Harstad-Tromsò-Skjcrvòy

Harstad-Tromsò-Skjcrvòy Harstad-Tromsò-Skjcrvòy A bordo del « Pofarlys ». Harsted appare addossata, quasi adagiate, con abbandono ai un cumulo di soffiai cuscini verdi. Languore meridionale su la soglia dell'oceano artico. Sorriderebbe, se il sole oggi la rallegrasse: ma anche senza il sole, non è ingrugnata. Non sono ingrugnata nemmeno i suoi abitanti : anzi ho trovato una gentile espansiva libraia che parla il francese con molta civetteria e mi ha fatto accompagnalo dal suo garzone all'ufficio postale. Io ero entrato nella sua bottega soltanto per comprare delle cartoline illustrate da mandare a care persone lontane: ella mi ha suscitato col suo gentile parlare premuroso la presenza di quegli aesenti ai quali scrivo. Miracoli della lingua familiare e della tutelare bontà. Parlano il francese anche in una calzoleria, anche in una confetteria: c'è scrittoi su le vetrine. Forse lo parlano anche nelle altre librerie, ohe son molte, una per ogni strada : e di strade parallele al porto, a gradinata su la collina, ne ho percorse due g tre. Haratad non ha ancora cinquemila abitanti, ma è già una dtttà : una città che non manca di nulla, come di nulla mancano tutti questi luoghi quassù dove in una nicchia al riparo dai venti si aggruppano dodici caso intorno a un campanile e a un ciniitero: ,c'c butto, l'oggetto di. lusso e lo strumento del lavoro domestico, la mercanzia di uso quotidiano e l'ultima novità della moda. 11 filo del telegrafo e del telefono, il battello giornaliero uniscono questi piccoli alveari dispersi ai grandi porti e ai grandi mercati : ma il pensiero ooirre istantaneamente dall'uno all'altro, e i bisogni possono essere sodisfatti scambievolmente con più lentezza. Per questo ogni casolare basta a se stesso : il casolare come l'individuo. Harstad vuol bastare anello ai forestieri: per questo parla francese più che può, e allinea su la piazza una lunga schiera di automobili pubbliche. Poi, ha un chiosco j>er la musica più imponente che altrove, e strade eou marciapiedi, e una grande casa per lo scuole cho domina tutto le altre. Ed è tutta chiara linda ariosa, con le sue pareti bianche e grigiopcrla sotto le visiere nere: il rosso e. il rosa del .mezzogiorno qui sono scomparsi: il volto delle abitazioni conio lo spirilo degli abitanti bu abbassalo le palpebre c s'è scolorito. ]&' anche deserta, oggi, Harstad: pare addormentata e-cl b mezzogiorno: Ma questo non importa: probabilmente sarà sempre così. Mezzogiorno non ò un'ora diversa dalle altre. Si può dormire a mezzogiorno, senza essere pigri, e vegliare a mezzanotte senza esser nottambuli. Si può lavorare a tutte le ore e tener le botteghe aperte a tutte le ore por olii lavora. Vado inforno alle caso senza dar uoia a nessuno, senza che nessuno mi sorvegli incuriosito o diffidente. Posso l'orinarmi sid limitare, salire i brevi gradini del portichetto, spiare tra lo cortine candidissimo, osservare, studiare, con l'aria rii uu archeologo trite vada in una città di ruderi. E un tepore di solo che filtra traverso qualche nuvola diradata mi avviluppa con una blandizie teneramente familiare. Quanto verde por ogni casa! Intorno alle paréti o sui tetti. Bono Trcndhjeni i tetti di ardesia sono quasi scomparsi, riscrhat.i allo grandi costruzioui c allo più roecnti : agli uffici, ai magazzini e allo ville signorili. Su lo. abitazioni del popolo cresce l'erba: cresco pili alla e più folta corno '•'inoltriamo nello regioni pili deserte e freddo. E' Li. flora in trr.lh di Linneo. Si sviluppa rapidamente, spiga, si faleàa. Ho veduto dei tetti che .sembrano grandi aiolo, piccoli prati : certo i focolari o le stufe dall'interno li riscaldano come in una serra: e poi, in compenso, questi piccoli prati prem uniscono lo caso dagli eccessi dei focolari. Intorno alle caso o.rtaeclli per la mensa e por il satollino : fiori o ortaglie. Bisogna lavorarli con l'imaginazione oltre che con la vanghetta, perche il cuore c la fatica di chi li lavora ne siau sodisfatti. Certo nel desiderio c nell'orgoglio di chi li possiede acquistali proporzioni fantastiche. C'è un po' di tutto: dalie e fragole, patate, carote, ravanelli. A questa latitudine possono anohe sembrare gli orti delle Esperidi. Poiché di là dalla stecco-nata o dal filo di ferro che li difenda non c'è cho il suolo incoltivabile, questi orticclli sono dei latifondi. Ma il sii"lo incoltivabile non e ancora roccia :il giaciglio su cui llarsl-aù si adagia è tutto verde c morbido di musco c di ber- rhsmnpcacfcmnfisrsnttgasuensdsapsmvdcrstdl tepsbnftctuciplstesbuetfaMsgbumaec.oi lo montagne ne ! .