La pittoresca agitazione di tre piccoli Comuni

La pittoresca agitazione di tre piccoli Comuni La pittoresca agitazione di tre piccoli Comuni che vogliosi stare con Pavia Una passeggiata-protesta (Dal nostro inviBobbio, 2. notte. La protesta dei tre comuni piacentini — Zavattareilo, Romagnosi e Ruino, che vogliono tornare sotto la provincia di Pavia' — entra oggi nolla fase coreografica. Una colonna ili circa cinquecento persone u scesa a piedi, dalie sue montagne, a Bobbio, capoluogo del circondario, per portare al rappresentante del Governo, colla suggestiono della folla venula a piedi da lontano, il • grido di dolore « dei cornimi separatisti. Le parole grosso » grido di dolore » e « separatismo n sono acquisito ormai al linguaggio cronistico di onesto avvenimento, poiché, anche recèntemente, tornarono più volto in vario relazioni parlamentari e sono stato in•scrito negli atti della Camera. qcgndrsdudtedadntec Al chiaro di luna Molli .'epa rat isti, per arrivare in tempo a I unirsi alla colonna dei dimostranti, hanno dovuto sènza dubbio alzarsi allo due o tre della noti •, quando, sul dorso degli Appennini, spolverati di novo recente e luccicanti di cristallina serenila, spirava un freddo così basso da far spaccare gii altieri. Al chiaro della luna, colla fiottila di antichi pastori, convinti sino al cuore degli inattaccabili ideali di tradizione, hanno preso la via delie valli, animati soltanto dal battere delle , loro scarpo ferrate, e si sono congiunti poi sulla via maestra, dirigendosi con passo quasi forzato alla meta concordata in precedenza 0 Bobbio, dal sottoprefetto. I tre paesi separatisti sono posti nell'alta ■ valle di Tidone, che si apro ad anfiteatro, volto a merìggio del monte Penice, estrema propaggine degli Appennini settentrionali nella valle padana. Per scendere a Bobbio, ' •che è proprio all'ombra del Penice, dai tre comuni riiic'li vi sono da 30 a io chilometri. Con questi chiari di luna e colla nove gelata che anello in pianura incornicia le gron- : daie ed i tetti, è un bel paesaggio. E poi i dimostrami sono riunii sul mezzogiorno alle porte di Bobbio, animati ancora du una dignitosa vivacità e ben discosti a far sen-, ^tlre lo scopo clic li aveva fatti cosi matti- J nleri nel partire dalle case paterne. Finora : non risulta che alcuno del separatisti sia rimasto gelalo lungo il cammino: quella' gente e abituata al gelo e, stamane, per giunta, era infervorata dalla passione idealo per ii proprio campanile. Poco dopo mezzogiorno la colonna, in bell'ordine e senza clamori scomposti, si disponeva ad entrare in Bobbio, ma alle porte delta città trovare nsdfaqho la via sbarrata dalia"forza pubblica. Non ! davvenne nessun incidente e tanto meno uno : ascontro. Non è questa infatti una questione vene Dossa far alzare le mani e tornirò ma- ' miórl-iip ner 't cronaca nera 1 ctenaie per a cronaca nera. i carabinieri aite porle n sotto-prefetto comm. Mussino, già informato della novità, non temeva certo un colpo di mano dei dimostranti contro il povero capoluogo di circondario, preso di mira, e neppure dubitava delle pacifiche intenzioni dei montanari, scesi a mezzo costa per far sentire meglio la loro voce, ma preferi evitare lo spettacolo di un corteo senza cerimonie, che agli occhi dei profani avrebbe potuto apparire una dimostrazione di forza, e mandò i carabinieri allo porte. L'opera di persuasione non riuscì difficile. I separatisti fpcero tappa ed una Commissione dei tre paesi In fermento andò ad esporre ancora una volta al sotto-prefetto tutte quelle ragioni storiche, ideali ed economiche che li confortano nella loro agitazione e che il sotto-prefetto conosceva già perfettamente, poiché la questione dei tre Comuni è stata oggetto di discussioni noi Consigli delle due Province di Piacenza e di Pavia ed ha avuto l'onore di progetti diretti alla Camera, di relazioni al Sonato e dell'interessamento governativo. , . ' ■ Per mettere l>ene in chiaro 1 termini di questo conflitto di aspirazioni collettive, sono necessari alcuni cenni di geografìa storica odi amministrativa. Fin dalla primavera del 1923, Bobbio, che dista Cina 40 chilometri da Piacenza, formava una delle circoscrizioni circondariali di Pavia, avendo alle sue uipendenze 26 Comuni. Con un Regio Decreto dell'8 luglio, l'Autorità amministrativa di Bobbio venne soppressa e smembrata. Dei ventisei Comuni che la costituivano, undici vennero lasciati alla provincia di Pavia ed aggregati a! circondario di Voghera; dieci furono aggregati allo Provincia di Piacenza è"cinque passarono lilla Provincia di Genova. I g sPasbmszldBdcOlstei g• òc| m• dstdclvaScszj 1 : ; | j ! ; I I ! I Bobbio rimase sola 0 senza autorità, coll'unico conforto de,! 