"LIBRI"

"LIBRI""LIBRI" Il - Don Chisciotte ,, tradotto , o o a a Era atiesa da tempo una versione integra e moderna del capolavoro del Cervantes, con-1 dotta con criteri critici, annotata con diligenza, e capace aitine di surrogar© le traduzioni del Fraiicloslni e del Gamba che, qua e là raffazzonate, andavano tuttora per le mani del pubblico sebbene non rispondessero più al progresso degli studi. Alfredo Giannini ha intrapreso l'ardua fatica, pei- la collezione di scrittori stranieri curata da Guido Manacorda c il tomo primo del Dc.'i Chisciotte (Firenze, Sansoni, 1024, - L. 7) è in vendita. « Procurare <iio alla buona, con parole espressive, decorose e ben collocate, sorga il vostro dìscorso, il vostro, periodo sonoro e festoso, ritraendo, in tulio quello che vi riuscirà e sarà possibile, la vostra intenzione, facendo comprendere i vostri concetti senza ingarbugliarli 0 renderli oscuri » era il precetto stilistico che Cervantes cosi stupendamente realizzò con la sua prosa assieme famigliare ed elevata, solenne e scherzosa, piegando j suoi ampi periodi a mille scorci efficaci b sapienti. Alfredo Giannini ha tenuto fede all'originale, <?on gusle lf>;levole e sicuro. Il meraviglioso realismo del DOn Chisciotte, così pieno e nutrito, sodo eil audace, conserva nelle pagine italiàue una coerenza di ioni notevolissima. Recensirò il Don Chisciotte ù ridicolo, ma trascrivere impressioni di lettura è doveroso, poiché ogni generazione interpreta i classici in mudo diverso. Ritengo che il tempo in cui il cavaliere dalla Tristo Figura appariva come rappresentante dell'Ideale l'oiiinntlcb sia ormai superato. Oggi conviene riprendere la posiziono stessa del Cervantes, considerare il libro come una satira della follia di un individuo (ma la beffa si attenua, in qualche punto, per il sentimento di pietà vite ogni umorista possiede) che raggiunge ben presto valore universale, sorpassando il pretesto della mania eroica e galante dell'innamorato di Dulcinea. Il Don Chic-ciotte può essere magtiiflcn siiuola tìi naturalezza, esempio perfetto di spontaiieiià: il chiaro sguardo perspicuo che CervanTes getta sulla vita, molto dovi ebbe insegnare a vìi od lei ni romanzieri. Anche le scene traviali hanno un senso, e sono sostenuta a meraviglia. Ciò che piti colpisce un lettore avveduto è appunto l'urte stupenda della composizione, che sì manifesta nella scelta dei particolari espressivi e nella seniplice facilità dei toni (« In un borgo delia Mancia, che non voglio ricordarmi rome si chiama, viveva non è gran tempo un nobiluomo di quelli che hanno e lancia nella rastrelliera e un vecchio scudo, un magro ronzino e un levriere da caccia. L'n inatto dì qualcosa, più vacca che castrato, brincelli di carne in insalata, il più delle sere, frittata in zoccoli e zampetti il sabato, lenticchie il venerdì, un po' di piccioncino per spprappiù la domenica, esaurivano i ire quarti dei suol averi...'.) narrativi o descrittivi {« Ronzinante era raffiguralo meravigliosamente, cosi lungo e teso, così assottigliato e spolpo, col fi] dello reni rosi sporgente... j>) e d'un umoiis-.no da disgradarne il Mattsohi («Non l'avrei mai creduto, rìi Ronzinante: lo ritenevo una persona morigerata e altrettanto pacifica quanto me. E' proprio vero, insomma, che ci vuole del lempo por arrivare a conoscere le persone, e che non c'ù nulla di sicuro in questo mondo Classici, e buoni autori — Alcune ragazzine curiose e svergognate chiesero un giórno a Rosa Gonthier, vecchia commediante del Teatro Italiano, se era vero che, nel tempo in cui elio esercitava la galanìeria. il cavalier di Fiorimi la picchiasse. Annui l'antica pollastra, e rispose: «Si, egli mi batteva, ma era tra quelli .che non pagavano ». L'aneddoto ritorna oggi nella prefazione che André Rouis ha scritto per la risiamoti dei MOmnìres d'un jenne espugnai e delle lettere di Fiorimi a Mimo de la Uriche e a Boissy d'Anglas (Paris, Bossard ed. — 12 fr. - Coli, dei « Chela d'oeuvre méconnus) e serve u meraviglia per rivelare un Florìan originale ed attraente, interprete e pittore dei tempi suoi. Frivolo, leggero, amabile, abilissimo a narro partito dalle propria relazioni, il nostro autore rappresenta perfettamente il tipo dell'uomo medio del secolo deeimottnvo. Le sue