Il Partito fascista e i "ludi cartacei,,

Il Partito fascista e i "ludi cartacei,, Il Partito fascista e i "ludi cartacei,, Un telegramma di Mussolini ai fascisti milanesi contro "l'enorme vergogna dell'infezione elettorale,, - La questione del cumulo delle cariche: incompatibilità tra la "medaglietta,; e gli uffici direttivi fascisti - Il Partito Popolare si proclama all'opposizione. 25, notte. Roma Ad mi telegramma di fascisti milanesi, inneggianti alla disciplina di partito in occasione del movimento secessionista iniziato a Milano, l'on. Mussolini ha così risposto: « Ero sicuro che bastava un gesto di rapida energia per soffocare il bestiale e ridicolo moto secessionista, riconsacrare la tormidabile- unità del fascismo milaneso e sventare sul nascere la stupida speculazione del nostri nemici. Vibrare un colpo mancino al partito per una qualsiasi ambizione persona, le delusa è già grave, ma farlo per la mancata medaglietta t per me tale miserabile abbominazione che nemmeno il sangue basterebbe a lavarla, C'è, dunque, qualcuno che ha dimenticato i miei discorsi di palazzo Venezia e dell'Augusteo? Come si può, dopo la definizione delle elezioni, e il posto che io assegno a questi ' ludi cartacei nella storia del fascismo, come si può decentemente, dopo t telegrammi di plauso mondati da me a co. loro che hanno rinunciato alla medaglietta, come si può invitare il duce a contrabbandare la enorme vergogna di una infezione elettorale giunta allo stadio acuto? La lista nazionale non poteva allargarsi all'infinito per comprendervi tutti coloro che avevano covato questa che è la più risibile, dal punto di vista fascista, di tutte le ambizioni umane. Bisogna ambire seriamente, altamente, una sola cosa, ambire di lavorare in concordia e in silenzio per l'avvenire del fascismo e per la grandezza della patria ». E ad mi ordine del giorno della Federazione fascista piacentina, l'on. Mussolini ha risposto : « La nuova solenne prova di alta concordia e serenità di propositi dei fasoistl piacentini non mi sorprende. Il vostro ordine del giorno documenta che esistono fascisti per 1 quali il carattere della lotta elettorale è nettamente definito, all'infuori delle esagerazioni dei politicanti e della delusione delle speranze individuali. Le elezioni sono un mezzo non un fine. Cosi il Parlamento non è la non un nne. uobi h rarrainenio non e i°Jmeta suprema, fatale, cui debba sboccare c*esaurirsi il fascismo, sibbene uno strumento per realizzazioni fasciste. Richiamo sul vostro ordine del giorno l'attenzione dei fascisti italiani, specialmente di quelli che non hanno saputo resistere al contagio insidioso del morbo elettorale ». La rinunzia del comm. Rossi Stamane l'on. Mussolini ha ricevuto a Palazzo Chigi l'on. Giunta, segretario generale del partito fascista ed il comm. Cesare Rossi vice-segretario. Il colloquio, secondo quanto ci è dato sapere, è stato dedicato ad un esame della situazione generale del Partito fascista, anche In rapporto alla situazione elettorale. Sembra anche che si sta considerata la condizione in oul verrà a trovarsi il fascismo quando, ad. elezioni compiute, i suoi uomini che tengono le cariche fasciste più rappresentative apparterranno, quasi senza eccezione, al Parlamento. E' noto infatti, e basta per convincersene duri un'occhiata anche sommaria al listone, clic sono . per essere travasati nella nuova Camera non solo ben 76 capi del fascismo provinciale, ma anche tutte le cariche centrati del partito: cosicché il partito, dopo le elezioni, verrà a trovarsi retto esclusivamente da deputati, e dato il passaggio al Parla mento di tutti gli uomini più battaglieri anche per eventuali incarichi provvisorii, di cpialsiasl ■ natura, bisognerà contenere ogni scelta ed ogni designazione nell'ambito parlamentare. 