Giornali e riviste

Giornali e riviste Giornali e riviste deisciio. Noni lo è più. La pianura sconft nata, iumbù leggendario, il rancho, la soli tudine paurosa, sono ricordi del passato. Negli ultimi quaiunt'anni — osservano le in/ dilitiui e dell'America Latina — il oc tono ha fatto molta strada, la campagna si è popolala, sono sorte le case, 1 villaggi, i pae- Come erano le pampa* prima che la salda valentia degli uomini avesse gettato nel solchi la buona semente? La pampa era un ' trizi venuti su di fresco. Persino' la servitù • divideva questi sentimenti. Una sera, ad un si, le città di cui molti nostri agricoltori han cancan le pietre. M bii'iuiono, senza del quale sarebbe stato impossibile avventurarsi nel deserto, non ha quasi più ninSla da lare. Tutt'al più, quel navigante che tracciava la sua rotta negli oceani, potrà esercitare ora Al:., piccolo cabotaggio da estancia a estortela. 11 buqulano era il noochiaro delle pampas. Nel mare della pianura, attraverso l'inlirico di mille sentieri, ©gli vi conduceva su '. quello che potevate rincorrere senza peri- I coli, al punto da cut avreste potuto guati aire un fiume, camminando intere giornate cai- I mo e sicuro. Se la notte senza stelle gli oscurava II cammino dandogli qua.'.clie incertezza, scendeva da cavallo, si curvava a odoraro il suolo, strappava qua e là delle erbe di ctu masticava le radici, determinando in quei modo fi punto in cui era e la strada che gli rimaneva da fare. Ora limita la sua attività a poche indicazioni. Nelle pampns c'era un altro gaucho autorevole: il raslrendor. Tra i sentieri ohe si incrociano in tutte le direzioni, il rastreador seguirà tranquillamente le impronte dell'animale che non ha trovato nei! 'bronco. Non sba.pr'ia, anche 6e da quel sentiero è passata una intera mandria. Seguendo le eoe tracce, capirà se ruminale camminava Iemalmente, lo trascinava.™! con una cavezza o lo avevano Inse-'late, Racconta un insigne scrittore e uomo di Stato argentino — Sarmtento — che viaggiando Incrociò una volta un piccolo sentiero per il quale erano passati molti anirna.'i. L'uomo che lo accompagnava un gaucho — pur non essendo rnstreador di mestiere, dando un'ooohiata alle impronte stabili die da quel sentiero era passata il giorno prima una mula morula molto bella, dritta mandria di um tale estaneicro, di cui fa il nome. « "« Qualche aneddoto piccante sull ultima Roma papale, il romani — senza distinzione di ceto — affettavano un'aria di canzonatura per i provinciali, rappresentati principalmente dalie guardie nobili del Papa, e dai pa- o a i i o - , n e o l e i ricevimento in casa Uoria, il servo d'anti camera annunziò il signor Valerio Trucchi, ricco possidente di Aquila, con queste parole: ■ C'è uh certo Trocchil ». li tutti risero, nè il servo ebbe rimprovero. Tra i parvenu* dell'aristocrazia, lece molto parlare di se Giovanni Campana, il quale, dalle classi infime della società era riuscito, con la sua sola destrezza ad ele\arsi ad una posizione privilegiata ed era stato persino nominato marchese. I più recenti parvenu» di Roma — senza parlare dei Torlonia che discendevano da un servitore di piazza, o dei Grazioli da un povero garzone di panetteria — erano il principe di Mentana e il duca di Galliano. La storia di quest'ini timo — ricorda Noi e il Mando — merita di essere ricordala. I Durante là prima occupazione francese, le i scuderie del palazzo Altetnps al Gesù, furono allogate alla cavalleria del corpo di occupazione. Ogni mattina un bel giovane a nome Ardoin a/ndava nel cortile del palazzo a prendere cura del cavallo del suo ufficiale e cantava etornelli. La vedova duchessa Alterni» pose la sua attenzione sul vigoroso giovanetto ed in capo a qualche coese I nobili romani ricevevano ima lettera annunziante le nczze della duchessa di Galliano col cacciatore Ardpin. La duchessa mori poco apprespresso l'asciando a) marilo tutti i suoi feudi: 11 Pupa confermò quella donazione e tonceese ad Ardoin il titolo di Duca di Galliano. Chi /percorre in vapore l'alto Paranà verso l'Igua/èù, passata l'ultima colonia « £1 Dorali o », vede un'infinità di piccoli porti (unu ventina) dove stanno i depositi di ycrba-male della! Compagnie che sfruttano la lussureggiante vegetazione dell'interno. H viaggiatore sarà inoltre meravigliato di vedere che in questi porli non