pastorali in prosa, scipite e svenevoli, sono divenute illeggibili, e neppure le declamazioni di Lstelia e Nemorino più ci commuovono: troppo superficiale, artificiosa, lucente di manierato splendore è quella storia poetica di una passione contrastata, in terra d'Occitania. Invece i Mémóires e le lettere ripubblicate dall'ed. Bossard sono preziosissime testimonianze circa i costumi settecenteschi e documenti morali dì prim'ordine della suddetta epoca. Nelle pagine lascivette, spigliate, garbatissime, del cavalier ili Florian tutto mi mondo rivive, e la varietà dello avventure rende la breve autobiografìa vivace quanto un romanzo. Estremamente curiosa <i la corrispondenza: vi si vede la mentalità del vecchio regime allo prese con 1« esigenze della Rivoluzione. Florian s'inchinò dinanzi agli uomini nuovi, ma poco gli valse. Fu arrestato durante il Terrore. Rimésso in libertà, non visse piU che qualche settimana, affranto e sperduto. — .iHcotios Iioulenger termino il suo rifacimento dèi Romanzi della Tavola Rotonda con Le Saint arimi - tu mori d'Artur (Paris, Plon ed., 7 fr.), quarto ed ultimo volume della serie, munito di un'appendice critica e tri11:;ti 1 Sii»Uva. Il Brnilenger, cintato di un'otlima preparazione filologico, ho Compiuto il suo lavoro con passiono ed animo d'artista, usando eoli rnbltia libertà dei tusii niedioevali. L'interessa dei Romanzi della Tavola Rotonda, notevolissimo per gli amatori di fiabe poetiche e di figuro fantastiche (su tutto lo altre del ciclo dominano la dolcissima regnia Ginevra e il suo fedele Lancillotto) è grande per i cultori della musica wagneriana, •'he troveranno in questo pai-'ino, allo stato gr-ovzo sovente sotto luci diverse, i peraoiiiiKgi di alcune delle opere del maestro di hayrnili. — Gerolamo Lazzeri ha curato con molta iiiligenza. per la collezione • Essenze » della ("fisa editrice « Modernissima » di Milano, le poesie religiose di Alessandro Maiizon' line 3,301 di Epigrammi erotici di Marx'Me «olla traduzione d'i Pio Magenta (L. 4). le >>'•'"' t| Gerolamo Savonarola (L. e una iweita <b Fti'iinc devote dell'amor contttuale. ut 5. Bernardino (L. -'ij.-Ad ogni volumetto *«]' ha premesso una introduzione iIius'imUva, ed allegato mi elenco di » armati e. una nota bibliografica redatta con suoni m ter! ed estesa li «formazione. Senza Dauimrt per ciò il loro carattere divulgativo, ui.h«u> ristampe hanno quindi particolare int«r««m) l.o pagine in cui Gerolamo Lazzeri j».-w'm:i' la foiùlimi-cntale e naturale religiosità •••-no sniriio del Manzoni, dimostrando cui'.* e il mondo mortile espresso nel carme in v-»ic di. Curio lììihonati Konducesso diietW-oente al cattolicesimo: fosse già, in cerio uual modo, un mondo d'una austerità luna cut tolica » e quelle in cui compie la ripiena ilei giudizio désanctisiano, veiii.eandone «le persistente e sostanziale validità » sono da lejrrrere. Mentre la versione degli epigrammi di Marziale fatta dal Magenta nel 18W non Ci persuade savévchiamente, causa la sua scarsa eleganza e lo frequentissime contorsioni verbali, approviamo come, opportuuissitii't fatica l'antologia degli scritti di S. Bernardino, relativi alla vita coniugale e la ristampa delle Rima savonaroliane. Incredibile è la fresca schiettezza e la violenta vivacità delle prediche del buon frate, ed i quadretti ch'egli traccia con crudo e impressionante vigore sono efficacissimi. I difetti e i vizi muliebri sot:o fustigati con slancio sin'ero ed enfasi ponolavesca. Chi ha detto che Gerolamo Savonarola non era poeta'.' Aprile questo fascio di rime e Ipggete «In nativifnte Domini»: ita uh sapore tutto manzoniano. E altrove ritroverete il soffio ardente delle laudi di fra ,lacopone. Sull'Opere, comien italiana nel :nn, il recente libro di A. Delia Corte (Bari. Laterza), pubblica un lungo articolo The Times lilleràrii iupplemerit, rilevandone l'ampiezza di ! osservazione critica e la fondala t indagine1 storica. 11 recensóre aderisce con l'autore in | molti punti di vista, sulle origini dell'operabuffa, degli intermezzi e della commedia regionale, sull'importanza del Goldoni pome collaborai ore del Pici-inni e del Gaiuppi e sulle conseguenze generali di tale collaborazione.

Luoghi citati: Bari, Firenze, Ginevra, Milano, Rosa Gonthier