Gì gì hi testi m processo d Imn

Gì gì hi testi m processo d Imn Gì gì hi testi m processo d Imn Savona, 2S, notte 11 processo contro i Bronda, padre e figlia, e Giuseppe Guerci, continua « richiamare un pubblico fittissimo nell'aula delle Assisi Sono stali uditi oggi gli ultimi te.-ti di accusa e quelli addotti dalla Parte Civile. Bianca Lanieri ha deposto dì aver udito pronube lire da Maria Bionda, appena natole il Limbo del quale si attribuiva ia paternità ni Daimarini. delle minacele all' ndirizzo del padre naturale. Francesco Ferrarlo e G ovanti! Ferrarlo hanno riferito die il vecchio Bruitela, un giorno che al Dalmiirlnl era caduto un inno, aveva detio che sarebbe staio meglio Se i: D.ilmiiin, si fu-se rotto il collo. La soi »lla dell'ucciso FoUclna Dalmarni ha poi ancora' Irattegg ilio i .particolari de l'i reiazione intercorsa fra Giovanni Dalnnrim e la Bronda. uff •rinntulu come in costei fosse rimasio un sordo rancóre verso il proprio fratello defunto. Vivaci contestaz'oni sono slate sollevale dalla direna in seguilo alla deposi7.;one della lesle di Perle Civile Maria Dolmarini che è venuta a di eh arar» di aver veduto gli imputati, la mattina del fallo, mollo tempo prima del delitto, sul luogu della tragedia. La difesa afferma die di Mie circostanza In teste non ebbe mai a parlare La vedova dell'ucciso ha narrino di aver ricevuto confidenze dalla Dalmarlni da po chi giorni so'taruo. La vedova £ Irif-■ Mi vicina di casa della leste. Ne sono noie nuove ronleslnzioni da parie dei difensori. Inlne G. B. Andrei e Agostino Catello, cognato dell'assassinalo, in qualità di tesi! di P C. hanno confermato l'odio dei Bronda verso il baimarini L'udienza è stata quindi rinviata a martedi — li fu... Alberto Charoni Si 'da per morto e shtago ai a po. z a o o i a e e y e o a ? e o l e l - Milano, £8, sera Una curiosa avventura ed un bel tipo di -1 imbroglione e balzalo in questi giorni alla - | luce, nell occasione di un'accidentale tragedia stradale. Giovedì 19 corr. in via Calazzo, un uomo maturo dall'apparenza di impiega io veniva investilo da un'automobile privala e vi trovava la morie. Trasportata la sai. ma al Cimitero Monumentale, non fu possi, bile identlllrnrla perche negli abiti non fu rinvenuto nessun documetiio, nè alcuna persona si presento a tentarne 11 riconoscimi nto per cui la notizia della tragica morte apparve narrata sui giornali come una disgra- I zia e cioè conio un casuale investimento automobilistico Ma ecco che due giorni dopo al Corriere ideila Sera perviene una lettera firmata Cario I Bianchi nella quale lo scrivente afferma di ' essersi recato al cimitero, di aver visitato la ; salinu e di avervi riconosciuto, purtroppo, lini suo carissimo umico: Alberto Alfredo Chiarioni di T>5 anni, direttore dd ci nenia to. graro Uiiinont in via Paolo Frisi, non già vittima di una disgrazia, come è stato pub. biicato, ma voloiitariameirie soppressosi per sottrarsi ad una vita di triboli e di amarezze di cui lo scrivente era edolio da tempo ■ Questo disgraziato — soggiungeva la Iellera — si è tolta la vita per cause a me solo confidale e che mi riserbo di palesare a pieno, in seguito. Era stanco di soifr.re pti il mal andamento dei suoi affari ed anche perchè, feritosi sul lavoro a una mano, i.on aveva ricevuto alcun indennizzo, perchè i pa. droni non' lo avevano as ieurato... •. E qui una filippica contro i datori di lavoro e la conclusione che. come solo amico vero del defunto, sentiva il dovere di agire • contro i responsabili morali della sciagura •, in nome della sventurata famiglia del Chiarioni, « abbandonata nella disperazione della sua line violenta ». Furono assunte informazioni al Cinematografo Duinont e fu in tal guisa svelata in mila la sua singolarità una scaltra traina. Alberto Chiarioni adunque, direttore efrcttivnmi'iite di quella sala di spettacoli di piopriettì della s.gnota Irma Moscatelli e abi•tante a Vigeiitino, in via Trento, era sialo assunto a quel posto nel giugno scordo con incarichi di fiducie.: tra gli aliti, quel o di provvedere a lune le forniture incielili all'attività dell'azienda — luce, manifesti, pompieri, eco. — mutando coi fornitori e regolando le relative failure. Dopo un periodo di scrupoloso adempimento dei suoi doveri, il Chiarioni aveva cominciato a combinare o gni sona di pasticci. Non pagava le fattur, a coniami, ma rilasciava cambiali o accolli per tacitare i creditori; poi Ungendo di aver pagalo effettivamente in denaro si faceva rimborsare dada nadrona e intascava. Le cose vanno lisce, lincile quindici giorni fa la signora Moscatelli si vede arrivare una cambiale protestata. 