Il Comizio ed il corteo del fascio

Il Comizio ed il corteo del fascioLa propaganda elettorale Il Comizio ed il corteo del fascio Si è svolto ieri mattina l'annunciata mani(•stazione elettorale fascista alla quale glelettori, i fascisti ed i cittadini erano statconvocati da manifesti firmati dalla Federazione provinciale fascista, dalla Segreteria politica che ordinava a tutti i fascisti d'Intervenire e da un. « Comitato sindacale fascista » elio si rivolgeva agli Inscritti allo Corporazioni. La manifestazione consistette in una riunione che avvenne alle oro 10 al Teatro Regio, affollato, ed in un breve corteo. Anostro massimo teatro — espressamente concesso dal commissario regio barone La Via — parlarono alcuni candidati della lista fascista. SI presentò al pubblico il segretario provinciale cav. Colisi-Rossl il quale, fra l'altrodisse che a nome del fascismo non faceva dichiarazioni d'ordine politico. SI limitò ad affermare, riferendosi agli oppositori che « noi saremo avversari leali, contrapporremo Idee ad idee, ma non tollereremo provocazioni ». Concluse dicendo che l'episodio elettorale è, per 1 fascisti, trascurabile giacchédisse, «11 fascismo non si parlamentarlzza »Quindi il vice segretario politico del Fascio.\arbona, si avanza alla ribalta e legge una lettera del segretario Gioita, costretto a letto da indisposizione. Il Giochi, che doveva essere uno degli oratori, nella lettera si scusa e quindi ricorda le origini e gli sviluppi defascismo. Ad un certo punto dice che di quesii tempi si parla troppo di uomini e troppo poco d'idee, e termina con una minaccia aglavversari : so essi non smetteranno l'opposizione a converrà riprendere le armi-, quelle ohe abbiamo deposto volentieri ». Prende quindi la parola il console Bagnasco, segretario generale della Federazione delle Corporazioni sindacali, poiché il suo apparire è salutato da applausi egli dice che gli interpreta come un rimprovero d'aver accettato, egli, che ò sempre stato contrario al Parlamento, di fame parte. Ma ne spiega subito il motivo, dicendo che 11 Parlamento potrà essere migliorato. Dice poi che l'attuale lotta elettorale è forse più di danno che dvantaggio al fascismo perchè Ila messo in luce troppi egoismi nati dal sacrificio delle camicie nere. Dichiara in seguito che va in Parlamento » solo per difendere i diritti delavoratori. La medaglietta non lo addomesticherà. Il giorno in cui non potesse più difendere e tutelare i lavoratori getterà la medaglietta nel letamaio e si ritirerà ». L'oratore ritiene ohe l'Italia deve diventare un potente impero del quale godranno per i primi lavoratori. « Ma occorre che il popolo spersuada — dice — di questa necessità e ch° i lavoratori si sentano, come sono, la parte migliore dell'Italia imperiale di domani ». Nizza, Corsica, Cantori Ticino, ecc. Al B;;gnusco succede il coinm. PedrazziEgli esordisce dicendo che la situazione elettorale è un panorama di rovine. Da una parte il fascismo forte e superbo, dall'altra tuttI residui del tempi passati. Esamina quindla posizione dei vari Partiti impegnatisi nella lotta elettorale, usando paiole molto aspre verso i popolari e gli unitari, secondo quanto era detto giorni fa in un comunicato ufficioso del Governo. Fa poi una punterella polemica contro quanti — nel fascismo e fuori di esso^ — ritengono utile una revisione del Partito, negando la opportunità e la necessità di qualsiasi revisionismo. E spiega che di fascismo « ha rinnegato quetanto di demagogia che aveva dovuto raccogliere iti un primo tempo », ed è arrivato alla Monarchia put partendo dalla tendenza repubblicana. Cito, ' Garibaldi e Crispi clicanch'essi, come altri, partiti dal repubblicanesimo sono arrivati alla Monarchia. Un accenno al Ho provoca un generale applauso che il pubblico, in piedi, invia al SovranoL'oratore