Palme, allori e guiderdoni

Palme, allori e guiderdoni CRONACHE PARIGINE Palme, allori e guiderdoni PARIGI, dicembre. E' stata questa la settimana dei premi, e se dovessimo anche solo nominarli tutti ne avremmo per paaeccliio colonne. Del liaboliol di Maurizio Genevoix basterà fortunalamente dire che 6i tratta di un altro romanzo regionalista, del tipo della lirièrc di A. de ChaleaubriaTit, premiato nel 1938, dall'Accademia di Francia, con la sola differenza che 10 scenario è stato fornito questa volta dallo paludi c dalle foreste della Solùgiia, in quel d'Orleans. Si tratta di una stona di bracconieri e di guardacaccia, di un pittoresco rusticano cui in Malia potremmo trovare un equivalente nelle cose del Fucini, vale a divo in una forma d'arte non più nuova di zecca. Personalmente il Genevoix, ventiduesimo laureato dell'Accademia Goncourt, si distingue per qualità abietiche non cornimi e per un passato di scolaro a collegiale diidonrabile, finito pescatore acerrimo di trote, ed anche meno, sulle rive della l.oira, passione cui lia dedicato un altro romanzo di pubblicazione imminente intitolato II canestro della pesca. Habolio lui sopra ogni cosa il merito di essere un libro preso dal vero, tanto dui vero clic per causa sua l'autore Unì una volta in guardina. Un bracconiere lo aveva Invitato ad accompagnarsi seco una notte per cacciare lepri e conigli al lume dejle lanterne. Alle primo fucilate i duo caddero in una imboscata di guardacaccia. Papà Bicorno riusci a battersela in tempo; Maurizio Genevoix, meno pratico dei sentieri della foresta, venne preso per ìa collottola e menato al -posto. Soltanto l'intervento del sindaco di Chiteouneuf potè convincere la gendarmeria locale della sua relativ;i innocenza e indurla a rimetterlo in libertà; ma dicono che d'allora in poi lo scrittore subisca in paese l'oltraggio di una vigilanza speciale. In complesso, non si può dire che anche quest'anno là scelta dei Dicci abbia rivelato un libro d'importanza capitale. Vanto dell'Accademia rimangono 6inora le palme accordato all'Asilo d'infanzia di Leone Frapiè, nel 1904, ai Civilizzati di Claudio Farrère, nel 1905, al Signor dì Lourdines dello Chateanbriant nel 1911, al Fuoco del Barbusse nel 1916, a Civiltà del Duhamel nel 1918, e ad All'ombra delle fanciulle in flore del Proust nel 1919. Avere imbroccato giusto sei volte su ventidue non è molto: ma i Dieci possono addurre a loro difesa che lo scopo del premio Goncourt consiste nel rivelare opere ed autori ignoti o poco noti al grande pubblico, missione più ardua del compito Assuntosi dagli altri premi analoghi, a cominciare da quello di l'emina • Vie heureusc, che ha coronato nei suoi diciannove anni di esistenza un Rolland, un Estaunie, un Dorgelès, un Esehoiier, un Lacretelle, per finire con quelli dell'Accademia di Francia, Gran Premio di Letteratura e Gran Premio del Romanzo, toccati, fra il 1912 e il 1925, a un Masson, a un Jammes, a una de Noailles, a un Lasscrre, a un Porche, a un Beno», a un Carco, a un Bonnard, ossia unicamente adibiti alla consacrazione di riputazioni letterarie già riconosciute ed adulte. Del resto, a scorrere un pò le liste dei laureati di tutti questi Parnasi, quel che se ne deduce è soprattutto la assoluta incapacità delle premiazioni letterarie ad assicurare durevolmente la fuma degli autori che le ottengono. Chi si ricorda più di E. Mosolly, premiato dai Goncourt nel 1907 per Terra di Lorena, di G. A. Nau, premiato nel 1903 per La forza nemica, di M. Elder, premiato nel 1913, soltanto una dozzina di anni fa, per un altro romanzo che 6 inutile persin di citare? Sopravvivono i nomi che erano più grandi del premio; e