La sentenza della Sezione d'Accusa nel processo Matteotti

La sentenza della Sezione d'Accusa nel processo Matteotti La sentenza della Sezione d'Accusa nel processo Matteotti Rinvio alla Corte d'Assise di Roma di Dumini, Volpi, Viola, Poveromo e Malacria L'ordine di scarcerazione per Rossi, Marinelli, Filippelli, Putato e Tnierschald Roma, 1, notte. Il'Agenzia. Siriani countinlca: La Sezione d'Accusa presso la Corte di 'Appello di Roma, riunita in Camera di consiglio, ha emesso in data odierna là sentenza nel procedimento penale contro Amerigo Dumini ed altri. Ecco il dispositivo della sentenza. i< La Sezione, di Accusa, visti- gli ari. 271 ■capoverso U ». 1, 274, 58'J, 591 del Codice ili procedura penale ed i lì. D. 21 luglio 1925 n. 1277: in parziale difformità delle richieste del Pubblico Ministero: » Ordina il rinvio degli imputati Dumini Amerigo, Volpi Albini, Viola Giuseppe, Poveromo Amleto e Malacria Augusto avanti la Corte di Assise, di Poma per rispondere del delitto di cui agli art. 63, 364 e 365 n. 2 del Codice Penale per avere in Roma, nel. 10 giugno 1924, concorrendo nella esecuzione del. reato quali esecutori o-caoperutori immediati, a fine di uccidere, cagionato la morte dell'on. Giacomo Matteotti a causa delle sue funzioni di deputato al Parlamento, mediante t/>io o più colpi di arma da punta e taglio, vibrati alla regione toracica anteriore laterale superiore sinistra; « dichiara non doversi procedere in confronto di Rossi Cesare, Marinelli Giovanni, Filippelli Filippo, Thiersch-ald Otto, Colini Baldeschi Luigi, Mazzoli Adelardo, Tezza Antonio e Saldi Filippo, in ordine alle imputazioni, di complicità '{per quest'ultimo) e di correità per tutti gli altri, nello stesso delitto di omicidio, per non avere' commesso il fatto, nè avervi' concorso; « dichiara non doversi procedere in confronto degli imputati Aldo e Panieri Filippo, in ordine alla detta imputazione di correità nclV omicidio, per insufficienza. Ai prove: « dichiara non doversi procedere in eonfrr- '•-> degli stessi imputati Dumini Amerio-, Volpi Albino, Viola, Giuseppe, Poveromo Amleto,- Malacria Augusto, Pittalo Aldo, Panzeri Filippo, Thiersehald. Otto, Colini Baldeschi Luigi, Mazzoli Adelardo, rezza Antonio,. Saldi Filippo, lìossi Cesare, ■ Marinelli Gio9iinni e l'iliìirrlli FillpvQ.. per. Vifn.putaztane di illegittima privazione della libertà personale dell'on. Matteotti a cauta delle sue funzioni di deputato, al Parlaménto, edin confronto degli imputali Calassi Giuseppe, Fioroni Umberto, Briand Alberto, Seri Umberto, Brandìgliaschi Giovanni, Rossetti Bruno. Bastili Benvenuto, Spotti Carlo, Terzi Emilio, Dones Erminio, Bosisio Giulia, Spiriti Elisa, 'Boattini Democrate, Pilla Flavio C Bozzi Emilio, in ordine alla imputazione di favoreggiamento, perchè estinta l'azione penale per amnistia; « ordina la scarcerazione di Ro&si Cesare, Marinelli Giovanni, Filippelli Filippo, Pittato Aldo è Thicrschald Otto, se non detenuti per altra causa, ed ordina altresì la revoca del mandato di cattura spedito contro Panzeri Filippo ». I 30 impuliti Ed ecco il testo della sentenza della Sezione d'Acclusa nel procedimento penale .contro Dumini Amerigo ed altri: « In nome di S. M. Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio o volontà della nazione Re d'Italia, la Sezione d'Accusa presso la Ci irte d'Appello di Roniu, composta dei sigg. Alberimi coniai. Antonio (presidente), Raridaecio cav. uff. Enrico (consigliere), Kavari cav. uff. Silvio (consigliere), riunita in Camera di consiglio nel procedimento penale contro: J.) Damili! Amerigo. (Il Adolfo c di .lessie Wllwi nato il 3 gennaio ì&n a S. Louis (Stati Uniti America elei Nord), domiciliato a Roma, Hotel Dragoni, Riornaltsta, arrestato il 1S giugno 1924; 9.) Pittato Aldo di Eugenio e di Luisa ZlneUl. nato 11 6 febbraio 1007 a Vizzola, domlc.llla.to a Milano, via Cervia. 