La situazione politica della Francia

La situazione politica della Francia La situazione politica della Francia Ciò che insegna la " prova generale ,, delle elezioni senatoriali - Briand invoca il " rinascimento dello spirito della rivoluzione „ per la liberta e la legalità della Repubblica (Servizio speciale della «Stampa») Parigi, 7, notte. Il risultalo delle elezioni al Senato, previsto tla molti giorni, non è riuscito ad accaparravo l'interesse del pubblico, che il problema del rincoro della vita e quello deb risanamento della valuta occupano ad esclusione di ogni altro. Dato il latto-che si trattava di un'elezione a suffragio ristretto era d'altronde naturale che la giornata di ieri importasse mag giormente ai tecnici, ossia ai capi dell'esercito elettorale, anziché alla folla dei gregari. 8 msti guadagnati dalle sinistre Il Senato resta, dopo le elezioni di ieri, press'a poco quai'era prima. Il blocco delle Ministre ha guadagnato terreno nei dipartimenti dell'Isòne, del Gers e dell'Heroult ; il blocco nazionale ne ha guadagnato in quelli. dell'Oise, dell'Eure,. dell'Alta Garonna e della Sarthe. Tirate le somme, l'equilibrio non risulta spostato. La stampa di destra canta vittoria, pretendendo che il responso delle urne abbia arrecato una delusione cocente alle speranze dello sinistre. » « Il blocco delle sinistre, — dice il Tcmps •— annunzia da lunghi mesi la sua vittoria. Secondo i suoi profeti questa vittoria rappresenta ima certezza messianica, secondo i suol calcolatori una forza matematica. Il rinnovamento del terzo dal Senato era ieri la prova generale della commedia che si rappresenterà in aprile. Erano, nell'inverno, le piccole manovre delle grandi manovre legislative della primavera. La giornata di ieri obbliga 11 cartello dello sinistre a perdere delle illusioni », Ora questa è una esagerazione, in quanto che, come dicevo, il risultato della votazione era stato previsto per filo e per segno già da vari giorni, anche da giornali quali l'Ere Nouvclle ed il Quotiaìen. E' un'esagerazione anche perchè nella realtà delle cose le sinistre hanno •guadagnato ben otto posti ; sei i radicali e due i socialisti, mentre le destre subirono qualche scacco clamoroso, come quelli di Lamarzelle monarchico, di Plichon capo del partito conservatore nel nord, di Guilleteaux suo- alleato politico, di Laffer*e, creatura di Clemenceau, di Noulens, noto per l'infelice politica fatta in Russia, e di vari altri. Ma è innegabile che, come saggio di quella tattica elettorale, da cui radicali e socialisti si attendono per il prcfsimo maggio la sconfitta del blocco nazionale, la giornata di ieri non promette gran che di buono. « Siamo lieti — scrive stornane l'Ere Notitene, — di constatare che gli elettori dei secondo grado hanno additato la strada a cueili del primo .. Contenti voi contenti tutti ! — si poirebbe rispondere All'articolista del foglio Sradicale. Ma noi preferiamo credere che il Senso di tali parole vada piuttosto cercato nell'alfine raggiunta consapevolezza della necessità' di lavorare seriamente alla formazione di un programma unitario delle sinistre, se non. si vuole vedere uscire dalle prossimo elezióni una Camera identica a quella del 1913. La giornata di ieri, cosi poco vistosa nella sua flsonomia politica, è stala interessante per i tecnici, perchè ha dimostrato all'evidenza che dovunque radicali e socialisti non fanno fronte unico, vengono battuti. Nell'alta Garonna, per esempio, la batosta toccata dai l'adirali fu unicamente dovuta alla defezione dei socialisti, come nella Scine et Oise la irriducibilità programmatica dei comunisti ha provocato la trombatura del radicale Amiard e la vittoria del repubblicano , moderato Comudet. Radicali e socialisti Di fronte a lezioni di questo genere, si avrebbe ragione di chiedersi se, come notavamo in queste colonne mesi or sono, i radicali non abbiano sbagliato strada fondando le loro speranze per la riconquista del potere sull'alleanza coU'cstrema sinislra. Noi siamo perfettamente persuasi, contrariamente all'avviso del 7'ewips, che lo elezioni di ieri, data la qualità superiore degli elettori chiamali alle urne, non possono venire considerato come sintomo genuino degli umori ella decideranno delle elezioni di domani, quando gli elettori guarderanno ai programmi assai meno per il sottile: agli occhi delle folle è più facile simulare l'accorci'.) che non agli occhi di un coriio elettorale scelto; ma sta di fatto, nondimeno, che la riistanza separimi,- i radicali dai socialisti e di quelle che si misurano a prima visla anche a non essere mia lince. Come marciare tenendosi per nijino, quando gli uni approva" no ].