irezzi vennero nuovamente rialzati nel quarto trimestre, e questa misura permise di realizzare un guadagno di 330 lire, che il Bensaia passò al colonnello. Siccome poi Ja percentuale degli utili eccedeva quella consentita dall'Autorità superiore, del 5 %, si deciso di sottrarre settimanalmente 100 lire dal registratore-cassa dello spaccio, che era tenuto da un sergente. SI tolsero cosi in totale 1300 lire, che l'accusato passò al colonnello Antonicelli, senza ottenere ricevuta. A questo proposito, giova notare die le perizie hanno stabilito che per un certo periodo di tempo mancano i rotoltni di controllo del registratore. Presidente:. — Fu lei a consigliare questa sottrazione? — No; io la subii, come del resto poi diedi, per ordine del colonnello, periodicamente 90 lire al costituendo Circolo ufficiali. L'aecusato accenna alla proposta dell'acquisto di un triciclo o di un furgondno per conto dello spaccio, che avrebbe dovuto seguire gli allievi nello marcie, trasportando i generi di conforto.- Pres.: — Sa che questa proposta sia stata ispirala da ragioni di utilità o sia stata fatta invece per una volontaria o involontaria diflidenza verso il colonnello Antonicelli? — La proposta era stata fatta molto prima dell'inchiesta, e. mi pare; solo impegnasse quegli utili che si sapevano in mano del colonnello. - „ . a. Sfi, stdqninpBccopntospnlocdidsafdslaafifitudIamfnvfpfirgpatLtupdpmp—vddtssno Dell'inattività della" Commissiono 5nunìiiltrativa dello spaccio parla anche, a richiesta' el Presidente, il capitano Beltramo, il uale aggiunge clic la Commissione stessa on funzionava per amore dei quoto vivere, n quanto c'era chi lavorava, ed anche per paura del colonnello. Riprendendosi l'interrogatorio del tenente Bensaia, il Presidente gli chiede: — Chi faeva i contratti? Quale procedura si seguiva oi fornitori? — Non si facevano regolari contratti; si portavano i prezzi alla Commissione-, i fornitori erano scelti alcuni dal colonnello Anonicelli, il quale, d'altra parte, decideva sempre. Alcuni nomi di fornitori vonnero proposti dalla Commissione, ma il colonnello non sempre li accettava. Pres.: — Dove faceva J versamenti al coonnello? — Sempre in ufficio, in un primo tempo il' comandante riponeva i denari in un cassetto del suo tavolo, in seguito però se li metteya n tasca. Pres.: — Cosà sa dirci del contratto colla ditta Isolabella? — L'agente della casa Isolabella, che conoscevo, mi disse che se lo spaccio avesse acquistato i suoi prodotti, la casa avrebbe fallo dei doni alla Scuola. Io portai l'agente dal colonnello e si concluse che lo spaccio si sarebbe servito per due anni dalla Casa Isolabella. Questa, dopo i primi acquisti regalò alla Scuola dei mobili, degli specchi, ed altri arredi. Pres.:. — E a' proposito della partita dt fichi ? — Un giorno fui chiamalo dal colonnello il quale mi disse che voleva far venire dei' fichi dalia Calabria. Io dissi che se ne poteva far venire un paio di quintali, invece un bel giorno vidi arrivare undici quintali di fichi che io feci riporre nel magazzenoIl prezzo della merco però era elevato: 4,05 al Kg. Lo feci rilevare al colonnello il quale mi incaricò di spedire quindi una lettera al fornitore, il signor Panace, perchè addivenisse ad una riduzione del prezzo. Questo velino ridotto infatti poi a L. 3,50 il Kg. Pres. : — Veniamo alla gestione pane. £«l fu incaricato della vendita dei rimasugli di pane. Non faceva parte questo pane dei rifiuti rancio? — Quegli elle aveva l'appalto del Tifluti' rancio venne da me a protestare perchè» non gli si consegnavano i rimasugli di pane. Ne parlai al colonnello il quale disse che in base alle disposizioni regolamentari non gli competeva. Mi rifiutai di darglielo. Pres.: — E' questione controversa. La- questiono appassiona il Tribunale cli'S si indugia a discutere. La vendita di questo pane fruttò 4397,95 lire che il tenente Bensaia consegnò — dedotte 1000 lire, destinate al miglioramento del rancio alla truppa — ài colonnello