Un voto della Camera francese

Un voto della Camera francese Un voto della Camera francese favorevole all'Ambasciata presso il Vaticano Simpatie socialiste per il ministero Briand (Servizio special Parigi, 10, notte. Si attendeva per questa mattina alla Cablerà una discussione animata intorno al bilancio degli esteri, ma Briand è riuscito a farne approvare i vari capìtoli rimandando l'accademia a più tardi. La manovra è riuscita principalmente grazie alla tattica benevola adottata dai socialisti, tattica che nei corridoi di Palazzo Borbone formava oggi argomento di molte conversazioni, accordandosi i più a riconoscervi jin sintomo del massimo desiderio di questo partito di rientrare nel grembo della maggioranza ministeriale, per poco che Loucheur voglia riaprire l'orecchio ai consigli e alle aspirazioni di Blum e di RenaudoL L'astensione dei sooialisti Su proposta del relatore Simon, appoggiato da Briand, la discussione su Locarno, sulla quale il Governo è sicuro di ottenere una forte maggioranza, e quella sul Marocco e sulla Siria, che sarà meno agevole, sono state rinviate alla settimana prossima. Al Marocco ed alla Siria si dedicherà certamente la seduta di venerdì 18. Un piccolo anticipo in materia lo abbiamo avuto per verità stamattina, al momento del voto dell'art. 51, relativo all'alto commissario di Beyruth, quando l'on. Fontanier credette necessario dichiarare che il gruppo socialista avrebbe votato contro, non potendo approvare la politica svolta dalla Francia in Siria. Ma l'incidente era di piccola importanza, giacché i socialisti sapevano benissimo che i loro voti contrari non avrebbero impedito al Governo di raccoglierne, dopo le brevi dichiarazioni del sottosegretario alle Finanze Morel, 365 di favorevoli, con una maggioranza di 231 yoti. Dove Briand avrebbe potuto trovarsi imbarazzato era invece nella discussione dell'art. 9 sulle Ambasciate. Un comunista, l'on. Henriet, propose un emendamento riducente di 50 mila franchi l'allocazione stabilita. Si trattava dei 50 mila franchi dell'Ambasciata presso il Vaticano. ■=— Non siamo stati noi — disse l'oratore dell'estrema — a prendere l'iniziativa della soppressione. E' stato Herriot. Il Gabinetto Painlevé-Briand è ritornato su questa soppressione per tentare di pacificare il blocco nazionale ed ottenere la sua benevola neutralità sul terreno finanziario: esso, invece, è naufragato. Noi chiediamo agli amici di Herriot di trarre le conseguenze logiche da questo insuccesso. Ma fu qui che Renaudel, a nome dei socialisti, si levò a stendere una mano al disopra della schiera dei rivali: — Alcuni dei miei amici socialisti ed lo — disse — non consideriamo la situazione attuale come definitiva; ma troppo gravi discussioni sono in corso e noi non pensiamo che sia il momento di riaprire il dibattito. Noi teniamo tuttavia a fare delle riserve sul modo con cui l'affare è stato regolato e riprenderemo la questione quando il momento sarà venuto. Per non obbedire all'ingiunzione che ci è fatta sotto una forma inaccettabile, noi ci asterremo dal voto. Grazie a questa astensione, sapientemente calcolata, ogni molestia cessava, e Briand potò infatti ottenere l'approvazione dell'articolo con 280 voti contro 108 ossia con 172 voti - di maggioranza, molti di più di quanti gliene occorrevano. I socialisti non lo-avevano salvato, visto che, nel peggio*» dei casi, una settantina di voti di maggioranza gli sarebbero rimasti. Ma U loro'è stato ugualmente un -gesto di -cortesia ed i piccoli servizi sono per l'appunto quelli che più giovano all'amicizia. Il nazionalismo accentuato del contenuta Saetta In principio di seduta avevamo avuto inoltre, a proposito del debito con l'America, che oggi c'entrava come i cavoli a merenda, un intervento del comunista Cachin, il quale, per il calore degli applausi suscitati, merita di essere citato, in un momento in cui Parigi si appresta a riprendere i negoziati con Washington. — I 150 miliardi richiesti dalla Tesoreria americana costituiscono una esigenza immorale — protestò il capo del gruppo comunista. La Francia ha pagato col sangue dei suoi soldati e le forniture americane di guerra sono state oggetto di contratti leonini che indignavano persino, durante la guerra, quell'onest'uomo che fu Denis Cochin. L'America dice che la Francia non paga imposte. Che cosa le occorre dunque? Essa ci rimprovera di non disarmare 1 Ma Il programma dei festeggiamenti a Da Pinella a Parigi (Servizio avertale delia • Stomi» >) Parigi, 10, notte. Il colonnello De Pinedo dopo il viaggio a Torino, a Milano e a Cìardòne dove ha reso visita a Gabriele d'Annunzio, partirà alla volia di Parigi, la citta che lui dato « il cuore a dell'appai-ecchio, cioè il blocco del motore che ha fallo