Il "crak,, Calissano e le sue complicazioni

Il "crak,, Calissano e le sue complicazioniIl "crak,, Calissano e le sue complicazioni Un'iiiterTista col curatore rag. Bertosso sullo stato tìeH'iiy.leiiiln c le cause del dissesto - L'attesa del responso del Triltuualo di Milano - La difficile ricerca delle garanzie per il concordato - Le cambiali ad ocelli chiusi. ALBA, lì Tre (tiorni ai ficoose discussioni sul dissesti! ilei là ditta (jiovanui calissa.no nonli.au aio portato, <;oinc cronaca, so non pochi elciiii'ìKi nuovi. I..a situa/.lono rimano quella olio il solurtu covrisxiondento localo precisava nella sua lillina notizia. [Situazione gravo e delicata per la somma ili interessi che coinvolge e per la possibilità che cunmmitl e discussioni facciano precipitare gii eventuali progetti di sistemazione) o quanto vi b da aggiungere, o che non manca di interesse, riguarda esclusivamente lo operazioni eli» vengono fatte in questi giorni dal conutiissarlo giudiziario, rag. cavi Angelo Bertosso, per mettere in evidenza lo stato della gestione c chiarire la reale posizioni; dell'azienda nei rapporti coi creditori, gono operazioni complicato « non brevi, sempre; compi icalissiine lo sono nel presente caso, dato il genero dell'azienda, il modo con cui velino gestita o i molti legami croati, dal Calissano per moltiplicare le iniziative e dare alla sua Ditta un ipifi vasto respiro e Una sempre maggiore importanza. Molte chiacchiere sono state fatte, molto chiacchiero si fanno. E le chiacchiere non servono ad altro elio a fare di una situazione, già oscura per molti a-spe'ti, una situazione torbida. U Tribunale di Cuneo, giustamente preoccupato di non chiudere alcuna strada che possa offrirò la possibilità di trovare una • sistemazione elio salvi l'industria ti meno danneggi ai creditori, anziché, fermarsi ad indagare e sottilizzare sullo o perazioni compitile dalla Ditta o dal suo prò •s•pss\dle garanzie, dio la leggo vuole positive tangibili, la proposta di concordato, per la stessa considerazione, più che soffermarmi 6ulle notizie vere o immaginarie, ampliate o j deformate, che formano in questi giorni il tema di tulle lo conversazioni albesl, limitu questa mia cronaca, che non ò che di complemento alle notizie già trasmessevi, alla illustrazione dei fatti riuovi e alla esposizione di alcuni dati di fatto. Dati che debbo alla, cortesia del ragioniere Bertosso, gestore dell'azienda, e di cui mi è possibile assicurare la fondatezza per il controllo fa'to conversando con persoiiii di ogni tendenza e punito. ].; dico qucslo per quel tanto che di politico in questo dissesto si va affacciandosi fatto nuovo — Anzitutto — mi dice il rag. Bertosso — per precisarci la situazione 6 necessario illustrato una questione pregiudiziale, ci troviamo di fronte non ad un solo Ente dissestato, ma a' due Enti, per uno dei quali, hi nCevzgditta Giovanni Calissano, il Tribunale di I Cuneo ha preso la nota deliberazione, e por ' l'altro, la Società Anonima calissano (costi-1 lupa a Milano nel 1923, con rogito del notaio Guasti", per cui nessuna disposizione è ancora io corso. l,o due aziende sono talmente intersecate che non si può distinguere IV uà dall'altra, e tulle o dito si trovano nello stesso identiche condizioni. La proposta, di concordato, accolla dal Tribunale ili Cuneo, sarà accettata anello da quello di Milano, a cui spelta giudicare su quanto riguarda l'Aronima? Ammesso riir» si, vi e ancora ci" < Mederei quale provvedimento verrà adottato. Delegherà l'uno all'altro Tribunale :i suoi poteri, per niocjf che si possa, fare una unica massa di creditori e provvedere ad un'unica sistemazione, oppure le dite Procedure verranno tenute distinte? separare nettamente le. attivila, '0 le passività dell'una dalie attivila « dallo passività dell'altra, io lo ritengo difficilissimo. 