L'accordo per Fiume illustrato da Mussolini al Consiglio dei Ministri

L'accordo per Fiume illustrato da Mussolini al Consiglio dei Ministri L'accordo per Fiume illustrato da Mussolini al Consiglio dei Ministri gIl putto di amicizia non ha alcuna clausola militare - " L'ifalla non può andare che ad Orienfe „ - L'annessione sarà proclamata il 2 marzo, con l'intervento del Re. Roma. si. sera. Stamane, alle 10, sotto la presidenza deljqn. Mussolini, si e riunito il Consiglio dei Ministri, li Presidente, dopo aver esposto al Consiglio la situazione all'interno in vista dello elezioni riservandosi di l'are prossimamento altre dichiarazioni su altre questioni di politica estera attualmente in discussione e in elaborazione, ha esposto nei termini seguenti la soluzione del problema <li Fiume. I precedenti della questione '« Quando sulla fine di ottobre del 19212 l'attuale Governo assunse le redini del potere, la situazione diplomatica di Fiume era determinata dall'articolo i del Trattato di Rapallo e dalla lettera del conte Slorza, lettera segreta, ma impegnativa dal punto di vista Internazionale, ancorché non mai presentata ai due rami del Parlamento. Secondo l'articolo 4o del Trattato di Rapallo, Fiume doveva essere costituita in Stato autonomo indipendente, e per gli impegni contenuti nella lettera sforza, Porto Baros, il delta o una banchina laterale dovevano passare in sovranità assoluta alla Jugoslavia. • « Dal punto di vista politico Fiume non aveva Governo. Dopo il moto insurrezionale del marzo del 1922, la maggioranza della cosidetta Costituente zaneiliana si era rifugiata a Porto Re, nientro il sedicente capo dell'effimero governo fiumano si era dato ad ogni sorta di intrighi fra Belgrado e Gine•vra, e si era specializzato in una bassa campagna giornalistica di denigrazione ant.iàtaltana. A Fiume gli oneri dell'amministrazione erano tenuti dal dott. De Poli, mentre 3'Italia continuava a fronteggiare i bisogni della città con aiuti di varia natura. « Questa situazione va esattamente stabilita come punto di partenza, per fissare lo stato preciso di fatto esistente nel momento preciso in cui l'attuale governo assunse 11 potere. Che fare dinanzi a quella situazione? Si poteva ricorrere a mezzi estremi e denunziare il trattato di Rapallo, ma questa denunzia per condurre ad una nuova situazione territoriale, avrebbe dovuto preludere alla guerra, non ad altre trattative diplomatiche, nelle quali tutta la questione delle frontiere terrestri e adriatiche sarebbe stata messa in questione e in condizioni forse più difficili, 6onza contare che la denunzia del trattato di Rapallo avrebbe coalizzato contro Idi noi mezza Europa. « Dissi allora, con la vostra piena approvazione, in un discorso del 16 novembre alla Camera che, conformemente alle concezioni tradizionali di uno Stato che tenga alla salvaguardia della sua reputazione, i trattati, ima volta che siano firmati, vanno eseguili. Scartata, dunque, l'ìpatesd estrema e pericolosa della denunzia, non restava ohe quella dell'applicazione cercando di miglioraro fin dove era possibile il trattato. * La soluzione che oggi ormai è un fatto compiuto fu da me prospettata fin dal novembre del 1922 a losanna nel primo colloquio col ministro degli esteri Nincic. Questo si deve stabilire. La direttiva da me seguita è stata coerente e non è 11 risultato dt semplici mutazioni avvenute in questi ultimi tempi. Cosi stabilito il criterio di applicare iì trattato pur cercando di migliorarlo, fu sgombrata nei termini prescritti la terza zona. Lo sgombro non ebhe luogo nel breve territorio del Delta e Porto Baros, perchè ciò era in relazione con 1 destini futuri di Fiume. Sempre nel termini prescritti fu convocata la Commissione paritetica che doveva tentare di creare, a seconda del trattato di Rapallo, lo Stato autonomo e Indipendente di Fiume. Le vicende dei lavori di questa Commissione sono note, e ealvo taluni apprezzabili risultati di ordine tecnico i suoi lavori furono interrotti senzj*. che una conclusione sui punti fondamentali fosse raggiunta. Davanti all'inanità oVgll sforzi lompiuti dalla Commissione paritetica, ; convinsi sempre più che lo "Stato indipendente creato a Rapallo non "poteva sorgere, e quindi non poteva viver-', e che *» Ber dannata ipotesi fosse sorto sarebbe stato ff» focolaio di discordie tnt'-rne a Fiume, ed. es/.