•: politi.;, ftelln Huhr e gli altri la vittipernio ; quando sii uni difondono la proprietà e gli altri la vogliono morta? Quand'anche l'osse possibile lanciare al paese un manifesto elettorale, passante sotto silenzio così l'occupazione della Ruhr come l'imposta sul capitale, gli elettori onererebbero loro In divisione per confo proprio e. nel caso non potessero operarla, si asterrebbero del votare piuttosto di correre il rischio di mandare alla Cameni gli uni dei disfattisti e dogli anticapitalisti gli nitri dei clinuvinisti e degli sfruttatori del popolo. I radicali hanno probabilmente sbagliato nella supposizióne che la comunanza nell'odio contro il blocco nazionale potesse bastare ad affratellare dentro le urne masse così eterogenee, quali sono quello costituite dai, loro ordinari clienti, tutti piccoli borghesi e piccoli proprietari, ma in ultima analisi borghesi e proprietari, e quelle costituite dai clienti dei socialisti tutti proletari. 11 socialismo non ha in Francia la situazione che ha in Inghilterra. Se l'avesse, esso accetterebbe senza pensarci due volte un'alleanza che domani gli darebbe modo di andare al Governo e svolgersi, con piccole attenuazioni di forma, una politica, sua. Non avendola, esso 6 costretto a dirci che il solo risultato apprezzabile dell'appoggio concesso oggi ai radicali sarebbe quello di restituire domani alla Francia un governo radicale, cioè un governo del tipo di quelli che si succedettero attraverso decenni prima del 1914. Ora, che cosa quei governi ebbero mai di comune coi socialisti? Alla fine dei conti, lo. politica radicale della Francia, durante la seconda metà delI'SIIO e nella prima decade del '900, fu quella cui il paese dovette prima l'alleanza colla Russia e poi la guerra europea. Di accetto ai socialisti essa non produsse che le leggi onrdcarmuadcgqPgpsalzabbgpmnslaiche: tutto il resto dell'ooora sua "fu i o i i a a O a a o i opera borghese. Che cosa farebbe domani? Nulla di più, nulla di meglio, il solo risultato del suo ritorno al potere sarebbe, dal punto di vista dei socialisti, quello di consolidare un regime, contro cui, oggi almeno — poiché si tratta di un regime reazionario — è lecito tenero vive le animosità di una grande parte del paese, una parte mollo più grande di quella che acconsentirebbe ad agitarsi domani quando il regime fosse democratico. Ecco perchè il blocco delle sinistre fa cosi pochi progressi, ed ecco perchè la giornata di ieri, nella sua discreta eloquenza, dovrebbe indurre gli Herriot, i Painlevé ed i Buisson e gli altri pezzi grossi del radicalismo a rivedere il loro piano di battaglia, sinché ne è tempo, e studiare se non convenga loro meglio, anziché accarezzare la chimera dell'alleanza coi socialisti, tentare la demolizione del blocco nazionale, avvicinandosi al piano di Chaumet, ossia quello 'del blocco del centro, che solo avrebbe la probabilità di isolare dalla maggioranza quegli elementi che oggi formano un manipolo esclusivo di destra e uno stato insormontabile all'adozione d'una politica interna ed estera improntata a' minore intransigenza ed incomprensibilità degli interessi generali europei, quella politica che udimmo ieri auspicare da Briand nel suo discorso di Nantes. Il discorso di Briand per la Repubblica Briand ha parlato a Nantes in una importante riunione di repubblicani colà con" venuti per. le elezioni senatoriali. Dopo avere ricordato le elezioni del 1919 in « ore turbate», l'ex-presidente del Consiglio ha detto : «La Francia usciva nel 1919 da eventi terribili o non si scorgeva chiaro nella sua situazione. La