La fine del processo di Sauona

La fine del processo di Sauona La fine del processo di Sauona 8 anni a 11 masi al Querce — 4 anni • 2 ■Mi al cronda quasi) ultimi scarcerati nel condono. Savona. 4 notte. , 1 ^^^^^^^^^^ forni quindi le spiegazioni in merito. Ha Enorme folla oggi all'ultima giornata del processo a carico di Giovanni e Maria Broncia e di Giovanni Querce. Appena aperta l'udienza il presidente coinm. Bruschini dà la parola al Procuratore Generale per la replica della requisitoria. L'oratore della legge, dopo aver ribadito gli elementi di accusa li - chiesto un suppleménto d'istruttoria per unire ancora il perito circa il proiettile rimasto nel corpo dell'assassinato, Giovanni parlato quindi l'ultimo patrono della difesa avv. Nk-olò IVzzano del Pero savonese. Uopo avere sostenuto la mancanza di causale a delinquere e di concerto a delinquere nei giudicabili, l'avv. Pezzano ha combattuto le affermazioni di qualche teste circa il suppo- sto lanocre dei Gronda e del Querce coniro il Calmarmi. Ha detto che il mistero di que- sto delitto è tale da non permettere alcuna sicurezza circa la colpevolezza dei preve- miti, infine ha posto ai giurati il quesito se possano giurare circa la responsabilità degli accusati Soltanto ciò potrebbe giustificare un verdello di condanna. Chiudendo l'arringa l'avvocato ha sostenuto che il vincolo dei sangue fra gli imputati giustifica la impossibilità del Querce di commettere un | simile delitto per istigazione della propria madre e del nonno materno, ed ha richiesto ai giurati un verdetto di giustizia. I giurati Inumo aff croata la responsabilità dc.Tuccig.ione in ordine alla crucile hanno escluso pero la premeditazione, accomando al Querce il beneficio della provocazione grave. Hanno inoltre escluso vincoli ri! correità tanto in Giovanni Rronda che in Maria fronda, ri-tenendoli soltanto co'.pevclà di compii Misi e accordando inoltre ad essi gli stessi benefici. In bas,e a itile verdetto il P. G., cav. Morella, chiese lo condanna degli imputati a.lle pene di legge. Dopo circa mezz'ora ij presidente dclliu Orto, corrmi. Bruschini, ha pronunziato la sentenza con cui Giovanni Querce, dedotte le varie diminuenti, è condannato alla pena della delemzione per anni ti e mesi 11: Giovanni Rronda e Maria Rronda ad anni 4 e mesi 2 della stessa pena. La sentenza condanna ino-Mre tutti gli imputali in solido al risarcimento dei danni complessivi in lire 20.000 da risarcirsi alia Parte Civile. In applicazione del decreto di amnistia dello scorso luglio tanto il vecchio Bronda che la figlia Maria sono mntiv..i .*~. l'X^,'.- ^ìn.».n»: r^, ,-. -, stati rimessi in libertà. Giovanni Qunrce dovrà invece scontare ancora circa 3 anni. Con questo dibattimento la sessione alla nostra Corte d'Assi6e è chiusa. Le gesta di un bandito alessandrino già condannato alta fucilazione Alessandria, 4, notte. Etra atteso con vivo interessamento un clamoroso processo per omicidio, compiuto da un giovane criminale della nostra provincia. La Corte d'Assise, chiamata a giudicare por la seconda volta il feroce delinquente che sta ora scontando i suoi delitti in un manicomio, ha rinviata la causa a nuovo ruolo. In riassunto ecco le gravissime colpe di cui deve rispondere l'imputato. E' costui tale Stefano Priamo di Michele, nato a Gavi il 4 aprili ICO». Nell'estate 1923 durante il servizio militare egli veniva assegnato al 70.o fanteria di stanza a Pola. Qui egli uccideva, con premeditazione, un caporale che lo aveva redarguito in seguito ad alcune mancanze disciplinar'. Con sentenza in data. 21 luglio 1923 il Tribunale militare di Trieste condannava alla fucilazione l'omicida. Questi, tuttavia, riuscì a. fuggire dallo carceri di Pola ov'era ancora detenuto e attraverso a mille peregrinazioni, sfuggendo agli inseguimenti e alle ricerche più pazienti, potè raggiungere la campagna di Gavi vivendo una vita randagia e vagabonda pur di sottrarsi alla pena capitale che l'attendeva. Ma un giorno la sua pericolosa presenza fu notata da alcuni militi ferroviari di Novi che organizzarono una paziente battuta nelle circostanti campagne per rintracciare il temuto bandito. Infatti nel marzo 1924 il milite Priamo Pie. | tro, coadiuvato da alcuni compagni, si ac cingeva ad sii, con abil sci a sottrars si nei campi più parlare del fuggitivo, che, vivendo di espedienti e tenendosi giornalmente celato, riuscì, per lungo tempo, a sottrarsi agli agguati tesi da agenti e da militi. Il sentimeli to di vendetta che covava nell'animo del sanguinario specialmente contro il Priamo, lo macchiò d'un nuovo delitto. .Sorvegliando le mosse degli avversari la mattina del 5 luglio 1924 il truce individuo potè cogliere ii milite ferroviario Priamo, sulla piazza di Seiravalle Scrivia. Sbucando da un gruppo di case, col viso celato da un fazzoletto annodato sulla nuca, e impugnando una rivoltella il bandito lo assali a tergo, sparando, gli, a non più di due metri, alcune rivoltellate che ferirono il disgraziato alla colonna vertebrale, al rene destro ed al fegato. Accorse gente; ma il delinquente, quantunque stretto da presso, riuscì ancora una volta a salvarsi. Finalmente fu arrestato iì 21 agosto successivo a Genova e, sotto buona scorta, tradotto alle carceri giudiziarie. Il milite Priamo, prontamente raccolto e trasportato all'ospedale di Novi Ligure, vi morì un mese dopo in seguito alle gravi ferite riportati L'omicida, che confessò cinicamente .1 suo nuovo delitto, doveva essere rinviato a! giudizio della nostra Corte d'Assise: senonchè, avendo dato segni evidenti e manifesti ni squilibrio mentale, fu rinchiuso nel mani iomin criminale di Barcellona in Sicilia. Non essendo egli in grado di presentarsi ali'udienza il suo difensore, avv. Paolo Bozzola, ha ottenuto il rinvio della causa a nuovo ruolo. Fascisti condannati a Pallanza par percosse a un comunista Pallonata. 4 notte. Sono stati processati davanti a questo Tribunale i fascisti Francesco Paolo Meschia fu Giovanni, di anni 40, da Milano, Sem Barbini tu Baldassarre, di anni 41, da Caprezzo, Edoardo Dell'Acqua fu Battista, di anni -12, da Varese, Giuseppe Paltani di Ercole, di anni 19, da dprezzo e Giovanni Fanchetti di Giuseppe, d'anni 23, da Intra, imputati di avere percosso c ferito il comunista Pietro Borgazzi fu Giacom», di anni 22, da Caprezzo. II Tribunale ha condannato Mcichia, Barbini e Fanchetti ad unni 1 e meri 8 di reclusione, Dell'Acqua ad anni 1, mesi 10 e giorni 10, ed il Paltani :i meri .1 c giorni 10, danni c spese UrlpjpcmsF il ars mpi dli'avv ArtOBQ Dopo dali'avv ArtOBQ Dopo