«ne fra ì iro«ti e i gli italiani, mentre città e porto sarebbe™».' 'divenuti campo di vaste speculazioni di ordine internazionale, le quali avrebbero forse finito, a lungo andare, per corrompere più o meno profondamente l'anima italiana della città. Lo Stato autonomo e Indipendente di Fiume era ciò clie bisognava togliere dal terreno ise 6i voleva realizzare l'accordo con Fiume te l'accordo fra i due popoli confinanti. « L'insuccesso della paritetica non fece che (aggravare la crisi morale ed economica della città, il cui destino era rimasto in sospeso si può dire dal '14 in poi. Davanti al fatto delle dimissioni del dott. De Poli, mi decisi in piena crisi di corfù, a metà settembre, di mandare a Fiume il generale Giardino per prendere in mano la città e provvedere a migliorarne la sorte. L'opera del generale Giardino è stata instancabile, ammirevole, sicché gli deve essere grata Fiume e la nazione italiana. Dopo l'avvento del generale Giardino a Fiume furono riprese le trattative dirette fra i due Stati. Le trattative durarono a lungo; i risultati di questa trattative si possono riassumere in tre punti : accordo parziale per Fiume; accordo generale di indole politica fra i due paesi; stipulazione di un trattato commerciate. L'assetto di Fiume '« Mentre il Trattato di Rapallo e la lettera Sforza lecevano di Fiume uno Stato indipendente che consegnava, come si è detto,'Porto Baros, il Delta e una banchina laterale alla Jugoslavia, l'attuale soluzione sopprimo lo Stato indipenden'e e conduca la città di Fiume in grembo alla patria. Le lievi rettifiche di confine fiumano non hanno alcuna importanza dal punto di vista strategico, economico ed etnico. Il villaggio croato di Peklln si compone di poche diecine di case, mentre Dehora. è stata assicurata alla città. Accanto te queste condizioni fondamentali si sono conclusi notevoli accordi dì dettaglio che concernono l'uso di due banchine del porto, il tranJtìto della Fiumara, l'ordinamento ferroviario De comunicazioni col retroterra. E' da considerare che Fiume, Stato autonomo e indipendente, sarebbe stato notevolmente danneggia(to dalla perdita del bacino Nazario Sauro, iranto che per evitare questa iattura si era 'escogitata la forma interportuale. « Con Fiume annessa all'Italia, questa defcurtazione perde quasi tutto il suo valore te deve essere considerata dai fiumani come il modesto premio pagato per la realizzazione del lungo ideale di annessione all'Italia che fu proclamata fin dal 30 ottobre 1918 ' all'atto del disfacimento dell'impero austro-ungarico. Con questa soluzione si e in^tre evitato l'arbitrato svizzero, che ci avrebbe con- tutta probabilità rinviato all'articolo 4 del trattato di Rapallo. S è evitato l'eventuale ricorso alla Società deUe Nazioni, Jl cui «sito sarebbe stato incerto, e si è libuidata In maniera irreparabile e definitiva la caricatura dell'autonomismo zanelliano. Accordo politico '«Como ho detto, lo Stato di Fiume era una crea' J*a che non poteva vivere se non sulla carta; e, ammessa, per ipotesi, la sua possibi¬ lnticnnfdpcnercdcgizpnpsssafpcstglSslccbpuqltdcAgcdiRgss lità di vita, sarebbe in breve diventato un'arena di aspre contese fra le razze, un nido d'intrighi internazionali. Sistemato Fiume secondo il progetto che avevo sostenuto continuamente come unica soluzione possibile equa ed umana, come ebbi l'onore di dire davanti al Senato, bisognava, perchè l'accordo parziale fosse fecondo di risultati generali, inquadrarlo in un più vasto accordo di portata politica. Cosi e nato il patto di amicizia, che è stato già reso di pubblica ragione, che non ha clausole militari di nessun genere, e che non può, data la sua natura, suscitare ragioni di allarmi, sia all'oriente che all'occidente, L'accordo politico sarà completato da un accordo commerciale di rapida conclusione, che si sta elaborando in questi giorni a Belgrado, accordo che avrà la sua importanza nelio sviluppo dell'economia nazionale u nello sviluppo dei rapporti fra i duo pae;?i. a Le regioni dell'accordo politico non hanno bisogno di essere illustrate. Da troppo tempo la questione di Fiume era una specie di saracinesca, che ci impediva la visione c i contatti