La difficile risoluzione della vertenza alla Nebiolo

La difficile risoluzione della vertenza alla NebioloMovimento economico LLa difficile risoluzione della vertenza alla Nebiolo n(lucagorn,come abialo annunciato, l'Autorità si sta ln"'res*aiido per un pacifico componimento della vertenza insorta alla ditta Nebiolo, fonderia di caratteri, e che ha dato occasione allo sciopero della maestranza che ò fuori dallo stabilimento dal l.o gennaio u. s. Senoncne, a quanto abbiam potuto sapere, le buone disposizioni dell'Autorità sarebbero frustrate dalla singolare ostinazione del dirigenti della ditta i quali avrebbero opposto un garbato ma sostanziale « fin de non recevoir » al tentativi di approccio, prima del rappresentanti della organizzazione operaia, e. poi. delle stesse Autorità politiche e degli stessi dirigenti dell'organizzazione padronale. Su questo episodio che contrasta colla pratica costantemente seguita, da parecchi anni, in tutti i conflitti economici fra datori di lavoro ed operai, abbiam potuto intrattenerci col segretario generale della Federazione del libro, Tommaso Bruno, che è a Tonno appunto per questa vertenza. Gli abbiam chiesto qualche informazlono sull'attuale fase della vertenza. — Bisogna premettere — egli ci ha risposto — che la ditta Nebiolo, o, meglio, il conimendator Lobettl-Bodonl suo amministratore delegato, avrebbe voluto attuare con la maestranza della fonderla caratteri, 1 concetti ultra restrittivi che tutti gli indusriall grafici, sotto la direzione dello stesso Lobetti-Bodoni, avevano tentato di Infliggere all'intera classe grafica torinese nel dicembre scorso, In occasione della rinnovazione del contratto di lavoro. Allora il tentativo ò tallito per la risoluta opposizione degli operai grafici. Era da presumere che caduto quel tentativo 11 proposito degli industriali non dovesse più essere messo innanzi a proposito di una sola categoria dei grafici. Invece il Lobettl-Bodoni insiste e si ostina a voler imporre olla sua maestranza il famigerato cottimo individuale. Ed è soprattutto questo che gli operai assolutamente non vogliono. — Perchè? — Per parecchio ragioni. Prima di tutto per una questione di principio. La forma salariale del cottimo individuale era Btata abbandonata, d'accordo fra industriali ed operai, moltissimi anni addietro, perchè riconosciuta fonte di gravi Inconvenienti, di cui « La Stampa » si è già diffusamente occupata i.-ra. irli operai non vogliono questo ritorna.■•o.'.Vnritico che assolutamente nulla glustlfle*.;-: A»td" motivi di avversione a tale sistema '•'».! li'..-.!)uiziO!<p. :r'i orerai traggono dalla pai'W; V.-.t-) fi>-:«i\<r.:L-t. « <rj. essi sono libiti, perete.-<#.'. i)-' cottimo indi- <:>.ie gli ; •:>■ "Vv;? «er du Operai ^'.:ni^éJf.!WMe'.■.'<i.•. UuatUe.'i: ■■■■■ ■ ' ■ v. 3he;S4y.J?Ì i»;renalo >.a' ir> sJSJ^»'com>. /ore più atufauins delicati" meno redditizie per l'operalo, sàìffe. fidate al lavoratori più esperti con ev,. sperequazione. La Ditta dice che la rip zione del lavoro verrebbe fatta con scrupolo^ sa equità, ma la cosa, in pratica, supera qualsiasi buona volontà, essendo la lavora* zione subordinata a particolari elementi che avrebbero forzatamente il sopravvento sulla asserita imparzialità dei distributori di lavoro. Queste le principali ragioni dèlia massa. — Ed ora la vertenza a che punto è? — La Federazione del libro ha segnalato al Governo il prolungarsi della controversia.,Il Governo, la settimana scorsa, invitò for. malmente il Prefetto ad interessarsi della, cosa. Il Prefetto ebbe subito un colloquio col rappresentanti degli operai I quali si dichiararono pronti a discutere e ad illustrare le ragioni della parte lavoratrice. T rappresentanti della Ditta — non il Lobettl-Bodonl che non si è presentato — avrebbero lasciato intendere, a quanto riferì il presidente della Ix!ga industriale* on. Mazzini, che non desideravano trattare coi delegati della vecchia maestranza, avendo 11 proposito di formare una nuova maestranza, e intendendo anche, fra l'altro, di applicare agli operai della fonderia caratteri lo stesso regolamento che vige per i metallurgici. — Secondo voi quali scopi ha la Ditta per regolarsi in questo modo? — Ecco. Per noi il LObetti-Bodoni che fu sconfitto nella discussione del contratto erafico generale, non avendo potuto, allora battere il cavallo, batte, ora, la sella. Tenta di Intimidire 1 suoi operai facendo le viste di voler improvvisare una nuova maestranza, che egli sa benissimo non potrà essere idonea prima di un palo d'anni. E questo fa per staccare i suol operai dalla Federazione del libro, verso la quale ha una nou dissimulata avversione. In sostanza egli vorrebbe applicare 1 sistemi che aveva applicato al vecchio stabilimento « Urania », i quali ebbero il risultato che tutti ricordano. — E voialtri che cosa volete? — Noi, molto semplicemente, vogliamo soltanto che la parte industriale venga atrattare, in contraddittorio con noi alla presenza di estranei, di modo che le rispettive ragioni possano essere esaminate e vagliate con perfetta serenità ed obbiettività. Ciò che voghamo è che 11 comm. Lobetti-Bodoni abbandoni il contegno puntiglioso, astioso, che ha adottato nei riguardi della Federazione del libro e dei suoi inscritti, mentre poche settimane addietro, a Palazzo Chigi plaudiva e s associava, ostentatamente, alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio che proclamava la necessità e la doverosità di una cordiale collaborazione fra capitale e lavoro.

Persone citate: Bodoni, Mazzini, Nebiolo, Tommaso Bruno