1. per l'esperienza falla in- questi giorni. Gestore della Ditta jiorsoiiule. io dovrei disinteressarmi deil'A' nomina, ma per quanta buona, volontà ci' niella, noti riesco n tenere le Uni' aziende di stinte. So fermo l'ima si arresta l'aina. e i,; dibbo badare a; ppunlo a tener viva l'attività dell'industria per non deprezzarla .rendere impossibile"]! concordato'.' Si e detto che il tentativo di costituzione dell'Anonima j era fallilo: errore1 Non si trovarono j dieci!b; dódici milioin che erano necessari perchè l'Anonima potesse assorbite la Ditta, liquidando le passivila e ristabilendo la situazione normale, ma l'Anonima (con capitale limitato ad nn milione e cinquecento mila Urei venne formata e iniziò il suo lavoro. I creditori della Dilla, sono gli stessi creditori dell'Anonima; le passività gravano sull'uno e sull'altra azienda, e non si può sistemare l'ima senza sistemare l'altra. E' per queste considerazioni che sono persuaso 31"Tribunale di Milano accoglierà la domanda di noncordato che è. stola, presentata, così come fece quello di Cuneo, e dei due dissesti se ne fermerà uno solo. E lutti i creditori potranno riunirsi nel nostro maggiore centro provinciale. Creditori maggiori e minori '—• Circa i creditori molte cose sono sialo cle'te ina. non. si è precisato bene ne 11 genire. to': il numero. Può dirmi qualcosa in proposito ? — l'u estinte sommario della situazione, salvo ben inteso quelle modificazioni che si potranno avere con un esumo più minuto e ima rivalutazione delle attivila 'hi situazione presentata dalla Ditta fu aggiornata ina risale al 3(1 novembre) presenta, contro un passivo di 28 uti attivo di K milioni. Queste cifro non mi sembra possano subire notevoli varianti. Dico: irati mi sembra, ma tutte le sorprese sono possibili. Ogni giorno, per non diro ogni ora, mi trovo di Ironie delie novità. Col suo sviluppo, sproporzionato al traffico del dopo guerra, e con le sue varie ramificazioni, l'azienda si è talmente complicata, che ci sono sorprese alleile per-me che pure della Ditta sono staio procuratore per qualche anno. E vi manco da dieci anni. Tutto è Ingarbugliato, ondai le operazioni piti semplici, in tutto le cose c'è un quesilo. 1 ventuno milioni di passivila eolio rappresentati in gran parte da debili verso Banche: piti di dicionove. Non è il rtisu di fare dei nomi delle Banche conipromessi'. Si desterebbero degli inutili oliarmi, e. sarebbe male, audio perchè, secondo quanto mi risiili», parecchi degli istituii coiin ohi ne! dissesto hanno già provvisto ad accantonala! le somme necessarie per far lioute alle eventuali passivila. I.e Banche coinvolte sono pureceliie; ve ne sono delle minori o dei!<■ maggiori, delle virimi e anelli' delle loiiiam'. Degli altri nove milioni che l'ouiplclanu la passivila, tri' milioni e selli.'i-ino mila lire sono i oppi i s'uno i da debili verso i crrentisti ; il riniani'Uti da debili verso fornitori ed alni, i debiti residui per acquisti d'uva si aggirano sulle cinquecento ndla lire <■ di quesiti, ultima passivila i giornali f ■ ni' sono diffusuniente occuspatl, ina, come vedo, lapprescni.'i Iti par¬ ie mino.e dei debito proprio quella ile in su. Iluiiilio e forniti covano; quanti dovi < dell'uva ceduta iella vaie le casse cliius sia Stài coll