Un'altra tempestosa seduta alla Camera francese

Un'altra tempestosa seduta alla Camera francese Un'altra tempestosa sedutaalla Camera francese Il ■ Rubicone « di Calllaux — Il processo all'Alta Corte — L'affare Bolo Lenoir — Violenti attacchi del radico socialisti — Reazione di Poincaré, (Scrrtelo speciale della • Stampa ■) d i e e i e . , o e a e , i Parigi, 7, notte. Oggi alla Camera abbiamo avuto una nuova seduta tumultuosa. Chiuso un primo incidente si passò al secondo paragrafo dell'articolo primo, a proposito del quale il deputato Éngerand fece una boutade: dichiarò di presentare alla Camera come emendamento un testo contenuto nel famoso « Rubicone • di Caillaux, trovato fra i documenti della cassaforte fiorentina e nel quale si tratta di dare al presidente della Repubblica il diritto di emanare dei decreti legge. « Nego la paternità di questo testo — si affrettò ad aggiungere l'oratore. — Esso è di Giuseppe Caillaux, una nel presentare questo emendamento contro il quale voterò» tengo a dare al vostri colleglli radicali socialisti il mezzo di frugare il vostro pensiero >. Sino a questo momento la Camera era rimasta calma ina venne immediatamente burrascosa quando l'on. Brousse pretese di fure alla tribuna una breve discussione sul testo in causa. L'oratore ricordò elio in passato i radicali socialisti avevano fatto contro le cosidette (eleggi scellerate» lo stesso ostruzionismo che fanno oggi contro il progetto-attuale. Mentre al centro si applaudiva, a sinistra ed all'estrema sinistra «postoti violentissime si alzavano eil il tumulto scoppiava altissimo. Il presidente alzò allora le braccia al oielo esclamando: «E dire che non sono ohe le tre e mezza ». Egli richiamò all'ordine parecchi deputali e ciò forni occasione ad uno dei richiamati) il signor Canvbouze, che era stato oggetto di richiaiino all'ordine con iscrizione, a processo verbale, di protestare accusando il presidente di parzialità. La maggioranza approvò. La confusione nell'aula fu al colmo. Dopo un quarto d'ora di invettive e di tumulti, finalmente il presidente potè esclamare: « Poiché hanno inesso in causa la mia parzialità, questo incidento sarà, regolato più tardi ». L'on. Brousse nel suo. discorso rimproverò ai radicali socialisti ed ai socialisti di pensare ad organizzare la requisizione fiscale. Quindi chiede come mai i radicali socialisti che votano il bilancio potranno nelle prossime elezioni marinare coi socialisti che non lo votano. Concludendo ejrli esclama: «Quando si parie con Kerensky si arriva a Lenin ». Mentre il centro e la destra applaudono, la sinistra acclama Herriot che sale alla tribuna "per rispondere agli oratori che l'hanno preceduto. Parlando del « Rubicone »' s. proposito della manovra dell'Engerand, Herriot, rivoltosi a Poincaré, esclamò: « Guardate accanto a voi; voi vedrete un uomo che, avendo assolto Caillaux, Ita voluto senza dubbio appoggiare quella lesi ». Le sinistre applaudirono fragorosamente, mentre si gridava: « Strauss, Strauss » (l'attuale ministro dell'Igiene, che all'Alta Corte votò infatti in favore di Cai! laux). Herriot disse poi che so Caillaux aves se fatto del Rubicone un testo pubblico e lo avesse presentato alla sanzione dello ossenv blee, lui ed i suoi amici l'avrebbero combattuto. Rimprovera poi al Governo di far già preparare dal Consiglio ili Stato un testo tendente a riformare l'organizzazione dell'Alta Corte. Marcello Cachin, interrompendo: — SI, do po lo scacco che il Governo ha subito al Senato ! Poincaré, alzandosi di scatto, pronunziò delle parole che Herriot disse insultanti, facendo contemporaneamente il gesto di spazzarle via. L'assemblea diventò in un baleno egitatissima e mentre sui banchi della mag gioranza si urlava, la sinistra applaudiva freneticamente. Quando la calma venne ristabilita, Herriot, rivoltosi verso Brousse, gli disse che avrebbe dovuto essere l'ultimo ad assumere l'atteggiamento che egli aveva oggi preso, poiché il suo nome resta attaccato all'emendamento che nel mano 1923 stabili (■'equilibrio del bilancio per mezzo di una emissione di Buoni del Tesoro. Quindi, rivolto verso il Presidente del Consistilo, basandosi sopra una votazione di Valdeck Rousseau, Herriot, con voce tonante, tenendo l'indice appuntato verso i banchi ministeriali, sclamò: « Voi avete fatto si che il PaTlaimento non goda più nessuna considerazione: andatevene I». La sinistra e l'estrema sinistra, fecero un'ovazione a Herriot. Il signor Poincaré, alzatosi in mezzo a tanto rumore, rispose ad Herriot che ciò che fa perdere la considerazione del regime parlamentare sono piuttosto le manovre ostruzio. nistiche alle quali la Camera assiste da alcuni giorni e siccome i clamori dell'estrema sinistra coprivano la voce del Presidente del Consiglio, questi gridò mostrando un numero dell'.