TEATRI

TEATRI TEATRI ••a: 3E«- La pantofola eli cristallo Commedia di Franz Molnar Vienna. 18. notte. (E. G.) Nonostante le sue disavventure coniugali (è la uuinta o la sesta volta che sta divorziando) Franz Molnar continua ad essere uno dei più fecondi e fortunati autori ungheresi: si può dire che non vi è stagione alla quale manchi una novità di Molnar. Ormai la fama se la è conquistata in tutto il mondo e lo scrivere commedie, con quel Mio sistema agrodolce, un po' di bontà, un po' di perfidia, un umorismo finissimo ed un assoluto senso di convinta amoralità, non è per lui uno sforzo: del resto, questo basta al pubblico e Molnar può risparmiare la fatica di scervellarsi a trovare problemi o tesi di qualche importanza, come talvolta ha dato prova di saper fare. Questa fatica Molnar se la risparmio almeno nell'ultimo suo laverò dal titolo strano « La pantofola di cristallo ». che si rappresenta al Raiimundteater di Vienna, lavoro che ha vinto appunto per quell'umorismo mordace, che imbeve il teatro molnariano. Il ritrarre crudamente le persone nei loro tratti più egoislici, più cinici, buttandovi poi sopra una spolveratina di bontà e di sentimento, è una ricetta infallibile, ma deve essere usata da mano maestra: e per tali droghe Molnar è un insuperabile speziale. Irma è la Servetta diciannovenne di una modesta pensione di città di provincia; la lottura di novelle, di romanzi sensazionali, di poesie amorose, fra lo sgropponare dei lavori di casa e il lavare i piatti, le ha accesa la fantasia e la fa sognare ad occhi aperti sogni meravigliosi di principi, di poeti. Essa stessa si sente poetessa, e dei suoi sfoghi lirici è unico e continuo lessinone il figlio della portinaia, che applaude allo suo declamazioni. Ella ha però anche il suo principe, un principe moilto prosaico, un buon uomo, runico nomo con il quale essa vive in continuo contatto, un pensionante, un disegnatore di mobili, quasi cinquantenne, Luigi Halhaus che ignora nel modo il più assoluto di essere lerce della fantasiosa servetta. Il sogno di Irma, però, si materializza nel desiderio di farsi sposare da Halbaus. che essa immagina venirle incontro calzato delle pantofole di cristallo del principe •«•«Hterioso. Luigi Halbaus, per quanto uomo eccellente, non si vergogna di vivere da dieci anni ne.Ha pensione assolutamente a gratis- egli godo infatti i favori della padrona, la signora Adele, una procace quarantenne che però itemmeno ,si nega ad un giovane gioielliere Paolo Kaiser. La. signora Adele vuol regolare la sua posizione, e, mettendo a prò va la bontà d'animo di Halbaus, gli dice che occorre che egli la sposi per poterla difendere dall'amore di un giovane. Halbaus buon uomo, accetta, ma Irma è disperata cliè vede scomparire il suo principe. Al pranzo di nozze, essa, che sa della tresca di Ade.e con Paolo, si ubriaca, poi grida forte a. tutti che Halbaus è stato e sarà ingannao: ma gii ospiti sono pure tutti più o meno brilli, la musica suona, nessuno lo dà retta Irma allora decido di uccidere non il suo corpo, ma il suo ideale, il suo sogno, di infrangere la pantofola di cristallo. Prende uno scialle, una pagnotta (vedi Molnar) e fugge. I-ugge in una casa di tolleranza.. La fortuna però la protegge: una visita della polrzia alla casa stessa trova questa novizia appena giunta, il delegato si insospettisce, prende la ragazza e se la porta in questura. Qui abbiamo la scena finale. Adele, Halbaus, ì portinai sono chiamati a dar spiegazioni, e tutto si chiarisce. Adele, a ventiquait'ore dal matrimonio, è già pentita di essersi preso Halbaus in conflitto con la serva. Farà divorzio; si sente ancor giovane abbastanza per sposarsi Paolo. Halbaus, con i suoi