non sarebbe forse eTroto il dire che e maggiore il lustro conferito a quest'ultimo dall'esser toccato qualyche volta a uno scrittore d'ingegno che non il lustro di cui uno scrittore mediocre è debitore, all'esserne stato fregiato. Beninteso, tale considerazione, tutt'alro che peregrina non impedisce che i premi seguitino ad essere ambiti e disputali quanto più uoccano. L'Accademia Goncourt si dà già il lusso di scegliere i suoi favoriti al quinto o sesto scrutinio, non altrimenti della grande Accademia, quella per antonomasia, quando eleggo un Immortale: e non di rado capita quel che è capitato proprio al Genevoix, di uscire dall'urna al quinto giro, mentre al prilno nessuno aveva pensato a votar per lui. Ma non abbandoniamoci ad eccessi di severità ed aggiungiamo piuttosto che anche 11 bilancio delle premiazioni dell'Accademia di Francia, meno rumorose di quello dei Dieci, merita la sua menzione. U Gran Premio di letteratura toccò quest'anno al generale Mangin, che oltre ad essere stato un glorioso soldato, passato alla storia, fra l'altro, come difensore di Douamont, ha lasciato due opere notevoli: La forza nera, sull'avvenire dell'esercito coloniale francese, e Intorno al continente latino, scritta dopo un fortunato viaggio di propaganda nell'America meridionale. Un secondo premio ebbe Camillo Mancia ir, epigone di un tipo di letteratura tramontato anzi non più compreso, la letteratura bohème, la letteratura da caffè, ma autore di ben cinquantatre volumi lisciti a partire dal 1893, che non gli impediranno, ahimè, di vedersi dimenticato tra breve, nonostante qualche bella pagina meritevole di miglior sorte. Il Lanson, autore della popolarissima Storia della letteratura francese, al quale l'Accademia ha assegnato il premio della Lingua, è uno dei primi rappresentanti dell'alta cultura francese che abbiano attraversato l'Oceano per recarsi a professare su cattedre americane. Dopo il corso di lezioni da lui fatto all'Università di Columbia — ecco una iniziativa che non dovrebbe essere trascurata dai nostri universitari — gli hanno tenuto dietro il Bódier. l'Hazard, il Foug&e, il Diehl, il Janet, il Giey, il Dumas ad ora ad ora su cattedre colombiani, argentine, brasiliane e messicane. L'Accademia ha voluto premiare in lui il rappresentante ufficiale della storia letteraria nazionale, l'erede dei Sainte-Beuve, dei Villemain, dei Brunetière, dei Fnguet. Priva di alloro ufficiale, al contrario, ma non dell'elogio del relatore Doumic, è rimasta l'intwessante monografia in due volumi 41 F. Raldensperger, lo studioso della letteratura romantica, sul Movimento delle idee nell'emifirnzione francese dal 1789 al 1815. Sarà questo forse uno dei contributi più (importanti recati alla storia del Romanticismo nella ricorrenza del centenario. L'autor*? è riescito a provare con molto buon senso come 10 migliaia di francesi sparpagliatisi attraverso .l'Europa, dall'Inghilterra, dove 'Chateaubriand pati la fame, alle città anseatiche, dallo, forcpii ctirlandesi, care alla Vigée Lebnin, ai castelli polacchi od ucraini e alle ri\e dèlta. Nova elio ospitarono Giiiseppe do Ministre, ministro del Re di Sardegna, diventassero senza volerlo, dopo la Restaurazione, uno dei maggiori veicoli dell'introduzione in Francia del pensiero romantico, che altrove cominciava allora a, dar frullo. Tutta quella gente arretrata, che non aveva mai messo fri ode oltre i confini della patria e elio credeva fermamente che fuori di tiramela il mondo intero fosse francese — pregiudizio non interamente scomparso ai di'nostri — scoperse a un tratto l'Europa, enti* in rapporti con lo ideo e le teste dogli altri. Tornata in