solidarietà del campi di battaglia aveva raggruppato in un fascio invincibile tutti i francesi e le idee di solidarietà ondeggiavano ancora indecise nell'atmosfera politica. L'unione sacra dominò gl'i animi. I repubblicani, durante la prova, l'avevano praticata senza pensieri ascosi, ma dopo hanno veduto che essa èra l'usbergo di cui si coprivano i loro avversari. Tuttavia la Camera uscita da quel consulto, che era ben lungi dal rappresentare tutte le idee degli elettori, mi chiamò a dirigerla. Ma io sembravo appartenere a quel vecchio personale politico, verboso, affaticato, che non ha abbastanza intelligenza per difendere i destini della patria. 10 l'ho guidata durante un anno e non posso disconoscere lo sforzo che essa ha fatto per sostenermi per lo meno nella mia politica estera. Tuttavia questa politica non avrebbe potuto essere separata dalla politica interna, poiché la Francia non è una parola, ma una persona storica, con 11 suo passato e le sue tradizioni. Se, durante un anno, la Camera mi ha seguito, è perchè questa Francia si era Imposta alla Camera nuova. «La Erancia.,era per tne- incarnata nella Tepubblica : lo dico ben forte, non temendo che questa parola mi ferisca le labbra. La repubblica, io lo ridico oggi con vigore altrettanto ardente, è un insieme di leggi che bisogna rispettare sotto pena di non essere più in comunione con essa. Io non pretendo che il mio avvento al potere sia bastato per dirimere tutte lo difficoltà con le quali il nostro paese si trovava alle preso; l'interdipendenza degli interessi internazionali direbbe subito,la puerilità di un tale pensiero. Io posso tuttavia rendermi questa testimonianza : tutta la mia altività è stata volta verso la organizzazione della pace. Avevo veduto tutto l'orrore e tutta la. sublimità delle trincee; ho fatto di tutto per rendere impossibile il ritorno di tali orrori. Io volevo clic la Francia potesse lavorare nella pace, per ossa dapprima e per tutti i democratici ■che si orano schierati accanto a lei, poi». Dopo aver esaminato il movimento del cambio, durante e dopo il suo ministero, Briand ha cosi continuato: « Nella situazione attuale bisogna dunque disperare dell'avvenire? Niente affatto. Noi dobbiamo superare uu cattivo momento, a noi lo sorpasseremo se sapremo guardare in faccia alle difficoltà. Ilo questa idea: che la sorte della Francia nel mondo è strettamente legata alla sua sorte politica. Se domani, in un grande movimento di entusiasmo, gli elettori rinviassero alla Camera un'assemblea repubblicana, democratica di sinistra, nettamente orientata verso la repubblica, tutte le calunnie diffuse all'estero contro la Francia sarebbero ben presto dissipato. Non si direbbe più che 11 nostro paese è divorato dallo spirito militarista, che esso è riuscito ad abbattere presso la sua vicina. Sì! Che il domani segni il rinascimento dello spirilo della rivoluzione e voi vedrete svanire tilt ti i gas avvelenati che qualcuno si sforza di gettare fra l'opinione estera ola Francia. Da certi indizi è facile notare che un sangue nuovo circola nelle vene dei repubblicani. Bisogna dunque, che domani la repubblica laica assicuri il rispetto dello libertà, non di quelle sole, libertà di cut approfittano gli avversari, che cercano di con. fiscàré la nostra. Le leggi delia repubblica debbono essere rispettato, e sarà questo aspetto della legalità il criterio nel quale si discer.neranuo i veri democratici. Si possono chiedere dei re, degli imperatori, del dittatori, ma il programma nostro, della libertà e della legalità, é quello che farà riconoscere i repubhlicani ed i democratici. Lavorare per faro adottare questo programma è lavorare per dare alia Francia maggiore prestigio, maggior forza nella difesa dei grandi interessi ai qua li essa deve dare domani una soluzione». L'ombra del creditore : 80 miliardi di franchi Domani intanto, secondo il rito tradizionale, si riapriranno le Camere. Sarà tanto al Lussemburgo quanto a Palazzo Borbone una seduta di elezioni di uffici e di convalidazione di mandati, ma non è e schiso che, sin da giovedì, si abbiano le varie interpellanze annunziate