cinquantanni rimane solo e disponibile: la servetta gli sorride, ha visto risorgere il suo sogno. La soluzione viene da sè. « Grande e piccola bestia » — conclude l'usciere della Questura, a mo' di commento. AL CARICHAMO: Tre serate eccezionali. Avremo nella prossima settimana al Teatro Carignano tre serate eccezionali che richiameranno nell' aristocratica sala tutti quanti si interessano del nostro teatro di prosa. La Compagnia dell'arte scenica, che fa capo a Febo Mari, rappresenterà in queste tre sere i lavori prescelti dalla Giuria come meritevoli di esperimento scenico nel concorso indetto dal giornale « La illustrazione del Popolo », concorso al quale vennero inviati oltre cinquecento copioni. I tre lavori che vengono presentati alla prova sono: « Sari che tornano », dramma in tre atti di Marco March ini; « L'uomo in maschera », dramma in tre atti di Gian Capo; < Parole sulla sabbia », tre atti di Attilio Canilli. La Giuria (hanno fatto parte di essa Roberto Bracco, Marco Praga, Domenico Lanza, Mario Sobrero) non crede di aver scoperto dei capolavori ma ha la persuasione che tutte le tre opere sono degne di esperimento. Al pubblico il giudizio e sarà un giudizio che avrà il suo valore nella premiazione, per quanto la Giuria abbia riservato a sè il verdetto. Febo Mari, assumendosi il grave compito di portare sulla scena i tre lavori dà la prova del suo amore per il teatro e del suo interessamento por le manifestazioni artistiche. Le tre commedie vorranno rappresentato nei giorni 25, 2C e 27 corrente. La Compagnia dell'arte scenica ha ripreso ieri sera il Metodo con le donne di Nino Berlini. La gaia commedia è stata interpretata con molto brio e finezza. Febo Mari ha disegnato la figura del protagonista garbatamente, ravvivandola con la sua grazia di dicitore elegante. Chi questa è la sua dote migliore. Denise Marette di J. J. Bernard Parigi, 18 notte. Quanta sia la preparazione del pubblico e quale è la sua disposizione ad apprezzai* i tentativi di rinnovamento e d'ingentilimento del teatro contemporaneo si potrà giudicare dal numero delle repliche che avrà la nuova commedia di J. J. Bernard, data oggi-al « V'ieux Colombier ». D delicato scrittore ha composto tre atti molto commoventi, uno dei quali — l'ultimo — è fragile crai.e un vetro. E se questo oggi ha resistilo alla prova della rappresentazione, è perchè l'inscenatore del Teatro dei Giovani Autori è un maestro nell'aite" sua. La vicenda svolta dal Bernard è particolarmente accorante: forse fu suggerita all'autore dalla storia di una celebre artista francese scomparsa da pochi anni. Marcello Marette è un pittore illustre, che essendo da qualche tempo colpito da una malattia nervosa, non riesce quasi più a (produrre. Dionisia, sua figlia, si è dedicata 'essa puro alla pittura e sogna di acquistare una certa rinomanza, ma da quando la salute del padre si è affievolita essa ha dovuto abbandonare l'Accademia che frequentava con profitto, e staccarsi dai compagni di studio per assistere quanto più le è possibile il padre. Un negoziante di quadri che ignora in quali condizioni tisiche si trovi Marette, insiste con Dionisia affinchè induca l'artista a concludere un contratto con il quale egli si impegni a fornire un dato numero di tele all'anno. La ragazza non osa confessare i suoi timori al negoziante. Poro prima di sot toporre al padre questo affare tenta di inci tarlo al lavoro per vedere se sia in grado di produrre come in [lassato. Il disgraziato si lascia persuadere e si pone al cavalletto, ma dopo pochi minuti gli cadono tavolozza e pennelli in un gesto disperato. La sua mano non riesce più a tracciare un segno, il suo cervello è incapace di creare I Il diramniatico silenzio die fa seguito a tale scena è interrotto dulia visita di un ricco collezionista, il quale desidera acquistare uno degiLi ultimi quadri del Marette. Invano l'artista dichiara di non aver nulla di pronto. 