Improvvisa crisi belga
Improvvisa crisi belga Improvvisa crisi belga La Camera, pone il Governo in minoranza, negandogli la ratifica di un accordo economico con la Francia - La soluzione difficilissima. (Servizio speciale della « Stampa ») Bruxelles, 27, notte. Il Ministero c stalo oggi messo in minoranza alla Camera nella votazione della convenzione franco-belga, discussione durante la quale tutti i problemi politici erano stati esaminati. 18,1 deputati hanno preso parte alla votazione; 95 si sono pronunziali contro e 7!) in favore. Non appena conosciuto l'esito del voto il Presidente del Consiglio *ig. Theunis, accolto da grandi ovazioni ria parte della sinistra liberale e da buona parte della destra, ha detto che il Governo, avendo posto la questione tli fiducia su questo volo, avrebbe presentato aL Re le proprie dimissioni. Dopo di che. egli ha annunziato alla Clamerà ed al Sanato la risoluzione presa dal Gabinetto. Theunis si ó recato quindi al palazzo reale dove ò stato ricevuto dal Sovrano al quale ha consegnato la lettera di dimissioni del Gabinetto. Il colloquio tra Theunis ed il Be ò stato lunghissimo. Il Re comincierà domani le Mie consultazioni e riceverà dapprima, secondo le tradizioni, i presidenti della Camera e del Senato. Il dibattito su questa questione durava alla Camera già da lunghi giorni o il Governo vi aveva impegnato lo spirito di tutta la sua politica estera, in modo che il voto, al quale si sarebbe addivenuti sarebbe stato di completa, fiducia o di completa disapprovazione. Per quanto riguarda la convenzione commerciale, gli oppó; sitori si dividevano in due schiere: quelli che la giudicavano come un vincolo troppo obbligante il Belgio alla Francia e- quelli che la giudicavano un legame non sufficientemente stretto tra i cine paesi. I fiamminghi, che facevano parte normalmente della maggioranza, sono tra coloro che non ne. vogliono sapere di accordi intimi con Parigi ed b stato appunto il passaggio del gruppo iianimingo all'opposizione che ha fatto crollare il Ministero. Tra i partigiani y gli avversari della convenzione vi furono anche quelli che allargarono il campo del dibattito. Raccomandavano gli uni di accettare questa nuova, convenzione, malgrado le sue imperfezioni, per un'affermazione di principio in favore di un'orientazione cconorr-ica del Belgio verso i suoi alleati, •> specialmente lo. Francia, per reazione alle intraprese economiche tedesche sviluppatesi prima della guerra specialmente ad Anversa; reclamavano gli altri una ripresa di relazioni commerciali normali colla Germania. Hanno vinto gli appesitoti e l'evento non era del tutto imprevisto. Infatti Vandervelde, il leader del •socialisti belgi, in un'assemblea federale di Bruxelles, pronunciava, in questi giorni un discorso sulla situazione politica, nei quale egli appunto prospettava la possibilità di una crisi ministeriale e annunciava, per di più, la sua intenzione di chiedere lo scioglimento delle Camere o le elezioni immediate, ritenendo che i socialisti avrebbero forse conquistato la .maggioranza. Ora la crisi è aperta n la soluzione si presenta veramente ardua, perchè la questione del rapporti franco-belgi ò già di per sè assai delicata e per di più, dietro ad essa si affollano ancora, a intorbidare la situazione le vecchie e non mai sopite divergenze tra. fiamminghi e valloni.
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