Maggioranza e minoranze nella preparazione elettorale

Maggioranza e minoranze nella preparazione elettorale Maggioranza e minoranze nella preparazione elettorale a r a a i e a d l l e Roma. SI, notte. Piamo ormai a quattro giorni dal termine fissato dalla legge elettorale per la presentazione delle lis;e allo Corti di Appello circoscrizionali, il che è quanto dire dalla chiusura della prima, fase della lotta elettorale. 11 20 febbraio lo schieramento dei partiti nell'.agone elettorale sarà completo e definitivo ed avrà inizio la fase della propaganda e della lotta attiva. Una constatazione che e dato faro sinora e che, superato il periodo, veramente laborioso e febbrile, della compilazione delle lisio ministeriali, le giornate che si preparano si preannunziano generalmente- e relativamente di scarsa vivacità. Questo del resto, si spiega facilmente col mec canismo della legge attuale; la quale, mentre rende perfettamento sicuri del successo gli inclusi nel listone ministeriale — almeno in questo momento politico — scoraggia i partiti di minoranza cui non consente che il conseguimento di risultati inadeguati agli sforzi. : i i , " La gazzarra elettorale di alcuni tristi figuri „ I corridoi della camera erano oggi quasi deserti, mentre nei giorni scorsi costituivano il ritrovo dei candidati che affluivano a Roma dalie provincie, e degli uscenti in attesa del giudizio della pentarchia elettorale. Indubbiamente l'antipat'lamentarismo teorieo del fascismo si 6 trasformato, sul terreno pratico, per cosi dire, della medaglietta, in un eccessivo parlamentarismo. Ecco sull'argomento un brano di prosa interessante, che togliamo da un giornale fascista di Reggio Emilia, « La Rinascista » : « Il capo del Governo e duce del fascismo è profondamente disgustato dalla gazzarra elettorale che vanno facendo alcuni tristi figuri del fascismo italiano. Vi sono federazioni che da 15 giorni non vedono i loro segretari provinciali; vi sono giornali fascisti clie hanno sospeso le pubblicazioni perchè i loro direttori sono qui confinati a Roma per chiedere l'elemosina di una medaglietta, li Direttorio nazionale dovrebbe chiedere l'espulsione di quanti hanno abbandonato i loro posti di battaglia ed hanno cosi soppresso, senza diritto, la voce del fascismo nella loro provincia. E' poco decoroso e nulla affatto fascista questo modo di agire. Uopo avere sbraitato per tanto tempo contro il parlamentarismo degli altri, ecco che dal più lontani ed ignoti paesi d'Italia sorgono profeti del verbo nuovo e chiedono la corona di alloro ». Ma ormai, come abbiamo detto, la capitale e libera dalla folla dei postulanti e si cominciano a fare le prime statistiche. Da un sommario esame dèlio liste di maggioranza e di minoranza presentate dal Governo si rileva che i deputati uscenti inclusi sono 106 cosi divisi: 27 del gruppo fascista, 8 del gruppo nazionalista, 13 del gruppo liberale d» destra, 12 de] gruppo agrario, 17 del gruppo democratico liberale, 14 del gruppo di democrazia sociale, 0 ex-popolari, (jtfiel gruppo misto ed uno, l'on. Do Nicola ion Iscritto ad.alcun gruppo, Giungerai --a Montecitorio oltre duecento deputati-fascisti e 6G combattenti ed i rimanenti sono democratici liberali, quasi tutti pr'-i'esslonistl e tecnici. Gli ex-deputati che ri'-'omano alla Camera, portati sulla lista fascista, sono gli on. Susi, Di Giorgio, Russe Gioachino. Di Mirafiori, Preda, Arrivabeiie. Messedaglia, Mlari, San. drini, Albicir1, Benelli, Amaci, Joele, Nunziante, Sci -'Ola, Grassi, Voces, Piccinato, Conti, panini. E' r-.esurnibile che la lotta, svolgentesl su un *jrreno limitato, sarà vivacissima e riserverà sorprese. Secondo le previsioni che •..tfanno in questi circoli politici, se la lotta si svolgerà in condizioni normali, alla Camera nuova verranno circa 50 deputati tra unitari e popolari, che saranno press'a poco di forze pari; 25 demo-sociali, una trentina di deputati delle liste flancheggiatricl riconosciute ufficialmente o ufficiose; 25 o 30 democratici di opposizione; una ventina di massimalisti; una decina tra « terztnternazlonalisti » e comunisti, gruopetti trascurabili di repubblicani ed allogeni. Ancora, gli aruspici della politica prevedono una affluenza alle urne