11 comm. Rossi e l'on. Giunta hanno subito messo a disposizione di Muó solini i rispettivi posti nel listone ministeriale. L'on. Mussolini, per quanto riguarda l'on. Giunta, ha espresso il desiderio che egli restasse alla Camera anche per la considerazione che egli è stato deputato nella passata legislatura. Invece, egli ha accettato la rinuncia del comm. Cesare Rossi 11 comm. Rossi era stato incluso nella lista governativa della Toscana, ha rinunziato u portarsi candidato, inviando una lettera al presidente del Consiglio in cui motiva le ragioni della sua decisione. Il comm. Ross! premette che non ritiene incompatibile carica di deputato con quella della direzione dell'ufflcio stampa alla Presidenza del Con. sigilo, e soggiunge: ci Questa mia decisione è il frutto di un convincimento che si è andato maturando in questi ultimi giorni, e che non è un gesto formale, ma si ricollega a ragioni di partito e di governo. La Pentarchia ha sempre sostenuto, per diversi casi, la inopportunità di accentrare nelle stesse persone troppe funzioni e troppe responsabilità ; c'è un'altra ragione importante: ti devi essere accorto che io condivido in pieno le tue preoccupa. zioni per le condizioni del partito "dopo l'àb-bandouo in cui verranno a trovarsi dal « aprile in poi i presidi dirigenti del partitostesso, tenuti ora tutti da candidati, penso anche, pur non essendo mai stato un unti- rlezionista fin dai miei primordi di simili- calista, e ciò per un criterio di opportunità tattica, che al fascismo occorre per lo svi-luppo dell'azione fascista una riserva extra. parlamentare, composta di uomini fidati c noti nel partito ». Si apprende che alla lettera l'on Mu^" lini ha risposto con altra lettera, che verni lesa di pubblica ragione, in cui dà atto al comm. Rossi dell'opportunità e dell'utilità del suo gesto. Per quanto riguarda la so.sli- tuzione del comm. Rossi nella lista losca- na, è stato subito telegrafato ai prefetti di Lucca e Firenze perchè al posto del cupo dell'ufficio stampa della presidenza del consiglio inscrivessero l'avv. Maccarinl-Carmignani, presidente della deputazione provinciale di Lucca. Il sostituto del comm. Marinelli e il caso Teruzzi Nel pomeriggio l'on. Mussolini ha ricevuto il comm. Piero Bolzon ed il comm Marinelli, entrambi membri del Direttorio nazionale del partito fascista, ai quali ha comunicato la decisione di dichiarare incompatibile il mandalo parlamentare con la carica politica nel partito. L'on. Mussolini ha anche spiegato che come cariche politiche devono intendersi solo quelle de; membri del Direttorio nazionale, il quale ha npuunto la responsabilità dell'indirizzo politico del Partilo fascista. In seguito a questo di pieno accordo col presidente, il comm. Bolzon ha dichiarato di optare per il mandato politico, sicché il suo nome ù naa io ae oal a, ne ae ea sel t o. a, ne a o o nae, ro aa a nel 1 toeo a °J .domenica elpt*(irn1p Finn nri ìlln™ VnMnjiin c*^™f™e* elet;or?«- » «»o ad allora 1 attuale to oan so aare do d el ia omhe o, ori ic aoti ee a ndi ni ra ó iieer to csi a u al as! rimasto nella lista dei candidati del listone, per il Veneto, mentre il comm. Marinelli, che è segretario amministrativo del Partito, lia preferito rinunciare alla candidatura seguendo l'esempio del comm. Ressi. Pertanto, essendo il Marinelli inscritto nella lista lombarda, si ò telegrafato al prefetto di Milano perchè metta al posto del nome del Marinelli il nome dell'avvi Negrini. Nelle sfere del partito si nutre stasera una certa preoccupazione, ' perchè, scadendo domani alle ore 16 il termine utile alla presentazione delle liste, 6i temeva che il prefetto di Milano non potesse procedere in tempo alla sostituzione, la quale — come è noto — implica la presentazione dei documenti personali del nuovo candidato, la oui candidatura deve essere sostenuta da treoento fiime. A tarda ora però il prefetto ha telegrafato dando assicurazione in proposito. 11 caso più singolare è quello del generale Teruzzi, ancli'egli membro del Direttorio del paitito, il quale si trova attualmente a Napoli. Non appena proclamata da parte del .presidente l'incompatibilità tra il mandato parlamentare e le cariche politiche del partito, dalla segreteria fascista è stato spedito à Napoli un telegramma in cui si dava al Teiuzzi comunicazione dell'avvenuta decisione. Senonchè sembra che il telegramma non sia giunto a destinazione, non essendo stato trovato il destinatario che si ò fermato a Napoli per poche ore. Pertanto appare impossibile procedere all'eventuale destituzione del Teruzzi, ohe è pure candidato nella- circoscrizione di Lombardia. Egli, così, od opterà per il mandato legislativo o dovrà lasciare il suo posto nel listone senza essere sostituito, con l'effetto di diminuire il premio alla maggioranza di un seggio. La conseguenza immediata de.lla proclamata incompatibilità è la necessità di rinnovare subito, dopo le elezioni, il Direttorio nazionale .del partito fascista. A tal uopo è convocato il Consiglio nazionale del