23. arrostato 11 12 gluguo 1924; :! ) Volpi Albino di Carlo e di Teresa Cavallini, n:ito II 21 settembre 18SD a Lodi, domiciliavi a .Milano, via Cervia. 25. Unjplegato, arrestato U lii triuprao 102.1; ■1.) Viola Giuseppe di Vittorio e dd Novali Enriilietta, nato 11 27 dicembre IS9« a Milano, Ivi domiciliato, via G. Ferrari, 15, commerciaiitc. arrestato Il 24 giugno llrM; ri ) Poveromo Amleto del fu Domenico e di Berretta Paola, nato il 15 aprile 1893 a Lecco, domiciliato a Milano, via Pantilo Gastaldi, 25, macellaio, arrestato il 58 giugno 1921; 0 ) Panzeri Giuseppa fu Baldassaro e di Plnettì Edvige nato 11 30 settembre 1397 a Perego, domiciliato a Milano, corso Venezia, 61, commerciante, latitante; . „ _ , 7. ) Malacria Augusto di Nestore e di Noalte Ttalnaude, nato 11 6 marzo 1888 a Caserta, domiciliato a Milano, industrialo, arrestato 11 18 dicembre 1921; 8. ) Thierschald Otto fu Giacomo e di Fogli Otturila, nato a Samnuira, In Austria, domiciliato a Grati. Impiegato, arrestato U 16 giugno 1924; 9. ) colini Baldeschi Lulffi, di Ignoti, nato il 18 dicembre 1900 a Roma, ivi domiciliato, piazza dell'Oca. 32, -chauffeur". arrestato 11 1C giugno, scarcerato il 14 agosto 192.1; 10. ) Mazzoli Averardo dt Massimi I iano e di Elvira Casoni, nato il t-j febbraio 1893 h Kirenze, ivi domiciliato, via de) Casone, 18, «chauffeur», arrestato il la giugno c scarcerato U il agosto 1924; 11. ) Tezza Antonio fu Domenico e (Li Inglese Rosa, nato 11 3 luglio i«ii a Padova, ivi domiciliato, via Forzale. 30, insegnante arrestato il 22 giugno e. «carcerato il ti agosto 1934: 12. ) Rossi Cesare fu Guglielmo e fu Emilia Lucci, nato U 21 settembre 18S7 a Pescla (Lucca), domiciliato a Roma, via dell'Arando, 66.- giornalista, costituitosi il 22 giugno 1924; 13. ) Marinelli Giovanni di Rinaldo e fu Angelina Raoul, nato U 1S ottobre 1879 lu Adria, domiciliato a Roma, corso Umberto. 380. Pensiono Forti, segifitario del partito fascista, arrestato II 13 giugno 1024; li.) l-UtppoUl Filippo fu Gennaro c Filomena Maria Rullo, nato II 17 febbraio 1890 a Cosenza, domiciliati) a Roma, piazza poli. a. Hotel Moderno, direttole ilei • Corrieri: Italiano... arrestato il 16 giugno Itisi: „, 15.) N.ildi Filippo fu Gip vanni a fu Teresa VI colLi, nato 11 30 maggio 1886 a Borgo San Don' nino, domiciliato a Roma, via Calandrilll, 4, giornalista, arrostato Il 16 ghigno o scarcerato li l" ottobre 1924: 16.1 Calassi Giuseppe fu Pietro e fu Martini Erminia, nato 11 13 gennaio 1890 ad Argenza, domicilialo a Roma, via Campo Carleo. 95. giornalista, arrestato U 10 giugno o scarcerato l'u luglio 1921; 17.! Fioroni Lmbirto tu Glu^pno e di Muraglia Rachele, nato li 13 agosto isui a Manzlana. domiciliato a Roma, via dell'Arancio. 38. « chauffeur -, arrestato il 21 giugno e scarcerato 1*11 lucilo 1921: I8.1 Briand .Uberto fu Nicola e fu Matpblou Mafia Giuseppina, nato 11 29 giugno 1869 ad Albien (Svizzera Canton Valle-»), domiciliato a Nervi, ria Mino polo, uà, possldonlo, arrestalo il tu citigli* e. scarcerato il 29 giugno 19-jj; 19) N'eri rmberto fu Giuseppe e fu Carolina MerU. nato 11 3 dicembre 1879 a Bologna, Ivi do¬ miciliato, via Belvedere, II, - cuairfleuT », arrestato Il 16 giugno e scarcerato 11 29 giugno 1924; •».) Braublllaschl Gtovarini fu Giuseppe e di Ratti Maria, nato il 21 febbraio 1901 0 domiciliato a Milano, via San Vittore. 13, impiegato, arrestato 11 10 giugno e scarcerato il 29 giugno 1921: 21.) Rossetti Bruno di Scipione e di Fontana Teresa, nato l'8 luglio 1901 a Milano, Ivi domiciliato, via Monforte. 