sulla cata strofe del « Dixmude », sulle inondazioni e sulla crisi finanziaria. Circa il problema del cambio le consultazioni al. Ministero delle finanze continuano e stamane il ministro De Lasteyric ha conferito col presidente della Camera di Commercio di Lione, Bradel, e col commissario alle delegazioni giudiziarie Darri!. Pare sia stato disposto per un revero regime di controllo sulle transazioni alla Borsa di Parigi, per un ingrandimento del Comitato di sorveglianza sulle esportazioni dei capitali, il cui personale sarebbe insufficiente, e per una riforma dell'organizzazione del mercato a termine dei cambi. In corrispondènza con tali provvedimenti l'atmosfera in Borsa subisce un momentaneo miglioramento, di cui- è indice stasera il rialzo del franco. Per dimostrare al paese il proprio interessamento circa il problema del caroviveri, il Governo emana inoltre un decreto ribassante da li a 7 franchi i diritti doganali sul grano. 11 provvedimento arriva un po' tardi, ma meglio tardi che nini. Sono tutti ripari messi innanzi so- Qmmlgvlimpralutto in visla dalla-riapertura della u i Camera. Ma, quale indice della realtà assai cruda della situazione, in un momento in cui neppure lo sbarco dei periti americani a Cherbourg e l'imminenza della prima seduta del Comitato tecnico maggiore indetta per lunedì prossimo all'Astoria, riesce a galvanizzare la fiducia nelle riparazioni, giova tenere sott'occhio la recente risposta del ministro del tesoro americano al senatore Borali sulla persistenza dei suoi sforzi per ottenere dalla Francia il pagamento dei debiti. Questi debiti ascendono attualmente a due miliardi e 900 milioni di dollari, più 650 milioni di dollari di interessi, c 400 milioni circa, di altre obbligazioni meno urgenti, ossia, in complesso, approssimativamente, quasi quattro miliardi di dollari. Quando sopra l'aula di una Borsa incombe l'ombra di un creditore che allunga la mano brandendo un conto di 80 miliardi di franchi, è ben difficile che questi franchi possano opporre una resistenza valida al pericolo che li minaccia... O. P. La situazione politica della Francia La situazione politica della Francia Ciò che insegna la " prova generale ,, delle elezioni senatoriali - Briand invoca il " rinascimento dello spirito della rivoluzione „ per la liberta e la legalità della Repubblica (Servizio speciale della «Stampa») Parigi, 7, notte. Il risultalo delle elezioni al Senato, previsto tla molti giorni, non è riuscito ad accaparravo l'interesse del pubblico, che il problema del rincoro della vita e quello deb risanamento della valuta occupano ad esclusione di ogni altro. Dato il latto-che si trattava di un'elezione a suffragio ristretto era d'altronde naturale che la giornata di ieri importasse mag giormente ai tecnici, ossia ai capi dell'esercito elettorale, anziché alla folla dei gregari. 8 msti guadagnati dalle sinistre Il Senato resta, dopo le elezioni di ieri, press'a poco quai'era prima. Il blocco delle Ministre ha guadagnato terreno nei dipartimenti dell'Isòne, del Gers e dell'Heroult ; il blocco nazionale ne ha guadagnato in quelli. dell'Oise, dell'Eure,. dell'Alta Garonna e della Sarthe. Tirate le somme, l'equilibrio non risulta spostato. La stampa di destra canta vittoria, pretendendo che il responso delle urne abbia arrecato una delusione cocente alle speranze dello sinistre. » « Il blocco delle sinistre, — dice il Tcmps •— annunzia da lunghi mesi la sua vittoria. Secondo i suoi profeti questa vittoria rappresenta ima certezza messianica, secondo i suol calcolatori una forza matematica. Il rinnovamento del terzo dal Senato era ieri la prova generale della commedia che si rappresenterà in aprile. Erano, nell'inverno, le piccole manovre delle grandi manovre legislative della primavera. La giornata di ieri obbliga 11 cartello dello sinistre a perdere delle illusioni », Ora questa è una esagerazione, in quanto che, come dicevo, il risultato della votazione era stato previsto per filo e per segno già da vari giorni, anche da giornali quali l'Ere Nouvclle ed il Quotiaìen. E' un'esagerazione anche perchè nella realtà delle cose le