„,„ .,„-.,.„. ,a terraferma o le I isole souo dapertutto cosparse di grandi pahni di bucato, sciorinati dall'inverno e ilon asciugati dall'estate. I ghiacciai az- racoina. Poi c'è il bosco: betulle e salici: ho veduto anohe dei sorbi selvatici. Non sono grandi alberi pomposi : non fanno molta ombra petrohè l'ombra quassù non è necessaria, ma popolano di malinconia il paesaggio deserto. Stormi di gazze e qualche tordo zirlante si aggrappolano tra gli alberi: coppie di mucche fulve, senza corna, con un boi ciuffo nel mezzo della fronte, pascolano nel campicelo. Anche i cavalli che trainano le carriole son fulvi, ma di un fulvo molto chiaro, quasi di canapa. Bazza di cavalli corti, tondi e pacifici. Pulitissimi, che pare li abbian lavati strigliati e levigati. La luce violenta colora e macchia: questa penombra nebbiosa, simile a un crepuscolo, ohe tra breve sarà notte gelida, stinge e netta anche il manto dei cavalli.. *** Il contrasto è sorprendente. Contrasto tra il primo e il secondo piano del paesaggio : contrasto tra La natura e la vita degli abitanti. A fior d'acqua le colline si distendono e s'inseguono con una vivacità e una- grazia primaverili : in alto- .le. rocce si elevano erte, ostili, spettrali, come i giro, ni della visione dantesca. Gli uomini paesano radi, chiusi, assentì, per le strade del villaggio e della collina : e lungo queste strade la campagna è tutta un'invito alla spensieratezza canora, alla gaia compagnia, alla leggera ebrietà della ginnastica all'aria aperta. Per breve tratto; ma che importa? il paradiso terrestre era forse un giardino 6enza confini? Dopo Harstad per lunghissime miglia il viaggio continua sempre così in una vicenda ininterrotta di scenari foschi e di scenari ridenti. Muraglie in cui si annidano covi di betulle, costoni di roccia che si rompono e frantumano in una frangia di suffrutici verdissimi, cattedrali di promontori che proteggono piccoli altari di giardini. Si passa di sorpresa in sorpresa, o quando si è convinti di essere giunti all'ultima, se ne trova ancora un'altra cho nemmeno e l'ultima. Spiragli di riso si schiudono nel volto ermetico della terra artica. Una letizia per gli ocelli e per lo spirito. Noi Solborg fiord e nel Gis und cupi antri di silenzio e di orrore: i torrenti si rovesciati o di rupe in rupe nel mare con una foga e un tumulto ignoti anche ai torrenti alpini: lo giornali! senza tramonto precipitano nell'alto lo sciogliersi delle novi, comò agevolano c compiono sui declivi, in tre mesi, lo sviluppo degli orti. Ma non tutte lo novi si sciolgono sono ancora cariche: 1 zurri scendono dalle vette sino al livello del maro. Tra dighe e pilastri enormi di roccia distendono le loro ampie ramificazioni palmari,- i loro ten-laculi sottili sino all'acqua, conio radici in cerca della linfa profonda. Ma non la raggiungono mai: resta sempre tra il maro e il ghiacciaio il rigo verde o nero segnate dalla terra : la barriera dei due clementi è rotta dalla via degli uomini. Quella via poi raggiunge un altro rorbodor, ini altro villaggio, Sorro.isen, Finsnes, Giboslad. un'altra nidiata di orti, un altro convegno di betulle, un'altra canzone sommessa eli prati iu fioro. Fuochi di primavera su uno scenario invernale: l'idillio tenero contro la. selvaggia ejjopea dei miti. Prima di giungere a Finsnes il bosco assumo, proporzioni quasi ili forcala, lo capanno (tei pastori assumono grazia quasi di ville. Tra gli albori del bosco i pali telegrafici tessono una loro fitta rote di fili: le sei o selle caso del villaggio scmbran chiuso iu una gabbia. Si ha la sensazione di aprir gli ocelli, a tratti, nel mezzo di un sogno, o di chiuderli su la realtà. Non sai bene se quello olio vedi è vero, o se quello che imagini è soltanto nella tua fantasìa. A volte si pensa di non vedere quello che si vede, ma soltanto di ricordarlo. Sono su la brulla costa di Norvegia, presso al sessantanovesimo grado, queste oasi verdi e fiorite, o soltanto nella nostra memoria? Cose veduto o cose ricamiate? Cose vedute. Realtà. Qui sa" combat/te la lotta estrema tra la vita e la morte vegetale: qui la Norvègia contende i suoi diritti e >J suo dominio al poto. A Tromso e la grande ultima vittoria • Iella natura e dell'uomo sul polo. Tromso è nii miracolo di abitabilità in