di poco inferiore al 40 % degli inscritti nelle liste elettorali. Alla lista governativa si attribuiscono un numero di voti pari a circa il 35 % dei votanti. Commenti fascisti alla lista " fascista „ Si hanno Intanto i primi giudizi sulla lista fascista. E' pressoché inutile dire che la stampa fascista l'accoglie con unanime plauso L'« Idea Nuzionale », scrive: « Non è una lista di partito, come si intendeva, secondo le grotte interpretazioni casalinghe e speculative del partiti che praticano l'intransigenza elettorale per poi abbandonarsi alle più sconcie combinazioni parlamentari e politiche, ma appunto per questo è lista fascista. E* lista di uno spirito dominante, lo spirito di una generazione giovane ed appassionata ohe ha riconsacrato alla patria le gerarchie della guerra, che muove decisa sotto la guida del duce e raccoglie in una comprensione generosa quanto di meglio può essere adunato della passata vita politica. E' il primo tentativo di fondere le essenze delle volontà locali in uno sforzo fermamente unitario, è un saggio di espressione parlamentare del maggior bisogno Italiano, la formazione di una classe dirigente c rinnovatrice senza essere rlnnegatrice ». II Giornale d'Italia non creda sia il caso di scendere all'esame del deltaglio, ma giudica il listone soddisfacente nel suo complesso. « L'on. Mussolini, scegliendo gli uomini che costituiranno la 6ua fidata e forte maggioranza, ha dato una prova di voler assicurare la base ad una politica avveduta e moderata, quale è proclamata dalla grande maggioranza delle popolazioni desiderose che il paese progredisca senza scosse e che non si verifichino artificiose divisioni fra gli elementi devoti alla causa nazionale. Ora bisogna pensare a dare l'assalto ai seggi della minoranza perchè non caschino nelle mani degli elementi anti-nazionali ». Per la Tribuna un giudizio sul complesso della lista è tutt'altro che facile; pure ;1 giornale scrive: « Bisogna tener conio della rapidità" colla quale le liste sono state formate dalla Pentarchia e rivedute poi dal presidente, che. se conosce molto bene evidentemente uomini e cose dell'alta e media Italia, non ha la stessa famigliarità colle Provincie meridionali; bisogna tener conto della pressione che il partito fascista esercitava non eolo in quanto era il partito al potere, ma in quanto il piano di scompaginare tutti gli altri partiti era perfettamente riuscito. Molti sono disposti ad ammettere che il presidente non ha abusato nel senso del fascismo. Taluni fascisti se ne lamentano. Certo qualche eccezione è fatta: gli estremisti sono rimasti fuori ». La Tribuna sembra poi disapprov"c;a l'intransigenza colla quale il Governo, secondo il comunicato ufficiale diramato ieri, vorrebbe considerare lo liste llancheggiatrici non autorizzate: « Non si può fare, per esempio, a tutti i costi, un oppositore dell'on. Giolitti, che ha sempre tenuto verso l'on. Mussolini e verso il fascismo un contegno corretto; o dell'on. Di Cesare, che fino a ieri ha lealmente collaborato. Avremo così del gruppetti di opposizione involontaria per dichiarazione della Stefani. Il che non può essere nel desiderio dei valentuomini che si sobbarcano ad una dura e costosa lotta elettorale col soliti rischi ; nè certo è nel desiderio e tanto meno nell'interesse del Governo ». Lavorio per altre '* liste ufficiose „ Per ora l'unica lista non fascista ufflcjalmeme autorizzata dal Governo è quella dei « liberali » di Toscana, se la faranno. SI assicura comunque che in tale eventuale lista non sarà compreso l'on. Dello Sbarba, che prowederebbe in altro modo alla sua posizione elettorale. Intanto, ad annullare le contraddizioni tra le aspirazioni degli esclusi dal listone e i loro partiti, e a precisare l'intransigenza del Governo. <-i è svolto ieri un intenso lavorio tra taluni parlamentati. Secondo informazioni dei Cuiriac d'Italia, l'on. Orlando, che aGcpprlcdpdaarrslU a a o i a e a i l o e avrebbo desiderato di avere nella lista del Governo amici liberali c demo-sociali e specialmente il Baia, avrebbe compiuto un p.