sinistre hanno •guadagnato ben otto posti ; sei i radicali e due i socialisti, mentre le destre subirono qualche scacco clamoroso, come quelli di Lamarzelle monarchico, di Plichon capo del partito conservatore nel nord, di Guilleteaux suo- alleato politico, di Laffer*e, creatura di Clemenceau, di Noulens, noto per l'infelice politica fatta in Russia, e di vari altri. Ma è innegabile che, come saggio di quella tattica elettorale, da cui radicali e socialisti si attendono per il prcfsimo maggio la sconfitta del blocco nazionale, la giornata di ieri non promette gran che di buono. « Siamo lieti — scrive stornane l'Ere Notitene, — di constatare che gli elettori dei secondo grado hanno additato la strada a cueili del primo .. Contenti voi contenti tutti ! — si poirebbe rispondere All'articolista del foglio Sradicale. Ma noi preferiamo credere che il Senso di tali parole vada piuttosto cercato nell'alfine raggiunta consapevolezza della necessità' di lavorare seriamente alla formazione di un programma unitario delle sinistre, se non. si vuole vedere uscire dalle prossimo elezióni una Camera identica a quella del 1913. La giornata di ieri, cosi poco vistosa nella sua flsonomia politica, è stala interessante per i tecnici, perchè ha dimostrato all'evidenza che dovunque radicali e socialisti non fanno fronte unico, vengono battuti. Nell'alta Garonna, per esempio, la batosta toccata dai l'adirali fu unicamente dovuta alla defezione dei socialisti, come nella Scine et Oise la irriducibilità programmatica dei comunisti ha provocato la trombatura del radicale Amiard e la vittoria del repubblicano , moderato Comudet. Radicali e socialisti Di fronte a lezioni di questo genere, si avrebbe ragione di chiedersi se, come notavamo in queste colonne mesi or sono, i radicali non abbiano sbagliato strada fondando le loro speranze per la riconquista del potere sull'alleanza coU'cstrema sinislra. Noi siamo perfettamente persuasi, contrariamente all'avviso del 7'ewips, che lo elezioni di ieri, data la qualità superiore degli elettori chiamali alle urne, non possono venire considerato come sintomo genuino degli umori ella decideranno delle elezioni di domani, quando gli elettori guarderanno ai programmi assai meno per il sottile: agli occhi delle folle è più facile simulare l'accorci'.) che non agli occhi di un coriio elettorale scelto; ma sta di fatto, nondimeno, che la riistanza separimi,- i radicali dai socialisti e di quelle che si misurano a prima visla anche a non essere mia lince. Come marciare tenendosi per nijino, quando gli uni approva" no ].•: politi.;, ftelln Huhr e gli altri la vittipernio ; quando sii uni difondono la proprietà e gli altri la vogliono morta? Quand'anche l'osse possibile lanciare al paese un manifesto elettorale, passante sotto silenzio così l'occupazione della Ruhr come l'imposta sul capitale, gli elettori onererebbero loro In divisione per confo proprio e. nel caso non potessero operarla, si asterrebbero del votare piuttosto di correre il rischio di mandare alla Cameni gli uni dei disfattisti e dogli anticapitalisti gli nitri dei clinuvinisti e degli sfruttatori del popolo. I radicali hanno probabilmente sbagliato nella supposizióne che la comunanza nell'odio contro il blocco nazionale potesse bastare ad affratellare dentro le urne masse così eterogenee, quali sono quello costituite dai, loro ordinari clienti, tutti piccoli borghesi e piccoli proprietari, ma in ultima analisi borghesi e proprietari, e quelle costituite dai clienti dei socialisti tutti proletari. 