partito per il 12 aprile, cioè sei giorni dopo la Direttorio resterà in carica. Posizione non chiara è quella dell'on. Giunta. Si assicura autorevolmente che per ara. che e,-a deputato della legislatura precedente, sarà consentita l'eccezione, sicché jegli potrà essere confermato nella carica pur conservando il suo posto in Parlamento; ma si ritiene d'altra parte, anche in taluni circoli ufficiosi, che assai più probabilmente egli dovrà dedicarsi solamente al mandato parlamentare-, lasciando ad altri ila cura della segreteria del partito. La fase di preparazione elettorale con oggi si può dunque considerare finita. Polche il coirente anno è bisestile, e quindi il mese che volge alla Une conta 29 giorni, era parso a qualcuno che ]a scadenza del termine per la presentazione delle liste elettorali alle sedi di Corti d'Appello delle singola circoscrizioni scadesse il 27. cioè dopodomani ; ma la precisa disposizione dell'art. 53 della legge elettorale non può legittimare questo dubbio: il termine scade domani eri entro stasera tutte le liste devono essere pronte. Contro le liste-b's Una vivace protesta pubblica il Mondo contro il sistema adottato dal Governo di presentare in -aualche circoscrizione delle liste bis. li giornale ricorda che, dato l'attuale congegno elettorale, i partiti di opposizione hanno dovuto limitarsi a presentare delle liste di minoranza e si sono fondati nell'impegno assunto a suo tempo dal Governo di riservare i due terzi dei seggi alla minoranza. « Ma ora — continua il giornale — anche questa garanzia è lacerata tra l'esaltazione degli ufficiosi, che In ciò scorgono i segni della forza i-innovatrice e dei valori morali introdotti dal fascismo. I due terzi dovevuno essere assolutamente riservati alla minoranza. Non altrimenti si poteva stabilire, una volta che il fascismo, abbandonato ogni spregiato criterio di proporzionalità, aveva volino adottare un congegno capace-di dargli, in ogni caso, la maggioranza che riteneva necessaria a governare, permettendo agli altri ne partiti una assai limitata funzione di parten. I citazione ai lavori parlamentari. Con le listo bis dell'aquila sovrapposta al littorio in al¬ n , Run,e circoscrizioni elettorali, ogni ritegno e do to to odi nra to a. spezzato ed il baluardo concesso allo mino ranze viene invaso dalle schiero fasciste. Lo liste bis si prestano alle più strane manovre. E' perfettaimente possibile che in una circoscrizione nessun voto sia dato alla lista ufficiale n. 1, i cui candidati saranno ugualmente eletti per il giuoco squisito della legge, in forza della votazione nazionale, e tutti i voti siauo concentrati sulla lista bis, per sottrai' b-l re all'opposizione il maggior numero di posti « i ?d applicare anche qui. per quanto possibile, to! I fasti e le glorie delle- elezioni totalitarie che so Montarono nel campo amministrativo ».\ i- , Il giornale non crede tuttavia che si arrili- j vera ad una manovra cosi estrema, ma si tà ! assisterà ad ogni modo alla divisione del i-' grandi collegi in reparti e zone. Le proteste a. ; dei Mondo sono più che mai giustificate. La c ] lista bis, ad esempio, del Lazio ed Umbria, ; comprendeva solamente quattro nomi, ma ora " se ne sono aggiunti aatri due, nelle persone ni -lell'ine. Netti, ex-deputato uscente ed exal democratico, e del comm. Spinelli. Ciò sià jrniflca che, di fronte ai dieci posti su cui le i- i minoranze reputavano di poter fare assegna a- | mento secondo la legge, il partito dominante di po nminem io ha nla ni lie; le zo a il er ù mette la sua ipoteca su sei, da che discende un'automatica limitazione dei diritti e delle concrete possibilità dei partiti non aderenti al fascismo. Di tale situazione si occupò l'assemblea lenuta l'altra sera dalla Lega demoeratiou, che votò un ordine del giorno in cui constata appunto.e deplora che «il Governo violando lo spirito della legge, che assicura alle minoranze un determinato numero di seggi, abbia presentato nella circoscrizione dei Lazio e dell'Umbria una lista fascista bis yer dimezzale cosi i pochi posti riservati alla minoranza ». Intanto il Partito democratico costituzionale comunica : ' « Il Consiglio direttivo del Partito democratico costituzionale italiano, Sezione di Roma, presa in esame la situazione politica locale, delibera di non presentare una lista propria nell'attuale lotta elettorale ed auspica che dalla più larga partecipazione