-i^so presso il Governo per ottenere l'appoggio ad una lista flancheggiatrice o parallela per la Sicilia. Vi abbiamo dato anche la notizia sin da ieri di un passo analogo compiuto dall'on. Greco per la presentaziono di una lista flancheggiatrice nel napoletano, per questa si richiedeva che il direttorio del Partito fascista autorizzasse ufficialmente alcuni iscritti al partito a parteciparvi. Tale, autorizzazione, come abbiamo rilevato, sarebbe venuta ad equivalere ad una dichiarazione di ufficiosità. Stamane della questiono si è anche occupato il presidente del Consiglio, che ha avuto al riguardo un'colloquio col comm. Cesare Rossi. L'autorizzazione ad una partecipazione fascista alla Hsla è stata negata, forse anche pei- la considerazione che le forze fasciste in Campania non sono tali da consentire, senza pericoli, una dispersione di voti. Comunque, una lista non riconosciuta flancheggiatrice del Governo sembra sarà presentata in Campania ed avrà come esponenti gli on. Pezzullo. Morlsanl e Di Marzo. Una diffida ai demosociali piemontesi - I casi De Vito e Calza Bini Per quanto riguarda il movimento elettorale piemontese, alcuni giornali recano ohe sarebbe avvenuto un accordo tra i demo-sociali piemontesi ed i democratici di opposizione; ma stasera il Comitato esecutivo del partilo di democrazia sociale ha diffidato la sezione piemontese a non aderire al movimento democratico di opposizione che fa capo all'on Falcioni, e ciò naturalmente In considerazione dell'atteggiamento deliberato dal Consiglio nazionale del partito nei riguardi del Governo, Intanto giungono continuamente notizie di deputati che si ritirano. Oggi sono l'on. Giacomo Montello ex-deputato di Messina, e l'on. De Vito deputato uscente della circoscrizione dell'Abruzzo-Molise, ministro della Marina nel Gabinetto Facta. 11 ritiro dell'on. De Vito è il portalo della speolale situazione della circoscrizione abruzzese-molisana, dove, con la presentazione della lista-bis fascista, le liste che non sono nettamente di opposizione vengono a trovarsi in una condizione particolarmente diffìcile. L'on. De Vito, che appartiene alla democrazia sociale, ha inviato al Consiglio,, nazione^/del suo pari ito una lettera in cu! <,ojmnf^8i la decisione presa e no spiega le ragioni, che si riassumono nel'!» necessità di non dare alla sua candida-ara carattere di opposizione al Governo, jJ'che « sarebbe contrario .— scrive l'on *)e Vito — al mio intendimento e all'operi da me svolta e alle direttive del nostro partito ». L'on DI Cesarò, a nome del partito di democrazia sociale, ha risposto all'on. De Vito riconoscendogli « una nobiltà rispondente ad alto senso di responsabilità». Un altro che non si presenterà ma che appartiene ad una categoria diversa a quella dei precedenti, in quanto non è deputato uscente, è il comm. Calza-Bini di Roma. Come si 6 detto, il comm. Calza-Bini, che fu espulso dal partito in seguito al suo noto dissidio con altri esponenti del fascismo romano, pareva volesse capeggiare una lista propria. Profilatasi questa eventualità, Il Calza-Bini ebbe dei colloqui con i rappresentanti del Gbverno. In seguito ad essi parve che il Calza-Bini dovesse entrare nella lista di maggioranza. Più tardi, però, esclusa questa possibilità, si parlò della sua eventuale inclusione nella lista bis. Senonche 11 Calza-Bini è rimasto fuori anche da questa. Orci si apprende che non presenterà alcuna Usta. In una riunione di suoi amici e seguaci, infatti, riunione che si dice riuscita assai numerosa, si è preso atto — secondo quanto avverte il comunicato — della Msta nazionale preparata dalla Pentarchia ed approvata dal Presidente per il Lazio e l'Umbria ed è stata accolta con. plauso la dichiarazione del Calza-Bini 11 qualo ha affermato di non voler presentare alcuna lista di opposizione. L'assemblea ha votato alla fine tre ordini del giorno; nei quali si riafferma fede e devozione verso il Calza-Bini e si- approvano incondizionatamente le sue direttive disciplinari e anti-parlamenlarl. Le Uste dell'opposizione costituzionale Il Mondo spiega questa 6era le ragioni per cui l'opposizione costituzionale scende in campo per la conquista dei seggi di minoranza. Il giornale osserva in primo luogo che la lista governativa comprende non già dei candidati, ma degli eletti, eletll cioè' dalla volontà delle più alte gerarchie fasciste, che si sono meccanicamente