11 socialismo non ha in Francia la situazione che ha in Inghilterra. Se l'avesse, esso accetterebbe senza pensarci due volte un'alleanza che domani gli darebbe modo di andare al Governo e svolgersi, con piccole attenuazioni di forma, una politica, sua. Non avendola, esso 6 costretto a dirci che il solo risultato apprezzabile dell'appoggio concesso oggi ai radicali sarebbe quello di restituire domani alla Francia un governo radicale, cioè un governo del tipo di quelli che si succedettero attraverso decenni prima del 1914. Ora, che cosa quei governi ebbero mai di comune coi socialisti? Alla fine dei conti, lo. politica radicale della Francia, durante la seconda metà delI'SIIO e nella prima decade del '900, fu quella cui il paese dovette prima l'alleanza colla Russia e poi la guerra europea. Di accetto ai socialisti essa non produsse che le leggi onrdcarmuadcgqPgpsalzabbgpmnslaiche: tutto il resto dell'ooora sua "fu i o i i a a O a a o i opera borghese. Che cosa farebbe domani? Nulla di più, nulla di meglio, il solo risultato del suo ritorno al potere sarebbe, dal punto di vista dei socialisti, quello di consolidare un regime, contro cui, oggi almeno — poiché si tratta di un regime reazionario — è lecito tenero vive le animosità di una grande parte del paese, una parte mollo più grande di quella che acconsentirebbe ad agitarsi domani quando il regime fosse democratico. Ecco perchè il blocco delle sinistre fa cosi pochi progressi, ed ecco perchè la giornata di ieri, nella sua discreta eloquenza, dovrebbe indurre gli Herriot, i Painlevé ed i Buisson e gli altri pezzi grossi del radicalismo a rivedere il loro piano di battaglia, sinché ne è tempo, e studiare se non convenga loro meglio, anziché accarezzare la chimera dell'alleanza coi socialisti, tentare la demolizione del blocco nazionale, avvicinandosi al piano di Chaumet, ossia quello 'del blocco del centro, che solo avrebbe la probabilità di isolare dalla maggioranza quegli elementi che oggi formano un manipolo esclusivo di destra e uno stato insormontabile all'adozione d'una politica interna ed estera improntata a' minore intransigenza ed incomprensibilità degli interessi generali europei, quella politica che udimmo ieri auspicare da Briand nel suo discorso di Nantes. Il discorso di Briand per la Repubblica Briand ha parlato a Nantes in una importante riunione di repubblicani colà con" venuti per. le elezioni senatoriali. Dopo avere ricordato le elezioni del 1919 in « ore turbate», l'ex-presidente del Consiglio ha detto : «La Francia usciva nel 1919 da eventi terribili o non si scorgeva chiaro nella sua situazione. La solidarietà del campi di battaglia aveva raggruppato in un fascio invincibile tutti i francesi e le idee di solidarietà ondeggiavano ancora indecise nell'atmosfera politica. L'unione sacra dominò gl'i animi. I repubblicani, durante la prova, l'avevano praticata senza pensieri ascosi, ma dopo hanno veduto che essa èra l'usbergo di cui si coprivano i loro avversari. Tuttavia la Camera uscita da quel consulto, che era ben lungi dal rappresentare tutte le idee degli elettori, mi chiamò a dirigerla. Ma io sembravo appartenere a quel vecchio personale politico, verboso, affaticato, che non ha abbastanza intelligenza per difendere i destini della patria. 10 l'ho guidata durante un anno e non posso disconoscere lo sforzo che essa ha fatto per sostenermi per lo meno nella mia politica estera. Tuttavia questa politica non avrebbe potuto essere separata dalla politica interna, poiché la Francia non è una parola, ma una persona storica, con 11 suo passato e le sue tradizioni. Se, durante un anno, la Camera mi ha seguito, è perchè questa Francia si era Imposta alla Camera nuova. «La Erancia.,era per tne- incarnata nella Tepubblica : lo dico ben forte, non temendo che questa parola mi ferisca le labbra. La repubblica, io lo ridico oggi con vigore altrettanto ardente, è un insieme di leggi che bisogna rispettare sotto pena di non essere più in comunione con essa. Io non pretendo che il mio avvento al potere sia bastato per dirimere tutte lo difficoltà con le quali il nostro paese si trovava alle preso; l'interdipendenza degli interessi internazionali direbbe subito,la puerilità di un tale pensiero. Io posso tuttavia rendermi questa testimonianza : tutta la mia altività è stata volta verso la organizzazione della pace. Avevo veduto tutto l'orrore e tutta la. sublimità delle trincee; ho fatto di tutto per rendere impossibile il ritorno di tali orrori. Io volevo clic la Francia potesse lavorare nella pace, per ossa dapprima e per tutti i democratici ■che si orano schierati accanto a lei, poi». Dopo aver esaminato il movimento del cambio, durante e dopo il