proseguo e rileva la coincidenza della data odierna con gli avvenimenti dventotìo anni addietro. Precisamente il,niarzo 1896 avvenne la sciagura di Adua, in' quell'Eritrea che doveva essere la prima mossa verso i destini imperiali d'Italia. Qualcunoin galleria, a questo punto grida qualche cosa clic non arriva fino a noi. Tutti gli sguardi si levano verso l'interruttore, ma la cosa non ha seguito. Il Pedrazzi continua, e dice elio fai quel'occasione il <i romantico istrione della democrazia », Felice Cavallotti, aveva irriso alla sfortuna delle armi italiane gridando « Viva Menelick » in piena Camera. Questa affermazione dell'oratore suscita in galleria nuovi commenti e qualche protesta di cui non si capisce l'indole. Si accende un breve battibecco fra alcuni spettatori, ma ò prontamente sedato e il silenzio ritorna. L'oratore prosegue a sviluppare il suo concetto imperialista e ad un certo punto, infervorandosi, dice che « alla Francia che ci sbarra il passo, chiederemo Nizza e la Corsica, olla Svizzera ricorderemo il Canton Ticino e non dimenticheremo che in Dalmazia non abbiamo ancora la giuste frontiere ». Il Pedrazzi termina gridando Viva l'Italia, V'iva il Re, ciò che provoca una nuova manifestazione di devozione alla Monarchia. " La libertà c'è „ dice Fon. Mazzini L'ultimo oratore è il deputato uscente on. Mazzini, presidente della Lega industriale. Esordisce ricordando corno nella passata legislatura, nella costituzione del gruppi paiómentari, il gruppo dei deputati liberali si rovò ridotto a 17, perchè tutti gli altri erano atidati ad attrupparsi coi gruppi delle numerose democrazie che si erano nuora ormati. Dichiara che il Comitato orgonizzaore della riunione gli ha affidato il compito d'Illustrare l'opera del Governo fascista nei sedici mesi da che è al potere. Ma prima di fare tale esposizione, Von. Mazzini fa una raccomandazione d'ordine.-, pratico. Dice cioè che per i candidati del listone esiste un pericolo nel fatto che la sicurezza della vittoria può indurre gli eletori fascisti a non mettere tutto lo zelo necessario cer il buon esito della lotta elettorale. Occorro quindi, dice l'oratore, che tutti si adoperino, non solo per vincere, ma per are una grandiosa affermazione. I.'on. Mazzini rileva poi che la libertà, in Italia, c 6E lo dimostra dicendo che egli, dovendo per debito d'ulllcio leggere tutti 1 giornali, può constatare che quelli d'opposizione possono liberamente, espone i loro argomenti contrari al Governo. Dunque, dice, la libertà c'è. Certo, soggiunge, non si può tollerare quella liberà che lascia inattive le officine. Dopo di die, l'oratore passa ad esaminavo 'opera del Governò dell'oli. Mussolini, dichiarando che si varrà per tale esame dei giornali e delle riviste di opposizione. Comincia dalla riforma della scuola e dice che gli avversari hanno trovato qualche cosa di buono in essa. Le critiche mossele provengono, n suo giudizio, dalla Massoneria. Parla poi della abolizione dello Cassazioni e cita alcuni pareri di giuristi favorevoli. Entrando nel campo economico, l'oratore afferma che a politica governativa ha restituito la fiducia al capitale ed ha ridotto il giave dcllcitJepa^sando°'a parlare della politica finanziaria trova giuste le tassazioni dei contadini e dice che « i contadini non sono stati troppo lassati, perchè noi avevamo la impressione che essi guadagnassero troppo senza essere colpiti ». Subito dopo aggiunge: < 1 giornalacci elio per debito d'ufilclo sono costrotto a leggere, dicono che la politica del Governo è contro il proletariato. Menzogna spudorata, perchè, oltre al resto, gli operai guadagnano più adesso che non si sciopera più, di quanto guadagnassero gli ann> scorsi ». La tassa di successione Altro argomento che l'oratore tratta è la legge delle otto ore e definisce altra menzo. tna