"La tomba sotto l'arco di trionfo,, di Paolo Raynal

"La tomba sotto l'arco di trionfo,, di Paolo Raynal "La tomba sotto l'arco di trionfo,, di Paolo Raynal yParigi, 30, notte. Quando si disse clie la guerra europea non aveva sapulo Ispirare agli artisti nessun capolavoro, si commise uno del soliti errori, motivati dalla fretta di giudicare un periodo eccezionalmente drammatico e memorabile. Le grandi opere d'nrte hanno bisogno di meditazione e di elevazione e poiché sono destinate a sopravvivere a chi le ha create, cosi non occorre risentano di quella che noi chiamiamo l'attualità. Più anzi vedono la luce a distanza dagli avvenimenti che le ispirarono e più il pubblico è in grado di giudicarle serenamente. Questo preambolo era necessario .per spiegare perchè oggi la Comedie Erancaise abbia rappresentato la tragedia di Paolo Raynal «lai titolo: La tomba sotto Varco di trionfo, che è tutta una glorificazione dell'eroismo francese Stirante la guerra. Il lavóro del Raynal .non è un melodramma convenzionale, arrivato in ritardo sulle scene: è un'opera letteraria del più alto valore, una concezione simbolica, nella finale erscuno dei personaggi rappresenta una delie masse umano cho vissero e eoffrirono durante la guerra: i combattenti, cioè, le donne che si amarono e i vecchi. E' Inoltre una specie di poema in prosa su tutte le virtù, tutti gli istinti, tutto le esaltazioni del popolo francese nelle ore del suo martirio e della sua passione patriottica. L'azione si svolge in una notte del 1915 all'indomani dell'offensiva francese in Champagne. In una villa vivono insieme un vecchio signore e la fidanzata di 6uo tìglio, cho 6 soldato. Costui, che si trova da 14 mesi alla fronte, ha ottenuto un breve permesso per venire a celebrare lo proprie nozze. L'incontro fra i tre personaggi, i soli della tragedia, annuncia già il dramma ipsicologico. 11 vecchio credeva di trovare nel figlio maggiore slancio; il giovane soffre nell'apprendcre che la gente che vive lontano dalla fronte si abbandoni a momenti di divagazione e anche di allegrezza. Questa non 6 la sola amarezza riservata al soldato. Poco dopo cho egli è arrivalo giunge un dispaccio dal suo capitano che lo richiama sulla linea del fuoco d'urgenza. Invece di quattro giorni, la éua licenza è appena di quattro ore. Ma il soldato non si rammarica: egli deve ubbidire. Nel breve leir.po che gli resta, egli vuole procurare un poro di gioia olla fidanzata e va ad indossare la marsina, come avrebbe fatto l'indomani se la cerimonia del matrimonio avesse potuto svolgersi. Rimasto solo con la ragazza, il giovane lo iparla del suo affetto con tanto fervore, che ella commossa gli si offre come se le nozze avessero già consacrato la loro unione. Il secondo atto non è che un lungo drammatico duetto fra la ragazza e il soldato. Esso si svolgo nella camera nuziale, ma i personaggi mantengono cosi bene i loro caratteri di simbolo, che la vista di un letto in disordine non avvilisce la bellezza della situazione. La ragazza si sveglia da un ibreve assopimento e incomincia ad essere tormentata dall'angoscia della guerra. IV vero che e*sa sta per terminare? E' esatto che l'offensiva nolla Champagne è riuscita vittoriosa pei francesi? 11 soldato non ha più la forza di mentire: No; una contro offensiva tedesca è imminente; la guerra sarà lunga; egli dovrà ancora combattere per anni. Allora la ragazza s! abbandona a un delirio di spavento. Essa è delosata di ciò elio il destino riserberà a lui e di ciò cho potrà avvenire di leni Le suo parole diventano enigmatiche: essa lascia comprendere di non essere sicura di poter conservare accesa la vampa dell'amore per molto tempo. Egli la dnterroga disperato; ella gli confessa di non amarlo più. Questo ù il punto più oscuro, forse, perchè il più scarso di umanità. Ma supponiamo che col suo simbolismo l'autore abbia voluto rappresentare la incostanza femminile nel periodo bellico e tiriamo avantl. Allorché il soldato apprende di non essere più amato, rivela una circostanza tremenda: per poter rivederla, per poter ottenere la brevissima licenza egli si è iscritto cerne volontario por una missione pericolosa, il giorno dopo dovrà recarsi fra le lineo nemiche c difficilmente ritornerà vivo. La ragazza disperata maledico l'amore e 11 soldato maledice la guerra. Dopo che l'alba è sorla, il soldato si prepara a partire. Padre e figlio si incontrano. 