esiste una sola barca neppure minuscola. Bisogna sapere — informa l'aqgonlina Gazzella deijli Italiani — che (04 pefìies yerbateros,. cioè i raccoglitori di mate, de/ll'alto Paranà son chiusi nell'interno del bosco e da tre parti da pareti immense costituite da centinaia di chilometri di foresta gigantesca, con una sola via. di uscita che conduce al fiume. Questa via però come fortezza in una valle, nei punti più stretti della picada, è sorvegliata dal personale a ciò I adibito. Molte volte però i raccoglitori stan(<chi di sopportare infamie di ogni genere, eludendo la vigilanza e aprendo altri sentieri, arrivano sino al fiume dove li aspetta una ingrata sorpresa. La fuga è impossibile. Nel cosi detto porto non vi è una sola imbarcazione. Succede che sono raggiunti dai capataces y capangas interessati a farli lavorare 11 più possibile. Sono costoro gente scelta sempre fra gli uomini più energici, brutali 0 rotti a tutte le fatiche della foresta. Avvengono allora tra questi negrieri e quegli infelici armati solo di machete lotte terribili. I risultati di queste lotte erano rivelati, anni fa, dai cadaveri che frequentemente si vedevano galleggiare sulle acque del fiume. Oggi, cadaveri non si scoprono più perchè a chi ha la peggio (ed è sempre il fuggitivo) il vincitore lega una pietra al collo e lo fa scomparire sin dejar rastros, nelle profondità limacciose del rio. »"* Può sembrare un racconto delle fate, fantasticamente roseo tra la fuliggine di questo secolo di ferro 1 Quattro inglesi viaggiavano d'altro giorno in automobile diretti a Madrid, quando ebbero un incidente di macchina che li immobilizzò in una località deserta. Ed ecco videro arrivare due superbo a limolisines » che correvano a grande velocità. Gli inglesi, che non sapevano una parola di spagnuolo, fecero ai passeggeri delle due magnifiche vetture dei grandi gesti di aiuto, che li facevano senza dubbio rassomigliare ai leggendari mulini a vento caricali e celebrati da Don Chisciotte della Mancia. Le vetture 1 stopparono » e un giovane gentleman, che si trovava nella prima, cortesemente rivolse agli inglesi la parola. Meraviglia! Egli parlava il più puro idioma d'Albione. Gli • impannati » e il gentleman s'intesero tosto a meraviglia e questi li invitò senz'altro a salire sulla sua auto. Gli inglesi accettarono, e'poco dopo sbarcarono a Madrid. Là il giovane impani ordini perchè degli chaufreurs si recassero tosto a rimorchiare la vettur/a inglese, che era rimasta inchiodata. E il giovane venne obbedito con un ossequio ed, una celerità che stupì non poco 1 due ingjfesi, i quali si diedero a ringraziare calorosamente il gentleman, non senza esprimerìe il loro stupore che egli parlasse cosi benei l'inglese. 1 Ma mia madre e inglese I », rispose 11 giovane. Infatti — come informa i£l GaluoU — egli era eemplicetnente il Principe delle Asturie, erede del trono di Spagna. *'* Sembra che Pierre Loti non fosse muto forte in geografia. E ima documentazioue ttl questa — se cosi 6i può chiamare - disinvoltura del fantasioso romanziere, si ha nel recente catalogo di un libraio parigino. JSel volume si legge questo curioso biglietto inviato d--« Loti ad un amico: • Ancora una parola a «proposito del mio articolo di l'.eillno. E' propino nel Reno che si rispecchia Colonia? Sai este' gentile verzicando, perchè non vorrei svolare la mia crassa ignoranza in fatto di geografia ». Il documento • inquietante, giac che sj riferisce al più geografico del romanzieri colui che dalla Polinesia al Giappone, dail'fndia all'Islanda dedusse le avventure famr/se dei suoi romanzi. Se è incerta per Loti la posizione di Colonia, che cosa dovrà pensare il lettore delle lontane città esotiche descritte con V n'a slcu'ezza e magia'ero dall'ex, cai.itano di fregala v'inuil, setto ; suo Incipriato pseudonimo? Ma forse bi può dire della geografia dei romanzieri che essa è dovunque e in nessun luogo. I creditori dal Teatro Odasoalohl Roma, 9, notte. La Voce Repubblicana pubblica: ■ Numerosi creditori hanno presentato in «mesti giorni al presidente del tribunale di Roma domanda di fallimento della Società cosidetta dei 12 che gestiva il teatro Odosealchi ricostruito, come i lettori ricorderanno, per la Compagnia Luigi Pirandello, non avendo potuto ottenere per altra via iil pagamento delle somme a loro dovute*.