L'arresto degli autori d'una serie di rapine

L'arresto degli autori d'una serie di rapine L'arresto degli autori d'una serie di rapine La mantellina da militare e la rivoltella nichelata -1 "bis,, dei malfattori Il morso d'un canottiere - Sorpresa e movimentata cattura - Tre arrestati Ai lettori della cronaca non ò certamente | sfuggita la serio di rapino verificatesi nella seconda metà dello scorso mese di gonnato. Esso avvenivano quasi regolarmente ogni notte, anche nel centro della città, e gli autori di esse davano prova di audacia a di costanza tali da impressionare veramente pubblico e autorità di polizia. I lettori si ricorderanno anche come tali rapino venissero a cessare ciuasi improvvisamente. Ora possiamo diro il motivo: i rapinatori sono stali arrestati e confinati alla... inoperosità, del carcere, donde è augurabile escano il più tardi possibile. Il merito della salutare operazione spetta alla Questura, che ha disposto attorno al delinquenti un attivo servizio di Indagine, o particolarmente alla Sezione di P. S. di San Secondo, i cui agenti ebbero la ventura tli mettere lo mani sui ricercati Cho le rapine l'ossero sempre opera degli stessi individui era apparso evidente Un dallo primo denuncic, ed era stato successivamente confermato man mano si svolgeva la... corona delle delittuose Imprese. Le modalità con cui questo erano effettuate non variavano, i contrassegni dei responsabili rimanevan'o sempre uguali. Le parti lese, nelle loro denuncio alla Questura, fissavano infatti in questi termini il modo con cui erano 6taii depredati: ire, o qualche volta quattro individui, si presentavano loro innanzi ; uno di essi indossava una mantellina grigio-verde, da militare ; un altro Impugnava una piccola rivoltella nichelata e lucente, e con questa minacciava la vittima e la obbligava ad alzare le braccia, mentre gli altri la frugavano per impadronirsi del portafoglio. Lunga, come dicemmo, fu la serie di tali improse. Ricorderemo lo principali. La notte del 21 gennaio, alle ore 1.45, il liquorista N'alalo lìestonzo, di anni 26, abitante in corso Pegina Margherita n. 215, mentre stava rincasando, veniva formato all'aneto di via Principessa Clotilde c corso Principe Oddone, da alcuni sconosciuti, uno ri-si quali armato della piccola rivoltella nichelila, 0 derubato di L. 50, nonché di cario o-nsonalt. La notte del 23 gennaio cadeva sui passi del malfattori l'impiegato privato Renzo Terzago, di anni 25, dimorante in via Lam irniora SO, nientro percorreva corso fari ni per restituirsi a casa. Egli pero potò sfuggire olla rapiìft. Quaudo si vido affrontato dai Ivo inalan-i drini, di cui uno armato ii rivoltella, si diede tosto alia fuga, chiaman lo al soccorso. I tre rinunciarono ad inseguirlo, ed a loro volta, a scanso di sorprese, presero di uors'a il largo. I malviventi non rinunciarono però alla proda, c la sera stessa riuscirono a depredare il dottor Enrico Baggiani, abitante in corso Principe Umberto 11, ii. Il bottino, conseguito nel solilo modo, fu questa volla di L. 600. 11 26 gennaio 6 la volla dcll'oueralo tappezziere Antonio Hendina. diiuo-.i.ito in via Cristutoro Colombo 48, il •maio in corso Vm zaglio angolo corso Duca di Genova doveva abbandonare nello mani dei «uoi agg.esson L. ;-.',3 od un anello d'oro. La. notte stessa \oms si vede i furfanti amavano fare il bis) radeva nelle loro mani l'ing. Carlo Cappelli,- che stava rincasando in via De Sonnaz. e doveva puro rimetterci ti portafoglio. Più movimentato però riuscì il colpo tirato dai malandrini sulla persona del slg. Luigi Di Vaio, fermato all'angolo di corso Inghilterra e via Vassalli Eandi. Egli, per via di quella benedetta rivoltella, non potè difendere il portafoglio, sebbene, essendo egli canottiere famoso c giovane robusto, a malincuore si sia arreso. Ma non volle rinunciare alla vendetta, e, prima che gli altri si allontanassero, si azzuffò con uno di essi, o lo morse rabbiosamente ad una mano. Come si può di leggeri Immaginare, se quosta triste collana- di imprese impressionò il pubblico, non mancò di risvegliare l'attenzione della Questura, la qualo pensò subito a realizzare i mezzi onde liberare la cittadinanza dal pericolo e dalla minaccia che incombeva su di essa, 0 diede perciò sollecite istruzioni perchè i colpevoli fossero assicurali alla giustizia. Venne ordinato a tutte le Sezioni di effettuare dello pattuglie con l'incarico di farle uscire e battere la località di propria giurisdizione, preferibilmente dallo oro 22 alle 2 del seguente mattino, essendo queste le oro preferito dai rapinatori per compiere lo loro