l'affermazione degli avversari i quali dicono che proprio tale legge ò contro le otto ore. L'onorevole Mazzini prosegue poi là sua rassegna elogiativa trattando del com. inerclo coll'estero, e della diminuita circola, zione. \ proposito del cambio parla del tracollo del franco belga a del franco francese e dice clie prevede l'obbiezione degli avversari- « Patiate del cambio coi paesi a moneta aurea, dollaro e sterlina ». E vi risponde subito con'un'ipotesi affermando essere sua convinzione che se ci l'ossa stato al potere uno dei possati Governi anche la Ura italiana avrebbe seguito la caduta del franco belga e francese. ' -, ,Ha poi parole di altissima lode per il «ai; nistro De Stefani che na abolito la tassa disuccessione, c In tuttq il mondo solo 1 Italia ha fatto una legge cosil ». Afferma che questa ìlforma ha rinsaldato la famiglia, e smentito lo previsioni del sovversivi uno dei quali — egli soggiunge -• « il ballerino, il buffone, on. Labriola, posandomi una mano sulla spalla, nel 1920, ebbe a dirmi : « Caro Mazzini, la borghesia è finita! ». Pure l'aumento del valori di Stato, la diminuzione della disoccupazione, ^incremento del porto di Genova, l'esercizio delle ferrovie 6ono argomenti di lode per l'oratore. A riguardo dei ferrovieri licenziati dice che fu misura dolorosa, ma necessaria perchè « prima le ferrovie era. no l'Ospizio di carità del fannulloni «. Fatta quindi una rapida incursione nel dominio della politica estera, l'oratore riassume la sua esposizione In un'esaltazione dell'azione complessiva del Governo e rinnova le sue raccomandazioni ai fascisti per. die compiano il loro dovere di propagandisti e di elettori. Termina con un devoto saluo al Re, che il pubblico sottolinea con grandi applausi. La manifestazione oratoria, durante la quae tutti coloro che bau parlato sono stati applauditi, è'finita. La folla esce alla svelta perchè sono quasi le 12. In Diazza Cnstello si forma il corteo che raggruppa parte del pubblico che era in teatro. Precede la banda fascista, poi viene la milizia, quindi le formazioni civili, ed i gagliardetii dei Sindacai. Per via Roma la colonna si reca in piazza C'irlo Felice dove la milizia sfila davanti al generale Perol. Sul piazzale della stazione l corteo, che si è svolto senza incidenti, si scioglie alle 12.20. *~* A proposito di candidati l'aw. Carlo Ca. stino, ex-presidente della Sezione Associazione mutilati c invalidi di guerra ci prega di rilevare per evitare equivoci che il candidao della lista fascista dissidente 6 il signor Annibale Castino di Canelli, cieco di guerra. n morte della Duchessa di Genova S. Ai. il Re alle condoglianze Inviategli dall'Università di Torino per la morte di S. A. IL aa Duchessa di Genova si compiacque di far rispondere col seguente teegramma al rettore senatore Biondi: « Sua Maestà in Re molto sensibile alle condoglianze da lei espresse a nome di codesto Ateneo, ringrazia vivamente quanti erano da V. s. On. rappresentati nella gentile manifestazione. — Generale Cittadini ». Assemblea del Sindacato fascista dottori in scienze economiche I soci del Sindacato dottori in scienze economiche si sono adunati in assemblea duiante la quale il dottor Milone lesse una hiara relazione sull'opera svolta dal Sindacato circa il recente riconoscimento giuridico, costituente la più travolgente vittoria he i dottori in scienze commerciali abbiano mai conseguito ai fini della loro condizione egale. DI detta relazione approvata per acclamaione, venne per proposta de! dottor Adamo, deciso darne la massima diffusione, specie per quanto concerne l'opera svolta e da svolgere, ondo documentare vie più l'opera fativa dei Sindacati delle professioni intelletuali. Approvata la relazione finanziaria fatta dal sindaco dottor Vassallo, venne quindi etto e pure approvato lo statuto