Francia, collaborò a divulgare in una atmosfera dove i M. G. Cliénier, i Luce, i l.ancivul e gli altri poeti e letterati Aulici perpetuavano l'ossequio di vecchie formule esauste, le novità d'oltrernonte e d'oltremare. Fu una funzione paragonabili; a quella dell'insetto che trasmette •inconsapevole il polline feconiln dei fiori, ed era giusto farle un posto nella statistica delle influènze romantiche. | I Contemporaneamente ai pretini letterari, l'Accademia di Francia ha distribuito anche quest'anno i premi di virtù, fondati nel lìS'J dal barone eli Montyon. Delle donazioni di 25.000 franchi, le più cospicue, L'unii è toccata alla famiglia Chabé, distintasi pei sedici tlglioli allineati in .60dlci anni di matrimonio attorno al desco coniugBe. Mamma Chalié Ha oggi trentasette aiini:Jbra elio lui avuto il premio, c'è da scommvtère che si metterà ancor più d'impegno Jall'opera, e che nel prossimo decennio, \>m assicurarsi delle riserve, darà alla patria «ielle qualche gemello. I premi di M.000 frunfhi ricompensano por lo più le famiglie giiolse. E' questo, o almeno lo si crede, un bufn mezzo per provvedere al ripopolamento. |Fra gli esempi di prolificità addotti agli Accademici dal relatore non figurano soltanto famiglie della campagna : qualche caso eccezionale lo si riscontra anche in città, edlin ceti che non sembrerebbero i più inclini, ad eccedere in quel senso, il capitano Poutìs«t, di fanteria, ha novo figli, allevati a forza di amore e di parsimonia con la sua semplice paga di ufficiale e con la piccola dote regolamentare della moglie. Nè marito nè moglie toccano ancora i quarant'anni. Anch|? qui, dunque, 11 premio vorrebbe ottenere .'duplice scopo: premiare il merito ma insierne incoraggiare a perseverar nel medesimo. Altri guiderdoni, assegnata da altre fondazioni, andarono a quelle opere di carità, di cui una città come Parigi è destinata a non aver inni abbastanza. Una suora di San Vincenzo di Paola, che mise ih piedi da sola, cominciando con una sedia/ e un pacco di medicinali, una grande ani/bulanza fuori di porta Malakoff, ambulanza arrotondata oggi da • un asilo d'infanzia, (lai un dopo-scuola, da un dispensario antitubercolare, da un soccorso niaterno e da un tuto di credito che aiuta questa fra le più miserati gi a pagare la pigione di1 il premio Sussy. Interessanti particolari for. ni, parlando dopo il Dotìmic, Roberto de Flers intorno alle adozion/i, a proposito dell'opera dell'« Adozione far'iTigtiare », riuscita a trovare in tre anni di esistenza una famiglia a 300 e più bambini che ne erano privi. La leggo francese, avanfeq di tempi in cui i figli erano meno rari d/i adesso, prevede, a tutela della filiazione legittima, cautelo che rendono l'adozione difficilissima e complicata, tanto da farne passar la voglia ai meglio intenzionati. Una volai un deputato disse, a Palazzo Borbone, che] lasciando ai cittadini trop.pa facilità di procurarsi una discendenza pigliandola all'IstiTUtlo dei trovatelli, nessuno di loro avrebbe; di qui a non molto, voluto più ricorrere ber) lo stesso scopo alle donne e il matrimonio1 subirebbe una crisi anche più grave defli'a<ì.fuale. L'osservazione non mancava di salei: ma, di fronte al persistente decadere della natalità a dispetto degli ostacoli posti all'adozione, io scrupolo è forse sorpassato e non a torto l'Accademia di Francia, questa iJhnparruccata ma illuminata dispensatrice di grazie temporali oltre che di discutibili brevetti di immortalità, ha riservato uno dei suèi premi più cospicui ai pietosi revisori dell* stato civile dei senza famiglia. 1 V NOMCMOLATOB. nidi mentale istia popolazione di i plaghe di Paricasa, ha ricevuto