21, negoziante, arrestato il 16 giugno e scarcerato il -29 giugno 1924; 92.) Dasllli Hinveniito, di Ignoti, nato 11 93 gennaio 1891 a Milano. Ivi domicilialo, vicolo San Giovanni sul Muro. 7, meccanico, arrestato II 10 giugno e. scarcerato II 29 giugno 1021; 23.) Scotti Carlo di Annibalo 0 fu Lauri Caterina, nato 11 3 dicembre 1003 a Milano, Ivi domiciliato, via Modici, 8, impiegato, arrestato 11 10 giugno 0 scarceralo il 29 giugno 1924: 2.1.) Terzi Emilio di Francesco 0 di Fiorentini Ester, nato II 4 gennaio 1903 a Capralha (Cremona), domiciliato a Milano, via Vìgevano, 35, Impiegato, arrestato il 10 giugno 0 «carcerato II 29 giugno 1924; 25. ) Donos Erminio fu Luigi e la Enrlchelta Radice, nato il 12 dicembre 1882 a Milano, ivi domiciliato, vicolo San Giovanni sul Muro, scultore, arrestato il 10 giugno 0 scarcerato 11 29 gin. gno 1924; 26. ) Boattini Democrato di Vittorio e di Adalgisa Morselli, nato 11 21 marzo 1891 a Modena, domi, dilato a Milano, Ripa Ticinesi), 1 chauffeur >, li boro; 27. ) Bosisio Giulia vedova Mazzolilo! fu Serafino e fu Corti Giuseppina, nata 11 15 giugno 1893 a Molteno (Como), domJolLiata a Milano, via Panfilo Castaldi, 85, pensionata, arrestata il 29 giugno e scarcerata il 5 luglio 1921; 28. ) Spiriti Elisa di Carlo 0 fu Scaravelli Adele, mata 11 21 febbraio 1902 a Milano, Ivi domiciliata, via Panfilo Castaldi. 19, casalinga, arrestata il 29 giugno e scarcerata il 5 luglio 1921; 29. ) Pilla Flavio di Agrippino 0 Grlsinotto Carlotta, nato 11 23 novembre 1891 a Noventa di Piave (Venezia), domiciliato a Roma, via Laurina, 13, giornalista, libero. .10.) Bazzi Emilio di Tulio e di Canonera Emilia, nato 11 3 giugno t885 a Milano, domiciliato a Roma,' via Camilluccla, 45. giornalista, libero. Imputati : i primi undici di avere il 10 giugno 1924, in Roma, privato illegittimamente della libertà personale l'on. Giacomo Matteotti a causa delle sue funzioni di membro del Parlamento e di avergli, con premeditazione, a fine di uccidere ed a causa delle etesso funzioni, interto uno o più colpi di arma da taglio e punta alla regione toracica sinistra, cagionandone la morte, tutti concorrendo nell'esecuzione dei reati di cui agli articoli 63, 14C cap. II, 304, %a n. 2 e 3G6 11. 2 del Codice Penale: „ il Rossi, il Marinelli ed il Filippelli, di coTTC'pta negli stessi delitti per avervi con¬ corso, e determinalo i primi 11 a commetterli (ari. 13 Codice Penale); Naldi Filippo, di complicità nel delitti sopra indicati, per avere rafforzalo la risoluzione di commelterli (col promettere assistenza ed aiuto du prestarsi dopo i reati, art. (Vi n, t Codice Penale); fiaUissi Giuseppe, Fiorani Umberto, Rrianil Alberto, N'eri Umberto, Branbillaschi Giovanni, Rossetti Bruno, Pasiili Benvenuto. Scotti Carlo, Terzi Emilio, Dones Erminio, lioattinl Deinocrale, Bosisio Giulio, Spiriti Elisa. Pilla Flavio. Bazzi Emilio, di favoreggiamento (art. 2i5 Coi! Pcn.) per avere, dopo che furono commessi i suindicati delitti 111 danno dell'on Matteotti, senza concerto anteriore e senza contribuire a portarili a conseguenze ulteriori, Galassi e Fiorani, in Roma rispettivamente, e Briand Neri in Nervi, dal 10 al 16 giugno 1024, aiutato 1 imputato Filippelli Filippo ad eludere le investigazioni ed a sottrarsi alle ricerche delle autorità; Rrarnbillaschi, Rossetti, Rasili!, Scotìi, Terzi, Dones e Boattini di Milano e Ballabio Superiore, sempre nel periodo dal V) al 10 giugno 1024, prestato lo stesso aiuto all'imputato Volpi Albino; Bosisio e Spinti, in Milano, dal 10 al 18 giugno 1924, prestato lo slesso aiuto in favore dell'imputato Poveromo Amieto; PiPa e Bazzi, dato lo stesso aiuto