Due soldati alle Assise per rapina

Due soldati alle Assise per rapina Due soldati alle Assise per rapina (Corta d'Assise-di Torino) Alcune rapane Impressionanti venivano consumate la seni del 4 novembre 1922 fa corso hi-upinigi e. adiacenze. 11 cav. ViltorlOi Pasyuario mentre colle propria signora percor. reva un viale dei corso diretto alla propria casa si vide improvvisamente comparire dinanzi due individui \estiii da militare, i'quali, quando >,-U furono vicini, proniineiarctto aleono 'parole, die non comprese cosicché credendo che eli fosso stala chiesta l'ora si accinse a tirar fuori l'orologio, mentre la sua signora gli fece notare clic 1 due militari gli avevano chiesto delle sigarette. 11 cav. Pasquerio chiese ai due che cosa volessero e aveudo costoro detto che erano senza « sordi :> (soldi), portò la mano verso la tasca sinistra dei pantaloni per prenderò il portamonete che ivi teneva con l'iiitoudinicnro di regalare loro qualche moneta. Ad un tratto, il più alto del line c precisamente quello portante l'uniformo di cavalleria gli puntò una rivoltella al petto gridando: « ."stia l'ermo, li prendiamo noi u, mentre l'altro, vestito da soldato aviatore, portatosi al fianco dèstro "del cav. Pasqumlo ed estratta la sciabola baionetta glie la puntò al fianco passandogli nel contempo la mano nella tasca posteriore dei pantaloni da cui tol. se una rivoltella, istintivamente il cav. Pasquario stringendo al corpo un pacco che teneva fra le mani cercò di impedire che gn venisse tolto il portafogli che teneva nella ta. sca Interna della giubba, nonclio l'orologio e catena d'oro appesa ai panciotto; e intanto cercava di far comprendere ai -due rapinatori ohe il portafogli era nella tasca sinistra, del pantaloni. In questo mentre il soldato di cavalleria, tenendogli puniata alla faccia la rivoltella con una mano, con l'altra gli frugò nella' tasca dei pantaloni asportando un portabiglietti contenenti pochi biglietti di visita e duo blgjlietti da lire 5. Durante tal movimen. tQ il soldato di cavalleria dovette necessaria, mente spostare un po' la direzione dell'arma, del che approfittò il cav. Pasquarto per ritirarsi alquanto e quindi allontanarsi mentre i i ue soldati dopo un momento di incertezza si dileguarono a loro volta in direzione della non lontana caserma di cavalleria. 11 soldato di cavalleria pronunciava la parola « Attenti ». Il cav. Pascrnario non denunziò subito la rapina patita, in considerazione della poca entità. <lel danno subito; ma poi no rese edotto il Comando del Reggimento Nizza Cavalleria, e frattanto era giunta notizia di altra rapina commessa ria due militari, dei quali uno indossante l'uniforme Ul cavalleria. Il Comando naturalmente predispose pronte indagini Di quest'altra rapina fu vittima la sera del 5 novembre 1922 nel pressi del Riformatorio Fer. rante Aperti in un sentiero adducento al Cam. liosanto del Lingotto il giovane Giai Luigi, che cola passava in compagnia della cugina Aragno Giuseppina. Verso lo 20,10 di detta sera, il Giai fu avvicinato da due soldati die gli rivolsero la paiola. Credendo che gli si fosse domandata Torà, il Giai si accingeva a tirar fuori l'orologio, quando uno dei due militari e precisamente uno di cavalleria, dicendo cho t volevano denari •. gli puniò la rivoltella al petto, mentre l'altro clic gli apparve un soldato dell'aviazione, standogli di dietro, gli puntò alle spallo la sciabola baionetta, Impaurito il Giai non oppose alcuna resistenza e allora 11 soldato di cavalleria eli prese dalla tasca interna della ciubha 11 portafoglio con L. 550 nonché l'orològio di nichel marca Zenith mentre il soldato dell'aviazione gli tolse dalla tasca posteriore dei pantaloni un portafoglio contenente cinquanta o sesson. w lire. L'uno e l'altro militare ciò facendo continua vano«a tenere impugnata in modo rnt. iiaceloso la rispettiva arma. Il Giai anzi avvertì che la punta della baionetta eli lambiva la spalla sinistra. * Alla ricerca dei due soldati . Le indagini esperito dal Comando del Nizza Cavalleria approdarono atì utili risultati per l'opera svolta in modo particolare dal capitano Egidio Glusiana e dall'aiutante di battaglia Satutto Federico. Fu anzitutto accertato elle il soldato di cavalleria Naimo Francesco, designato come violento, prepotente, cattivo soldato, la mattina del 7 novembre era stato visto dal soldato FolcareMi discorrere a lungo a bassa voce con l'Ine and eia Vincenzo, soldato dell'aviazione aggregato al Nizza Cavalleria; che l'lncandela