Il capitano Biselli nei giudizi di superiori e colleghi

Il capitano Biselli nei giudizi di superiori e colleghi Il processo dei veleni a Bologna Il capitano Biselli nei giudizi di superiori e colleghi Un uomo che pretende ad ogni costo d'essere avvelenato - Omaggio alia giustizia borghese ( Dal nostro inviato speciale ) Bologna. 27 seta. T,r" neve clic stamane \inrio più rome si dice, a Jarslic faJrte, fl che ha reso difficili le ro. iinieax/toni, non Jia diminuito Ja folla. La curiosità elida la buferai . Una puntatina di 25 lire L'udienza i-i inizia, colla deposizione di un tosio molto importante: il tenente colonnelli! Leonardo Cicnnarelli, un nonve che o ricorso molte voi (in duranto il dibatiimeuto c che ricorrer.^ fpessissinio. Epli conobbe il Rieelli nel luglio del 19JSI e lo trovò un bravo ufficiale. Fu testimonio del filo matrimonio etl in quella occasione le famiglie Bini, Risclli e la tanaglia del colonnello allacciarono amici si u. Poicht al Casino CorKhesi si ballala — .prosegue il colonéllo — ci facemmo soci per d«re modo siilo nostre famiglio di partecipai* ai tra-tIpiiinirnti domenicali, r quindi si comincio a frequentare quelle salo. In un pomeriggio di domenica, la signora Bi6clli mi disse di .indare a cercare il marito, che non •vedeva più. Girai per tutto le sale, ed in una sala >rriuf" al tavolo da giuoco trovai il Biselli che giuocava. Era la prima volta clic mi accorgevo dell'esistenza di quella sala. ». 11 colonnello spiega periiho in quella occasione incaricò il Biselli di fare ima puntatina di S5 lire per suo conto. E polche vide che le So lire divennero 50, un .-litro giorno il Biselli propose altro gluocate. « Jo avevo le 50 lire della precedente volta, e. diedi tulio perchè puntasse lui, che seguiva il giuoco seduto al Involo munire io ero frammisto ai curiosi in piedi. A questo proposito segnalo che ho letto sui giornali una idiota deposizione... ». Proc, gen.: — 51a esatta. Teste: — Si tratta di un testimonio o due che dissero elio io insistevo a fare giuocare il Biselli per mio conto, tantoché questi, seccato, mi dava sommo non effettivamente vinte. Respingo sdegnosamente questa supposizione errata .-he nvi offende. Presidente: — PerO 1° diro che il Biselli attribuisce alla sua insistenza la sua perdi. zioue. . . . x_. .■ •j>s-t.e>. _ in pn che per salvarlo ho fatto di tutto. - -Il colonnello narra che seguito per una quindicina di giorni con quelle puntate sulla base di in lire. Presidente: — E in quesli quindici giorni lei ■vinse sempre? Teste: — Finche ero io, vincevo e perdevo. Ma si trattava di somme insignificanti. Noi si andava insieme tutti i pomeriggi. Io acquistavo un pacco di HO « flches », e credo che il Biselli ne prendesse uno da 500. Quando10 perdevo, smettevo subito, mentre il Biselli continuava, e venni a sapere che giuoco grosse somme. Lo faceva non di giorno, ma di sera, quando le puntate diventavano rilevanti, e si abbandonavano le modeste « 11clies » per pulitore biglietti di banca. Ufficiale di picchetto... Il colonnolo narra: — Una volta la signora Alda venne da. me a lamentarsi che suo marito fosse sempre di lucchetto armato, cosi alla sera come, alla notte. Non volli mettere la discordia Ira i due coniugi, ma compresi clic si trattava di un pretesto, perchè il Biselli, essendo ufficiale pagatore, non poteva essere di picchetto. Io chiamai il Biselli, consigliandolo a non frequentare di notte le 6ale del Circolo, ma più la sua famiglia, un giorno il Biselli venne da me dicendo che desiderava mettere su casa dasolo e dividersi dai suoceri; ma per le spese gli occorrevano migliaia di lire; e aveva chiesto