un territorio inabitabile. M* bisogna anche dire clic la tana, ii* fornito Vuomo di tutti i mezzi per vincere l'ostilità degli elementi. Boschi e prati: nei boschi e nei prati pascolano trenUseimila buoi, trentaseimila montoni e seimila cavalli-: quanto basta per non attender soccorsi da nessuno. La fortezza non sarà mai presa per fame. , Ed è sorta, su un'isola, una :grande città. Diecimila abitanti o poco, più, ma la città è grande : il quartiere di una capitale: una colonia umana che può formare uno Stato a se. Ha tutto quello che occorro per viver tranquilli e»con agiatezza: i lapponi addomesticati su la banchina del porto, per i forestieri, e a poohi passi opulente botteghe di pelli c pellìcce di ogni sorta, le più rioche che io abbia vedute in tutta la Norvegia: per sè chiese cattoliche ed evangeliche, grandi banohe,_ collegi, scuole normali, librerie ampie e vistoso, un bel giardino pubblico, un campo-di giochi, un cantiere dì navi per la .caccia alle foche e alle balene-- e l'asta della bandiera su tutte le case pubbliche e private. Se oggi fosse giorno di festa Tromso sciorinerebbe al vento un'orchestra di colori e di garriti. Ma anche senza festa sparpaglia per le. vie stormetti di bimbi dai chiari occhi intelligenti e dai capelli di canapa: i più bei bimbi che io abbia veduti quassù. Ci sono anche due grandi costruzioni r una a la fabbrica d'olio di balena, e l'ban messa in quarantena, fuorimano, perchè non odori: l'altra l'han cinta di aio!e e di alberelli, ed è il museo di storia naturale ed etnografia. Un ricco museo a cinquanta miglia dal capo Nord. E non accoglie soltanto fauna, flora e minerali del luogo; non è soltanto un oepizio di storia e preistoria nordica, di rarità e antichità prepolari. Vi ho veduto, oltre ì piccoli microti e ì piccolissimi tornimi, oltre le foche e i trichechi che non ho veduti nel mare, le alca e i bisonti che non bo veduti nella steppa, e l'ovibos mnschatus, e i denti enormi del rosmarus arctious, oltre i bachi, gli scarabei, le variopinte farfalle pervenute sin quassù da Borueo e dalla Columbia, vi ho veduto una ricchissima oollezione di uccelli di ogni sorta e di ogni latitudine. Poi icone, ìdoli, figurine; utensili primitivi e attuali, dagli .spilli ài pettini agli amuleti ai pugnali. Infine, nelle cantine, scheletri enormi di bestiacce marine, dai teschi che sembrano careno di grosse barche capovolte., dallo branche che sombrano ali di velivoli,, dalle vertebre che sembrano una lunga catena ò.i eliche digradanti. ! , Trams.° si *fn car? 11 ™° ¥ ™**°> I A^or^. dl q^popolo pei«la^ scienza colo- ^ta dl. arto.? *.>«ste«r<>- Colloqui ài qne J*° anImfi «^nziose col silenzio della na tuBa' P*^6 anche <lucl «*» oc- a i corre per viver felici. *** Coloro del mare : i.iùniljo denso sotto lo nuvole scure, piombo l'uso sotto lo nuvoli; chiare, argento ai margini: ma opaco, livido : lo fredde tinte artiche che datino una sensazione di freddo anello in estate. TI porto è affollalo di barello raccolto nella preghiera dolla sera: lontano, oltre i moli, è ormeggiato qualche battello più grande: le navi balenate che si preparano allo lunghe crociere. Da quando la pesca alia balena c stata vietata in queste acque, la Norvegia manda i suoi pescatori intrepidi giù uei mari antartici. Pali indicatori da per tutto nel passaggi stretti, lungo le scogliere: piccoli fari incappucciati d'imbuti verdi, ma spenti. Ed è mezzanotte. 11 solo, ce ancora, non traìnouter»; ma non si vede: il cielo gli ha ammucchiato contro una catasta di nuvolo come por soffocarlo: e quella catasta 'li nuvole si riempie di brace ma non avvampa. L'ora del coprifuoco questa notte non viene: tuttavia si va egualmente a cuccia sperando nell'indomani. L'indomani non co più speranza, di nul: vento, freddo, acqua, tran posta: il capo Nord s'è cinto in un nembo di nuvolo e di raffiche: è adirato il terribile ninne. La sirena ci risveglia a Sfcjervòy, l'isolotto dove a 20 agosto LS96 la frani. della spedizione di Nansen, agli ordini del capitano Sveadrup approdò, dopo tre anni di assenza, tre armi di relegazione n«"li spazi della perfetta solitudine: ritorno di prigionieri della morte. Nansen sul battello inglese Windward era arrivato poobi giorni innanzi, a V'ardo, di là dal canti Nord. 1 Innanzi non c'è più «-.he la dislesa paurosa. dell'Oceano glaciale MICHELE SAPONAIO. la

Persone citate: Harstad, Linneo, Nansen

Luoghi citati: Columbia, Norvegia, Tromso