all'imputato Rossi Cesare, in Roma, dnl 10 al 22 giugno 1024, ed il Bazzi medesimo di avere inoltre aiutato, in Roma, il 1~ giugno 1024, l'imputato Duinini Amerigo a sottrarsi alle ricereho dell'autorità. Le istanza del P. M., dei difensori a dalle Parti Civili. Viste le istanze con le quali 11 Pubblico Ministero ha richiesto che la Sezione d'Accusa, dichiarata chiusa l'istruzione, A) ordini il rinvio avanti la Corta di Assise degli imputati Dumini. Volpi. Viola, Poveromo 0 Malacria, per rispondere, esclusa la qualifica della premeditazione, di correità in omicidio aggravato dell'on. Matteotti, ai sensi degli art. 63, 364 e 365, N. 2, Codice penale; B) dichiari non doversi procedere: l.o in ordine all'imputazione di correità nello stesso delitto ascritto agli imputati Rossi, Marinelli, Filippelli, Putato. Panzeri, Tnierschald, Colini Baldeschi, P. Mazzoli e Tezza, per insufficienza di prove della sua colpevolezza rispetto al Panzeri e per non aver concorso al fatto rispetto a tutti gli altri: 2.0 in ordine all'imputazione di correità nel delitto di sequestro della persona dell'on. Matteotti, ascritta a tutti gli imputati suddetti perchè estinta l'azione penale per amnistia rispetto a Dumini, Volpi, Viola, Poveromo, Malacria, Panzeri, Rossi, Marinelli, Filippelli. Putato, Thicrschald, modificando per questi Ire ultimi la rubrica in quella di complicità (ai sensi art. 64, N. 2, Codice penale, per il Filippelli, e. N. 3 per gli altri due) e per non aver concorso al fatto rispetto agli imputati Colini Baldeschi, Mazzoli e Tezza; 3.0 In ordine «Ha imputazione di favoreggiamonto ascritta agli imputati Galassi, Fiorani, Briand, Neri, Brambillaschi, Rossetti, Basili, Scotti, Terzi, Dones, Bosisio, Spiriti, Bouttini, Pilla 0 Bazzi, perchè estinta l'aziono penale por amnistia; 4.0 in ordine alle imputazioni di complicità nei delitti di sequestro di persona 0 di omicidio innanzi indicai», ascritte all'imputato Naldi Filippo, modificata la rubrica in quella di favoreggiamento verso l'imputato Filippelli, ai sensi dell'art. 225 Codice penale, per cui è estinta per tale modificata imputazione, l'azione penale per amnistia; C) ordini la scarcerazione degli imputati Pillato, Thicrschald, Rossi, Marinelli, Filippelli, ed ordini infine la revoca dei mandati di cattura spediti contro l'imputato Panzeri. Il difensore dell'imputato Rossi ha richiesto che si dichiari non doversi procedere per non avere preso parte al fatto e subordinatamente, modificata la imputazione in quella di tentativo di favoreggiamento, si dichiari estinta l'aziono penale per amnistia. I difensori del Marinelli e del Filippelli hanno richiesto che siano prosciolti per non avere preso parte al fatto, il primo, e perchè il fatto non costituisce reato, il secondo. I difensori degli imputati Neri, Pilla e Bazzi, hanno richiesto che si dichiari non doversi procedere per non aver commesso i fatti loro ascritti, nè avervi concorso, e subordinatamente perchè i fatti non costituiscono reato. Il difensore dell'imputato Thierschald, ha richiesto più ampia istruzione al fine di declaratoria di non doversi procedere perchè il fatto ascritto non costituisce reato. I difensori delle parti civili hanno concluso richiedendo il rinvio al giudizio degli esecutori materiali e dei mandanti per omicidio qualificato premeditato. di semplice progetto, ancor nell'aprile. Il Rossi, iunzi, ironicamt'nte, in un suo memoriale, chiama candidati alla comtposizione le persone clip indica possibili partecipi. Neppure è ti lucersi l'energica smentita dallo stesso Finzi opposta ai testimoni, che gli attribuivano di avere in proposito specificati fatti e circostanze a lui del Millo