6110 boi panorama, corno un baronetto senza feudo. Ma il provvedi; mento amministrativo scontentò parecchi nei p!u interessati. L'aire fu dato dal Comune di Ottone, aggregato a Piacenza, il quale iniziò senz'altro una agitazione por essere unito a Genova. Quindi protesto, comizi, ordini del giorno, vibrate deliberazioni comunali, ed, infine, una proposta di leggo, presentata alla Camera, ad iniziativa dell'on. Broccardi e di altri deputati liguri, per ottenere il passaggio di Oitone 0 dei Comuni di /.erba e Ccrignnle, che. insieme cogli adti-i. ne formavano il mandamene Quasi contemporaneamente insorsero i tre Comuni di cui oggi e questione a reclamare il ritorno all'antica Provincia di Pavia. « Siamo pavesi.» » Le voci di protesta si fecero sentire in tutti i modi. Questi tre Comuni sono piccoli, (Zavattareilo fa 2100 aiiiino; Romagnosi 2500; e Ruino 1450) ; ma hanno saputo tare un clamore di proteste degno di una popolazione dieci volte maggioro. Il « grido di dolore », di .cui si fa cenno negli atti parlamentari, si manifesta colta seguente voce di protesta, che serve-a riassumerà il significato dell agltazione: <• Siamo pavesi 0 non piacentini ; per noi Piacenza ò terra straniera, vogliamo lornare sotto quella che 0 ila nostra Provincia maturale » Questi motivi furono ripresi nella relazione alla proposto di legge fatta alta Camera, nel marzo di quest'anno, ad iniziativa dell on. Bisi 0 degli on. Fontana e Sòlmi. Questa relazione rappresenta la campana di Pavia, che si ò presa a cuore i desideri dei figli staccati dal proprio seno. E le ragioni che agitano i separatisti, prima ancor di essere portato alla Camera col progetto di leggc; furono interpretate presso il Governo dai Prefetto e dal. Consiglio di Piacenza e da quello di Pavia. I deputati, facendo propri! gli argomenti espressi con eloquente linguaggio dalle popolazioni montanare, dissero anzitutto che non si orano tenute noi dovuto conto te tradizioni storiche, lo caratteristiche geografiche ed etniche, lo esigenze economiche, te consuetudini locali e lo possibilità di comunicazioni-. Raccolsero l'eco di vibrato e plebiscitario manifestazioni popolari, soggiungendo che esse erano 1' OdzssgplfttmcrEI : nI ZddsI .I j I ; 1 . o giustiticato. j « La situazione orografica, dissero, sta con | Pavia. La valle tendo alta pianura pavese. I tre comuni della ralle devono essere di quusta provincia. Poi richiamarono ; precedenti storici dimostirando come duo secoli di storia stiano contro Piacenza. Bisogna risa- ] lire, a questo proposito, al trattino di WormS. In virtù di quel trattato, stipulato nel 1743! fra Malia Teresa, l'Inghilterra ed il Re di' Sardegna, la zona alta della valle Tidone nassò al dominio di Carlo Emanuele 111 di Savoia. Onesta cessione fu confermata dal,' trattato di A qui sbrana e cosi le immediate adiacenze dei comuni di Zavattareilo. Romagnosi e Ruino furono il contino fra il Piemonte, ad occidente, e il ducato di Parma e Piacenza, a levante. Dopo il breve periodo della dominazione francese tale zona ritornò ad essere 1! confino tra ì! Piemonte ed il lineato di Panna 0 Piacenza, 0 cosi rimase il confino fra il Piemonte ed il Piaceli lino, ano l'Italia- j hritè'dopó ' Van nessiono \lef durato ai-1 E' quindi naturale che gli abitanti 1 . quindi ., lolla zona dell'alta vallo del Tidone abbiano ! più frequenti contatti e più notevo'i Interessi colla parte occidentale (Varzi provincia di Pavia) e colla parte settentrionale (Broni, .Srradella, provincia di Pavia), perchè appartennero allo Ltesso stalo, piuttosto che con Piacenza, che, per secoli, nppertenne n<1 altro stato, e per torza di cosqf dovet'o essere risnuta sempre ter^n stranieri, non fosse altro che per l'estensione delle dogane ». anieri, non