denari, per ima speculazione di cavalli, per cui mi pregava, se il suocero me ne avesse parlato, di incitarlo. Io non risposi no. si, uè no; ma piti tardi, parlando col suocero, questi mi racconto una serie di disgusti, di guai, di dissidi famigliari, in causa della condotta del capitano. II leste si addentra, a questo punto, nella esposizione dei debiti del Biselli, pagati e non pagati. Una sera ebbe la visita della signora Celina Bini, la quale era in preda a viva eccitazione, perche il Biselli le aveva portato via la figlia di casa; ed anche ella raccontò una serie di dolori. — Mandai a chiamare — continua il teste — il Biselli; e quindi gli ricordai, tra gli eltri episodi edificanti, oggetto della mortificazione dei suoceri, il fallo della laurea falsa. Biselli ebbe, uno scalto, ed esclamò: — Come!, sospettano anche di quella? osano dire che e falsa? Presidente: — Dunque, fece credere anche a lei che era vera? Teste: — Sicuro: aveva l'abilità di far credere quello che voleva... Un giorno seppi che era tornato a giuocare, e aiìdai a prenderle» al t Casinò Borghesi ». Era infatti atavolo di giuoco. Lo tolsi di là, e lungo la strada gli mossi aspri rimproveri. Giunto sotto il portone di casa mia, mi gettò le braccia al collo, piangendo, e mi disse: — Ho perduto al giuoco 22 mila lire!... — Glordinai subito di lasciare la pensione, ove spendeva cento lire al giorno, e rientrare in famiglia; e mi recai dal suocero, Pietro Bini, per convincerlo a riaccoglierlo in casaed aiutarlo. Non era facile cosa persuadere11 Bini a sborsare denaro; ma si mostrò pròpenso ad accogliere in casa il genero, purché partisse subito per Modena, allo scopo di farsi aiutare finanziariamente dalla famiglia, per farsi pagare i debiti. Quando tomo da Modena, il Bini portò con sè duemila lire e gli orecchini della madre. Lo ospita•in casa mia; e all'indomani combinai un abboccamento tra moglie e marito. Vennero infatti in casa mia, colla signora Alda, anche i genitori; ma la riconciliazione msembrò fredda. Ricordo che, avendo lasciato alcuni minuti i coniugi soli, il vecchio Binesclamò: — Ma come? Li lasciate soli? — Obbietta!: — Sono in casa mia! Biselli non l'ammazzerà mica! — Quando diedi i quattrini e gli orecchini al suocero, ricordo che questi si mise, ad esaminare gli orecchini con una IpiiIc. per sincerarsi se le pietre non fossero hiisc. Un giorno il suocero mi disse: — Non vogo più in casa sua, perchè dicono che io la secco. — Ribattei che non era veroo pregai il capitano Piselli di dirmi elli era stato l'individuo che aveva detto una simile cosa. Bue giorni dopo il Biselli mi disse, con tono di innocenza: — Cosa vuole! mio suocero è cosi taciturno! e non mi ha voluto confessare elli gli ha riferito quella frase! — •Sfido iol Seppi poi che chi l'aveva profferita era stato precisamente 11 Biselli. Il dfssidio tra i due colonnelli Presidente:' — Per un certo periodo dtempo ella non ha lasciato l'esercito? Teste: — Effettivamente chiesi Ja aspettativa. Ma OTa ho ripreso servizio. P^ideni": — Tra lei e il colonnello n'Arenine non ci fu un dissidio per causa deBiselli ? Teste:' — Si. Il colonnello D'Arcaine, che Comandava il Jfl.o Artiglieria, voleva che tutti gH ufficiali de! reggimento fossero solidali col Biselli, e lo a.