girare le eliche magic;.e durante l'epico volu attraverso i ire continenti. De Pinedo è atteso con impazienza specialmentis dalia colonia italiana, che intende festeggiare 1'ecceziunale • asso ». L'iniziativa del viaggio è partita dalla Camera di Commercio italiana a Parigi, la quale ha pregato il colonnello De Pinedo di essere suo ospite. E l'invito è stato accettato di buon gratto. Circa l'arrivo del colonnello ' non sappiamo per il momento se esso avverrà sab-to sera o domenica" mattina. Intanto possiamo dare il pi ogramina, fin d'ora stabilito, dei festeggiamenti: Lunedi 14, ore 17, ricevimento della Camera di Commercio italiana al cìrcolo ia eralleato. Martedì 15, colazione olierta da Lati rcnt Eynac, sottiisegietario all'Aeronautica; oro 17. ricevimento all'Aero Club. Mercoledì 16, colazione del Comitato di Direzione del Circolo inleralle-ito, sotto la presidenza del duca di Camastra; ore 20, pranzo all'Hotel « Lutetia » offerto dalle « vieilles tiges » e dall'Aereo Club. Giovedì 17, pranzi, offerto dalla Casa torr-atn-nietr.cn nll'Àntomobil Club. Venerdì 18, colazione offerta dall'ambasciatore italiano barone Avezzana. Per il numero dei biglietti di invito che sono stati distribuiti e per le personalità che interverranno a tutte lo riunioni in onore del colonnello De Pinedo, la manifestazione di simpatia che la Francia o la colonia italiani si apprestano a fare, promette di essere larga e cordiale. Certamente In quei giorni il colonnello He Pinedo farà diverse visite, tra le quali una al principale campo d'aviazione del Borir, get, ove sarà ricevuto dal mondo aeronautico civile e militare; alla Casa Lorraine-Dietrich che ha fabbricato il motore ner il mando raid o all'Aero Club. v h De Pinedo e Campanelli a Sesto Calende Sesto Calende, 10. notte. L'arrivo del marchese De Pinedo e del motorista Campaio Hi, per la visita agli stabilimenti della « Stai » dove fu costruito il «Gennariello » e dove fu iniziato l'epjco volo attraverso li mondo, ha dato' luogo ad una grande dimostrazione popola/e, riuscita imponentisslma. 1 due intrepidi aviatori, giunti qui in automobile, si sono recati direttamente alla sede della società, ricevuti dai dirigenti e dalle personalità locali con a capo il sindaco. Fu offerto un ricco ricevimento durante il quale parlarono il corr.in. Capè, consigliere delegalo delia » Stai » od un rappresentatile de^li operai a nome dilla maestranza. Tanto al -Do Pinedo quanto al Campanelli fu offerto un ricco dono. De Pinado pronu-iclò poi brevi parole di ringra¬ e della a Stampa b) essa stessa attua forse questo disarmo, che con suprema ipocrisia vuole imporre all'universo? Le epese militari degli Stati Uniti ascendono pel 1925 a 17 miliardi di franchi; il numero dei loro uomini mobilizzabili è di 16 milioni; il valore della loro flotta 3 miliardi di dollari Ecco il disarmo americano 1 Che la Francia disarmi sta bene ! Ma che gli Stati Uniti le diano l'esempio disarmando essi in primo luogo I L'oratore comunista dice in seguito che ognuno degli interventi dell'America pone gli altri paesi in istato di sudditanza verso di essa, e si chiede se dopo la Germania, il Belgio, l'Italia e la Polonia, anche la Francia debba subire quel giogo. La finanza americana è pronta ad offrire sin d'ora 200 miliardi per ottenere la concessione dei nostri tabacchi. Ma noi — conclude l'oratore comunista — non intendiamo lasciarci sovrapporre, allo sfruttamento del capitalismo francese, quello del capitalismo americano. L'insieme di queste dichiarazioni, le più audacemente nazionalistiche che si siano mai sentite sulle labbra di un oratore comunista nella Camera francese, valsero al vecchio Cachin una tempesta di applausi, persino sui banchi della destra, e fecero correre per un istante nell'emiciclo un vento di unione sacra contro il creditore comune. Nella seduta pomeridiana il solo punto interessante della discussione è stato quello relativo al bilancio segreto della polizia. Ordine pubblico e pass eoeiale La discussione del bilancio dell'interno forni al noto comunista Marty il pretesto per lanciarsi in una carica a fondo contro la polizia ed il suo contegno brutale durante alcune dimostrazioni avvenute nell'estate scorsa. A lui ed a qualche altro deputato del suo gruppo, rispose il ministro dell'interno Chautemps, dicendo che « i funzionari di polizia hanno un doppio dovere, all'osservanza del quale rimarranno fedeli: mantenere nel paese l'ordine pubblico e la pace sociale ». E contestò la autenticità dei casi riferiti dal Marty. Rispondendo poi ad una frase dell'on. Berthon, secondo cui alcuni sindacalisti italiani sarebbero stati consegnati dalle autorità francesi di Tunisi alle autorità italiane che li reclamavano, il ministro