12' l'inizio della scoperta1 di una vasta serie di magagne del suo impiegalo, il quale intanta, untalo il vento inlido, scompare dalla circolazione L'ultimo giorno In cui appare al cinematografo, quali, do lo scandalo non (■ perauco scoppialo, il Chiarioni hlllltl Chi dsabcCg:gacqasuec, I ^nianoni si porr, via le batierie del jazz- •""!'' cl'^ rallesiava coi suoi tragoti la prò - lezione delle llliia e le porla in un cane, - anunziando die sarebbe venuto a ritirarle i ['" ,~uu fattorino, p eseutumJo la mela di un . 1Hf?ile"° "9 visita ili cui lascia in negozio e | ,a,lu'*. Jìe,a-_ -Ti' ecCo clle P"CO di-^po l , , . — o \ a e n i a i i i o . o i n o m tu per o i 5 . e _ capita nel ^rtifié un insciviente dd cinematografo ad annunziare iti fuga dd direttore e gli riinmunc.il scoperti e a mettere il fermo sudi istituitemi. Arriva qualclw ora dopo l'annuiiI zioto fnllorlno, ma il padrone del caffè non» ■ stirila a ravvisarvi lo stesso Chiarioni vesli'o i in alira foggiti e coi baffi rasati. Gli gitila incoia di aver scoperto il trucco e sta ghermirlo; ina i'a'i.ro si divincola e fug Ha quel momenlo nessuno l'ha più velluto. Tuttavia, esli 'm dato indirettamente abhon. dant.i notizie di sé. I„i signora Moscatelli Intanto, die si mette ti rivedere lutti i conti del I la sua azienda e scopre un ammanco di olire lO.Otyi lire e l'eslstenz-i di motte cambiali falsamente firmate dal Chininotii col suo nomo, riceve una lettola di un pseuilo avvocato, clip Wi diep patrocinatore degii interessi del de jTi ri ito Chiarioni, teste uccisosi. Prima di firn ! rire — dice In lettera - il Hi in'-ioni ha a'Tì| dato a *oi IMncnrlco di sistemargli gli affari |p nertnntó questo sii- n-dlnario legale intima alla signora : primo, di non sporgere alcuna denunzia ci turo la " memo-in dp| suo di-pon den'e»: secondo, di provvedere ai his^en1 d'ila famiglia do' suicida. La lotterà termina con 'nevate minacce por il rum che la signora non ! nifonirierl a nnollo |mr>no{vtoni, I Una let'ern 'n\"op do'lo «te^so suicida riceve, provandone un certo sgomento, il pa'iro; ne di rasa perche in essa il Chiarioni affer: ma di uccidersi pf-r il dolore delta ricevuta I disdetta e la preoccupazione di irovnrsi un ailro allos-trio Insomma da ognt parte' il Tbinrioni si d;"i per morto ; finche la signora Moscatelli, messa al corrente della lettera inviata ni giornate noi ,i-, ,, pseudn Bianchi, • amico del defunto •. 'si reca al Monumentale a vedere il cadavere senncisciuto. E qui, senzfl ombra di dubbio, constata che non si tratta affatto del suo d'ivo 1 lite, Allora si reca n denunziare la complicata faccenda al <~lomuvcsnrinto Monforte. pprehft e ormai convinta che il t'iv'nrioni. dopo averla derubata p Iruffnta, sta tentando di allontanare dn st Ogni minio conse'-'nontp fingendoci niorto. Sventato In tal cmisa il trucco, la Polizia si p mPssa n ricercare il Chiarioni a Milano e altrove Gin ^ risultato che due giorni dopo da quello In cui — stando alle sue epistole testamentarie — egli avrebbe cria dovuto essere freddo cadavere, il Chiarioni si è recato, in condizioni di salute floridissima, da un suo lontano pnrentp, ad esibire una falsa iPttTa di un suo genero, colla quale il parente era invitnto a concedergli un prestito di 300 lire. Intaseatp le IWl lire, il rioni si era allontanato visibilmente soddisfatto, e assai probabilmente quella somma gli era servita per andare a respirare un'aria meno pericolosa di quella di Vigenttno. SnlcoagpgI afltvOmnnmtftsmcudaeChili- ! quale n preE' hiscChili- ! O* impiegato che si rende irreoer bil? con 10.000 lire In tasca Milano, 38. notte. Certo Angelo Bussoln Augusto di Pasquale, di anni 20, dimorante in via dell'Orso 7, ed impiegato in un ufficio (li Assicurazioni di Piazza Missori, incaricato di recarsi ni banco di Roma, por fan- un'operazione, aveva intascato diecimila lire e si era reso irreperibile. Il signor Duigi Faccio!!, direttore dell'ufficio. I denunziava ieri il fatto al commissario avv. Kond, della Questura Centrale.

Luoghi citati: Milano, Roma, Savona