Le lettere scambiate tra Mac Donald e Poincaré

Le lettere scambiate tra Mac Donald e Poincaré Le lettere scambiate tra Mac Donald e Poincaré (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, 3. mattino. Ecco il testo delle lettere scambiate Ira Mac Donald e Poincaré. La lettera di Mac Donald a Poincaré è. la seguente : « Mio caro primo Ministro, « il carattere amichevole della risposta che voi avete dalo alla mia lettera del 2C gennaio, mi incoraggia a lenlare di superare una nuova tappa nella esplorazione delle difficoltà che sono insorte nelle relazioni dei nostri paesi rispettivi. Con la presente lettera, il mio desiderio è di spianare la strada ad una inlesa reciproca più completa, passando in rivista senza riserve le difficoltà che mi aspettano, ed ■il modo con cui io. iiosso considerare, la situazione. Nello stadio in cui siamo, io ■non voglio ne entrare in una discussione particolareggiata ne formulali; pr.opo.str, detcrminate. Il mio disegno c unicamente di farvi scorgere chiaramente il fatto che, secondo la mia opinione, le divergenze e le dispute del passato non erano assolutamente inevitabili, e di assicurarvi della premura che apporterò in avvenire, nel sottoporre ad un nuovo esame il problema intero nelle sue grandi lince, nei suoi elementi più essenziali. Correnti d'opinione pubblica «Xclla corrispondenza che abbiamo (l'à 'scambialo, abbiamo entrambi insistilo sulle esigenze ed il peso dell'opinione i>ubblica in Francia ed in Inghilterra, lo 'slesso mi sono sforzalo non semplicemente dì interpretare te vedute ed i desideri 'dei miei compatrioti, ma anche di rendermi conto, con uno spirilo di simpatia, Hello stalo dell'opinione c dei bisogni della Francia. Esiste, in Inghilterra un sentimento pltrempdo diffuso, che, contrarla•foicnià allo stipulazioni del trattato, di Versailles, la Francia tenti create una situazione che possa procurarle quello the essa non è riuscita ad attenere durante i negoziati di pace fra gli Alleati. Quelli dei mici compatr.oti che hanno ■gucs'ta impressione, ritengono che questa 'è una politica che non può che perpetuare l'incertezza ed ì pericoli di una situazione che non sarebbe stato di pace, bensì 'filato di guerra, e che finalmente, annienterebbe tutte le garanzie di'sicurezza che la Francia avrebbe temporaneamente, ottenute. «Ti sono stali in Francia molti che hanno considerato che la sconfitta integrale 'della Germania li affrancherebbe automaticamente e per sempre da una minaccia, the — me ne, rendo pienamente confo — iera reale. Alcuni hanno creduto che, allo scopo di ottenere la sicurezza assoluta, le frontiera della Frauda dovevano essere estese al Reno. La loro aspettativa è stata dtlusi Invece è slata loro offcrla una ■garanzia solidale della Gran Brettagna e degli Stali Uniti di America. Indi, in seguita all'astensione. dell'America, anche questa offerta è divenuta caduca, E da allora i francesi, con qualche giustificazione, hanno cercato altre più tangibili garanzie, da sostituire al trattalo di garanzia. « Ver quelle clic concerne Te riparazioni il pubblico in Francia ha provalo un'altra delusione.; ve lì speranze virtualmente alimenta'.c, che la vinaria aveva fatto nascere, nò le valutazioni più specifiche fis sale nel 192J, «Mio veramente in rapporto con le condizioni, economiche, quali osi stono oggi. La situazione del nostro paese è del tallo diversa, la nostra sicurez za sulla terra c sul mare resta al riporo delle minacce ; via la nostra vita economica è stala messa in grave pericolo in seguito non alla incapacità della Germania a pagare certe somme di riparazioni, ma alla profonda e persistente disorga nizazzioue dei mercati di Europa, causa la principalmente dalla incertezza che sussisle nelle relazioni