Rombo di motori nel paese delle carovane

Rombo di motori nel paese delle carovane LA PERSIA D'OGGI Rombo di motori nel paese delle carovane (Dal nostro inviato spedale ) Fra Baku e* Enzell, sul Caepio, novembre, i Ija Persia, è rimasta, sino a pochissimo j tempo f»i °°bì lontana da noi, a cagione i dei suoi difficili accessi, che essa è molto mono conosciuta delle contrade asiatiche sitftiate assai più ad oriente. Per soddisfare quindi allo curiosità positivo dei nostri lettori, riunisco qui quelle prime nozioni sullo ^ Stato Iranijo, che difficilmente essi riuscirebbero a trovare nelle pubblicazioni ' correnti che parlano della Persia. Esse, comprese le più recenti, sono tutte superate da due fatti fondamentali che stanno influenzando profondamente la vita persiana. Il primo è l'avvento delle comunicazioni automobilistiche nel territorio,, che sta rivoluzionando in pieno la vita economica persiana fondata sul commercio e sul movimento carovaniero; l'altro, dipendo dal carattere ateo-militarista, ultra progressista, che va assumendo la Turchia repubblicana, la quale, ripudiando in massa tutto il bagaglio delle sue tradizioni (egemonia islamica in testa) ha dato in certo qual modo la sveglia a questi eterni tiranneggiati cho sono i persiani, costringendoli d'altra parte a tendere verso quell'alta tutela islamica che un tempo ara prerogativa unica dei turchi. Un regalo inglese: la polizia La Persia, fino a due anni fa all'rnciroa, si poteva considerare come un paese che avesse perduto di fatto, se non di diritto, la sua indipendenza. Se l'erau divisa, in quasi tacito accordo, inglesi e russi. Nel nord questi ultimi avevano effettuato una main-mise completa delle comunicazioni per il Mar Caspio, del territorio costiero di Mazanderan e anche, in parte almeno, di quelle confinante con il Turchestan. Nel sud invece gli inglesi, che avevan già in Persia mia posizione formidabile, facendo di Hamadan (dove risiedette lungo tempo Rawlinson, l'antico comandante della V Armata britannica nelle Fiandre) il loro centro militare, con il pretesto di coprire la stracoperta India, nonché il nuovo regno dell'Irate, badavano a rimanere nella zona petrolifera, continuazione prodigiosa di quella che ha origine dalla contesa Mosul. Da due anni, gli occupanti provvisori, senza molto chiasso, si sono ritirati, almeno con i rispettivi apparecchi militari. I russi avevano da pensare ai casi loro nel Caucaso, e non trovavano nella razza persiana molte disposizioni a bolscevizzarsi, come del resto non ne hanup trovato nel sud della Confederazione, a Bolckara, a Kivn, a Samarcanda, dove i semi-nomadi tureomanni vivono politicamente 'nel preciso, identico modo nel quale vivevano al tempo degli zar. In quanto agli inglesi, venuta meno l'occupazione rossa, ch'essi miravano a tenere a bada, senza tuttavia venirne a contatto (fra russi ed inglesi era rimasto un « enclave » dove il governo di Teheran ri figurava di comandar lui, ma in effetto vi imperava una completa anarchia e un brigantaggio movimentato) e rafforzatisi in guisa preoccupante i cobi tingenti militari turchi ai confini di Mosul — almeno par le forze di cui l'Inghilterra disponeva nell'Irak, che orano e sono poche — uscirono anch'essi dalle frontiere iraniche, lasciando in dono allo scià alcune vecchie piste carovaniero trasformate in nuove rotabili. Con lo strade, gli inglesi abbandonarono alla Persia un corpo armato di 9000 persiani, organizzati da ufficiali britannici, comandati nominalmente dal generale persiano Haspiar, che mantenevano l'ordine noi sud o almeno noi sud che interessava gli inglesi. Questo corpo è oggi ridotto a 3000 uomini, dipende dal dittatore attuale della Persia, Pelevì, e adempie con sufficiente regolarità il suo compito di polizia, tanto che le grandi carovaniere si possono ritenere sicure. Per la verità, gli inglesi, ritirando le truppe dalla Persia, non abbandonavano nulla, poiché quello che vi esiste di organizzazione economica moderna (banche, telegrafo, comunicazioni, posta, influenza morale) è totalmente inglese. E relativamente al petrolio, l'Ant/lo-Persian-Oil Company trovò che il luogo più conveniente per rimanere, era molto più al sud di Hamadan, cioè a A[aican-i-Naftun, situata a 100 miglia all'est della confluenza del fiume Karun, nel Sciot-el-Arab, che, come tutti sanno, è il gran fiume navigabile ai vapori marini di alto tonnellaggio, formato dal Tigri e dall'Eufrate, che sbocca nel Golfo Persico. Una canalizzazione parte da Naftun e porta il petrolio sino a Mohammerah, dove vengono le navi a prenderselo lasciando in quel luogo, ad ogni viaggio estivo, un certo numero di uomini morti di calore per la spaventevole temperatura che impera in quell'estrema parto della . Persia (Arabistan). Organizzazione