-^isir-ssero a spada trailaIo invece sostenevo che era preferibile un contegno neutrale: un'aperta difesa del Piselli non mi sentivo di prenderla, preferendo lasciare il corso alla giustizia. Non ci fu naturalmente più accordo tra noi due colonnelli in una questione cosi delicata; od essendomi stato riferito che sarei stato traslocato, chiesi l'aspettativa. Ma poi sono ritornato al mio vecchio 2.o reggimento di artiglieria da campagna. Presidente: — Sa che al 19.0 si giuocasse?Teste : — So che si facevano alcuni pohJcerint... Presidente: — Hat creduto che il Biselli abbia potuto perdere somme cosi rilevanti? Teste: — Molti non lo credevano. Di giorno non perdeva certamente; ma di sera faceva giuocate l'orti. Una notte guadagnò 16 mila lire. A chi gli suggeriva prudenza, rispondeva: — Voglio sbancare un po tutti. — E fini che gli altri sbancarono lui. La deposizione incisiva, energica, 6 cosesaurita; ed il teste è licenziato. Giacomelli Noemi, amica della famiglia Bini seppe r.he il capitano giuocava. Una volta trovò la eignora Alda mestissima, c chiese che cosa fosso successo. Ella rispose: «Ci siamo allontanati da casa. Siamo o , * a o o — — 6 — i a a c cattivi. Vada dulia mia mamma a dirle una buona parola ». In che mani è capitata quella donna Uopo la morte del Pietro Bini, la leste si recò dalle signore per la visita di condoglianza. Nell'entrare in casa vide due donne che uscivano da un negozio in quello vie: .auze e le udì mormorare: «Altro die Caffé Pago! In che mani ó capitala quella donna!» — «Entrata in casa Bini — continua la leste — seppi che lo signore erano andate dall'avvocato. La cosa mi interessò, perdio ero stata appunto messa in allarme dalle parole «li quelle due uonne, in istrada ». La test* narra poi particolari giù. noti; o cioc che il, giorno 13 il genero aveva preparato la tavola ed il caffè e latte, e clic, dopo bcvutolo, i suoceri si sentirono male. La Bini le raccontò che il genero si era recato dal medico del reggimento, clic aveva potuto constatare, mediante analisi, che si trattava di cicuta o belladonna, per la qua! cosa gli ordino un contraveleno. 11 contraveleno, come dissero ieri i farmacisti, era un puro c semplice calmante a baso di morfina ; ma il Biselli fece erodere alle duo donne che fosso un potente contraveleno ». Siccome la leste insisteva perché fosse fatta l'autopsia del cadavere, il capitano le dissu sottovoce: «Ma non insista nell'idea dell'autopsia, perdio mia suocera ha paura che il marito la maledica dall'altro inondo... » — La suocera invece subuo dopo manifestò alla teste dio non era affatto contraria all'autopsia. Ed anche questo particolare impressionò la teste, la quale notò che precisamente il capitano era contrario all'autopsia, e sosteneva che il Biselli era morto per sincopo. « Io — continua la teste — chiedevo al capitano perchè non si facesse l'autopsia; ed il capitano rispondeva: e Non sono io a fare il caffè! ». Ed io, di rimando: « Ma è stato lei a prepararlo nelle tazze 1... » Più tardi, ad autopsia avvenuta, mi disse: » Non ero io che avevo interesse a fare sparirò mio suocero, ma mia suocera, per la tresca col nipote Gino, so tutto: ho dei papiri... ». La leste aggiunge: «Risposi: — Produca i papiri.; ma, per carità, non accusi! — Il Bidelli mi raccontò: «Ho deciso di mettermi in mano dell'avvocato Paoli ». Bisposi: «Ha fatto bene, perdio è un valoroso avvocalo I... ». Presidente, all'a.vv. Paoli: — Vede come è sincera la teste ! [ilarità,). Paoli. — Non accetto ! Insomma il Biselli voleva allontanare la autopsia; però la Difesa nota che il particolare circa la tresca, la teste non lo disse al giudice istruttore. Teste. — Non lo dissi per delicatezza. Mi sembrava di non fare cosa conveniente per la famiglia e per il capitano. Imputato (ironico). — Grazie I Bonzi Francesco, tenente dei Carabinieri. — Nei giorni in cui il Biselli si trovò a Fumalba (Modena), era piuttosto preoccupato; si notò in paese che ffiuocava, Difesa. — A briscola. Teste. — Si fa presto