fosse altro elle dogane ». imbolica Venendo alla storia marono eli I» goal ' tcn le ;iJ piano pavese, •ne di comunicazione i gettare facilmente su Fedeltà simbolica l'in qui ! i. relaziono. Venendo alla storia contemporanea, riaffermarono eli I» goal ' della zona separatista tcn le ;iJ piano pavese, .non solo por lo iiuoin d» te permettono di •ne di comunicazione gettare facilmente su a a Bobbio fin da 40 Km. iato speciale) quel mercato i suoi prodotti, ma anche perchè da tempo immemorabile la piccola emigrazione di lavoratori stagionali è Incolonnata' verso !a pianura opima, del pavese e della Lomellina, alla monda del riso ed al raccolto del corea». Concludendo, il relatore soggiunge che i tre comuni in parola guardano a Pavia colta coscienza di diritto e di utilità contirconti e collo spirito di una fedeltà simbolica, che li attira alta vecchi.'! terra dei Re di Sardegna alla quale hanno dato, fin dal Risorgimento, il loro tributo ili amore e di sacrificio. fa commissiono parlamentare, presieduta daill'on. Solimi, e relatore l'on. Alfieri, riconobbe pienamente fondate le ragioni addotte a confortare la proposta di legge e dichiarò che, se pure e stalo molto lodevole l'intento di risolvere una situazione (errilo rialo amministrativa che da anni dava adito ad attriti fra le Provincie di Piacenza e di Pavia, da un esame spassionato si può rilevare che l'anncssiono dei tre commi! ti Piacenza ò stato un orrore e propose alla Camera l'approvazione del progetto di leggo, che ridona a Pavia i tre paesi ed ai separatisti la loro tranquillità. Questo avvenne il 19 giugno di quest'anno e lo genti dell'afta Vallo Tidone rimasero in nttosa che la Camera sanzionasse il loro destino. Afa intani') Piacenza non se ne stette collo moni in mano e, con una particolareggiata relazione del presidente delia Deputazione provinciale, conto aw. Pollastre!!!, sottopose i termini delta vertenza all'autorevole giudizio del presidente del Sonato. Anche la campana di Piacenza suona a protesta, A parte le raStoni topografiche e di geografìa, amministrative, la difesa dello stato attualo I suona cosi: col decreto 8 luglio 1923 abbia-' mo una vera annessione di dieci comuni. ; fra cui ; ribelli Ottone, Zavattareilo, Roma- 1 gnosi 0 Ruino. Ma un altro docreto del 2-1 ! settembre dello stosso a.nno ha tolto, per dar- j lo alta provincia di Pavia, il mandamento di Bardi, composto dei comuni ili Bardi e ! Boccolo de' Tassi. 'J<tt soluzione organica J : ' 11 distacco di questi comuni non poteva j non essere dolorosamente sentito dalla provincia di Piacenza, per l'importanza del territorio distaccato in sì; e por le gravi conseguonzo elio lo arrecava. Bardi e Boccolo | de' Tassi avevano, dai tempi più remoti, • fatto sempre parte del Piacentino, subendo 1 attraverso i secoli le sorti di Piacenza. E ; questa città, che aveva ripristinato con mo- ! derne strade le comunicazioni da Piacenza I : a Bardi, spendendo somme enormi e ne ave-1 va iniziato la prosecuzione verso il politac ' moiese, vedeva arrestata la sua opera, per- 1 che, evidentemente, Pavia Se ha anche ana- }]e ragionl d[ trainsit0 per Bardi non ha ntcresse a completare quella rete traversalo di strade. Purtuttavia la provincia di Piacenza si rassegnava al prowedimonlo, anche parche qualche compenso era rappresentato dall'annessione dei territorio di Bobbio, di Ottono e di Zavattareilo. Ad un certo momento, però, si manifestò il movimento separatista eri allora, ritenendo che l'agitazione fosse causa del disagio dovuto all'allontanamento del capo luogo di provincia, dopo la soppressione delta sottoprefettura di Bobbio, riuscì ad ottonerò la ricostituzione dell'autorità amministrativa di questo circondario, comprendendovi appunto Bobbio, Ottone e Zavattareilo. Con questo provvedimento, atto a favorire le comodità dei cittadini, e per nuove dimostrazioni della volontà governativa, si poteva ritenere chiusa l'agitazione. Invece si ebbe la novità della presentazione del proi gotto di legge alla Camera. Ora, siccome non • ò ammissibile che il territorio della provincia sia assoggettato a continui mutamenti, | mentre, per il criterio adottato nel provve- • dimento governativo, dovrebbe essere conservato alta provincia