Militare Parliti i russi e gli inglesi, la Persia rimaneva presso a poco a disposizione dello Scià affinchè vi inaugurarne quelle riforme e vi introducesse quei moderni sistemi di vita, che persino il Parlamento di Teheran aveva nel passato vaticinati come urgenti. In prima linea occorreva frenare la corruzione amministrativa. Illusoria la legge, avvilii.», la religione, inesistente 1* coscienza; i governatori, padroni assoluti nei loro a alayat », dovevano garantir le imposte e farne pervenire l'ammontare al tesoriere dello Scià. E nella bisogna im¬ piegavano ogni mezzo spogliando il contadino, affamando il soldato, obbligando il commerciante svaligiato ad emigrare, organizzando bande brigantesche che attaccavano le carovane- e le depredavano, trasformando la Persia iu uno squallido semenzaio di mendicanti. La Persia era diI venuta un tale caos di miserie, che, al paragone dello sue condizioni interne, quello Ideila Turchia imperiale apparivano felicissime, privilegiate. Durante il regno di lohamcd Ali, il penultimo scià, un mione di persiani emigrarono nei paesi cirnvicirii, tanto le condizioni di vita nelllntsrno erano divenute intollerabili. E il quanto all'ultimo Scià, che se ne sa tranquillamente in Francia, dal Eia avvento al trono (si chiama Aehmet Scìt, t ha 28 anni) non si è sentito disputo Vi ritornare iu Paese, e ciò per una foli, diimofivi, fra i quali in prima linea stanno V decadenza del prestigio monarchico, c»iscguenza della condotta personale deiVuai predecessori, e il timore di i fare ^ brutta fine o, per lo meno, di j esser messo alla porta definitivamente, i come è accaduto all'ultimo Califfo di ' Turchia Ora, la personificazione della Persia moderna, di quella per lo meno liberata dall'occupazione materiale russo-inglese è Baza Hen Pelevì che ha poco più di 30 anni, e dol quale vi ho già parlato. Egli ha oggi 60 mila soldati divisi in cinque o sei nuclei, e dislocati nei centri maggiori della Persia. Il loro aspetto esteriore, confrontato con le uniformi a brandelli dei soldati dei passati regimi, noii è ingrato. Da quattro mesi si è votato il sei-vizio militare obbligatorio, poiché il dittatore vorrebbe arrivare a dotar la Persia di un esercito di 300 mila uomini. Tutto questo non è, in fondo, che conseguenza di quanto accade in Turchia. I persiani detestano passabilmente la Turchia repubblicana ed hanno con i loro vicini dell'ovest delle grosse questioni di confine da risolvere, ma sono irresistibilmente influenzati dalle correnti nuove che fremono nel mondo kemalista. Siamo naturalmente ancora lontani dal poter prevedere in. Persia atteggiamenti paragonabili a quelli originati da Angora, sia perchè l'impero iranico è handicappato dalla natura desertica del territorio, come per le condizioni morali e materiali della sua popolazione. Ma il fatto della presenza in Persia di una folla di iniziative europeo ed americane (anche noi italiani siamo in gara sul terreno delle concessioni e un italiano, il cav. Marobio, ha ottenuto il monopolio delle comunicazioni automobilistiche postali nel Nord) induce a pensare che non occorrerà molto tempo perchè i persiani si destino dal loro letargo, assurgano ad una più concreta coscienza della loro nazionalità e soprattutto esprimano dal loro seno degli uomini nuovi. Per il momento quei pochi che comandano scn dei soldati, come in Turchia. Il grande transito Del resto la Persia, territorio magnificamente individuato dal punto di vista geografico, è Un po' come la Cina, cioè eterna. Lo Stato odierno è, in confini più angusti, quello fondato da Ciro il Grande, 550 anni prima di Cristo. Questo prodigioso fenomeno di longevità, dimostra la virilità della razza, favorita nella sua conservazione dal fatto di essersi in maggioranza insediata in territori salubri di clima, perchè notevolmente elevati, mentre nella fertile ma malsana Mesopotnmia le popolazioni d'origine contemporanea ai persiani scomparvero. Tutto il segreto del futuro risorgimento persiano sta nel ritorno della Persia alla sua antica funzione di Paese di congiunzione fra il centro asiatico e l'Europa. Se le attuali iniziative europee in Persia (ferroviarie, automobilistiche ed aeree) riusciranno a crearvi in forme nuove e rapide quel che esisteva ai tempi di Roma quando per la Persia passavano le vie della seta provenienti dalla Cina, l'impero iranico diventerà di nuovo un elemento fondamentale dei grandi scambi inter-contincntali. Furono il commercio marittimo, la via delle Indie p^vr il Capo di Buona Speranza e poi il canale di Suez e le rotte attorno alla Penisola Arabica che uccisero la prosperità persiana. Alcuni caratteri geografici della Persia bisogna tener presenti per spiegare il perdurare delle sue forme di vita medioevale. | E cioè