Carnazza contro se stesso

Carnazza contro se stesso Carnazza contro se stesso Roma, 25, notte. <*i ludi cartacei » — come li ha ieri definiti l'on. Mussolini nel suo sdegnoso telegramma per i dissensi dei fascisti milanesi — sono entrati in una nuova fase che si riassume nella conquista dei 179 seggi che la nuova legge elettorale,— la quale già assicura al Governo, con la lista di maggioranza, au; Jinaticaniente la maggioranza parlamentare — riserba alla minoranza. La formazione del listone ha chiuso il periodo essenziale della lotta, seppure possa con tale nome chiamarsi la competizione pef i seggi della minoranza. Sono dunque ormai le bricciole elettorali che vengono disputate e attorno alle quali si appassionano gli ambienti politici. Nel campo fascista vi è. un vivo movimento, limitato però alla questione del cumulo dei mandati politici, sollevata dal comm. Cesare Ressi colla sua rinunzia alla candidatura politica. Il ministro dei LL.-PP., Carnazza, ha pronunziato ieri a Noto un discorso, col quale si è posto in armonia colle dichiarazioni dell'on. Mussolini del 28 gennaio a palazzo Venezia, secondo le quali il Governo non avrebbe più parlato nel periodo elettorale: l'on. Carnazza, infatti, si è limitato a pronunziare un discorso apologetico del fascismo e critico per ciò che si riferisce all'opposizione. Generalmente i discorsi dei ministri nel periodo elettorale racchiudevano, in passato, indicazioni di programmi, sia pure ricchi solo.di promesse. Il discorso Carnazza ha derogato alla tradizione, e quanto al programma si è limitato a dire che si riassume in una parola: «ricostruire». Piuttosto discussa ò nel mondo politico la parte del discorso di Noto riguardante la critica al passato. . c°Ua tinaie lon Carnazza,- per la sua opera di uomo politico in cruesti ti'timi anni, dovrebbe sentire obblighi di sonda rietà. Nondimeno — si osserva —l'on. Car j «azza ha giustamente rilevato lo scompa ' • ginamento dei partiti di opposizione, scompaginamento dovuto all'opera dell'on.Mussolini. Non a torto l'on. Carnazza ha potuto quindi chiedersi, nel discorso di Noto, dove sono i partiti con'' il movimento fascista. Si osserva, però, che il Governo ha, non solo violentemente operato il polverizzamento delle varie opposizioni,ma ha coscientemente ecceduto in tali obbiettivi, inducendosi a menomare i diritti riservati dalla legge elettorale Acerbo alle minoranze. Tale menomazione viene operata colla presentazione in quattro circoscrizioni di liste elettorali-bis, che non saranno altro — mediante il palese e risoluto appoggio del Governo — se non Un supplemento del listone ministeriale presentato nelle stesse circoscrizioni. Nel campo dei fatti è considerato logico' il riconoscimento nel quale è venuto oggi l'on. Mussolini dell'incompatibilità tra il mandato politico e le cariche direttive del Partito fascista. La questione venne posta dal comm. Cesare Rossi, che ricopre tre altre cariche fasciste e che è stp*- incluso nel listone fascista per la circoscrizione toscana. L'on. Mussolini non solo ha ricouo-'. sciuto essere stata opportunamente sollevata la questione posta dal comm. Rossi; ma, estendendola alle personalità fasciste che si trovano in condizioni consimili, lui ottenuto che il comm. Bolzon, rimanendo deputato, rinunzi alla carica di vice-segretario del Partito fascista. Nello stesso senso pare che il comm. Marinelli conserverà una sola carica, rinunziando per conto suo ad essere deputato per rimanere segretario amministrativo del Partito fascista. Questa decisione, assai opportuna, benché tardiva, non impedirà però che la maggior parte dei fiduciari provinciali fascisti vengano nella nuova Camera a cumulare le cariche di fiduciario del partito e dt deputato. Passando al campo elettorale dell'opposizione sono da segnalare le dichiarazioni di stasera del Popolo, che esprime il pensiero di don Sturzo intorno alla tattica elettorale del Partito popolare. Secondo il giornale romano, la formula « nò collaborazione, né opposizione », adottata un tempo dal Partito popolare verso il Governo Mussolini, deve considerarsi completamente superata. In occasione della lotta elettorale il Partito popolare varcherà il Rubicone e passerà risolutamente all'opposizione. Infatti, il giornale fedele a don Sturzo scrive testualmente: « Là formula nò collaborazione riè opposizione per noi è morta e sepolta, insieme alle circostanze parlamentari che a suo tempo la determinarono. Il nostro Partito è all'opposizione coi suoi prineipii e col suo programma di democrazia e su queste basi domanda il suffragio degli elettori ai suoi nomini ed alle, sue idee ». Anche questo è dunque un punto definitivamente chiarito della situazione elettorale. S.

Luoghi citati: Roma, Venezia