Nuova fase?

Nuova fase? Nuova fase? C'è, 0 no, un cambiamento nella politica ^francese rispetto alla Germania ed all'Inghilterra? Nel linguaggio, certamente. In qualche atto singolo, anche. Se, però, il piano intero di quella politica — e la mentalità da cui proveniva — stiano cambiando, è cosa su cui convien sospendere, per ora, il giudizio ; e bisognerà che i gabinetti di Londra e di Roma (alla cui intesa gioverà che dichiarazioni come quelle di Ponsonby sul Giubaland e sul Dodecaneso siano rettificate) usino, in proposito, una grande circospezione. Non v'è diplomazia più scaltrita nè politica più fine di quella francese, oggi, in Europa ; e potrebbe essere che chi credesse di averne riportato vittoria, finisse poi per accorgersi di essere stato giocato. Un fatto è certo: che il tracollo del franco, da una parte, la débàcle del separatismo renano dall'altra, hanno prodotto, sulla opinione pubblica francese, il loro effetto. E cioè, hanno fatto comprendere, a quelle medi» classi francesi tendenti fino a ieri, ad accogliere per oro colato 11 verbo dei Daudet e dei Maurras, quanto sia errato il dogma nazionalista, che con la superiorità della forza materiale posseduta in un dato momento si possano risolvere tutti 1 problemi e trionfare di tutti gli avversavi. La potenza militare francese, egemonica in Europa, non ha impedito alle finanze francesi di cacciarsi in una impasse che è la vera causa, oggi, del tracollo del franco ; e la debolezza, anzi l'impotenza della Germania di fronte alla sua avversaria non ha apportato il successo a quei separatisti che la Francia appoggiava, disarmando in. nanzi ad essi le autorità e le popolazioni tedesche. Ci sono delle realtà contro cui faina armata e combinazioni politiche finiscono per essere impotenti: una di queste realtà e l'Interdipendenza economica fra 1 ì»ari paesi europei e in genere l'importanza costitutiva dei fatti economici ; l'altra, l'inattaccabilità dell'unità germanica — fatto storico definitivo — e, più gene, ricamente, la invincibilità della coscienza nazionale e della volontà popolare nell'Europa civile. Ecco .l'insegnamento sgorgante dalle vicende francesi e tedesche degli ultimi mesi ; Insegnamento che la reedia opinione pubblico, di Francia motti» di avere intravisto, anche se, per avventura, non l'abbia ancora imparato a pieno. Per questo' oggi si riparla In Francia, generalmente e insistentemente, di "collaborazione "alleata» e di « soluzioni internazionali». Non solo i Débats, che in apolitica estera hanno sempre una certa tendenza di sinistra, ma anche il Temps insiste su queste formule ; e l'uno e l'altro (tanto più, s'Intende, gli organi propriamente di sinistra) condannano recisamente le avventure separatiste. Qualche giornale ha cambiato, dal nero al bianco, il suo atteggiamento verso l'Inghilterra, ieri combattuta in ogni modo, oggi considerata come elemento indispensabile e primario per la sistemazione dei rapporti franco-tedeschi. E il principio stesso della politica poincariana — l'occupazione della Ruhr fino a pagamento completo delle riparazioni — viene messo in discussione da questi organi più autorevoli, che sembrano propendere a considerare i famosi « pegni » come un oggetto di scambio per altre sistemazioni ed assicurazioni. Altre-; ma quali ? E' questo il punto. Due soluzioni vengono adombrate contemporaneamente: una che riguarda le riparazioni, l'altra concernente la sicurezza della Francia; Un prestito internazionale, garantito sulle ferrovie tedesche, dovrebbe fornire il pagamento di una parte delle riparazioni e servire, insieme, all'equilibrio finanziario ed al risanamento monetario definitivi della Germaniu, perchè questa, dopo alcuni anni, potesse iniziare il pagamento regolare delle riparazioni medesime. Un intervento della Lega delle nazioni — intervento organizzato permanentemente — dovrebbe assicurare, sul Reno, la sicurezza della Francia, sottraendo definitivamente le regioni renane alla, diciamo cosi. Germania militare. Si tratterebbe, cioè della neutralizzazione perpetua della Renauiu. Ui fronte a simili disegni, le obbiezioni non mancano, in Francia, da parte dei nazionalisti e dei nazionalisteggianti. Ma non è di queste che ora vogliamo occuparci. Avvertiamo piuttosto cume ci siano due pregiudiziali, a questi' ed nitri simili disegni. Una, nell'ordine economico, che è la restaurazione tedesca, monetaria, finanziaria ed economica, la quale- conviene assicurare innanzi tutto, se non si vuole iiicominciare da capo: e simile restaurazione presuppone, a sua volta, il completo ristabilimento ed il rispetto, futuro del nesso economico del Reicli. Giustissimo, che la. Germania, una volta ristabilite le basi della propria economia, debba pagare : è interesse, non solo francese, ma anche italiano, cosa, che troppo spesso si dimentica fupri d'Italia. Ma si tratta,, appunto, di comprendere, una volta per sempre, che certi problemi vanno risoluti uno alla volta, se no, a mescolarli insieme, si manda tutto a fascio. L'altra, nell'ordine politico: qualunque misura diretta ad assicurare permanentemente il disarmo parziale o totale della Germania e.la neutralizzazione della Renania non può rivestire carattere unilaterale ; ma deve far par? te di accordi internazionali comprendenti anche i confinanti della Germania' e prima di tutti, la Francia stessa. Senza di che, tali misure saranno considerate-sempre dal popolo tedesco quali umiliazioni ed imposizioni, quali assoggettamenti al dominio straniero ; e, anziché assicurare la pace, saranno esca esse medesime, più presto 0 più tardi, a nuove conflagrazioni. Occorre tener presente — a Parigi e altrove — questi due punti fondamentali ; senza di clic si rischia di andare incontro a nuove illusioni ed a nuove delusioni. IsdslmmcnctspdvstcgmcearbaeanpngbcdGimiaudlm

Persone citate: Daudet, Maurras