Ignoti. Divergenze questo che, ('Oine altre, non si riuscì ad evitare, nonostante che il Silvestri deponesse eoi sussidio di a.ppunli scritti e nonostante, la precauzione avuta di sagaci intese tra testimoni, come si apprende da una lettera che l'aw. Raffaello Levi scriveva nel luglio 1924 allo Sc.hiff-Giongtni per rendergli conto dell'incarico di comunicare a Silvestri quanto esso, Schifi, a.vcva deposto. Se allora si pensa al sentimento di rancore e di odio da cui era animato ii Rossi, nella esasperazione dell'orgoglio ferito e della sua rovina per le impostegli dimissioni da capo dell'Ufficio Stampa, ed all'istintivo impulso di suprema difesa, che poteva spingerlo a mentire; quando si rifletta che il Finzi attinse le equivoche notizie dalla parola biliosa del Rossi, mentre egli stesso troyavasi nelle identiche condizioni eli spirito (perchè impostogli di dimettersi dalla carica di sottosegretario di Plato del Ministero degli Interni, tanto che lo si sorprende a cercare contatti nel campo degli oppositori) ; quando si consideri che lo Schiff-Giorgiyi, il Silvestri, il Maratea ed il Donati non potevano essere nella necessaria serenità per lina obbiettiva percezione di notizie destinate a vituperare un partito da loro avversato ; quando si pensi ancora all'inconciliabile contrasto fra le asserite finalità di violenza del segreto organismo e gli alleggiamomi di quelli che n<; sarebbero stati membri (sia per la condotta dell'on. Giunta, designato come tale, che, nella sensazione eli eventuale pericolo per l'on. Matteotti, stante incidenti verificatisi in una pubblica piazza, dopo la seduta parlamentare del 30 maggio, gli offriva a protezione, la proprio compagnia, sia per quella, ancora più significativa, del sen. De Bono, indicato egli puro come altro membro, che, appresa la scomparsa del deputato unitario, spiegava azione rigida e pronta con l'immediato arresto del Dumini, avvenuto nelle 24 ore dalla prima denunzia); quando si tenga presente il contenuto di uno scritto postumo dell'on. Matteotii stesso, comparso nella rivista English Life, nel quale si riconoscono gli sforzi del Governo per contenere le intemperanze di accesi elementi fascisti ; quando tutto ciò formi oggetto di attento esame, solo la contaminazione di un'atmosfera satura di passione partigiana potrebbe far dimenticare lo più sicure ed ovvie norme di logica criminale, della valutazione subbietiva ed obbiettiva delle prove, per giungere a parlare di concreta esistenza di un organismo segreto a finalità criminose ed a negare che esso altro non sia elio deformazione di propositi leciti, fatta a scopo difensivo o scandalistico. Sull'argomento è vano, del resto, Indugiarsi, essendo intervenute, in proposito, dopo l'esauriente perspicua requisitoria de] Pubblico Ministero S. E. Santoro, l'autorevole parola della Commissione permanente di istruzione dell'Alta Corte di Giustizia presso il Senato del Regno con la eentensa del 12 giugno 1925, in seguito a denunzia a carico del sen. De Bono Cade pertanto l'ipotesi di esecuzione di un ordine emanato da organo di cui è dimostrata l'insussistenza La eausala Bonservizi non merita eredito Non merita maggiore credito il movente addotto dal Dumini , che ricollega il delitto del io giugno all'uccisione del Bonservizi, rappresentante dei Fasci, avvenuta a Parigi, facendone risalire la responsabilità anche al deputato unitario. La tesi è rimasta sfornita della prova documentale cui accennava il Dumini parlando di una sua introvabile lettera al Bonservizi, con la quale lo avrebbe messo in guardia contro pericoli che gli sovrastavano e con accenni all'on. Matteotti; e non può ritenersi nemmeno confortata quella tesi dalla