fra la Francia e la Germania, e al caos economico che continua in Oeruinia, come, lo rivelano chiùrumente le violente fluttuazioni dei valori monetari, e finalmente per l'incertezza finale circa le relazioni fra la Francia e noi. E cosi è avvenuto che il popolo nostro deve guardare con inquietudine quella, che sembra essergli la determinazione della Francia, di rovinare la Germania, e di dominare sul conducine, senza riguardo ai nostri ragionevoli interessi ed alle conseguenze future sul regolamento degli affari di Europa ; e cosi esso prova un senso d'apprensione in presenza dei grandi, effettivi utilitari e aerri mantenuti non soltanto nella Francia orientale, ma anche occidentale ; ed esso ancora i: turbato dall'ini eresse testimoniato dal vostro Governo alla organizzazione militare, di nuovi stati dell'Europa centrale ; e final■mente si chiede perchè tulle queste forine di attività ricevano l'appoggio finanziario del Governo francese, senza tener conto del fatto che il contribuentc britannico deve trovare fino a 30 milioni di sterline per servire gli interessi di prestili fatti in America, e che i nostri contribuenti devono pure versare larghe somme per pagare l'interesse del debito che la Francia ci deve, mentre da parte sua la Francia non ha fatto, nè proposto di fare, per questo debito, per quanto essi sanno, un sacrifi'■tv equivalente al loro. Lii sicurezza è problema europeo « Sentimenti popolari ili l''le ornine, per 'quanto erronei /iu;.sc!"" •■'■••che essere, fono fattori che io e vol'xìavui •nii!iUir::> le tenuti a prendere in considerazione. Secondo la mia opinione, è questo stalo dell'opinione pubblica nei due paesi che ha viziale le nostre relazioni nel pussalo, e che ha spesso condotto ì nostri due Governi a lasciarsi trascinare a dispute circa i sintomi della malattia, senza sforzarsi, con tutta la chiarezza ed il buon senso, necessari, di ricercarne le cause. Questa è una situazione fondamentalmente malsana, che mi preoccupa mollo, e che oso credere deve turbare anche voi. Io desidero con tutta il cuore che io e voi tentiamo insieme di dare a queste due parti deli opinione pubblica, in Francia ed in Gran Brettagna, la sensazione che i timori, i risentimenti sono sulla via di diventar': senza fondamento. Tuttavia il mio disegno non e oggi di estendermi su questioni come quella della Ruhr, della occupazione dei territori renani e del Pa lutinalo ; dirò semplicemente che nessuno di coloro che devono tener conto dell'o pinione britannica attuale non può permettersi di chiudere gli occhi olla necessità, che urge, di venire su questo punto e senza rilardo ad. accomodamenti. Mi rendo p_crfcltamente conio, che te diker genze di opinione che si sono manifestate circa questi problemi non sono che sintomi di una mancanza più estesa di scambievole fiducia, lo non, vedo prospettiva per noi, di poter metterci d'accordo su questi argomenti, a 'meno che non riusciamo dapprima, con, una. discussione, franca e coraggiosa, a raggiungere l'unanimità sugli obbiettivi essenziali di cui questi problemi sono semplicemente sussidiari: poiché, quando considero lo nostre relaioni sotto un. aspetto più vasto, io non ho l'impressione che i nostri obbiettivi siano tanto divergenti. «Il popolo francese desidera la sicurezza ; il popolo, britannico accarezza un ideulc identico. Ma vienile la Francia con-, cepisce la sicurezza garantita soltanto contro la Germania, l'Impero britannico attribuisce a questa parola un significato assai più largo; quella che noi desideriamo e la sicurezza contro, la guerra. Nel mio. spirilo, il problema della sicurezza non è puramente un problema francese' e un problema europeo, che interessa egualmente VInghilterra, la Germania, la Polonia, la