Antonicelli., L'interrogatorio del cap. Beltramo E' interrogato ora il capitano Antonio Beltramo. Egli fu comandato alla Scuola Allievi ufficiali per l'insegnamento della tattica. Impiantò l'ufficio studi a cui fu preposto. Quando il colonnello Antonicelli fece le pratiche per istituire lo spaccio cooperativo fu chiamato col Bensaia e con altri ufficiali a far parte delia Commissione amministrativa. Ma, — dice l'accusato — solo Bensaia ed io lavoravamo; gli altri si mantenevano •Esenti dalla vita dell'ente. Come direttore tecnico dello spaccio dissi a Bensaia di fare una situazione mensile. Nel mese di dicembre 1921 si ebbe solo il 3,50 per cento di utili: si rialzarono i prezzi, si intensificò la sorveglianza' sul personale addetto allo spaccio e nel gennaio si ebbe l'8,50 per cento di profitto. In quei mesi presentai al comandante della scuola Ja minuta di una lettera alla Divisione in cui dicevo che l'utile era superiore alia percentuale consentita, ma che in seguito si sarebbero ribassati i prezzi. Il colonnello Antonicelli obbiettò che la Divisione avrebbe fatto osservazione ed avrebbe incamerato l'eccedenza. Tacqui; d'altra parte gli utili erano quelli che erano. Pres. — Ma anche le disposizioni Bono quelle che sono. — Ma non toccava a me farlo osservare al comandante. Mi sembrava poi una irregolarità più formale che sostanziale. Corressi la lettera c sostituì alla percentuale dell'8 per cento quella del 5,6. Si ribassarono i prezzi nel mese d'aprile e si ebbe un disavanzo che mi procurò un severo rimprovero. I prezzi vennero di nuovo rialzati. Ma ciò urtò la suscettibilità del tenente Rossotti che provocò una riunione della Commissione. Da quell'epoca io fui esonerato dalla carica di direttore tecnico. Pres. — Como J'infeipretò questo avvenimento? Pensò che si volessero sbarazzare di lei ? — No, d'altra parte io èro sovraccarico di lavoro. Nel periodo in cui io fui direttore tecnico la contabilità fu regolarissima. Al capitano Beltramo vengono rivolte torà dal presidente e dal p. M. domande e contestazioni a proposito di dichiarazioni fatte in istruttoria. Da alcune di esse trapelerebbe che l'accusato fu preso in una certa epoca da un senso di diffidenza verso il colonnello Antonicelli e propose anzi l'acquisto del triciclo per impiegare i fondi che l'Antonicelii si era fallo versare. L'acusato osserva che le sue dichiarazioni nel primo periodo di istruttoria si spiegano, in quanto in quel momento tutti erano suggestionati sembrando che l'inchiesto, che aveva duramente colpito l'Antonioelli, dovesse implicare tutti gli addetti! alla scuola. Un severo monito del Presidente Presidente: — Nel settembre 1923 ella volle die il colonnello le firmasse le quietanzo. Era mosso in questo da un senso di diffidenza? — No. sentivo una corresponsabilità che volevo eliminare. Presidente : — Secando la mia impressiono lei deplorava le irregolarità e cercava di far. rientrare il colonnello nella legalità. L'accusato spiega senza eufemismi che non poteva far rilevare al suo comandante lo. irregolarità che si lamentavano. Il Presidente osserva energicamente: — Questa è una idea disciplinare errata; so la coscienza si rifiuta di approvare un atto del superiore, si deve avere la forza di dirlo. no si sfalsa il concetto della disciplina, si deve- rientrare nell'ordine, gli ufficiali devono ritornare quelli di ante-guerra; il nostro mestieire è un sacerdozio, la nostra mentalità deve essere militare, diversa da quella civile. Il capitano Beltramo osserva, a mezza vo, ce: — E' questione di carattere. Presidente: — La volevo portare a questo. Come era il carattere del colonnello Antonicelli? — Autoritario; non si sapeva e non 61 po* teva trasgredire agli ordini suoi. L'accusato espone ancora le vicende della rivendita del giornali, che era stata da lui regolata, I proventi li versò sempre al colon* nello Antonicelli, facendosi rilasciare quie* tauza. Data l'ora iarda, la fine dell'interrogatorio del capitano Beltramo è stata rinviata a stamane* ..