11 visitatore esplora lo studio e vi scopro una piccola testa e vi si ferma davanti estasiato. E' una pittura di Dionisia. Mentre costei ascolta interdetta giil elogi elio l'altro proferisce, M pittore lascia credere che quel lavoro sia suo. 11 collezionista gli chiede se egli lo voglia cedere o l'artista acconsente. L'altro domanda die egli io firmi e Marette vi pone il proprio nome. Da tale momento il pittore infermo non dipingo più, la figlia lavora per lui e le sue iole portano il nome del padre e la fonia di questi diventa universale. Nella casa dei Marette è ora entrata la ricchezza. Dionisia è felice di produrre per la gloria dei poveruomo ridotto all'impotenza. Agii annniratori dell'artista, essa fa credere che il padre sia un creatore infaticabile, inesauribile. Per non interrompere la sua generosa opera filiale essa si ritira in campagna, respinge una proposta di matrimonio, insomma si sacnifica interamente. Ma il giorno in cui un suo antico compagno di studi va a rimproverarle di non aver più pensato alla pittura. Dionisia non riesce a nascondere il proprio segreto e grida che tutte le telo che vanno per il mondo col nome di Marcello Marette 6ono dipinte da lei. Dopo questo sfogo essa ritorna a lavorare come prima. Il padre muore. Lo immaginiamo quando ia tela si alza per la terza volta e scorgiamo lo studio del pittore deserto, immerso nella pe>. nombra, con molte casse pronte per lo sgombero. Dionisia sta infatti per sloggiare dalla casa immersa neil lutto. Prima di andarsene por sempre siede nolla poltrona in cui il padre soleva stare e pensa ali defunto. Questi le appare e risponde alle sue angosciate domande. « Che cosa devo fare adesso » chiede la ragazza all'ombra del suo caro, « che cosa mi consigli? Mi hai tu perdonato 6e sono stata orgogliosa di quanto feci per te?». Il morto le risponde; le risponde un po' teneramente, un po' spensieratamente. Sembra che l'artista sia risuscitato. Quando Dionisia commossa ma non tropipo consolata si sveglia dal 6uo fantasticare, la domestica viene a ricordarle che e l'ora di partire. Essa se ne va. La tela cala. Questo finale non è iforse atto per entusiasmare il pubblico di un teatro. In ogni modo oggi gli invitati alla prima rappresentazione, che componevano un uditorio sceltissimo, hanno calorosamente acclamato 1 autore. Ridenti. SPETTACOLI D'OGGI alfieri (Compagnia d'operette Berlini GtoaniO. — Ore 21: « La casa delle tre ragazze • di Sctrabert BALBO (Comp. d'operette « La Gaudiosa •). — Ore 21: « La donna perduta », di G. Pietri. oarignano (Compagnia draram. Febo Mari). — Ore 2li • L'amore » di Klstcnnacckers. chiarella (stagione d'opera). — Ore W: •Thais» di Massenet. rossini (Compagnia Picmonteso Casaleggio). — Ore 21: ■ Via HOma a Web. » ffl Rlpp e Bel AmL Oianduja (Marionette torinesi fratelli Lupi). — Ore 15 o 21: « Nerone ». bizzarria. odeon (Burattini di Italo Ferrari). — Ore 21: «L'ovo di Fasolino ». maffei — Oro 21: Grandi spettacoli di varietà. salone chersi — > Pavriieoliioro per signora» (Leda Gys). Primavera scapigliata (Harold Lloyd) cinema vittoria — «La moglie celebro» con Myrthe Stcdmanu. — » Ben Turpin baUista ». ambrosio — «L'or/anclla di New York» (naby Peggy) — « Mnmo... brutt'uomo « (Bianchi e Nerij. cinema statuto — « La vendetta di Crtmllde . seguito e One di Sigfrido) Arte, musica, canto. kursaal-pelota — ora 21: Importanti partite • grandi «ade alla Pelota. Grande Misto dannate.

Luoghi citati: New York, Parigi, Vienna