Poincaré alle strette

Poincaré alle strette Poincaré alle strette Ventate di malcontento L'inquietudine destata dai " Vespri palatini ,, (Servizio spedale dalla s Stampa n) Parigi, li, notte. Ventate di malcontento, profondo passano sulla Francia. Poincaré non lia più il paese dalla sua. I voti di fiducia succedentisi a distanza di oro e ad ogni menoma proposta, più che rafforzare il suo credito lo diminuiscono, quasi dimostrando all'evidenza l'impossibilità in cui egli si trova di governare senza una incessante revisione della validità dei suoi poteri. Delle lamie schiette e Intatte nessuno pensa a provare il Alo, tutte le volte che si assesta un colpo. Si esaminano e si provano di continuo solo quelle intaccate e che non tagliano più. D'altronde la situazione viene facendosi di una paradossalità manifesta. 30 voti di maggioranza? Il Governo propone un insieme di provvedimenti diretti a un dato scopo. Questi provvedimenti, o per una ragione, o per l'altra, non convincono nessuno. Oratori di tutti i settori della Camera si succedono alla tribuna, unicamente per mettere in luce i difetti delle soluzioni raccomandate dal gestori supremi del paese. E questi oratori non si chiamano soltanto Herriot, o Tardieu o Klotz: a cercare bone, nascosti nel corridoi 0 annidati nelle, redazioni dei massimi giornali, se ne troverebbero di quelli che corrisponderebbero ai nomi più segnalati, di cui si illustra e si fa forte la maggioranza che vota per il Ministero. Se questo fenomeno poteva passairo inosservato nel caso dei decreti logge, nel caso del decimi addizionali, lo si osserva ad occhio nudo. Uno sguardo al Tem.ps, ai Vebats, al Matin, al Journal, permette di misurare di colpo l'entità e la varietà innumerevole delle reticenze e delle obiezioni che i progetti governativi sollevano fra gli stessi amici del governo. Nessuno è convinto dell'efficacia dei rimedi finanziari escogitati in fretta e furia in un'ora di panico, » La difficoltà della situazione, — scrive il Journal des Dehnts. — risiede nel fatto che gli eventi procedono presto e che, nel momento in cui il parlamento è chiamato prendere una decisione tardiva e non ha la convinzione che quest sarà sufficiente. Non entra nel pensiero della maggior parte della gente di ostacolare il Governo ; si può anzi dire che, se i progetti non fossero di un governo che è al potere da due anni e che ha rappresentato dei grandi interessi nazionali, sarebbero assai più vivamente criticati. Ma tutto il malessere viene dal fatlo che non si sa dove si va e dal fatto che non si è sicuri che 1 progetti del governo non siano oltrepassati da.uli eventi ». Ora, questa mancanza di fiducia della Camera, dico di quella parie della Camera che è più ligia, se non altro per tra/iizione e per abitudine, alla politica del gabinetto Poincaré, potrebbe ancora meritare piccoli rilievi, qualora il gabinetto si dimostrasse capace di lottare contro le obbiezioni che, in seduta o fuori di seduta, pli vengono fatte e diffondere intorno a sè la persuasione, far prevalere i vantaggi dei rimedi proposti, rintuzzare con argomenti di fatto, con dati, con esempi, con precedenti, le ragioni desìi avversari e deeli amici. Ma che cosa fa invece il ministero ? lmiplora la Camera di credergli sulla paróla, di votare 1 suoi progetti ad occhi chiusi, senza esaminarli e senza chiedergli di convincerla della loro efficacia. « Creo quia absurdiim » : ecco la professione di fede che Poincaré domanda alla propria maggioranza, dopo due anni di governo che non' le hanno arrecato se non delusioni e alla vigilia di precipitarla inerme nelle fauci spalancate del mostro elettorale. Quando Tardieu dimostra, con documenti alla mano, cho i due decimi addizionali schiaccteranno i piccoli e i medi contribuenti; quando Klotz rammenta che la Francia o già il paese di Europa in cui la popolazione urbana è più aspramente tassata; quando Auiiol pone a Bokanowski — De Lasteyrie non risponde addirittura più se non per bocca del suo relatore — il dilemma secondo cui i decimi addizionali se faranno calare 11 cambio, faranno calare anche il gettito delle imposte e quindi non equilibreranno il bilancio, e viceversa se equilibreranno il bilancio, non faranno calare il cambio e faranno aumentare il costo della vita; quando finalmente Forgeot, propone di sostituire ai declini addizionali, la consolidazione dei buoni del tesoro c della difesa nazionale, la riduzione a 35 miliardi della circolazione fiduciaria della Banca di Francia, il lanciamento di una lotteria nazionale u l'aumento delle ore di lavoro; a queste e j a cento altre proposte