l'inesistenza o quasi di fiumi navigabili in un territorio così immenso, la vastità del deserto centrale, cho si stende dalle -vicinanze di Teheran sino alle frontiere del Belucistan, divorandosi una metà buona dello Stato, la desolazione delle coste del Golfo Persico e del Mare d'Omian e infine quella barriera settentrionale di montagne — l'Elbruz — che costeggiano altissime il Caspio, cangiando assolutamente da questa parte la faccia alla sterile Persia. La catena dell'Elbvuz dominata dal cono del Demavend, di cui la Bibbia ignorava l'altezza, perchè esso sorpassa di ben 1000 metri l'Ararat, cioè raggiunge i 6000 metri, contiene la parto più magnifica dell'impero. Sul Demavend, Zoroastro aveva collocato il Paradiso, poiché, secondo il Maestro, lassù non v'era nè notte, nè miseria, né morte. Ho accennato al deserto che toglie ai persiani metà della loro terra. Non c'è che l'auto che possa vincerlo, come ha vinto il Sahara. Il deserto persiano (Deserto di Lut) coperto di dune mobili, dominato dal « vento avvelenato » uccido ogni anno migliaia di uomini e di cammelli del Korassan, ad una gobba. Questo è il deserto propriamente detto, ma tutta la Porsia, se si toglie il versante dell'Elbruz sul Caspio, ha un aspetto desertico, benché il clima sia, nella generalità del territorio, buono e atto a rinvigorire l'oorganismo e a stimolare il lavoro. Fanno eccezione i territori del Golfo Persico, detestabili. Anche gli abitanti delle rive del Caspio affogano nella malaria. Si percorrono in Persia centinaia di chilometri senza scorgere un albero, attraverso un terreno calcareo e accecante di biancore sul quale germoglia la male odorante » assa fetida » che i persiani mangiano, ritenendola datrice di salute. Le ragazze da marito e i tappeti Intorno ai centri abitati, dove il terreno è coltivato e irrigato, i prodotti della terra non sono rigogliosi. Nella piana il contadino persiano fa una semina, e quindi un raccolto, ogni cinque anni a cagione della siccità, piaga del Paese. In montagna, viceversa, i raccolti sono animali. Superfluo aggiungere che le cavallette gareggiano con la siccità per insidiare largamente le messi. La Persia insomma è lungi dal possedere una ricchezza agricola. Anche i giacimenti minerari sono scarsi, solo il petrolio abbonda, e ve ne sarebbe a sufficienza per compensare le altre deficonze di prodotti naturali, poiché lo strato petrolifero attraversa tutto l'impero, dal confine sotto Baku sul Caspio al Golfo Persico. Ma lo sfruttamento della richezza petrolifera iranica è lungi dall'essere organizzato. Gli inglesi, come ho accennato, si limitano al sud estremo, mentre gli abitanti del Nord della Persia ricevono ancora il petrolio dalla Bussia. .Vi sono oggi in Persia pochissime in¬ dustrie. La sola che riceve ora un principio di organizzazione, per parte degli americani, è quella dei tappeti, sino a ieri prerogativa assoluta dei nomadi, anzi delle fanciulle nomadi, le quali non possono sposarsi che quando si mostrali capac"*di tessere dei buoni tappeti. La classe sociale persiana più evoluta è certamente quella dei commercianti, poiché mantengono i maggiori contatti con gli europei. Esiste una Imperiai Bank of Penta di capitale unicamente inglese e che è autorizzata ad emettere banconote le quali però non riescono ad aver corso che a Teheran. Un cenno sulla viabilità persiana dimostra subito la condizione del territorio. So si fa eccezione di un breve tratto di ferrovia russo che va dalla frontiera cauoasica a Tabriz e un altro, pure brevissimo, da Teheran a Scià Abdul Azim, la Persia divide con l'Afganistan l'umiliazione singolare di esser rimasti i soli Stati mondiali dove le strade ferrate sono ancora un mito. La comunicazione maggiore da Enzeli sul Caspio va a Teheran attraverso l'Elbruz (200 Km.) ed è ora percorsa da automobili. Durante la guerra l'Inghilterra ha trasformato in rotabile la carovaniera dalla frontiera di Mcsopotamia sino a Hamadan dal Belucistan a Mesced. Tuttavia male o bene si può oggi andare in auto da Hamadan a Teheran (300 Km.) e raggiungere con lo stesso mozzo Ipahan e altre località sull'altipiano. I grandi facitori delle strade della Persia rimangono i cammelli, i muli e gli asini. Ma il Paese è beneficato da un imponente servizio telegrafico, grazie agli inglesi che hanno fatto passar per la Persia la massa delle comunicazioni per filo indoeuropee. Non è esagerato affermare che la linee telegrafiche dall'India all'Inghilterra, I ohe passan tutte attraverso la Persia, riuI scirono a salvare il paese dal disfacimento ; eausato dal mal governo passato, senza conj tare che gli uffici inglesi, disseminati lungo i percolisi, divennero i rifugi di innumereI voli oppressi. ARNALDO CIPOLLA.

Persone citate: Abdul Azim, Rawlinson