< Humanité » : « E gettano anche la disapprovazione sul paese coloro che vogliono provocare dello dimostrazioni davanti alla Camera » (allusione al manifesto della Confederazione generale del lavoro unitaria e dall'Unione dei sindacati della Senna pubblicato nell'organo comunista per una dtniostraziane da farsi innanzi a palazzo Borbone contro l'aumento del prezzo del pane, contro i 17 miliardi di nuove imposte e contro i decreti legge dittatoriali, manifestazione chemalico a dirlo, la polizia si ù affrettata a proibire). Ma il tumulto si scatenò anche più violento quando il ministro della Guerra, Maginotprese con gesto di sdegno l'« Humanité » e la gettò in mezzo all'emiciclo. Fu questo isegnale di un tumulto indescrivibile. I comunisti scattarono gridando come energumenparole ingiuriose al ministro della GuerraUno di essi, prese il numero dell'« Humanité », lo lanciò in direzione di Poincaré. I"iemale andò invece a colpire la testa dedeputato Daria che sedeva al banco della Commissione. Il tumulto non fece che crescere, sicché ipresidente, nella impossibilità di poter riseibilire la calma, non trovò di meglio che so spendere la seduta. Questa venne ripresa dopo le 17,:i0, e alla tribuna sali il deputato Mutui uno dei difensori di Caillaux, il quale, prendendo lo spunto dalle allusioni fatte al testo del Rubicone, pronunciò un elogio caloroso di Caillaux. L'oratore si elevò contro l'uso che del Rubicone era stato fatto innanzi al l'Alta Corte. « Si continua, — egli dice — ad attaccare i capi della democrazia e sovrat.tnt to colui che voleva impedire la guerra. [Applausi all'Estrema Sinistra, proteste al Centro c a Destra). Non bisogna che un processo dintenzioni venga fatto ad un uomo per opi nioni di cui non ha voluto assumere la resporisablita». Per quanto il presidente corcasse di richia mare l'oraitore all'oggetto della discussionecioè a.l progetto finanziario, il signor Moutecontinuò,- esaltando il testo del Rubicon commentandolo in mezzo ai clamori dellCamera. In.mezzo ai continui rumori. Mouteprotestò contro il modo col quale, era statcondotto it processo contro Caillaux. «E' stato un processo di tendenza, fatto su dei falsper salvare un Governo (lìumnri). Lenoir Bolo pascià per poco non sfuggirono aliti fu citazione se avessero voluto testimoniarcontro Caillaux ». L'ex-sottosegTetario per la Giustizia, igna ce, oppose una vibrata smentita, e Ponicaréintervenendo, disse che, come Presidentdella Repubblica, doveva dire clic la smentita del sottosegretario di Staio era esattama Moutet, continuando, disse che era stataccordata una dilazione ai due miserabicondannati a morte per poter parlare contrCaillaux. L'ex-sottosegretario Ignace. intervenenddi nuovo, ripetè la sua smentita. «Per quellche concerne Lenoir — disse — fu egli chiedere di fare delle rivelazioni. La dilazione gli doveva perciò essere concessa. Lrivelazioni furono raccolte immediatamente furono comunicate al giudice istruttorcapitano Bouchaidon poiché soltanto Ja girstizia poteva pronunciarsi. Il Bouchardonnell'indipendenza della sua coscienza, rl'enne clic, dopo un (siine di quelle rivelazione le neccessarie verifiche, la giustizia dveva seguire il «ito corso ri Lenoir lu luclato. Per Bolo fascia l'ordine di esecuzionera stato dato. Al mcijicui''. in cui dovev avvenire la partenza per vincennes, l'awo- cato protestò e dichiarò che il condannato aveva delle rivelazioni da fare. Il maggiore julien, commissario del Governo, non.ere- detto dover assumersi la responsabilità di pronunciare la dilazione. Si recò dal sotto- segretario alla giustizia militare: Ero io. l'ufflcialo mi chiese istruzioni. Gli dissi che non sabilità lo non sono intervenuto. (Applausi), Feci notare che il solo fatto della sua vomita a Irovarmi costituiva già una dilazione. Le rivelazioni non potevano essere esaminateche dalla Commissione- Si soprassedette alla eecuzione e un'ora dopo l'ancaTtamcnto era fra le mani del guardasigilli. La Commissione rifiutò la revisione e l'esecuzione ebbe luogo. Ecco quello che resta delle vostre insinuazioni, prosegue Ignace rivolto a Moutet. Constaterete ohe come capo della giustizia militare ho fatto tutto il mio dovere. {Lunghi applausi). L'on. Mouet trova tuttavia che le cose non si sono svolte regolarmente. Ignatieff ribatte sostenendo la perfetta regolarità di quanto ò slato fato in quella occasione, « Secondo la mia coscienza, mi onoro di aver compiuto gli atti che voi mi rimproverate in collaborazione al grande francese che presiedeva ai destini della patria. Cosi ho potuto porre line alle mene che, se avessero avuto effetto, avrebbero messo la patria in pericolo ». Al ohe Moutet ribattè che riteneva vanto della sua vita l'aver difeso l'ex presidente del Consiglio, Caillaux, in un processo politi™. (Applausi a sinistra, proteste sugli altri banchi). Dopo questa imprevista rievocazione del processo caillaux si ritornò finalmente ai decidi. A domanda del relatore Bokanowsky l'on. Kr.gerand ritirò il suo emendamento, che disse di avere presentato unicamente per sottoporre il pensiero di Caillaux alla deplorazione unanime dell'assemblea, risultato che era stato ottenuto. A questo punto vengono lanciati nell'aula manifestini incitanti a dimostrare contro Palazzo Borbone. Poincaré dichiara finalmente di porre la questione di fiducia sul voto del testo sottoposto aliti Camera: « U Governo è autorizzato, durante i quattro mesi che seguiranno la promulgazione della presente legge, di procedere per mezzo di decreti resi dal Consiglio di Stato e dopo ossero stati approvati dal Consiglio dei ministri, a tutte le riforme e semplificazioni amministrative che la realizzazione di quelle economie comporta ». Le urne sono fatte girare e dopo controprova il testo relativo al decreto viene approvato con 333 voti contro 205. 11 seguito della discussione viene rinviato a domattina.

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