11 vecchio comprende ciò che, mentre egli è andato a riposare, ò avvenuto fra i fidanzati. E' gelosia? c un sentimento meno basso, ma altrettanto veemente? Colui che da oltre un anno vive in affettuosa intimità colla ragazza, ha l'impressiorfe che il figlio gliela abbia rubata e inveisce contro di lui. 11 soldato si ribella indignato. Questo duello fra la Vecchiaia e la Giovinezza è denso di concetti profondi, ma la sua violenza verbale ha suscitato oggi proteste cosi vivaci, che per alcuni momenti si 6 creduto che gli attori non avrebbero potuto terminare il terzo atto. Il tiglio esigo dal padre la confessione della sua passione: «Non è vero — gli domanda con rabbia — che tu mi odii? ». Il padre dà egli pure sfogo alla propria collera. L'alterco diventa brutale. La ragazza sopraggiunge e rivela al vecchio ciò che ha saputo da pochi momenti, cioè che la guerra non 6 terminata, che suo figlio rimarrà chissà quanto tempo di fronte alla morte. 11 padre del soldato si stringe nelle spalle. Tale contegno indigna la ragazza, che dichiara di non voler più rimanere in quella casa, c assalita di nuovo da una esaltazione passionale, grida di amare il soldato ardentemente e di voler appartenere soltanto a lui. Questo fervore, anzi questo furore per l'eroe, apre finalmente gli occhi ni vecchio. Egli non aveva capilo che cosa fosso la guerra. Ora sa ciò che essa significa. 11 soldato, allora, perdona al padre ed esorta la ragazza a voler essa pure perdonare. A questo punto la tragedia, che aveva oscillato fra le sfere del sensualismo e quelle del patriottismo, assurge fino alla tede. Il soldato è ateo, la ruguzza lo supplica di credere in Dio. Egli le promette di inalzare il proprio spirilo Uno ulla fede. L'eroe giungo cosi al grado di religiosità di tutti gli croi. Attorno a lui si stringono la donna, che 6 stata sbattuta dalla bufera degli istinti umani o degli istinti spirituali, e il vecchio cho riafferrato dal sentimento della paternità scongiura il figlio di ritornare vivo. E l'eroe serenamente risponde a coloro che lascia per andare a fare olocausto della propria vita: «Siate felici! ». Come tutto le opere d'arte che troppo si allontanano dal convenzionalismo e che vogliono essere giudicate non in poche ore, ma da varie generazioni, questa di Paolo Raynaha scatenato oggi alla Comcdic Frammise un uragano di disapprovazioni e di applausi. lr-Jbblico che ha espresso il suo malcontentot".è forse limitato'ad apprezzare l'opera semplicemente dal linguaggio parlato dai tre personaggi, che agiscono nella « tomba «ottl'Arco di trionfo ». Il titolo- avrebbe dovutfar comprendere che si trattava', più che dun lavoro teatrale, di una specie di «almdedicato agli eroi francesi. E' un linguaggi che può sembrare superlativamente retorico. Le passioni che cozzano in questa tragedia, possono urtare la nostra morale, ma a parte questo difetto che forse un giorno non sarà cosi definito, quanta poesia contiene il lavoro di Raynal e che perizia scenica rivela! Quand Paolo Raynal, giovanissimo, presentò al comitato di lettura questo lavoro, scandalizzò molti di coloro che lessero il manoscritto, che altri vollero fosse rappresentato o molto dovettero lottaro per riuscirvi. Intanto avvenne un fatto insolito; un editore propose di pubblicare subito la tragedia 11 libro è già In vendita. Cosi se la battaglia che oggi si è scatenata fra. gli spettatori dovesse ripetersi e la tragedia non potesse più essere rappresentata, gli intellettuali sapranno come consolarsi. R ideati.

Persone citate: Paolo Raynaha, Paolo Raynal, Paolo Raynal Yparigi, Raynal