e controproposte il 1 Governo non impone nulla, all'infuori della chiamato a rla^wistone sua eterna invocazione :' « Votate i miei progetti di legge; votateli per amor mio e per amore della Francia e votateli il più presto possibile, poiché un giorno che passa è una parte della loro efficacia che volatilizzai». Sono atti di fede che si possono chiedere ad un'amante — e tutte le assemblee appartengono notoriamente al sesso femminllo — durante la lima di miele. Ma dopo alquanti anni di matrimonio, non vi pare cho l'esigenza sia francamente eccessiva? Ecco perchè, se dobbiamo prestar fede a Marcello Hutin, 1 pronostici che hanno già corso qui. sull'esito delle votazioni decisive, non osano dare al Ministero più di una trentina di voti alla Camera e una quarantina al Senato* Sono pochini o quanti fra coloro che passano le loro giornate a deambulare all'orifizio dei mormoranti orecchi di Dionisio di Palazzo Borbone, non vi direbbero, se osassero, che sono anche troppi? Brividi Fenomeno anche più grave, il discredito che colpisce ogni giorno più visibilmente il ministero Poincaré — un ministero afflitto da pesi morti quali un De Lasteyrie, un Cheron, un Raiberti, non voglio dire un Manoury. polche questi e un peso morto che finora ha funzionato da parafulmine, un Reibcl, un Dior — comincia ad estendersi anche al capo, finora trincerato e inespugnabile, della politica estera. Che jl Governo non abbia una politica interna, è cosa che sanno ormai anche a Zanzibar e alla Martinica. Ma quello che si comincia a credere di sapere a Parigi è che esso non ha nemmeno una polilica estera. I medesimi vacillamenti di cui dà segni l'ima, comincia a darne segni anche l'altra. Che cosa è tutta questa faccenda del Palai inalo 1 Se si trovano tuttora fogli come il Journal disposti a vedere negli eccidi di Pirmasens una ragione per dare macchina indietro nelle concessioni fatte all'Inghilterra e ripristinare il veto contro i funzionari bavaresi, la maggio I ranza della stampa che ragiona non fa mt- s(evo di una Preoccupazione, il cui logico effetto dovrebbe, al contrario, andar cercato in una politica diametralmente opposta. 11 Governo annunzia che, in seguito a nuovi scontri prodottisi a Bad-Durkheim. l'autorità militare francese, valendosi dell'autorizzazione accordatale alla unanimità dall'alta Commissione interalleata di Coblenza, fn forza dell'articolo Vi dell'accordo renano, ha proceduto a misure di repressione, cominciando con operare numerosi arresti. Sarebbe questa la prova che In alto loco si divide l'opinione della Liberti), ]a quale lamenta il pericolo gravissimo che al prestigio, francese in Germania potrebbe venire dai fatti odierni se restassero impuniti e invoca che si voglia una buona volta rispedire sul Bepo Mangio con pieni poteri?... Il Temps. e col Temps tutta la coorte della stampa moderatamente repubblicana, per non parlare della stampa di sinistra, è di parere assai diverso. Pirmasens dista solo 10 chilometri dalla frontiera alsaziana. Ora le bande armate che, secondo le versioni di cui, fino a questo momento, non abbiamo ragione di mettere in dubbio l'autenticità, esesuiroiio il colpo di mano sul municipio della piccola città palatina, giunsero inattese e fulminee da Heidelberg, città distante da quella 80 buoni chilometri. La considerazione di questo attacco di sorpresa, sterrato con precisione rigorosamente militare, dal cuore delia Germania, su un punto limitrofo della frontiera francese, induce il Temps a riflettere, con un brivido mal dissimulato, sulla infinita precarietà della sicurezza francese fintanto che la si vorrà affidata unicamente ai petti del suoi soldati e alla potenza dei suoi cannoni. « Quando un fatto cosi lamentevole e cosi clamoroso si produce sulla riva sinistra del Beno — soprattutto In vicinanza di quella frontiera francese di Alsazia, sulla duale lina futura offensiva tedesca potrebbe perfettamente concentrarsi, mentre si aspetterebbe ancora, nel cattivo .punto — è tutta la sicurezza della Francia che è in giuoco ». v "Vaa solisi.. E, io. tali condizioni, quale è, secondo il vecchio organo repubblicano, la sola via di scampo che rimanga? Ogni persona di buon senso farebbe coro alla sua risposta: è l'accordo con l'Inghilterra. « Il mònito che ci arriva dal Palatinato è grave — scrive l'Hérbette, — I pericoli eh» si ammucchiano :n • Germania sono grandi. Essi non possono essere scongiurati che eoa una cooperazione franco-inglese. Dire che Si preferirebbe praticarti questa coopers.zioqj sotto un'altra forma, con degli inglesi eh» losicro eguali a dei francesi, è dire nvila dj