dice: <( Non so nulla dell'affare qui evocato. Esso è al di fuori della mia competenza, ma mi sembra singolare che, come è stato riferito, dei profughi siano stati consegnati al Governo italiano dalle autorità francesi ». A proposito degli incidenti ricordati da vari oratori comunisti, il ministro ricorda che se dei dimostranti sono qualche volta colpiti, anche gli agenti lo sono alla loro volta: « Quando l'ordine pubblico è turbato, come è cosi spesso da qualche anno a questa parte, il Governo deve proteggere i cittadini e perciò dà disposizioni in questo senso. Ma quando si preoccupa di far rispettare l'ordine nella strada, il Governo non manca mai di ricordare ai funzionari e agli agenti la necessità che essi si mettano in rapporto con gli organizzatori delle manifestazioni. Noi non vogliamo massacri nè da una parte nè dall'altra; noi non vogliamo nè Okrana nè Ceka. La polizia, quella dì Parigi soprattutto, è sicura contro i faziosi di ogni genere; essa è repubblicana ». Rievocando l'ultimo sciopero degli agenti, il ministro ricorda che tutti sono stati reintegrati lo scorso anno « -che da--quel momento tutti hanno dato prova luminosa della loro abnegazione. In quanto agli effettivi della polizia, essi divennero insufficienti in seguito, alla sorveglianza resa necessaria degli stranieri. « Questi stranieri — dice il ministro — di cui la nostra mano d'opera diminuita dalla guerra apprezza i servigi, non mancheranno mai di farli beneficiare delle nostre leggi; ma tra di essi ve ne sono, bisogna dirlo, che hanno, venendo in Francia, uno scopo ben diverso da quello di lavorare; ed a questi verranno applicate nuove misure che noi stiamo studiando ». Dato fondo a quest'orma! abituale ritornello contro gli stranieri, Chautemps conclude tra gli applausi, dicendo che bisogna avere fiducia nella polizia, nella sua abnegazione, nella sua fedeltà alle istituzioni repubblicane. Esaurito questo piccolo dibattito senza conseguenze, anche il bilan-' ciò dell'interno è stato votato a grande maggioranza. 0. P. ziamento. Anche Campanelli volle esprimere con brevi parole la sua profonda gratitudine per il ricevimento. SI formò quindi un corteo a! quale presero parte tutte le associazioni locali, con alla testa la musica e che si diresse sulla piazza principale del paese, dove le autorità presero posto in apposito palco. Il sindaco di Sesto prese la parola esprimendo la gratitudine del paese per la visita dei due aviatori, che qui iniziarono il loro volo, ed offrendo al marchese De Pinedo la cittadinanza onoraria ed una medaglia d'oro. Altra medaglia fu offerta al maresciallo Campanelli. De rinedo rispose ringraziando vivamente per l'onore fattogli. Anche Campanelli parlò ringraziando. Si riformò quindi il corteo ohe si recò tei Municipio ove a tutti gli invitati venne offerto un the d'onore. Infine sempre acclamai issimi De Pinedo e Campanelli sono ripartiti in automobile, alla volta di Milano, da dove 6tasera sono ripartiti per Roma. •++ Il Duca d'Aosta al Viti orlale Cantone Riviera, 10, notte. Ieri è giunto al Vittoriale, ospite del comandante D'Annunzio, il Duca d'Aosta, accompagnato dal suo aiutante di campo colonnello Villasanta. Dopo avere trascorso la giornata nella più cordiale intimità il Duca d'Aosta, salutato affettuosamente dal Comandante, ha lasciato alle 17 Gardone mentre dalla'nave Puglia venivano sparate salve ó 'onore. «-»>» La morte del generale Moccagatta ex-Governatore della Libia Alessandria, 10, notte. E' deceduto nella nativa Castellalo llormida il tenente generale di fanteria Giuseppe Moccagatta, di- anni 71. l'rcse parte attiva alle battaglie d'Africa, segnalandosi ripetutamente per valore e perizia. Partecipò allo sbarco della Giuliani! in Libi:', e fu per quattro anni Governatore della Cirenaica. Era insignito di numerose onoriticenze italiane ed estere e di parecchie decorazioni al valor militare. Fu presidente del Comitato monumento pei caduti a. Castellazzo, ove ricoperse pure varie cariche pubbliche e fece parte di Comitati di assistenza e beneficenza ci:'«dina. ♦♦>-» Il nuovo teatro di Vercelli Vercelli, io, notte. In seguito alla munifici elargizione d'un milione fatta dal cornili. Pietro Crosto, Scicela' avrà finalmente un teatro degno di accogliere grandi spettacoli. Sembra ormai che la cosiiuzione del teatro stia per entrare in via d'attuazione. Tuttavia vi sarebbero, circa la costruzione e la suddivisione di questo teatro, due correnti nell'opinione pubblica: una ò per la costruzione di palchi privati, l'altra, con criterio pili domò i ratìeo, litione piti oppor una lu costruzione d'una scric di barcacce. Comunque ia popolazione è unita nel concetto ohe si debba dare a Vercelli un teatro soprattutto prutlo^.