per quanto ilelerniinati i pazientavano e la-1 ino- ritirare i duritiii j '•orsa vendemmili, troprotestarono e il dissesto divenne pullulino. I c Umiche : i h l i < • u i a renio duecentomila lire per acquieturi! questi creditori minori, ma non rurorio sulllcieuli la fiducia. i,a situazióne ormai tale eh'' se uucho si maggiore disponibili hi di sai ebbe sima ritardala ma pei' far ritornai' d'altra Pane era fosse avuta una (apitulj la itisi Iicn evitata. I fiduciosi e gli ingenui -_ vuole precisare la io-sezione dei correntisti e quella di col' 3 che hanno rilascialo fli'fue di favori'.' sì traila delle posizioni eljo»più hanno causato sorpresa! — jC'.he la Dilla Calissano avessi dei cor- ientisti puu aver s'irpreso quanil non sono in rapporti di airari con quesie nostre re-' gleni; non chi conosce le abitudini dei notori contadini. La Ditta godeva la più larga fiducia. Un impiego di capitali presso di cssii era da-tutti ritenuto assai pici sicuro di iin depositi) in unii Brande Uaticn. i ••••>iinilltii roi'isVfàj'iiiUi" l'i iva è su- ì ■■ :••>' •• " riitiporio.' .•ii-.,-ijuii'ntainl.-isi di ritinsi:1' ' resse che noti era. itcuiiflie esagerato: :l >, per cerilo. Altri vi depositavano anche ì riSpanni,. L'importanza regionale c la ii'cilone- la della Ditta sembrava a tulli garanzia sulflcionle. Per quanto riguarda lo firme di lavoro non ei jiiiri negare quello che f;: ciecaluenle, non poche persone, per ragioni che è superfluo indagare ma che non rendono minori le responsabilità; hanno Urinalo o controfirmato delle cambiali, dio ora ni trovano giacenti presso le Banche, per cifre elio sono di mollo superiori al capitale di cui esse dispongono. E' ira fatto grave, indubitabilmente, iale da creare delle situazioni personali imbarazzantissime. Como parentesi nell'intervista nolo che in proposito le notizie si von facendo sempre più precise e sono impressionanti. Una sola persona ha flrmatu, secondo quanto viene detto, per circa tre milioni di cambiali; tra queste un eambialono di un milione e mezzo. E ira» ha tanto da garantirne la. minima parte. Tiri altra persona ha firmato per ottocento mila Uro di eambiali; tre volte eli più del suo patrimonio. Un buon numero dei parenti del Calissano, con sommo più •o meno forti, sono anch'essi compromessi. — Le eause del dissesto sono note: vuole direi qualche cosa su quanto si fa o si conta di fare per pervenire ad un concordato? — Sulle causo del dissesto molto cose sono stato «lette, ma mi sembra che qualcosa si •possa aggiungere ancora. Due cause ritengo vi abbiano coni-orso in modo speciale: la restrizione dei consumi, con lutto le sue determinanti -e la illusione del Calissano che fosse possibile ottenere nel dopo guerra il mo\ intento, eccezionalmente redditizio, avutosi durante la guerra, lo ho la convinzione clic l'attività dell'azienda si fosse limitata a aualcoolici, bellissime imprese che. l'Ente nuovo potrà sfruttare, e che nella mente del Calissano dovevano servire a rafforzare l'azienda, si sono risolti in passività. E vi si elevo aggiungere il precipitare del mercato, variazione improvvisa e fortissima, clic l'a-, ziendà non si trovò in grado di fronteggiar*. In tutto quanto d'altro viene detto vi è del vero e dei fantastico, e lo si vedrà, ma queste sono le cause prime. il difficile concordato — Mi vinili' parlare de] concordalo? — Il Tribunal* di Cuneo (quanto farà quello di Stilano sapremo a suo tempo) ha aderito alla proposta di concordato avanzata dallo Ditta, ed ha. incaricalo me ji esaminare la situazione, vigilare sull'azienda e di riferire. 