Confessioni di Mussolini

Confessioni di Mussolini Confessioni di Mussolini all' "A.B. C. „ Dal socialismo al fascismo - " E" a Sorel che io debbo di più,,. (Servizio speciale della « Stampa •. Madrid, 16, notte. Andrea Revesz, corrispondente del giornale « .1. li. C. », ha intervistato l'on. Mussolini, cui ha rivolto alcune interessanti, domande i.a prima era questa: . -i „ _ \vete avuto nella vostra gioventù il presentimento che voi avreste diretto un giorno i destini della nazione italiana? ». L'on. Mussolini ha risposto: » — Credo che la mia infanzia sia stata un po' diverso da quella dei miei compagni. D'altra parte, e certo Che, giovanissimo ancora, ho avuto un carattere fermo e che mi appassionai ben presto per le lotte politiche, che esercitarono sul mio animò un'attrattiva singolare e potente. „ _ Come e perchè foste socialista? Come e perché vi separaste dui Partito? « — Fin dalla mia gioventù tutto mi spinse verso il socialismo: l'esempio di mio padre, il grande amore che provavo per il popolo, l'ambiento della Romagna. Ma il socialismo di 25 anni fa era molto diverso da quello di oggi: era generoso, sincero, giovanile, entusiasta e tradizionalmente italiano. Io fui socialista, ma in seno al Partito non cessai di lottare contro la corruzione parlamentare dei capi, contro lo spirito di burocrazia e contro l'alleanza con la Massoneria, lo feci il mio possibile per ottenere che il Partito tornasse alla sua purezza originale, ma verso l'anno 1013 compresi che tutto era inutile. Fu questa una delle ragioni della mia rottura col Partito socialista. L'altra ragione più Immediata fu il problema dell'intervento nella guerra. I capi del Partito non capirono l'impetuosa necessità della guerra come elemento clic doveva rinforzare l'unità di una nazione giovane come l'Italia e per dare all'Italia il posto che le spetta fra le grandi Potenze, lo mi separai dunque nell'autunno del 1914 dal Partito, pel quale avevo sofferto povertà ed esilio. Ma debbo confessare che linei momenti furono i più amari della mia vita. Io pure sono convinto che la mia indifferenza per le ricchezze materiali mi ha molto aiutato a trionfare. Io considero il denaro come un mezzo, non come un fine: come mezzo per trionfare, e il trionfo per me è di raggiungere il fine che mi progongo e che non è altro che la grandezza e la prosperità dell'Italia ». Interrogato sulla vittoria del fascismo in Italia, il duco ha risposto: »-— Io non posso dire d'aver previsto, cinque anni fa, matematicamente, la vittoria del fascismo e la marcia trionfale su Roma. Ma un oscuro presentimento mi guidò senza dubbio e mi avvertì che la strada che avevo scelto era la buona e che avrei trionfato ». 11 giornalista chiese ancora a Mussolini qua.le delle tre influenze: di Nietzsche, di William James e di Giorgio Sorel, avesse prodotto maggiore impressiono nella sua formazione intellettuale. Mussolini ha risposto: * — L'influenza di Giorgio Sorel. Il pragmatismo di William James mi ha Insegnato che un atto doveva essere giudicato più per 1 suoi risultati che per le sue basi dottrinali. Ho appreso da James quella fede nell'azione, quella volontà ardente di vivere e di lottare, alle quali il fascismo deve in parte il suo successo. Quello che il fascismo ha compiuto durante sei anni di tempo ha già lasciato la 6ua traccia incancellabile nella storia. Ma vi ripeto che è a Giorgio Sorel che io debbo di più. E' questo maestro del sindacalismo che, con le sue rudi teorie sulla tattica rivoluzionaria ha contribuito, nel modo più decisivo, a formare la disciplina, l'energia e la potenza delle coorti fasciste ». 11 centenario di Stefano Turi- L'adesione del Puca d'Aosta Roma, 1C, notte. Il Comitato d'onore per il centenario d'ella nascita del generale Stefano Tùrr. sotto la presidenza dell'on. Mussolini, e di cui fanno parte quasi tutte le personalità del mondo politico ed ì rappresentanti delle Nazioni estere, ha ricevuto la seguente adesione da parte del Duca d'Aosta. « Alla cavalleresca figura del generale Stefano Tur, che alla Patria di adozione consacrò la spada ed il sangue, ogni italiano si inchina con reverenza e gratitudine. Con cuore di combattente e di Savoia rivolgo un riconoscente pensiero al prode soldato, che è simbolo di adamantino carattere, di lealtà e di devozione nel duro travaglio del nostro eroico risorgimento. — Emanuele Ciliberto di Savoia ». La v.dova Caruso divorzi? dal cai. Ingram Parigi, 16, mattino. I giornali annunciano che la signora Dorotea Benjamin-Caruso, vedova del celebre tenore, che il 28 novembre 1023 sposi") il capitano inglese Ernesto Ingram, ha ottenuto a Parigi la sentenza di divorzio a suo favore. Ella è partita per Roma dove conta dimorare, ogni anno, l'Inverno, consacrandosi all'educazione delle due ftgliuolette Gloria Caruso e Jacqueline jlngram. La morte del sen. Leroux Parigi, 16. sera. E' morto il sen. Hugues Leroux. fi) (Stefani). !l piffliiatpij} deli» " Dante Alighieri „ Si ì La Spezia, liì sera. A mezzogiorno e arrivala la regia nave Dante Alighieri, reduce da una lunga ero- ! citi a.