Ceco-Slovacchia, l'Ungheria, la Serbia, la Russia, la Romania, l'Italia e la Grecia. Può darsi benissimo che tra qualche decade gli uomini vedano arrivare il disarmo generale, e l'arbitrato uniucrsale. Il nostro compito, nell'intervallo deve consistere nello stabilire la fiducia; e questo compilo non può essere assolto che comprendendo bene e calmando i sospetti, i sensi di inquietudine internazionale, che esistono nel momento attuale, e nel vedere se questo obbiettivo può essere parzialmente raggiunto con misure di smilitarizzazione e di neutralizzazione regionali, con la creazione fra certi stali di strisce di territorio neutralizzato, posto sotto una garanzia ed una sorveglianza reciproca, o anche collettiva, oppure con qualche altro mezzo. E' una questione che richiede di essere accuratamente considerata nei particolari. E' un affare, credo, nel quale la Società delle Nazioni, discutendolo ed eventualmente agevolandolo, potrebbe rappresentare una parte importante. E' una politica in favore dalla quale si potrebbe incontrare il consenso e la buona volontà di. lutti i paesi di Europa ; ma a una politica che non può csesrc messa in efficienza altro che se la Francia e l'Inghilterra saranno d'accordo. Riparazióni di guerra e debiti interalleati Alte slessa guisa che il propolo francese dorrà ottenere le riparazioni — ed esso le concepisce soprattutto sotto la. forma concreta di versamenti [atti dalla Germania per danni materiali causali sul territorio francese — anche il popolo britannico desidera ardentemente riparare le devastazioni della guerra ; ma per esso queste devastazioni devono interpretarsi in termini più ampi: mercati rovinali, potere di acquisto stroncato, decadenza del tonnellaggio, circolazione monetaria deprezzala ed instabile disoccupazione. E' fórse più difficile rappresentare le nostre « regioni devastale „ sotto una forma di visuale definita: la loro ricostruzione sarà meno tangibile, ,• prenderà maggiore lem ppo: ma. esse esistono tuttavia per noi, aU tretlunlo crudelmente come esistono per la Francia; e. finché un rimedio non sarà trovalo, le sofferenze ,.. le inquietudini attuali del nostro Impero continueranno. Tuttavia, prima di poter discutere, questo problema, ci occorre evidentemente aspettare la relazione dei Comitati di esperii ; ed io lo faccio nella speranza che essa sarà soddisfacente tanto per il. vostro paese quanto per il mio. Non vedo nessuna ragione che impedisca che questo problema, se lo si abborderà nel suo aspetto più largo, se lo si esaminerà insieme al problema dei debili interalleati, venga risolto in un tèmpo prossimo, dando all'Inghilterra la speranza di un ristabilimento economico prassijio, ed alla Francia l'assicurazione che le sue giuste domanda saranno accolte. Anche qui se la Francia è la Inghilterra possono mettersi d'accordò, la cooperaziunc degli aliti paesi di Europa sarà assicurata : e ci sarà divenuto possi- M/c presentale'! agli Slitti Uniti ili Altieri- • :• non "'ini ri disputano tra di loro, ma come un'Europa unica e vivamente desiderosa, per mezzo di sacrifici scambievoli, di guarire i mali di cui i nostri popoli oggi soffrono. « E' su basi, di late natura che vorrei discutere con voi t nostri problemi rimasti in sospeso. Se posìsamo realizzare un accordo su principii generali, e se guesti Hpreb! principii jiossono essere esposti ai nostri popoli rispettivi, e se l'opinione pubblica sarà diventata fiduciosa, allora non è dubbio che i nostri problemi sussidiari, per quanto imbrogliati e spinosi possano essere diventali, non saranno difficili a risolversi. He, d'altra parie, noi ci lasciamo impegolare velia massa dei particolari;-che hanno preso origine intorno a situazioni ed a problemi come quelli della Ruhr, dei