diretti e immediati col vasto mondo danubiano. Ora l'Italia non può andare che ad oriente; ad occidente vi sono formazioni statali nazionali definite. Non possiamo mandare che delle braccia, ed anche questo ci potrà un giorno o l'altro essere vietato e ridotto. «Le-linoe della pacifica espansione dell'Italia sono, quindi, verso Oriente, ma per giungervi bisognava cominciare collo stabilire rapporti di buon vicinato col primo Stato che si Incontra appena varcata la nostra frontiera. I fattori responsabili della politica jugoslava si sono resi ronlo dei veri caratteri della politica italiana, ed hanno contribuito con buona volontà e -indiscutibile lealtà a realizzare l'accordo. L'opinione pubblica italiana, ha accolto con segni di unanime soddisfazione la soluzione della questione di Fiume, che aveva per troppo luncro tempo paralizzato l'azione diplomatica italiana, e ha accolto con non meno soddisfazione l'annunzio dell'accordo politico le cui conseguenze, saranno di grande portata. Anche gli stessi che hanno vissuto col sangue la passione di Fiume hanno accettato con disciplina perfetta la soluzione adottata dal governo. « Mi, sia concesso a. questo punto di ricordare che se Gabriele D'Annunzio non avesse intrapreso la sua ardimentosa marcia di Ronchi, oggi Fiume non sarebbe italiana. Il governo e la nazione sono unanimi in questo alto e storico riconoscimento, cosi come, sono unanimi in questo tributo ol com."".dante e ai suoi legionari, ai morti deV^onn e dell'altra parte, oggi riconciliati pp™lS,.J!J mèta è stata raggiunta. In quanto Jdia cimi di Fiume, essa 6, a mio avviso, i&v-alrr.ente e materialmente attrezzata pur adempiere sul limite estremo della no^ra frontiera il suo specifico grande comip«o. che e quello dà costituire un potente ùnello di saldatura tra l'oriente e l'occidente, tra 1 Italia e il mondo slavo. , . „ _, .„ « Oggi e domani si procederà allo «ambio delle ratifiche, dopo di che il trattato è da considerarsi perfetta. La proclamazione dell'annessione di Fiume avverrà il 2 marzo a Fiume, presente 11 Re d'Italia». La relazion- c approvata all unanimità "al Consiglio cV;e, su proposta del senatore Corbino tributa un plauso al Presidente per i CTan'de servizio che ha saputo rendere al Paese II. Ministro Ciano ricorda in proposito che la i>rima bandiera che sventolò a Fiume ff issata all'arrivo del Duca Thaon di Revf.l. Indi, all'unanimità, sono approvati gii accordi conclusi fra l'Italia e il Regno r".ei serbo-croati-sloveni, sottoscritti a Roma Il 27 gennaio 1924. Indi il Consiglio approva lo schema di Decreto per cui il giorno 2. marzo 1924 è dichiarato solennità civile per celebrare l'annessione di Fiume all'Italia. Il Consiglio approva quindi affari d'ordinaria amministrazione, nonché 11 passacelo dei servizf della Marina mercantile alle poste e Telegrafi: qualsiasi provvedimento di massima, sia legislativo che regolamentare, riguardante lo -stato e la disciplina degli ufficiali delle Capitanerie di porto, sarà emanato dal ministro della Marina, previi accordi con quello delle poste c Telegrafi e col Commissariato dei servizi della Marina mercantile. Su proposta del presidente del consiglio è poi approvato uno schema di decreto che contiene norme per impedire l'abuso dei titoli e attributi nobiliari. Come Fiume attende il Re Fiume. 21 notte. La visita di Sua Maestà clic era annunciata per domenica prossima è invece procrastinata al 2 marzo. Certo la visita riuscirà l'atto più solenne e significativo nella celebrazione dell'annessione, per cui la cittadinanza prepara festeggiamenti imponenti. Già fervono i preparativi allo scopo di affrettare il restauro del palazzo del Governo, rovinato per il moto del 3 marzo 1922. La consegna del Delta-e di porto Baros agli jugoslavi seguirebbe lunedi. I giornali jugoslavi precisano i risultati del voto di ratifica degli accordi per .Fiume da parte della Scupcinn. Votarono a favore i radicali serbi e i cosidelti serbi puri; contro una parte dei democratici e il minuscolo nucleo del partito dei contadini; parte dei democratici, a quanto pare per ossequio alla Corona, i popolari sloveni e l'Unione jugoslava, si astennero. La slampa jugoslava annuncia anche prossima la nomina del generale Bodrero a nostro ministro a Belgrado.