testimonianza del giornalista Suckert (che a conferma, riferiva il contenuto della lettera), perchè tardiva -e svalutata è la dichiarazione di costui per averla taciuta quando veniva interrogato dal commissario di P. rj. Pennetta. Onde l'asserita causale Bonservizi apparisce, attraverso specialmente le dichiarazioni del Rossi, del Filippelli e dei giornalisti fì'ibelli e Ticri, un ardimento di difesa, balzato, come il ricordato biglietto-garanzia del Dumini al ' Filippelli, dal crogiuolo inventivo della fucina dell'Ufficio Stampa. Un giudizio su Naldi e Filippelli Si prospettò l'ipotesi di una causaln più particolarmente riferibile agli imputati Filippelli e Naldi, in rapporto con una discussa concessione dello stalo per lo sfruttamento di terreni petroliferi alla « Sinclair », del quale contratto l'on. Matteotti si sarebbe occupalo, censurandolo. F. ier questo fu denunziato appunto anche il Naldi, quale complice del delitto. Ma dall'istruzione, all'infuori della capacità affaristica del Filippelli e del Naldi e della loro molte dubbia moraliti — secondo riferiscono le autorità di P. S. di Lecce e di Roma — null'altro è emer so per ritenere che i due fossero, comunque, immischiati nell'affare « Sinclair ». Anzi, per quanto è stuto deposto dall'avv. Olivieri, il Filippelli avrebbe avuto, per riflesso, un interesse opposto alla detta Società, riguardando quella concessione un gruppo finanziario antagonista di quello che aiutava Il Corriere Italiano. Del resto, già con 6ua ordinanza del 14 ottobre 1024, la Sezione di Accusa dispose la scarcerazione del Naldi. riconoscendo posteriore al delitto 11 suo intervento per favorire i'imputato Filippelli. « Movente polìtico Raggiunti da prova do* oisiva ». Non risulta più fondata l'altra ipotesi che si fossero voluti sottrarre documenti all'on. Matteotti: le decisive dichiarazioni dell'on. Modigliani, della signora Velia Titta, di Wronowsfci e De.ioiclieli Paolo, hanno escluso che egli ne fosso in possesso. Eliminale perciò le cause di carattere affaristico, consegue che, pur dovendosi respingere anche le due ipotesi a sfondo politico, pia esposte, tuttavia, dalla qualità del soggetti attivi e passivi del delitto, dalla mancanza di ogni altro motivo di odio personale, da quanto, infine, traspare dagli atti dell'istruzione, si trac sicuro il convincimento — e su ciò non Ve dissenso di parte — che da movente politico fu determinata un'azione delittuosa in danno dell'on. Matteotti; però, per odio, cioè di partito, nell'attualità e nel fermento dei contrasti e iw>r l'attività — giova ripeterlo — che egli prevalentemente svolgeva in Parlamento. E' corto elio alla complessa aziono violenta, che ebbe termine nell'omicidio dell'on. Matteotti, cooperarono materialmente il Dumini, il Volpi, il Viola, il Malacria e il Poveromo. I primi duo — a parte la confessione del Dumini sulla personale partecipazione alla cattura dell'on. Matteotti e sul macabro viaggio in automobile — sono raggiunti da prova decisiva, per l'accertamento dell'esistenza di loro impronte papillari sul vetro anteriore della vettura. Il Malacria fu cerio l'abilissimo chauffeur. che era stato appunto richiesto dal Dumini in sostituzione del Massoli, poiché nessun alno della comitiva aveva la capacità di condurre autoveicoli, all'infuori del Dumini cui, per confessata imperfezione del braccio sinistro, non sarebbe stata possibile una lunga resistenza al volante. Il Viola è accusato dalla stragludiziale confessione al testimonio Giunchedi; c il Poveromo dalle sue stesse dichiarazioni al Panzeri, da costui confidate al Pittato uella notte del 10 giugno, diu-anto il viaggio di ritorno dal garage Quilici, dove si erano