1 creditori, convocati a. Cuneo per il giorno 1 febbraio, in base a quella che sarà ni ini a relazione <> alle garanzie L'ornerete c positive elio darà la Dilla, o ehi per essa, dovranno dire so accettano ti non accettano la proposta di concordato. E' da ricordare che per l'omologazione occorre la metà dei creditori rappresentante i tre quarti dei ere. diti. Due sono le incognite: die i creditori accettino o che la Dilla! si trovi in grado di dare le garanzie: la seconda mi preoccupa più della prima. Siamo in tempi difficili; te Banche sono restie ad accorsate credili alle industrie; i privati poco proclivi ad affrontare dei rischi. Difficoltà ce ne saranno e non poche. Per -poter pervenire ad un concordato è necessario non solo trovare ehi si assuma Iti gestione dell'azienda., solo mezzo per valorizzare le attivila, ina. metta a disposizione i milioni che sono necessari per pagare i creditori anche limitatamente al quaranta per cento. E non è il momento più opportuno, data la crisi che attraversa l'industria vinicola. Ad. Alba, e in ernesto tutti i partiti sono concordi, non \i è. riti non si angora che si .riesca a. «isloinaro l'azienda. E" il massimo organismo industriale <■ eonimerciale del paesi. Interessa non solo la città, ma lune io basse J.angiie, tutti i paesi dove barbera, dolcetto, baralo, nebiolu, barbaresco crescono in obbondinza. t ria domanda, ancora: in uaesu inolio si discute sulle disponibilità liiiunzinrk» del Calissano. si fanno ancho delle insinuazioni con indicazioni di fatti specifici: che ne può 'lire lei? . — Mia sola cosa: tali gravi cose si dicono in questi giorni contro il Calissano clic, se ne avesse la possibilità, io sono sicuro che, direttoria lite o" indirettamente, avrebbe, trovato modo di sistemare l'azienda. Non so pensare diversamente'. I.:i dichiarazione conclusiva del rag. Bertosso. clic io ho riferito nella sua esattezza, sarà indubbiamente quella, che provocherà in Alba lo maggiori discussioni e j più vivaci commenti, li ciò a motivo che del crac]; dell'azienda calissano molto si parìa e si discute (le ripercussioni conunerciali sono evidenti, per quanto non si possa parlare di panico negli affari,, ma le discussioni ed i contrasti ijiù vivaci si hanno non tanto sulle cause del dissesto e sulle sue conseguenze, quanto su quelle che possono essere oggi lo possibilità finanziarie del proprietàrio dell'azienda, comm. Giovanili Calli-sano. La città è divisa in due opposi e correnti, delle quali io non saprei dire quale sia la più forte. Il contrasto curioso Calissano, dicono quanti ritengono elio azienda e situazione personale formino una identica costi, ó un megalomane, conio non ha esitato a coinvolgere nella sorte dejl'a; zi elidi), o per non piccole somme, parenti strettissimi ed umici intimi, nella convinzione elio la Ditta, per la sua attivila e per la sua iniziativa, potesse trovare uri floridissimo sviluppo, non può avere esitato ad ini-1 pegnare in essa tutte le sue risorso personali. Era cosi sicuro di riuscire a superare la crisi, evitando il diissesto, che so le Banche gli avessero anticipalo altri fondi avrebbe pagato tutti i creditori per residui uve onde ritardare anche semplicemente il crollo. E il crollo doveva puro apparirgli da qualche tempo inevitabile goglio della sua azienda e fierezza personale, che indubbiamente ha (ulto sacrificato per evitare la crisi. Ciò tanto più perché aveva ferma llducla che, con le innovazioni l'aite. 1 redditi non potevano mancare, leoncelli rad e gli uiitileooliei, per