Il testo delle due lettere

Il testo delle due lettere Il testo delle due lettere Ecco il lesto delle lettere scambiate fra Mac Donald e Poincaré. La lettera di Mac Donald a Poincaré a la seguente: :« Mio caro primo Ministro, «Il carattere amichevole della risposta che voi avete dato alla mia lettera del 2G gennaio, ini incoraggia a tentare di superare una nuova tappa nella esplorazione delle difficolta che sono insorte nelle relazioni dei nostri paesi rispettivi. Con la presento lettera il mio desiderio è di spianare la strada ad una intesa reciproca più compierà, passando in rivista senza riservo lo difficoltà che mi aspetiano, ed il modo con cui lo posso considerare la situazione. Nello stadio in cui siamo, io non voglio nò enti-oro in una discussione particolareggiata né formulare proposte determinate. Il mio disegno è unicamonte di farvi scorgere chiaramente il fatto che, secondo la mia opinione, le divergenze e le disputo del passato non erano assolutamente inevitabili, e di assicurarvi della premura 0110 apporterò in avvenire nel sottoporre ad un nuovo esame il problema intero nelle sue grandi linee, nei suoi elementi più essenziali. Correnti d'opinione pubblica «Nella corrispondenza che abbiamo già scambiato, abbiamo entrambi insistilo sullo esigenze ed il peso dell'opinione pubblica in Francia ed in Inghilterra. Io stesso mi sono sforzato non semplicemente di interpretare 10 vedute ed i desideri dei miei compatrioti, ma anche di rendermi conto, con uno spirito di simpatia, dello stato dell'oninione e dei bisogni della Francia. Esiste in Inghilterra un sentimento dltremodo diffuso, che, contrariamente alle stipulazioni del trattato eli Versailles, la Francia tenti creare una situazione che possa procurarle quello che essa non è riuscita ad ottenere durante i negoziati di pece fra gli Alleati. Quelli dei miei compatrioti che hanno questa impressione ritengono che questa è una politica che non può che perpetuare l'incertezza ed i pericoli di mia situazione che non sarebbe sta.to di pace bensì sialo di guerra, e che finalmente annienterebbe tutte le garanzie di sicurezza che la 1- rancia avrebbe temporaneamente ottenute. « Vi sono stati in Francia molti che hanno considerato che la sconfitta integrale della Germania li affrancherebbe automaticamente e per sempre da una minaccia, che — me ne rendo pienamente conto — era reale. Alcuni hanno creduto che, allo scopo di ottenere la sicurezza assoluta, lo frontiere della Francia dovevano essere estese al Reno. La loro aspettativa è stata delusa. Invece è stata loro offerta una garanzia solidale della Gian Bretagna o degli Stati Uniti di America. Indi, in seguito all'astensione dell'America', anche questa offerta è divenuta caduca. E da allora i francesi, con qualche giustificazione, hanno corcato altre più tangibili garanzie, du sostituire al trattato di garanzia. « Per quello clic concerni; le riparazioni il pubblico in Francia ha provato un'altra delusione; né le speranze virtualmente alimentate, che la vittoria aveva fatto nascine, né le valutazioni più specifiche fissate nel 1921, sono veramente in rapporto con le condizioni economiche, uuali esistono oggi. La situazione del nostro paese è del tutto diversa; la nostra sicurezza sulla terra e sul mare resta al riparo delle minacce; ma la nostra vita economica è stata messa in gravo pericolo in seguito non alia incapacità della Germania a pagare certe somme di riparazioni, ma alla profonda o persistente disorganizzazione, dei mercati di Europa, causala principalmente dalla incertezza che sussiste ncLle relazioni tra la Francia e la Germania, 0 al caos I economico che continua in Germania, come I lo rivelano chiaramente le violente fluttuazioni dei valori monetari, e finalmente por l'incertezza finale circa le relazioni tra la Francia e noi. E cosi è avvenuto che il popolo nostro deve guardare con inquietudine quella, che sembragli essere la determinazione della Francia, di rovinare la Geiniania, e di dominare sul continente, senza riguardo ai nostri ragionevoli interessi ed' alle conseguenze future sul regolamento degli affari di Europa; e cosi esso prova un senso d'apprensione in presenza dei grandi effettivi militari 0 aerei mantenuti non soltanto nella Francia orientale, ma anche occidentale; ed esso ancora è turbato dall'interesse testimoniato dal vostro Governo alla organizzazione militare di nuovi stati dell'Europa centrale; e. finalmente si chiedo perchè tutte queste formo di attività ricevano l'appoggio finanziario del Governo francese, senza tener conto del fatto che il contribuente britannico deve trovare tino a ?,0 milioni di sterline per servire gli interessi di prestiti folti in America, e che 1 nostri contribuenti devono pure versare larghe somme per paguro l'interesse del debito che la Francia ci deve, mentre da parie sua la Francia non ha iatlo. né proposto 111 fine, per questo debito, per quanto essi sanno, un sacrificio equivalente al