recati, col Dumini, a nascondere l'automa- Tutti ancora sono stati smentiti nel tentativo di « alibi », n nessuno ha potuto seriamente giustificare per quale diverso motivo si tro. vasse in Roma. Gli esclusi E" da escludersi che al fatto delittuoso' abbiano partecipato Mazzoli, Tezza e ColintBaldeschi, quest'ultimo ■ chauffeur » del Filipelli: sebbene tutti sembrassero* da prima raggiunti da indizi di qualche entità, in prosieguo questi si dimostrarono effimeri, poiché il Mazzoli potè provare di aver lasciato Roma il 18 giugno definitivamente; il Tezza dimostrò all'evidenza di non essersi allontanato da Padova, dove fu arrostato nel giorno del delitto, (infatti, con ordinanza del 14 agosto 1924, ne fu disposta la scarcerazione), ed il Colini-Baldeschi riuscì a convincere che fu estraneo al fatto dal Dum'ni e dagli altri con. suinaio, ed anche egli, per la suddetta ordinanza, fu scarcerato. In epianto al Thierschalrll pure avendo con la confessata coscienza di illecite, delittuose intenzioui dei compagni ai danni del deputato unitario, svolta opera attiva e fattiva di spionaggio, deve però ritenersi die non abbia preso parte materiale al fatto, c ciò, perchè non era legato dai rapporti di confidenziale amicizia, che vincolavano tutti gli altri componenti la comitiva; che anzi si ebbe cura di mantenere con lut un cerio distacco, e perchè non poteva inspirare l'incondizionata fiducia necessaria a renderlo informato di tutto il delittuoso segreto, associandolo nella diretta e reale esecuzione del misfatto. « Legittimo dubbio sul Patate e Panzer! » Legittimo invece è il dubbio nei riguardi dell Putato e del Panseri. Manca infatti la certezza sul preciso numero degli aggressori nel Lungo Tevere Arnaldo da Brescia e che, impossessa»-*.i dell'on. Matteotti, presero posto nell'automobile dileguatasi in fuga verso Ponte Milvio; poiché dai testimoni presen-. ti si fa oscillare da quattro a cinque, e duo ragazzi. Fra quelli concordemente attestarono che due degli assalitori dopo la cattura si avviarono di ritorno verso il Ponte Margherita. E' pure vero che quest'ultima circostanza non è stata mantenuta con pari fermezza in esami successivi (che peraltro san. no del ricordo sbiadito per il lungo tempo trascorso); ma essa collimerebbe colle dichiarazioni fatte dal Dumini, che affermò essere rimasto il suo amico Putato estraneo al delitto, e con le altre del Thierschald, il quale ha sostenuto di avere visto, poco dopo le ora 17 del 10 giugno, tanto il Panseri che il Putato nell'Albergo Dragoni, mentre è matematicamente stabilito che il rapimento avvenne alle ore 16, e che solo poco prima del- . le 23 l'automobile rientrò in Roma. Ma sopratutto hanno importanza le deposizioni di Alessandrini Alessandro « Pozzi Oreste, che pure affermano di avere veduto i due imputati alle ore 17,30 di quel giorno nei pressi di Piazza Colonna e bene autorizzerebbero tali testimonianze, in mancanza di motivi di sospetto, un giudizio di certezza sulla assenza del Putato e dnl Panseri quando, in secondo tempo, si svolse nella vettura la scena di sangue, se. data in ispecie la viva e diretta loro partecipazione ai precedenti fatti di concreta preparazione al maleficio, non facessero seriamente pensare a compiacenza delle parole del Dumini e del Thierschald ed a possibilità di equivoco nell'indicazione precisa dell'ora da parte dei testimoni. A differenea delle conclusioni del pubblico Ministero,, non pare lecito quindi nemmeno distinguere le condizioni del Putato da quella del Panseri in rapporto al grado ed al valore delle, prove in loro riguardo. Resta quin. di fermo che soltanto il Dumini, il Volpi, il Viola, il Poveromo ed il Malacria, sicuramente