sindacalo al cui riguardo interloquirono i dott. Adamo, Bedogni, Bosia, Verdun, Nardone, Addario, Xicosia, ecc. 11 dottor Roccavllla espose nelle ue linee fondamentalie il regolamento proessionale qual'ò opportuno sia propugnato dal locale organismo sindacalista, ricevendo mandato di Continuare l'opera intrarresa, operando d'accordo col segretario del Sindacato. Si procedette quindi alle elezioni del Diretorio che risultò costituito dai dottori Adamo, Federici, Zlmol-o, Nardone, Roccavllla, Vasallo di Castiglione, Verdun di Cantogno; egretario dott. Milone. La festa delle matricole all'Università La tradizionale « deposizione dello matriole » dell'Università è stata fatta ieri matina secondo lo immutate regole goliardiche. Alle dieci e mezzo anziani u fazioli » e maricole sono usciti in corteo, discretamente numeroso, dal cortile dell'ateneo dirigendosi verso piazza Castello. Tutti gli studenti poravano il berretto a punta delle varie faoltà e seguivano le massime autorità della erimonia le quali montavano tre cavalli bardati a colóri vivaci. 11 corteo percorse via Pietro Micca, piazza Solferino, via santa Teresa è per via Roma tornò al luogo di partenza. Nel cortile dell'Università le «vlissime matricole » furono inginocchiate batezzate ed iniziate ufficialmente al fasti della goliardia. Lo fig-ure del pontefice massimo, del rettore della cerimonia, del lettore, del argello e dell'araldo furono rappresentate ispettivamente dagli studenti Gozzano. Mela, Vigliani, Prato e Conti. 11 caratteristico rito venne celebrato con grandi clamori e seguito alla ammirazione molto chiassosa degli stuenti spettatori. Fu suonata la campanella niversitaria e verso mezzogiorno le festa si huse riversaltdev la folla studentesca nella orrente carnevalesca di via Po. Salme gloriose Alle ore la di ieri giunsero da Mestre !e alme gloriose dei seguenti militari toriesi : capitano Pietro Buwlcsono, tenente Anonio Gilardi, sottotenenti Benedetto Maengo e Federico Boario, sergente Pietro Turigliatlo, o soGd-all Vincenzo Biglionc, Cario Serra, Attilio Ferrerò, Rosolino (muso. Giuseppe Godane. Lorenzo Rossi, Franesco Carola, Pietro Viora e Mario C.iuogllo. A cura dei necrofori n.nnicipn<li i eretri vennero deposti nella cappella arente della stazione. Alla pietosa funzione ssistevano l'ispettore del servizio mortuario rof. cav. Ramfoaudi e la signora Benedetta Ghiiiogilia presidente dell'Associazione madri vedevo dei caduti. Con queste salme di orinesi ne arrivarono puro altre diciotto estinale a comuni vicini, fra cui quella loriosissima dello, medaglia d'oro sottoteente Umberto Sacco, che proseguirà per Alba. • Per l'Asilo notturno L'Asilo notturno che è stato cosi largamente sorretto dai nostri lettori, i quali urono assai generosi di offerte, ha proveduto in questi ultimi anni ai rifornimenti più necessari ed ha capitalizzato il esiduo delle somme raccolte dalla Slamni, perchè gli interessi possano fornire lla benefica istituzione i mezzi di espliare la propria opera di assistenza. Ad ccrescere questa disponibilità finanziaria annuale un Comitato presieduto dal g1'uff. Do Angeli ha escogitato una nuova orma di oblazione, istituendo un libretto on otto tagliandi coi quali il possessore può ritirare gratuitamente da alcune ditte altrettanti doni. 11 libretto sarà posto in endita a venti lire ed il Comitato spera giustamente di poter così raccogliere una omma sufficiente ad accrescere i mezzi finanziari dell'Asilo. I libretti saranno poti in vendita martedì. ♦ Fellegrinaggi Anche quest'anno saranno organizzati dalapposita commissione diretta da Mons. Garella parecchi pellegrinaggi, il primo dei uali sarà effettuato dal 6 al 12 maggio col eguente itinerario: Torino, Modane, Lyon, Ars, Paray le Montai, Paris, Lisieux, Paris, Dijon, P.orlarllcr, Sempione, Domodossola, Torino»