territori renavi e del Palalinato, allora i nostri scopi ulteriori si oscureranno nuovamente, e ricadremo nello stesso circolo vizioso >: penoso di controversie e dispute su problemi che possono avere la loro importanza, ma che non tono essenziali. E' dunque nella speranza di cotture cosi di fare un passo indietro, che mi sono sforzato in questa lettera di indicare, quelli che considero i dati essenziali del problema. Lo ripelo, mio caro primo ministro: non sì potrà apportare rimedio alla situatone dell'Europa — questa è la mia convinzione — che con un'azione comune della Francia e dell'Inghilterra, intrapresa con piena simpatia per i bisogni dell'una dell'altra, ed avendo saggiamente riguardo per gli interessi dei mondo intero. ■1 quest'opera di coopcrazione io sono interamente pronto. « Ilo l'onore di essere vostro, sinceramente, « llamsay Mac Donald ». "La Francia ossessionata da dne ordini di preoccupazioni,, Ed ecco la risposta di Poincaré: « E' con vivo piacere che ho letto la vostra tetterà, così fiduciosa ed amichevole. Sono completamente d'accordo con voi, tanto nell'esposizione, che voi fate delle questioni da regolarsi, quanto nel metodo che voi prendete in considerazione per- risolverle. Come voi, lo non vorrei oggi'tntrare in troppi particolari nè formulare proposte concrete. Tengo a dare l'assicurazione che sono pronto ad abbordale con voi l'esame dei grandi problemi che rimangana in sospeso, ed apparterò a\ questo scopo lo stesso sparito di'conciliazione e di lealtà di cui voi siete animalo. Avete ragione di dire che l'opinione pubblica si è spesso orientala nei nostri 2>acsi sa punti di vista diversi ; ma sono sicuro che, con una scambievole buona volontà, noi riusciremo a giungere senza fatica a dissipare questi deplorevoli malintesi. « La Francia è ossessionata, dopo la firma della pace, da due ordini di preoccupazioni. Essa aszrira alla riparazione dei suoi danni materiali, ed allo stabilimento definitivo della sua sicurezza. Da parte sua, la Gran Bretagna, di cui la guerra ha profondamente turbala la vita economica, desidera anzitutto la restaurazione dei mercati europei, la ripresa generale del lavoro e la stabilità delle relazioni internazionali. Lungi dall'essere inconciliabili, gli interessi ed i voti dei nostri due paesi sono del tutto concordanti ; e tanto gli uni che gli alci non possono essere soddisfatti che cogli stessi mezzi. Quando noi chiediamo le nostre riparazioni e la nostra sicurezza, noi non obbediamo a sentimenti strettamente egoistici; cerchiamo semplicemente di realizzare le basi d'una pace duratura per l'Europa. Senza questa pace, fondata sulla giustizia, la vita copimordala ed industriale di cui l'Inghilterra desidera la rinascita, non sarebbe disgraziatamente 2)Ossibile. il giorno in cui la Francia sarà indennizzata delle sue rovine c messa al ripuro dalle aggressioni, l'intero continente avrà maggiori proba? bilità di ricuperare la sua stessa tranquillità. "Nessun francese ragionevole ha mai pensato...., « Quelli tra i vostri compatrioti i quali credono che la Francia pensi o abbia pensato all'annientamento economico c politico della Germania, si ingannano. Creditrice delta Germania, la Francia non commette certamente la pazzia di voler ridurre il suo debitore alla miseria. Essa è AnM j interessala a clic la Germania lavori, ; a a ù a a a - produci', sì. rialzi ; e se essa non iiii<:w}> che questo risorgimento possa spingersi sino all'egemonia non ha, per proprio, „, „,„„ „„ „. ,. ! eonto, alcun pensiero ascoso iti suprema- zia continentale. Essa npn ha ncppu.r disegni ambiziosi che le vengono talvolta attribuiti in Inghilterra, e che sono in contraddizione con tutti ì principii di una democrazia repubblicana. Nessun francese