Nuova conversazione tra Mac Donald e Della Torretta
Nuova conversazione tra Mac Donald e Della Torretta Le questioni a-uglo - italiane Nuova conversazione tra Mac Donald e Della Torretta (Servizio spedalo della « Stampa») *• Londra, 27, notte. II nostro ambasciatore marchese Della Torretta ha visitato oggi il Foreign Office, dove lia conferito personalmente con Mac Donald. Il tenia del colloquio fu nafuralmento la questione del Giubaland con annessi e connessi. L'esame dei documenti relativi non essendo ancora terminato, a causa di tante altre questioni che sono serto in questi giorni ad assillare il primo ministro, la discussione ha dovuto marcare il passo. Quindi niente di nuovo, almeno nel campo del concreto; mentre in quello dello parole si è già detto anche troppo e poco valgono f soliti referti ufficiosi di carattere affidante o viceversa. Frattanto lo voci dello presunte intenzioni francolìle di Roma, in fatto di poli tica mediterranea, si sono provvidenzial mente spente. Esso venivano da Parigi c si può applicare la vecchia massima del •■< cuf borio? ». La immensa maggioranza di questi .giornali non le raccolse nemmeno e se noi, per dovere di cronisti, le riportammo, fu per smascherare certi giuochi che vengono combinati sulla Senna. E' utile che avvengano gli scandali, poiché essi servono a far conoscere meglio la gente. 11 Daily Herald ospitò la storiella e tralasciò di pubblicare la smentita di Roma, forse in parie per inesperienza e in-parte per un certo animus di alcuni dei suoi scrittori verso il fascismo in genere, mentre questa volta non era in questione il fascismo, bensì la politica nazionale italiana. Quanto al Daily Tclcyraph, il secondo e tUtimo giornale che recò un accenno all'incidente, è bene che i lettori soppiano che questo giornale possiede urr'icollaboratore diplomatico per gli scritti del miale il giornale assume una certa responsabilità attribuendoli « al nostro collaboratore diplomatico » e che talora ospita anche altre noterelle di politica estera sotto la firma di « un osservatore politico » e presentate in tal modo come coinvolgenti la pura responsabilità dell'informatore. E' una procedura forse discutibile ma certamente non illiberale e serve a prospettare anche punti di vista eterodossi. Comunque cadrebbe in errore chi pensasse che il Daily Telegraph, pubblicando la noterella di lunedì scorso sotto la responsabilità del suo informatore straordinario, intendesse fare un gesto di irritazione verso il nostro Governo. Il suo collaboratore diplomatico, che è realmente l'informatore estero autorizzato e accreditato del giornale, continua nello stesso numero, in pagine realmente importanti, a fare osservazioni che, ad esempio, riconoscevano nell'Italia il diritto di lagnarsi nei riguardi del Giubaland e, sia pure in modo involuto, cercavano di cooperare a sempre migliori accordi fra i due paesi, escludendo implicitamente ogni esistenza di sospetti sulla condotta dell'Italia. Ciò non toglie che varie questioni devono essare realmente poste in chiaro e che varie difficolta sopravvivono. La loro sopravvivenza ò comprovata appunto dal fatto che attraverso le pubblicazioni scaturite da Parigi, qualcuno si è ovviamente affrettato a pescare nel torbido. Sarebbero lontani fra noi, senza volerlo, coloro che, guardando all'Inghilterra laburista d'oggi, immaginassero che esiste una «contraddizione che non consente»; sarebbe una immaginazione molto deleteria per noi. Nel campo della politica estera la contraddizione non esiste, a meno che non si voglia puerilmente crearla con fantasie introspettive. Il più caloroso sostenitore del Governo, in campo liberale, ossia il Manchester Guardian, fa «co oggi agli argomenti del Times e delì'Obsercer a favore della massima condiscendenza inglese verso l'Italia nei riguardi del Giubaland. Il giornale si sente in dovere innanzi tutto di parlare un po' male del «segreto patto» di Londra, ma è convinto in ogni modo che occorra tenervi fede. Certo la posizione è costellata da dettagli diffìcili anche di indole locale (i famosi pozzi del GiubalandJ, ma « non dovrebbe essere impossibile per i cervelli combinati di due Ministeri degli esteri europei escogitare qualche soluzione pratica e la riapertura delle conversazioni non dovrebbe essere differita». Il Manchester Guardian conclude: « La nostra migliore politica sarà di trattare l'Italia in questa questione con ogni possibile generosità, anziché tentare di fare uso della questione medesima come di un'arma di mercanteggiamento al fine di ottenere altri risultati i quali, benché desiderabili, non possono in questo momento realizzarsi ». M. P.
Persone citate: Della Torretta
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