di Piacenza il territorio della valle del Trebbia, del Tidone n del Nure, si chiede che sia sospesa ogni decisione separata per trattare organicamente la questione dei confini fra le quattro provincia di Piacenza, Parma, Genova e Pavia. I Dimissioni.' I getto di legge Broccardi per" l'annessione di I Tali, in riassunto ed in linea generale, gli i argomenti della relazione al presidente dei | Senato. Per la cronaca, bisogna ricordare : che la Deputazione provinciale di Piacenza I si ora anche dimessa, allorché giunse noti- ] zia che la Camera aveva approvato il pro- Ottone a Genova, e acconsenti a soprasse dorè alle dimissioni avendo avuto assicura zione dal Governo che la questione sarebbo I stata riesaminata. Dopo, le cose sono rimastè veramente in sospeso. Il progetto di leg- < ge, riguardante i tre comuni che oggi fanno ! parlare di sè, fu messo nei giorni scorsi al-1 l'ordine del giorno delta Camera, ma poi, forse unicamente per cose ben più lmpor-1 tanti che si dovevano discutere in Partamen- ! to, la piccola questione di Zavattareilo fu mossa a tacere. I separatisti interpretarono I che, data la sospensione, si dovessero matu- ; raro novità comro il loro tenace desiderio. 1 Ed allora insorsero un'altra volta. I La prima parola d'ordine fu; » dimissio- : : ni generali!», c si dimisero il sindaco di 1 I Zavattareilo, cav. De Giovannino il sindaco di Romagnosi, signor Giovatila Matti, il sin- ' duco di Ruino, signor Tiio Gai, od i dirigenti \ del fasci locali. Il prefetto di Piacenza li ha j chiamati a Piacenza ed essi non si sono fatti vedere. Nei tre paesi si teme, oggi, che a I stare tranquilli si possa pregiudicare la cau-1 sa, unanimemente sentila, e si accentua perciò, senza violenze notevoli, l'agitazione. L'ultimo episodio è la passeggiata del 40 chilometri. Fra i sostenitori dell'agitazione vi sono i capi dei paesi ed anche un farmacista. Quasi a stabilire un precedente significativo, domenica mattina,. dopo un coI mizio sulla piazza di Zavattareilo, con un .discorso del sindaco De Giovannfni, si sono raccolte 3000 lire per la sottoscrizione del dollaro. I/O 2O00 lire sono state portate lmI mediatamente alta provincia del cuore: a j Pavia. Le autorità di Piacenza si sono vivaI mente interessate oggi dena nuova fase del; l'agitazione, informandone il Governo. T separatisti hanno fatto ritorno sulle loro mon1 tasno fri attesa. ETTORE SOAVE. Vertenza tra giornalisti a Roma Roma, 2, sera. L'Impero pubblica: « Ieri l'altro sera, in seguito alla pubblicazione del giornale IL Giorno, di Napoli, di un articolo ingiurioso par Cesare Rossi, il nipote di quest'ultimo, Mario Colonna, capo. cronista del nostro giornale, affrontò nella j redazione del Sereno il comm. Cabasino| Ronda, nel suo ufficio di corrispondenza del ] ! ' ' Giorno, essendogli stato indicato come autore dell'articolo suddetto. Dopo essersi presentato e dopo un vivace scambio di parole, lo colpi replicatamonte. Non entriamo nel merito, poiché la questiono forma oggetto di una vertenza cavalleresca aperta ieri dal comm. Renda, che nominò i suol padrini nello persone dei signori Fausto Salvador! e Alessandro Parisi. 11 Colonna a sua volta (• rappresentato dal nostri direttori Mario j Carli o Settimelli ». ^ ^ h ^ ^ hi piesideate dell* Istituto Itaz. delle fisslrarazionl ricevuto dall'ori. Mussolini Roma, 2, notte. I! presidente del Consiglio ha ricevuto l"on. Gatti, presidente dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, che gli ha espo&la la situazio ne finanziaria della grande Azienda, e i ri stillati dell'attività svolta dalla nuova Ammi- lustrazione nel campo tecnico delta prevì- densa assicurativa, e nel campo economicosociale. L'on. Gatti ha anche accennato alla espansione che si intende dare all'Istituto. Ilf presidente ha preso atto con soddisfazione delta situazione espostagli. L'on. Farinacci a Modena e a Livorno Roma, 2. notte. L'Ufficio Stampa del P. N. F. comunica : « l'rolrarndosi i Livori delln Camera, l'on. FariniKci lui rinvilito uà l'nocn da dvRtlnarsn ia 'isitfi in ir': nlcgua. uhi" «vreblic dovuto uver.Illuso dal 10 a! li <: m. L'on. i<Y.vma/vi recherà invece il 5 corr. a Modena, il 12 a Livorno • il 20, comt già fu annunziato, a Salerno >.