in un paese a passare per giuocatore: basta giuocare alla sera a tresette. E narra che il Piselli si dava premura di tenere nascosti i giornali al fratello. Avv. Paoli. — Era amico del farmacista? Teste. — Il farmacista era un burlone... Presidente. — Si fecero indagini su questo farmacista, perchè si sospettò che il veleno fosse venuto da Fumalba. Un "crousier,, che non ricorda Giuseppe Dellavalle. croupier del casino Borghesi, dovrebbe essere interrogato circa un debito che era a cognizione del colonnello Gennarelli; ina il teste comincia col negare di aver parlato col colonnello Gennarelli. Presidente (sorpreso):' — Ma cornei Ss ha. avuto perfino un confronto col colonnello l Teste: — Mai avuto confrontil Presidente: — Ma si; il 17 maggioI Teste: — Mai visto nessuno] — {ilarità prolungata). E il teste insiste a dire che non ha avuto mal alcun confronto. Presidente: — Ma si. caro croupier! Cerchi di ricordare... Il Cancelliere legge il verbale di confronto; ed allora il teste si risolve a ricordare, « a riconfermare tutto. E' quindi licenziato. Teste, con un grande inchino: — comanda altro ? Presidente: — Se ne vada! se ne vadal Il teste so ne va, con nuovi grandi inchini, salutando 1 difensori ed i giornalisti, i quali rispondono al saluto sussurrando: — Banco! banco 1 — che suscita una ilarità generale. Dottor Arturo Cerrinl, capitano medico del 19.0 Artiglieria, depone: — La matina del 14 agosto venne da me U capitano Biselli. che mi raccontò che suo suocero era stato colto da disturbi, vomiti, crampi, schiuma alla bocca, ecc. ; e ini chiese se questi disturbi potessero essere stati prodotti dal caffè. Mi fece vedere caffo e surrogato. Bisposi che, trattandosi di surrogato in uso molto comune, la • cosa mi sembrava molto singolare. Gli prescrissi un calmante, consigliandogli di chiamare il medico se le condizioni si fossero aggravate. Mi chiese inoltre se il caffè potesse contenere sostanze venefiche; ed io lo esclusi, poiché il surrogato era in commercio. Mi domandò se si potesse fare esaminare; ed io gli risposi: — Certo, ma in laboratorio. Presidente: — Bicorda che il Biselli gettò via il contenuto della bottiglietta che aveva seco ed il pacchetto del surrogato nel secchio dei rifiuti? Teste: — Se lo dissi in istruttoria, sarà vero. Presidente:' — Le disse che aveva" cercato 11 medico durante la notte e che non gli era stato possibile trovarlo? Teste: — Questo me Jo disse. Presidente: — E' proprio sicuro? La circostanza è importante. Teste: — No sono sicuro. Come è risaputo; il Biselli non cercò nessun medico nella notte, ed andò a chiamare il dottor Mocali soltanto nel pomeriggio. Presidente: — Sussiste la circostanza ohe ella versò sul palmo della mano, sulla polvere di Fago, un certo acido, e ne risultò una reazione per la quale disse: — Si tratta di cicuta o di belladonna... Teste: — No, no. Infatti poi il Biselli attribuì detta circostanza al dottor Mocali. Imputato. — Vorrei che il teste dicesse se egli versò effettivamente un po' di caffé sul palmo della mano. Presidente. — Ma questo non conta. Lei più tardi si corresse, dicendo che era stato il dottor Mocali a fare questa esperienza; e sappiamo che col dottor Mocali non parlo die nel pomeriggio... L'udienza pomeridiana si apre colla deposizione della signora Molina Gina Gennarelli, moglie del tenente colonnello Gennarelli, del 19.o ari. Bicorda come conobbe i coniugi Biselli dopo il matrimonio e ripete cose già detto dal marito. La teste dà schiarimenti circa il debito di ventimila lire che il capitano aveva venso il maresciallo Mugnai ed aggiunge che suo marito si era interessato con pregiudizio