loro La sicurezza è problema europeo « Sentimenti popolari di tale ordine, per (inalilo erronei possano anche essere, sono fattori che io 0 voi siiamo egualmente tenuti a prendere in con siderazione. Seoondo la mia opinione, è questo stato dell'opinione pubblica nei due paesi che ha vaiate le nostre relazioni, noi passato, e cho ha spesso condotto i nostri due Governi a lasciarsi trascimace a dispute circa i sintomi della malattia, senza sforzarsi, con tutta la chiarezza ed il buon senso necessari, "al ricercarne le cause. Questa è una situazione fondamentalmente mai6ana, che imi preoccupa molto, e che oso crederò deve turbare anche voi. Io desidero con tutto U cuore che io e voi tentiamo insieme di dare a queste due parti dell'opinione pubblica, in Francia od in Gran Bretagna. ]a sensazione che i timori, i risentimenti sono sulla via <ii diventare senza fondamento. Tuttavia il mio disegno non è oggi di estendermi su questioni come quella della Ruhr, della occupazione dei territori renani e del p.tlatinato; dirò semplicemente che nessuno di coloro che devono tener conto dell'opinione britannica attuale non può permettersi di chiudere gli occhi alla necessità, che urge, di venire su questo punto e senza ritardo ad accomodamenti. Mi rendo perfettamente conto che le divergenze di opinione che si sono manifestate circa questi problemi non 6ono che sintomi di una mancanza più estesa di scambievole fiducia. Io non vedo prospettiva per noi, di poter metterci d'accordo su questi argomenti, a meno clic non riusciamo dapprima, con una discussione franca e coraggiosa, a raggiungere l'unanimità sugli obbiettivi essenziali di cui questi problemi sono semplicemente sussidiari : poiché, quando considero le nostre relazioni sotto un aspetto più vasto, io non ho l'impressiono che i nostri obbiettivi siano tanto divergenti. «Il popolo francese desidera la sicurezza; il popc/lo britannico accarezza un ideale identico. Ma mentre la Francia concepisce la sicurezza garantita soltanto contro la Germania, l'Impero britannico attribuisce a questa parola un significato assai più largo: quella che noi desideriamo ò la sicurezza contro la guerra. Nel mio spirito il problema della sicurezza non 6 puramente un problema francese : è un problema europeo, che interessa egualmenio l'Inghilterra, la Germania, la Polonia, la Ceco-Slovacchia, l'Ungheria, la Serbia, la Russia, la Romania l'Italia e la Grecia. Può darsi benissimo che tra qualche decade gli uomini vedano arrivare il disarmo generale e l'arbitrato universale. Il nostro compito ne-ll'intervallo deve consistere nello stabilire la fiducia: e questo compito non può essere assolto ohe comprendendo bene e calmando i sospetti, i sensi di inquietudine internazionale, cho esistono neil momento attuale, e nel venero se questo obbiettivo imo essere parzialmente raggiunto con misure, di smilitarizzazione e di neutralizzazione regionali, con la creazione fra certi stati di strisce di territorio neutralizzato, posto 'sotto una garanzia od una sorveglianza reciproca, o anche collettiva, oppure con qualche altro mezzo. E' una questione che richiede dì essere accuratamente considerata nei particolari. E' un affare, credo, nel quale la Società, delle Nazioni, discutendolo ed eventualmente agevolandolo, potrebbe rappresentare una parte importante. E' una politica in favoro della quale si potrebbe incontrare il consenso 0 la buona volontà di tutti i paesi di Europa : ma è una politica che non può essere messa in efficienza altro che se la Francia e l'Inghilterra saranno d'accordo. Riparazioni di guerra e debiti interalleati « Alia stessa guisa che il popolo francese dovrà ottenere le riparazioni — ed esso le concepisce soprattutto sotto la foima concroia di versamenti fatti dalla Gei-mania per danni materiali causati sul . territorio francese — anche il popolo britannico desidera ardentemente riparare le devastazioni della guerra; ma per esso queste devastazioni devono interpretarsi in termini più ampi: mercati rovinati, potere di acquisto stroncato, decadenza del tonnellaggio, circolazione monetaria deprezzata ea instabile, disoccupazione. E' forse più difficile rappresentare le nonre « regioni devastate » sotto una forma di visuale definita: la loro ricostruzione sarà meno tangibile, e prenderà maggiore tempo; ma esse esistono tuttavia per noi, altrettanto crudelmente come esistono per la Francia; e finché un rimedio non sarà trovato lo sofferenze, le inquietudini attuali del nostro Impero continueranno. Tuttavia, prima di poter discutere questo problema, ci occorro evidentemente aspettar la relazione dei comitati di esperti; ed io lo faccio nella speranza elio essa sarà soddisfacente tanto per il vostro paese quanto per. il mio. Non vedo nessuna ragione che impedisca cho questo problema, so lo si abbiaderà nel suo aspetto uiTi largo, se lo si esaminerà' Insieme al ]!cb.ema dei debiti Interalleati, yenga

Persone citate: Gian Bretagna, Poincaré