dei cittadini a liberi comizi sorga una rappresentanza nazionale atta ad assicurare colla ricostruzione morale, finanziària ed ecouonUca, le maggiori fortune del Paeìa ». Si può affermare, dunque, che il Partito fascista, colla presentazione delle liste-bis, ha conculcato lo spirito della legge elettorale. Distruz one di r serve La 2'Wuu/tfirure rileva che con la Usta nazionale l'ori. Mussolini ha completato la disorganizzazione dei partiti. « I liberali ed i democratici, che ad ogni accenno alla lotta elettorale entravano in azione, e funzionavano contando sopra una. larga opera di influenza più estesa di quan- to risultasse dagli elenchi degli iscritti alle Sezioni, sono oggi quanto mai divisi. L'cno- re volo Mussolini — aggiunge la Tribuna, elio tra lo righe lascia intendere più di quanto jnon dica — ha dato al liberalismo ed alla'democrazia il colpo di grazia, quando come partiti li ha esclusi dal blocco elettorale. Essi erano sia in gravissima crisi, esangui e tormentati da dissensi interni. Ha fatto bene il presidente del Consiglio? Come presidente del Consiglio, forse no. Ha distrutto delle riserve. Ma nel nostro rammarico Co senza dubbio la nostalgia delle vecchie forze politiche, delle quali eravamo disgustati tutti, ma che pure non osavamo e non osiamo abbandonare Forse è bene che l'onorevole Mussolini abbia dato l'ultimo colpo a questa impalcatura fradicia. Quanti, pur essendo in massima d'accordo col fascismo ufficiale, ne dissentirono dal metodi, finiranno col coagularsi in un partito nuovo, che degli antichi avrà gli ideali, ma non la muffa », Roberto Bracco in una lista di opposizione Continuano a fioccare pertanto i ritiri dalla vita politica. Si ha da Napoli che il deputato uscente on. Visco annunzia di ritirarsi dalla lotta con una lettera agli elettori in cui dice tra l'altro: «Non ripresento la mia candidatura per la riconferma del mandato politico che è nobile aspirazione se esprime la sovranità popolare e se compie una funzione costituzionale ». Si ritirano anche l'on. Drago di Palermo, l'on. Sorge pure siciliano, e l'on. Dorè, sardo. Le liste dell'opposizione costituzionale, che fanno capo agli on. Bonomi, Amendola, Falcioni e Cocco-Ortu, saranno ultimate entro stasera. Esse saranno presentate in dieci circoscrizioni. La lista flel Piemonte fa acpo all'on. Falcioni; in quella del Lazio ed Umbria entrano a fare parte gli on. Bonomi, Amendola e Ruini; nella Campania, oltre all'on. Amendola — che presenta, come del resto fa l'on. Bonomi in Lombardia, la sua doppia candidatura — saranno anche candidati il generale Bencinvenga e Roberto Bracco. In Sicilia il movimento della democrazia costituzionale si appoggia all'on Di Giovanni. I democratici di opposizione non presentano lista in Liguria, nelle Marche, in Toscana, negli Abruzzi e nelle Pugne. Qualche giornale ha pubblicato che nella lista del demo-sociali dell'Umbria è compreso il collera Giuseppe Piazza, .ev-redattore capo della Tribuna, ma. la notizia è falsa, risultando essa da un equivoco. 20 mila combattenti rappresentati al convegno dell»"Italia Libera,, Ieri, domenica, si è convocato a Roma il primo Convenne nazionale dei gruppi dei combattenti .dell'» Italia libera». Erano presenti tutti g'i ordinatori regionali e provinciali; erano rappresentati 20-ì gruppi, ossia circa 20 mila combattenti. Il comandante Raffaele Rossetti, impossibilitato art intervenire, aveva inviato una lettera di entusiastica adesione.' Il Convegno nelle ore antimeridiane approvò la relazione finanziaria e decise alcuni provvedimenti per il giornale settimanale /folio Libera. Nel pomeriggio discusse la relazione morale ed i rapporti coll'Associazione nazionale dei combattenti e coi partiti politici, nonché le basi programmatiche dei movimento, il Convegno approvò infine all'unanimità un ordine del giorno, il quale proclama: « Scopo preminente dei gruppi nel Paese è la lotta alla dittatura fascista, auspicando per la Patria, dopo l'attuale dittatura, non il sopravvento di altra dittatura od il ritorno di una pseudo-democrazia parlamentarista, bensì il pieno ed effettivo godimento della libertà e la conquista di garanzie serie e permanenti per il suo mantenimento ». Tra le altre adesioni, giunsero al Convegno quelle dell'« Unione spirituale dannunziana », dei gruppi di Parigi e di Bengasi. Furono spediti telegrammi a Rossetti, a D'Annunzio e ad Ernesto Battisti.