ragionevole ha mai pensato di annettere una particella di suolo tedesco, ni di l'are di un tedesco un cittadino francese. In nessun momento, hi durante i 'negoziati generali della paca né poi, una prelesa di tale genere è stata emessa. La Francia, che si è battuta a fianco dell'Inghilterra per la libertà dei popoli, & altrettanto intapace, come l'Inghilterra, di attentare a questa libertà. All'infuori della Alsazia non abbiamo mai reclamalo il. Reno conte - Vvirsi del Reno come di una base militare ai per un nuovo attacco contro la Francia. frontièra. Abbiamo soltanto chiesti' la Germania non [osse più vadronu di che Abbiamo chiesto che, nell'interesse della pace generale, quel fiume [ormasse una barriera contro possibili aggressioni. Era il pensiero che aveva espresso il maresciallo Foch all'indomani dell'armistizio. Nè il generale in capo degli eserciti alleali nò H Governo francese del. 1919 hanno avuto per un solo istante, Vìdea d'annettere al lerrlorio francese un solo centimetro quadrato di territorio tedesco. Quanto a me, eh? ero (M quell'epoca presidente della Re-pubblica, ho francamente esposto la mia, opinione al presidente Wilson ed a Llogd ! George, in. una leti 'era del i'S aprile 1919. Avrei credulo prudente prolungare l'occupazione della riva sinistra del Reno sino all'esecuzione definitiva del trattato. Ritenevo che era il mezzo più sicuro per indurre la Germania a liberarsi al. più presto dei suoi obblighi-, Essa del resto aveva adottalo questo stesso metodo, nel 1871. Ma da quel momento era ben- inteso, come I" è oggi, che io sono contrario a qualunque annessione. Gli armamenti francesi e i prestiti alia Piccola Intesa «Quali che siano le delusioni che essa ha potuto provare, e che voi non contestate, la Francia dunque non ha mai cercalo nulla all'infuorì di quello che le è stato riconosciuto dai trattati. Se questo trattato fosse stato eseguito essa non si sarebf-b mai lamentala. Non ha concepito il giorno della vittoria speranze illimitale, né ha contato su ricuperi impossibili. Essa ha soltanto sperato che le sarebbe stato pagato quanto le era dovuto, ed ha semplicemente contalo sul rispetto delle firme scambiate. Tra gli errori di apprezzamento che commelte a nostro riguardo una parte dell'opinione pubblica britannica, quello che ci sembra più incomprensibile e ei,c ci rattrista maggiormente c quello che si riferisce ai nostri armamenti militari. Vi sono veramente in Inghilterra persone che suppongono che la Francia possa fare, preparativi fratricidi contro il loro paese? I nostri, stabilimenti militari o aerei sono esclusivamente destinoti a difenderci conIrò i tentativi di rivincila della Germania. | Noi abbiamo troppo di frequente subito] invasioni per non essere costretti a pre-\munirci contro di esse. Se i nostri stabi-] limenli sono disseminali in tulio il nostro territorio, ciò si deve alla nostra, organizzazione amministrativa ed ai bisogni della nostra mobilitazione, che non ci permettono di concentrarli lutti nell'est. Ma il nostro esercito, la nostra aviazione non sono segni di diffidenza verso l'Inghilterra, come la fiotta aerea c marittima britannica non è, nel nostro pensiero, una minaccia per la Francia. La nostra politica verso gli Stali della Piccola Intesa ha sempre avuto lo slesso carattere pacifico. Aspettando che ci siano date, se possibile, garanzie più efficaci per il mantenimento della pace, noi abbiamo tenuto a conservate il contatto con tutte le nazioni che hanno interesse all'applicazione leale dei trottati da cui è uscito il nuovo statuto dell'lìuropu. Xon vi è in questo nulla che possa dare ombra all'Inghilterra; perchè sin dal primo momento noi non abbiamo cessato dal proclamare.' che consideravamo la sua. adesione a questo