per sè e per le sue occupazioni per assistere il Biselli e riconciliarlo colla famiglia dopo tante traversie, li Pietro Bini aveva sempre raccomandato a suo marito di vigilare il Biselli, ed aggiunge che fra il Biselli ed il colonnello del l9.o, D'Arcaymc, esisteva molta amicizia e ciò gli aveva riferito il capitano Izzo. Questi, die è presente al banco del testimoni, chiede di parlare. Chiamato a confronto colla signora Gennarelli, dice che non Ita mai parlato di queste cose. La teste insiste vivacemente e nel pubblico si determina un sensibilissimo rumorio di commemi animati contro la teste. E' questa la prima manifestazione del pubblico in questo processo. 11 capitano Izzo era creditore verso i! Biselli di diecimila lire ed insisteva pr"=fo il lenente colonnello Gennarelli perchè lo inducesse a pagare. Mio marito. — dice la teste — avrebbe risposto: Ma perchè si rivolgo sempre a me? Si rivolga il colonnello D'Areayme. — No, rispose il rapuano Izzo, il colonnello è troppo amico eli Biselli. Il capitano I/zo nega vivacemente di aver detto questa frase. La signora insiste. — Giudicheranno i giurali I — commenta l'avvocato Paoli. Presidente (ironicamente). — Lei ha già giudicalo ! ]•'.' richiamalo il tenente colonnello Gennarelli. ledi afferma che il debito di ventimila lire non era verso il maresciallo Mugnai, ma verso un suo cognato. Tutto si ridusse ad una mediazione del Mugnai tra il cognato ed il capitano. proc. Gen. — il capitano Gianotti ha detto olir il rolonnrllo molestava il capitano Biselli perchè al Casino Borghesi giuocasse Per lui, tantoché una volta il Biselli gli diede cento lire di una vincita die effettivarnfnlo non era. avvenuta, pur di levarselo d'intorno. 11 colono. Gennarelli nega che ciò sia avvenuto. IV chiamalo in confronto il capitano Gianotti, il tinaie dichiara: — Ripeto che l'imputato Biselli mi disse: Anche quando perdevo io davo al colonnello Gennarelli cento lini per togliermelo dintorno perchè mi seccava. Proc. Gen. all'imputalo. — E' vero quanto dice il capitano Gianotti? Imputato. — E' vero. 11 colonnello Gennarelli rimane stupito ed. indignalo. 11 presidente lo calma dicendogli: — Colonnello, tutto il suo contegno è stato paterno, tale che non può meritare che enromio. Quanto ha fatto per il Biselli non 10 hanno fatto neanche i suoi difensori. Se tutti avessero fallo quanto ha fatto lei, forse il Biselli ora non sarebbe Ih! Proc. Gen. — Che contegno teneva la buocera quando lei consigliava lo suocero a pagare i debiti del genero ? Teste. — La suocera consigliava il marito a pagare, perché diceva che in fin dei conti si trattava del marito della loro figlia. Alle prese con cinque medici... Dopo qualche altro testimonio di secondari;! importanza, viene interrogato il dottore Mora! di San Giovanni di Valdaruo, meri irò ili quel professore Mondello, il quale ritiene di essere stato avvelenato dal surrogati! Fago. Il medico dichiara che trovò 11 Mondello malato di nevrastenia e di arteriosclerosi. E' di importanza capitale sentire 1! professore Mondello che, essendo citato come teste, viene chiamato subito. E' il noto avversario del sismografo Bendandi, con cui ebbe vivaci polemiche. Ma. per ora, l'ha soltanto col surrogato Fago. Na.'ra. come di passaggio, mesi la a Livorno, andò a Irovare un suo cugino che gli offrì del caffè. Presidente: ~- E del vino Aleatico... Teste: — Non ricordo l'Aleatico. Presidente: — Ma se ne ricorda suo cugino! Il leste quindi narra che, uscendo dopo che aveva preso quel caffè, senti la testa intontita, un generale malessere, tantoché non poteva più tirare avanti a piedi e dovette prendere una carrozza