criminose gesta. Come già dicemmo, il cav. Capezza, commissario della Sezione di S- Secondo, eseguendo diligentemente tali istruzioni, ebbe la soddisfazione di impadronirsi del colpevoli. La notte dal 2G al 27 gennaio due agenti in borghese della suddetta Sezione, il marescialio Fallimmo e l'appuntato D'Agata erano di pattuglia. All'angolo di via Brichefasio con via Magenta, essi scorsero tre individui che non mancarono di destare tosto tutti i loro sospetti. Uno di essi, Infatti, indossava una mantellina da, militare. Lo loro suturo corrispondevano con quello indicate dai rapinati sul conto dei rapinatori. Di più, essi camminavano guardinghi e silenziosi, n-\!l'atteggiamento, cioè, di chi sta maturando qualcosa di losco. I due agenti, facendo lo visto di nulla., Fi avvicinarono ad essi, e quando li ebbero di fronte, il maresciallo, notificando la sua qualità, impose loro il « fermo ». Uno del tre, però, se la diede tosto a gambe. Fu inseguio dall'appuntato D'Agata, ma non potò essere raggiunto. Allora l'agente pensò che era meglio tornare a prestar man forte al superiore, che era rimasto solo contro due, 0 cosi fece. Quando egli raggiunse II Palliamo, questi era alle preso con uno solo dei tre sconosciuti: il terzo, colui che indossava la mantellina, era fuggito, e il maresciallo non aveva certo potuto trattenerlo, ti orandosi più che mai impegnato a ridurre all'impotenza quegli cli£ subito aveva afferrato per impedire che a sua volta potesse fuggire. Al sopraggiungere dell'appuntato, fu relativamente facile rintuzzare ogni velleità di ribellione de! -messore, e questi venne condotto in Sezione. Qui egli dichiarò essere Giovanni Ferrerò di Francesco. Ma al mattino seguente, quando fu Interrogato dal :av. Capozza; confessò di avere dato false generalità, e declinò il suo vero nome: Giuseppi I-'iorio fu Francesco, di anni 33, da San Mauro, senza fissa dimora. U funzionario riconobbe in lui un pericolosissimo pregiudicato In linea.di furti e rapine. Le indagini del cav Capozza furono in seguito rivolte all'identificaziono degli altri due individui, quelli che avevano* potuto sfuggire ai bravi agenti. L'identificazione fu ottenuta nello persone di Antonio Co» luppo, fu Emanuele, di 32 anni, da S. Urbano di Padova, abitante in via Ellero 2-1, e di Francesco Gorbl, di Felice, di 27 anni, da Asti, dimorante in via Crissolo 5. maeeìlaio disoccupalo. Costoro vennero arrestati dal maresciallo Verga, e dai brigadieri Pittali? e Clavorella della suddetta Sezione di S. fecondo. Il Galuppo era da poco uscito dui carcere, dove aveva scontato 3 anni c 2 mesi per rapino e* lesioni. Lo stesso funzionario si e preoccupato di raggiungere a carico degli arrestati dei dati di tatto dio fossero probatori della loro colpevolezza : e vi' ò pienamente riuscito. Riccrcho fallo nella località dove avvenne l'Incontrò fra i tre rapinatori e la pattuglia che li sorprese, condussero alla ecopci-ta dc;:.i piccola rivoltella nichelata, cosi largamente usata dal lestofanti. L'arma venne ìiavcnuta in un mucchio di neve, infissa per la canna t col .manico rimasto in parte scoperto: ovidentemenlo era 6lata gettata nella neve da uno del Ire, allo scopo di liberarsene, per non venire sorpreso dalla forza con l'arma Indosso. La rivoltella era ancora carica di cinque proiettili. Parimenti è stato identificato quello della triade che indossava la mantellina. Una perquisizione operata in via Crissolo 5, in casa del Gerbi, ha condotto alla ecoperta ed al sequestro della mantellina, nascosta in un arir.adio, sotto un cumulo di indumenti della madre del Cerbi. Ed anche non 6 stato trascurato il morso applicato dal Di Vaio ad uno del suoi aggressori, in quanto poteva essere elemento di prova. Difatti sono stato riscontrate al Galuppo ferite al pollice ed all'indico della mano destra, che ad altro non sono donile che ai denti del DI Vaio... Chi più specialmente impugnava la rivoltella per minacciare ed intimorire le vittimo risultò essere il Gerbi. Abbiamo detto che alcune volte le rapino erano consumate, anziehù da tre, da quattro individui. Anche questo quarto gaglioffo ò stato identificato del cav. Capozza. SI tratta del pregtudiralo Giovanni Barberis fu Giovanni, di anni 30, da Livorno Vercellese. Questi però, odorato il vento infido, ha preso il largo, rendendosi ucccl di bosco. I tre arrestati sono stati rironnsciuit senza esitazione da quasi tutti i rapinali di cui facemmo parola. Dopo di che vennero inviati al carcere giudiziario, e denunziati per il castigo cho si sono meritato.

Luoghi citati: Asti, Genova, Livorno, Padova, San Mauro