parere di tecnici, rappresentano prodotti che debbono li-ovaie larga diffusione. J molivi del dis-> sesto non bisogna ricercarli nella distrazione di capitali, ina nel modo culi cui l'aziènda funzionò. Molli', e per molicplici cause, furono le passività die vennero a gravare su'irazii.'iu.la per la mania ili graudiosiià, del Calissano. Con le imprese sussidiarie: ghiaccio, zolfo, energia elettrica, che non possono essere siale lucrose per quanto non cpinpleta meri te passive, vi é tutlu l'impianto per I" nuove industrie ilei sottoprodotti <• derivati dell'uva, spese di trasporto c di " lanciti ,, (mie n America comprese) che eostituiSupuo dei fortissimi oneri. Sii si deve dimeuticare .■le' liei- rimunero solo a capo dell'azienda paterna e organizzarla conio meglio gli sembrava utile, il Calissano liquidò, e non paro con piccoli somme, Iti posizioni.' dei fratedi e la loro comproprietà. Spese generali, per.-, ma1; e di azienda eccessive, illuminisirazioiie caotica pei' l'attivila personale e un 'Metilico del proprietario, speculazioni errale per il precipitare dei mercati e la restrizione din consumi, esportazioni limitale, sono clementi che bastano a spiegare il crollo senza pensare ad aeeuiitonumeiili di l'ondi. Diversa opinione, e lo si capisce hanno qiuiuli riiougond che se l'azienda è dissestata, il proprietario non si trova nello stesse condizioni. Dallo iiupie.se di guerra, (commercio di legnami) Calissano, dicono questi, non ha avuto danni, ma cespiti larghi d'entrata, tanto-clic vi ò una causa tra lui o un suo socio per qualche cosa di più di un milione che deve essere un residuo di gestione. Le aziende laterali, ghiaccio, luce e zolfo, noli sono state passive e la cessione VvCv'il tanto or-1 dell'impianto elettrico deva avere apportato 3.1 Cuhsi--;tno un buon utile. L'industria vini cola, e stata, durante la guerra, talmente redditizia che una Ditta come la Galissano, por la sua stessa natura destinata allo grandi forniture, non pilo non aver realizzato dai guadagui iijgnntlssiiiii. i.e crisi sopravvenute 1' i 1.1 i lt;u:l;i-/l<J!i<> di «Mimivi» «• l'ubiikii1.1,'i.iizìi d' ! ; [(nlullo, non possono aver dato fondu ;n milioni raggi'aiMiliali ne) periodo Induco, anello lenendo conio dei soprapioiitti, Tra i creditori dei Calissano vi è chi ha dato tutto 'iticllo che aveva, più dì quello che avej va, tallio da precipitare in guai seri, ma il I proprietario non devo aver sacrificato tutto I il suo. E' questione di intelligenza, in tema di concordati, hi Dilla calissano non !• al primo saggio, istituti di Credito corno 11 Bruivo di Napoli e il Banco ili Doma, elio sono tra ; compromessi, non possono aver dato il denaro ad ocelli chiusi. Una missione di contadini L'oli. Piamotio, come, rappresentante del Partilo dei contadini, ha convocato ieri 1 fiduciari dello legioni interessalo .per lo, elencazione dei crediti o lo shidio dell'atteggiamento ila prendere di franto al dissesto. L'èlenco e già stato fallo dalla Ditta u comprendo dalle trecento allo treeentoeincruanta persone. I crediti, per i residui dell'uva, sono, come ho detto, 1 minori, ma nel sacco, come le noci, fauno rumore, cinquecentomila lire o poco più, suddivise fra tanto persone e in anni come questi dove, ^on i soli bozzoli, i contadini hanno realizzato dieci milioni, non possono portare delle ripercussioni gravi. La gravità della ripercussione, più elio finanziaria, e morale. Tanta fiducia era nell'animo di ognuno Per questa Ditta che il dissesto assumo quasi l'aspetto di una offesa. gigi michelotti.