cooperarono uniti fra loro al rapimen. to dell'on. Matteotti ed alla sua soppressione. Uccisione coscientemente voluta, ma non premeditata. E' certo che si tratta di uccisione coscientemente voluta, ma non premeditata. L'imputato Dumini, nella sua parziale confessione, ha creduto insinuare la ipotesi di morie non violenta per emotisi. E' respinta, però, siffatta asserzione, dai risultati di prova generica, che, avvalorati da considerazioni eli ordne logico, concludono per l'omicidio volontario. Non è il ca60 di fermarsi 6ulla specificatamente accertata esclusione che d'iufermità alcuna in atto soffrisse l'on. Matteotti. 1 periti, pur non avendo potuto compiere molto facili accertamenti sul cadavere, perfettamente identificato, per le condizioni di dissolvimento e di scelettrizzazione in cui fu rinvenuto nel bosco della Ot-iartarella, e pur non avendo trovato segni di colpi d'arma dt .qualsiasi natura sugli indumenti repertati della vittima, hanno però potute concludere esprimendo il giudizio che la morte avvenne nell'automobile e che era da ritenersi fossa derivata da uno o più colpi di arma, vero» similmente da taglio e punta, alla regione loracico-entero-laterale superiore sinistra. Tale giudizio han tratto, sia dalle copiose traccie di sangue nell'automobile, delle eruali invano fu tentata la dispersione, tagliando larghe zone della stoffa della carrozzeria, sia da quelle sulla giacca dell'on. Matteotti, rinvenuta in un chiavicotto eiella via Flaminia; ma più specialmente dalla ubicazione di una diffusa macchia di sangue umano compenetrata nella mostra sinistra della giacca, dall'interno all'esterno, ed in corrispondenza della regione pettorale anteriore superiora delio stesso lato. Le conclusioni peritali, convincenti e scie»tificamente esatte, sono specificamente avvalorate: dalla significativa espressione usata dal Poverono: -'L'hanno ammazzato! », nel riferire al Panseri la fine dell'on. Matteotti; dalla cura che si ebbe di disperdere In modo definitivo la camicia e la maglia :he la vittima indossava e che, per la loro completa aderenza al corpo dell'ucciso, dovevano Inevitabilmente presentare le traccie dei colpii dell'arma pcritrice; ed infine dall'occultamento del cadavere, contrario al manifesto interesso che vi sarebbe stato di rendere possibile un pronto accertamento generico, se vera, l'affermazione di morte da causa non violenta. « Li lotta suprema e disperata nella vettura » L'uccisione invece stabilita ed accertata tra seco la conseguenza della penale resnein, sabilità di tutti e cinque gM imputati che ccrtiwnente, si trovarono nell' automobUÓ quasi esecutori e cooperatori immediati, giacchè a nulla vale l'affermazione, del recto non creelibHe, del Dumini. che egli fossa ai volante, dove, per considerazioni già fatte, dovette invece trovarsi il Malacria: 'a lotta suprema e disperata che. si svolse nella vettura resa evidente dallo stato di disordine interno della macchina, dai verri rotti, dalle sparso traccio di sangue, dovette essere rilevata nella, sua gravità anche da comi che stava al volante; ondo, pur nella incertezza di chi tnferse il colpo mortale e sulla specificazione di ciascuno dei presenti, la responsabilità è manifesta per tutti, non escluso il conducente, che. proseguendo nella corsa, cooperò immediatamente e direttamente alla consumazione del delitto, in cui il fine omicida i rilevato dalla gravità stessa della ferita e dolio forilo inferlo In parte vitali. L'esclusione dalla premeditazione Ma se l'azione criminosa — costituita nella c-ua reallà di due- diversi fatti scindibili a perfetti, anche nella loro entità giuridica* coti du dar vilu ai due delitti: d'illegittima