suo ministero, Briand ha cosi continuato: « Nella situazione attuale bisogna dunque disperare dell'avvenire? Niente affatto. Noi dobbiamo superare uu cattivo momento, a noi lo sorpasseremo se sapremo guardare in faccia alle difficoltà. Ilo questa idea: che la sorte della Francia nel mondo è strettamente legata alla sua sorte politica. Se domani, in un grande movimento di entusiasmo, gli elettori rinviassero alla Camera un'assemblea repubblicana, democratica di sinistra, nettamente orientata verso la repubblica, tutte le calunnie diffuse all'estero contro la Francia sarebbero ben presto dissipato. Non si direbbe più che 11 nostro paese è divorato dallo spirito militarista, che esso è riuscito ad abbattere presso la sua vicina. Sì! Che il domani segni il rinascimento dello spirilo della rivoluzione e voi vedrete svanire tilt ti i gas avvelenati che qualcuno si sforza di gettare fra l'opinione estera ola Francia. Da certi indizi è facile notare che un sangue nuovo circola nelle vene dei repubblicani. Bisogna dunque, che domani la repubblica laica assicuri il rispetto dello libertà, non di quelle sole, libertà di cut approfittano gli avversari, che cercano di con. fiscàré la nostra. Le leggi delia repubblica debbono essere rispettato, e sarà questo aspetto della legalità il criterio nel quale si discer.neranuo i veri democratici. Si possono chiedere dei re, degli imperatori, del dittatori, ma il programma nostro, della libertà e della legalità, é quello che farà riconoscere i repubhlicani ed i democratici. Lavorare per faro adottare questo programma è lavorare per dare alia Francia maggiore prestigio, maggior forza nella difesa dei grandi interessi ai qua li essa deve dare domani una soluzione». L'ombra del creditore : 80 miliardi di franchi Domani intanto, secondo il rito tradizionale, si riapriranno le Camere. Sarà tanto al Lussemburgo quanto a Palazzo Borbone una seduta di elezioni di uffici e di convalidazione di mandati, ma non è e schiso che, sin da giovedì, si abbiano le varie interpellanze annunziate sulla cata strofe del « Dixmude », sulle inondazioni e sulla crisi finanziaria. Circa il problema del cambio le consultazioni al. Ministero delle finanze continuano e stamane il ministro De Lasteyric ha conferito col presidente della Camera di Commercio di Lione, Bradel, e col commissario alle delegazioni giudiziarie Darri!. Pare sia stato disposto per un revero regime di controllo sulle transazioni alla Borsa di Parigi, per un ingrandimento del Comitato di sorveglianza sulle esportazioni dei capitali, il cui personale sarebbe insufficiente, e per una riforma dell'organizzazione del mercato a termine dei cambi. In corrispondènza con tali provvedimenti l'atmosfera in Borsa subisce un momentaneo miglioramento, di cui- è indice stasera il rialzo del franco. Per dimostrare al paese il proprio interessamento circa il problema del caroviveri, il Governo emana inoltre un decreto ribassante da li a 7 franchi i diritti doganali sul grano. 11 provvedimento arriva un po' tardi, ma meglio tardi che nini. Sono tutti ripari messi innanzi so- Qmmlgvlimpralutto in visla dalla-riapertura della u i Camera. Ma, quale indice della realtà assai cruda della situazione, in un momento in cui neppure lo sbarco dei periti americani a Cherbourg e l'imminenza della prima seduta del Comitato tecnico maggiore indetta per lunedì prossimo all'Astoria, riesce a galvanizzare la fiducia nelle riparazioni, giova tenere sott'occhio la recente risposta del ministro del tesoro americano al senatore Borali sulla persistenza dei suoi sforzi per ottenere dalla Francia il pagamento dei debiti. Questi debiti ascendono attualmente a due miliardi e 900 milioni di dollari, più 650 milioni di dollari di interessi, c 400 milioni circa, di altre obbligazioni meno urgenti, ossia, in complesso, approssimativamente, quasi quattro miliardi di dollari. Quando sopra l'aula di una Borsa incombe l'ombra di un creditore che allunga la mano brandendo un conto di 80 miliardi di franchi, è ben difficile che questi franchi possano opporre una resistenza valida al pericolo che li minaccia... O. P.