sostituite al Corpo elettorale. Quanto alle ■ cosi-lette liste-bis, esse costituiscono, secondo il giornale, una affermazione concreta di cuella tendenza alla conquista o medio all'Impossessamento totalitario del potere pubblico, della quale si sono, avute sistematiche prove con le finzioni delle elezioni amministrative. Il Mondo protèsta quindi ancora una volta contro %. riforma elettorale, che viene a sostituire di fatto il potere esecutivo alla sovranità popolare, determinando una svalutazione e menomazione automatica e anticipata del Parlamento. Il giornale giudica superfluo ogni esame qualitativo della lista: « In essa accanto ai benemeriti del partito — di cui la girando maggioranza è ignota agli italiani, che fuori del partiti preduce In silenziosa disciplina, soltanto protesa verso un regime di unità morale che con la libertà e con la giustizia garantisca l'eguaglianza di tutti di fronte alla legge — sono alcuni rappresentanti della tendenza liberale, e deputali della frazione democratica, 1 quali, più che di un pensiero e di un indirizzo politico speciale, sono l'espressione di situazioni locali e che, traendo dalla medaglietta l'unico titolo della propria esistenza politica, non hanno chiesto di meglio che affidare la propria fortuna elettorale, e quella degli interessi riassunti nella loro persona, al listone propugnato da un partito dal quale si ebbero fino a ieri dileggi e scudisciate. Oggi, come nel '21, il Mondo vuole riaffermare il diritto, le prerogative, le funzioni dello Stato legale, che dal consenso della maggioranza, liberamente espressa nella giusta applicazione della leage, trae la sua vers. forza, ohe non è violenza, e la sua autorità, tanto meno facile a crollare quanto più siano salde le' sue idee e solida la coscienza del popolo ». Il lavoro dell'opposizione c:stituzionale e condotto a termine. Esso si imposta 6U 4 nomi: Falcioni. Amendola, Bonoml, CoccoOrtu. Le liste che sa ranno, presentate In Piemonte, Lombardia, nelle due Venezie, in Emilia, in Campania, nel Lazio e in Sardegna, recheranno come unico contrassegno la stella nazionale. La lista più numerosa sarà quella cid Falcioni, che conterrà in Piemonte 16 nomi. In Sicilia, in Basilicata, in Calabria l'opposizione costituzionale Falcioni.Vmendola-Bononiii-Cocco Ortu non ha potuto presentare liste proprie, dato che per ragioni locali 11 collegamento non si è potuto verificare con gli altri oppositori. L'on. Flnoechiaro-Aorllc Andrea, pertanto, si unirà con l'on. Giuffrida in Sicilia, e gli on. Janfolla e Reale combatteranno per proprio conto in Calabria e Basilicata. Le speculazioni sulla circolare ai re* ligìosi - Una lezione dell'"Osservatore „ La circolare diffusa dalla Congregazione del religiosi per imitare il clero regolare a mantenersi riservato nell'attuale periodo elettorale è interpretata naturalmente dalla stampa ministeriale come una deplorazione ohe colpisce direttamente don Sturzo. Il l'iccolo Giornale d'ilalia osservava stamane: « Anche questo è un sintomo della nuova situazione politica nella quale non trova più posto l'azione elettoralistica che le organizzazioni ecclesiastiche, nelle ultime due elezioni, esercitarono mandando alla Camera un centinaio di deputati popolari. Si è capito in alto loco che lo Stato italiano non avrebbe potuto ulteriormente tollerare una simile deviazione delle organizzazioni religiose». 1pdfcsdmts1mIaacsslnnsmip Ma VOsservalore nomano interviene stasera con una recisa smentita, che si riferisce indubbiamente anche all'interpretazione circa la deplorazione di don Sturzo. Scrive l'organo vaticano: « Nella circolare non c'è che il sintomo dell* smemoratezza del Piccolo, il quale non ricorda corno {'Osservatore Romano il 10-11 novembre 1919 e il 6 aprile 1921 abbia pubblicato Istruzioni di fronte allo ultime due elezioni generali, per nulla affatto differenti da quello emanate per ]a presente campagna elettorale, sicché la sua pretesa scoperta di diverso atteggiamento passato, di nuovo indirizzo attuale, ha tanto fondamento quanto ne ha la possibilità di eventuali preoccupazioni (jclle autorità ecclesiastiche di ciò che possa o non possa tollerare 10 stato in merito agli atti propri della loro missione »,