era stato sorpreso dal soldato Mongo presso un'aiuolo del giardino della caserma a smuovere il terriccio, mentre il Naimo era poco lontano, e a nascondere con mossa repentina qualche cosa in tasca. Essendo iuriae sprovvisto di ri. vtìltelia aveva chiesto ai comnùlitouo Mo. strange che gli imprestasse la sua. I due militari Naimo e Incandela furono mostrati al rapinati i quali 11 riconobbero. Nell'intento di assicurare il provento della rapine, furono fatte perquisizioni che riuscirono infruttuose. Si perquisì allora alla presenza del commissario di P. S, 'iella sezione di S. Secondo l'ufficio matricola dove il Naimo era addetto quale piantone o in un armadio fra vecchie carte venne rinvenuto un pacco accui-atamenlo clihjbo in cui c'era l'orologio rubato al Giaj e la rivoltella del cav. Pasquario. Il Nulnio dapprima negò ina poi confessò di avere commesso lo due rapino In unione alj'incandela. Questi a sua volta confessò la sua partecipazione «Ile duo rapine suddette incapace di resistere all'invito fattogli dal Naimo e di avere consegnato il denaro toccatogli al soldato Licavoli. Presso costui, che protestò di ignorare la provenienza della somma, furono sequestrate Uro 355 ed una busta di cuoio cho fu riconosciuta dal cav. Pasquario come sua. Anchtì davanti all'Autorità giudiziaria i due Imputati confessarono cercando di giustificare il loro delitto col diro che erano senza danaro e non Dolevano essere aiutati dalle rispettivo famiglie. L'lncandela anzi fece perveniro ,al Giudice istruttore una minuta narrazione della rapina commessa dettata al detenuto dal famoso De Ecclesis.. consulente legale nelle Carceri Giudiziarie dei condetemrt! oda in attesa o del procosso o in espiazione'di pena: n Licavoli protestò di essere stato semplice depositario del denaro ptr conto dclrinoandola che non gli disse la sua provenienza. Ricevette il donuro perche l'altro non lo sciupasse. Dua spettri in gabbia Per questo fatto sono comparsi l\altr'ieii > nella gabbia degli accusati i due soldati Naimo Francesco, della classe 1902, da Palermo, ammogliato con un Aglio, e Incandela Virirenzo, della classe 1900, nato a Tunisi, residente a Fontana Sarsa, soldato aviatore agpregiato al deposito Nizza cavalleria, celibe. Ambedue sono impregiudicati. Fuori delia gabbia sedette il Licavoli Simone, nato a Balestrati, della classe 1901, celibe, impregiudicato anch'egli, del Nizza caval¬ lerie, ora congedalo epperciò in abito bor. ghese. I due primi imputati costituiscono nno spettacolo pietoso. Il Naimo tisico all'ultimo si.iidio. seaeva pullulo, spettrale; avvolto tri uuu coperta di lana. Si trovava in infermeria e volle assistere al dibauimemo. Lauro denutrito, dimagrito, giallo, insomma hikiu1 lui l'ombra d! sa stesso, Il clima di Torino, la detenzione, il rimorso tian coì;um> ii,n..e due libre di giovani tanto che i loro supejUtì venuti a depo. re li trovurono iiii.onuscibili. li Naimo, che ó in condizioni peggiori dell'altro, avrà, uncora qualche mese ili vita, il curioso è che è venuto al dibattiinenki per scolparsi molto malamente- por negare di avere addirittura partecipato alle due rapine, malgrado le sue precedenti dichiarazioni ai superiori o all'autorità giudiziaria., malgrado persino una srecie di memoriate scritto di proprio pugno in cui narra la euu colpa, malgrado che il compagno Inciuidela persista nella sua confessione e quindi accusi anche il complice. Con un piede nella tomba, lia voluto cari carsi la coscienza anche di questo peccato di mendacio: I suoi superiori hanno fatto una triste dipintura del Naimo. Fu un soldato pessimo, svogliato, indisciplinato o certamente "trascinò l'lncandela nella china fatale delia colpa. Lo stesso Incandela non ha nascosto di essere stato indotto alle due rapine dal Naimo. Buone informazioni vennero invece date sul Licavoli che ìeco 1S00 chilometri In ferrovia per venire a discolparsi davanti al giurati. Gli avvocali Dalfiume, Pastore, Bertoldo e Giulio difesero il Naimo e l'lncandela, 1,'avv. De Agostini difese 11 Licavoli. In seguito al verdetto oei giurati ieri mattina il i-Mesidente ha condannato il Naimo (cho non si presentò più all'udienza) alla reclusione per anni fi, mesi a e giorni 15; l'lncandela per anni ■'» e mesi à. 11 Licavoli per ricettazione fu condannato a mesi 4 e giorni 5 pena interamente condonata e col beneficio della non iscrizione. Presidente: conte Messea; p. ai.; cav. Adauii; cancelliere: Vi'tonato, M.

Luoghi citati: Nizza, Palermo, Torino, Tunisi