gruppo di | amicizie come la migliore garanzia per la pace. Facendo prestili agli Stati alleati dell'Europa centrale, per fornire loro le risorse necessarie alla loro difesa, non abbiamo compililo nulla che possa impoverirci od impedirci, di pagare i nostri stessi dchiti: poiché gli anticipi, che abbiamo consentili, lo sono stali soltanto per mezzo di pegni certi. « Su lutti questi punti sono convinto che le franche spiegazioni, dale in pianai luce, nielleranno fin 2)ue*i, ad interpretazioni inesatte, e distruggeranno le prevenzioni ispirale da informazioni erronee ed incomplete. Per ricondurre più sicuramente le nostre due opinioni pubbliche ad un giusto appre . nei nostri rispettiti, ' i zamento delle cose, io penso, come voi, ; che dovremo innalzarci al di sopra delle j questioni di interessi: secondario, ed urere soprattutto di. mira l'avvenire della nostra patria e la [elicila dell'umanità. Noi abbiamo occupalo la Ruhr per decidere la Germania ad adempiere ai suoi obblighi verso di noi, e per vincere la resistenza accanita dei magnati dell'industria germanica. Questo mezzo di pressione cesserà, come noi abbiamo annunziato, il giorno in cui la Germania avrà dimo- ] strato la sua reale intenzione di soddisfare \ì suoi obblighi. D'altra parte, l'occupa- j ] zione della Rcnania finirà quando le con-i o a l n , a a . , o e i o e è o i a i e i o o o ai a r e dizioni del trattato saranno adempiute, e la nostra sicurezza sarà garantita. Gli esperti non tarderanno senza dubbio a presentare il loro rapporto. La Commissione delle riparazioni ed i Governi alleali esamineranno, secondo le rispettive attribuzioni, le opinioni date dai tecnici. Potremo poi, lo spero, giungere rapidamente ad. un regolamento d'insieme, c ottenere che la Germania, eseguisca i suoi obblighiti Vi ringrazio di. dirmi che considerale la questione dei debiti, interalleati come collegantesi a quella delle riparazioni. E' infinita meni e desiderabile che essa possa venire regolala nello stesso tempo. Il Governo della Repubblica ha poi, come il. Governo britannico, la ferina intenzione di fortificare ed ingrandire il. compito della Società delle Sazioni. Se non fosse dipeso che da noi. essa avrebbe, avuto sin dalie, origini mezzi, di azione più polenti di duelli di cui è stala dotala. Soi formiamo il voto che essa trovi, nella fiducia crescente degli Stali che ne fanno parte, lidia l'autorità di cui ha bisogno per assolvere efficacemente la propria missione. Possano ben presto ì progressi rhe essa realizzerà e lo sviluppo dell'arbitrato intemazionale permettere alle nazioni dì procedere ad una limitazione coordinata degli armamenti, che non esponga ; più pacifici alle imprese dei più bellicosi. « Che si tratti d'altronde di aumentare il prestigio della Società delle Nazioni, ili . affrettare la riparazione dei disastri della i, " , ,. , . , . guerra, o di consolidare la pace del mondo, io ho, come voi, la convinzione che » risultati, saranno tanto più rapidi e tanto più lieti, in quanto che l'intesa ira i nòsiri due. Stali sarà più stretta. Sono fica' i nascente di averlo voi stesso cosi netta- , ; m,.lli(. „germatO: Come voi, io non posso e j concepir* una Inghilterra od una Francia e a a i a l - e separale l'ima dall'altra, o anche indifferenti Vuna all'altra. San e soltanto la Francia, non è soltanto l'Inghilterra che dovrebbero pagare il riscatto di questi dissensi ; ma sarebbe tutta l'Europa, tutta lu umanità. Noi dobbiamo alla civiltà di rimanere uniti. Poicliè ì nostri due Governi hanno la coscienza di questo dovere, non è possibile che non ci intendiamo per 'adempirlo. ' « Credete, mio caro primo ministro, a' a- j sentimenti della mia sincera devozione. n-i « Poincaré.

Persone citate: Altieri, Poincaré