per andare all'albergo-. — « Mi sembrava di morire. Venne un medico e constatò che il mio cuore era sanissimo, che che avevo un numero limitatissimo di pulsazioni. Neppure egli capi di che cosa si trattasse ». All'indomani stette meglio, ma poi stette ancora malissimo e continuò un mese in questa alternativa. Nel pomeriggio era preso da contrazioni agli arti. Un dottore mi trovò sintomi di arteriosclerosi. Un altro dottore scoperse che, passata la crisi, i sintomi di arteriosclerosi scomparivano. Un terzo medico, il dottor Moral, diagnostirò una forma nervosa aggravata da arteriosclerosi. Un quarto medico, il prolessore frugoni, non seppe dare una spiegazione esatta. « Diagnostico un esaurimento nervoso che io respingo »... dice il teste. Un guinto medico lasciava dubitare trattarsi di una forma di intossicazione professionale perchè io, iu quel tempo, mi occupavo nell'industrta della lignite. Io rimasi della mia opinione che, cioè, mi avesse fatto male il caffè a Livorno. Presidente: — fi caffè lo prese anche la signora? Teste: — Si, ma non ebbe alcun disturbo. Presidente: — Sa clic il suo cugino usasse il surrogato Fagu? 'Leste: -- Non lo usava. Presidente: — E allora. Dio buono!, lei che è professore perchè le è venuto in mente di scrivere una simile lettera al giudice istruttore? — Il Presidente legge infatti questa lettera nella quale il professore Mondello denunzia di aver subito disturbi eguali a quelli del Bini in causa del caffè. 11 presidente commenta, tra l'ilarità generale: — Suo cugino, che è di buon senso, le disse che invece di scrivere al giudice istrut. tore avrebbe potuto rivolgersi a lui e chiedergli se aveva usato del surrogato; cosi la Giustizia non si sarebbe disturbata. Testo: — Ma io non ho detto di aver bevuto del surrogato Pago, ma ritengo che l'avvelenamento fosse dovuto al semplice caffè, il caffè del Brasile è trattato con le palle di piombo per farlo passare per Moka. Questo lo si sa da tutti. Ho risieduto al Brasile per duo anni e so come viene trattato il caffo. Presidente: — Mi dica adunque il nome di uno stabilimento in Italia dove il caffè sia trattato cosi. Teste: — Non lo so. Presidente: — Ed allora mi sa dire come 10 posso controllare le sue affermazioni? Testo: — lo parlo di caffè del Brasile... Presidente: — Ed io le posso dire che di quel caHè ne ha preso suo cugino, sua moglie e nessuno ha avuto disturbi. Il Mondello, che ora pare stia benissimo., è licenziato e si reca al banco dei giornali! sti, approfittando di una sospensione di udieuza, allo scopo di spiegare il metodo delle palle di piombo per cambiare il caffe del Brasile in Moka... Ma c'è vn altro .avvelenamento, o presunto avvelenamento iu giro. Viene all'udienza i] dottore Castellini. Narra che venne chiamato a consulto presso una certa Borlatini che aveva disturbi allo stomaco ed era in condizioni gravissime. Il caffè che avvelena? Il feste racconta che la sera prima la Borlatini aveva preso caffè con surrogato. Ebbe poco dopo vomiti, dolori agli aiti, contra. zioni, ma guari II leste ebbe l'impressione che si sia trattato eli una forma di avvelenamento. Poiché questa donna fu curata andie dal prof Pctroni di Firenze, questo è citato telegraficaniente. Ed intanto è interrogata la stessa BorIalini. E' una povera donnetta che racconta 11 suo caso. Erano molti giorni die non f;i <:«va colazione col caffo perchè di solito faceva colazione con un bicchiere di vino e pan.". Uacco fece la sua vendetta. Dopo preso i! cafre, senti uno strano malessere. I due me diri suddetti la salvarono. Presidente: — Di questo caffè gli altri di famiglia ne bevcllero? Teste: — Soltanto io. Presidente: — Lei crede ohe il suo male sia ventilo dal caffè? Teste : — io racconto 1 fatti come so. Presidente: — DI che cosa era fatto calle '.' Toste : — Di caffè naturale e di un pezzo di Fago. sul capitano Biselli informazioni buone dai sero al vero. Un giorno seppe che al Casino Borghesi un ufilcialc giuocava. Si inforniò ed avendo appreso che si frullava del Biselli. lo richiamò dicendogli che si ora in tempi Critici ed era meglio non dare uno spettacolo simile. Non si allarmò soverchiamente perche si giuocava durante le feste da ballo, mentre vi erano tante autorità a cominciare dal Questore, Prefetto, Sindaco, funzionari, gène rali ecc. Il teste prosegue dicendo che un giorno seppK die il Biselli eia in condizioni critiche ponilo aveva contrailo debili con Ire ufficiali del reggimento e coti uu congiunto del suo maresciallo. Parlai subito col suocero il quale evidentemente era furibondo contro il genero; diceva che 11 capitano voleva condurlo alla rovina. Cercai di calmarlo ricordandogli che :il Biselli era giovane c clic in fin dei conti era marito di sua figlia e perciò occorreva salvarlo ad ogni costo. Hiuscii .'i farmi prometterò che lo avrebbe aiutato, sia pure non dotalmente! purché non «.vessa più giuncato, e sono sicuro che da quell'epoca il Biselli non giuoco più. Il colonnello denone su circostanze già noie Uno ai giorno della inurlc del Bini ed al ritiro delle due donne in un convento: — Capi che era successo qualche grosso litigio in famiglia. 11 Piscili, che era in licenza, arrivò puntualmente alla scadenza della :ma licenza, ed egli gli diede ordine di presentarsi al Procuratore del He, anzi lo condusse <>gli stesso perché non voleva che fosse eventualmente arrestato lungo ]ix strada. Presidente: — Alla notizia del mandato di cattura lei rimase molto male? Teste: — Si, provai un forte dispiacere. lo non sono di carattere freddo conio il Biselli..! Avv. Paoli: — 11 signor colonnello sa che a Firenze il capitano Piselli davanti ai giurati asserì per la prima volta di aver ricevuti tre buoni del Tesoro in dono dallo suocero. Vuole diro quale fosse l'umore dello suocero in quel tempo? Teste: — Circa i Buoni non so. Le relazioni mi sembravano cordiali. Sembrava ben disposto, ma era sempro sospettoso. Presidente: — Era attaccato al denaro? Teste: — A ine sembrava molto attaccato. Aveva stentato a guadagnare, stentava nello spendere. presidente: — Chiamò lei gli ufficiali a rapporto dopo l'arresto? Teste : — SI. Dissi loro che una grave disgrazia era capitala sul reggimento ed aggiunsi che, in attesa del corso della Giustizia, a cui lanciavo libero campo, non dovevamo diminuirgli lu nostra stima. So anche che queste ndo parole furono travisate nel senso che incitassi gli ufficiali a parteggiare per il Biselli. Non l'ho fatto, né sono nonio capace di farlo. Presidente: — Mi compiaccio che lei ed i sud ufficiali abbiano fiducia nella giustizia borghese alla quale spetta unicamente di dire l'ultima parola. L'udienza si chiude con alcune deposizioni di pc'Cu conto. 11 generale Dallarigo Armando, comandante la Divisione di Bari, c'nu fu incaricato dal Comando del Corpo d'Armata ili Firenze di inquisire sul caso Biselli e sulle responsabilità di ordine disciplinare e amministrativo in confronto degli ufficiali che ebbero con lui rapporti, dichiara, che non riscontrò nessuna irregolarità contabile amministrativa nei riguardi del Biselli o dei colleglli, circa il giuoco, ebbe l'impressione che il Biselli fosso staio preso dal turbine della jftissione del giuoco senza essere un giuocatore abbrutito dal vizio. L'udienza è rinviata a domani. M.