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e no-iuiil e no-iuiil Bologna, 14, notte. Intorno al rocambolesco furio in treno sorgono dubbi sempre maggiori sulla esistenza di un malfattore ignoto che avrebbe da solo, soootidoj'giianto nari ano concordi i due arrestai] Giardini e Guglielmo Balsamo concepito e messo in esecuzione l'audacissimo piano, aprendo il foro nella parete e compensando la .passiva complicità dei due giovanòtti presomi nel suo scompartiménto con i primi 1 sizioni nelle case coloniche por ritrovarvi il fuggiasco che nella caduta, salvo casi eceezi> naSissimi, dovreobe essersi ferito, ma invano. Il capo fisi quartetto Il varo capo della banda dovrebbe essere invece il siciliano Emanuele Balsamo, il maggioro dei due fratelli, colui che si è mostrato 1 pacchetti di biglietti tolti datila valigia. I ca ' 0 u l a , nosed'scalfupirerabiàii'éri di Sasso non hanno trovato nessun I raindizio di questo scomparso che si sarebbeVaigotiato da', treno appena scoperto il gravissl-l mmo tentativo. Sono stato fatti diverse perq'ti-1 inqvmdscsodpiù freddo e più sicuro di sé durante lo gscompiglio seguito, alila sorpresa. Egli non ; pI pensò nemmeno di gettarsi dal treno per quanto avesse visto fuggire gli altri tre coni, pagni, cioè il fratello, i: Giardini e il Gontedini. Quesfùltimo; malgrado le sue sciocche proteste e le sue arie stupefatto, apparteneva quasi eertamente al quartetto operante. Emanuele Balsamo passeggiò lungo i corridoi formandosi in altri scompartimenti sino al momento di agire; egli si creava così un «alibi». Poi, quando ebbe un segnale convenuto, entrò derisa mente ne.' campo d'azione. Dallo scompartimento dei ladri usci quando l'impiegato Alcione entrò nel corridoio gridando, e l'Ascione ricorda perfettamente d'averlo visto fuggire. Il Balsamo aveva dato istruzioni al fratello giovanetto porche tacesse il legame di parentela, e infatti egli, appena arrestato, negò recisamente di conoscere l'Emanuele: — Non so chi 6in. Probabilmente deve essere di Termini Imerese. Interrogato a Bologna dal commissario Ferruzza, l'Emanuele seguì dapprima lo stesso piano; poi, rompendo in pianto confessò: — Sì, si chiama Balsamo I E' mio fratello I Quindi ebbe pnrole di compianto per lui, coinvolto nella gravo faccenda. Fu un attimo di smarrimento o un nuovo atto della mal riuscita commedia difensiva che egli inscenava per far credere al funzionarlo di dire tutta la verità e soltanto la verità? sencostfompregpescadmadcsccpindecsluptoz E le 29.000 lire? Quelle parole hanno assunto il valore di UIla me2za confessione. Se il capo banda e ìtErnariùelé Balsamo, il piano d'azione dei j ladri fu questo: il Balsamo, con un imper | meabile e due paia di occhiali, si fece nota- re a salire nello scompartimento prossimo a quello degli impiegati. Poi, mutato soprabito e deposti gli occhiali, cambiò posto e girò per il treno creando così l'esistenza di un immaginario perforatore di pareti, sul quale poi avrebbe gettata tutta la responsabilità. Resta a chiedersi allora come il Balsamo abbia potuto sbarazzarsi delle 29.000 lire mancanti; ma nella fuga egli potè percorrere diversi metri lungo i corridoi prima di essere raggiunto. Non gli fu diffìcile di passare, come usano quasi sempre gli autori di grossi borseggi, la somma che teneva nelle mani a qualche altro complice che, ricevutala, rimase tranquillo a sedere e non fu scoperto. Se infatti- lo stesso contegno impassibile avessero tenuto i tre che a Sasso scesero invece precipitosamente dal treno, ben difficile sarebbe stata la scoperta del veri autori del tentativo. Si sta ricercando un capitano dell'esercito che un conduttore del treno ricorda di aver visto sedere nello scompartimento del ladri. A Firenze il conduttore fece «ambiare posto al capitano perchè l'ufficiale era diretto a Rovereto ed era più opportuno si portasse in un'altra vettura. La presenza del capitano avrebbe indotto i ladri a differire l'esecuzione del piano, e li avrebbe anche indotti a prolungare li biglietto che essi avevano preso per Pistoia e per Porretta. Sono state ordinate perquisizioni in casa di tutti gli arrestati, naturalmente, e quindi anche in quella del Giardini, che abita pure a Roma in via Toscana, 42. Gli arrestati sono stati tradotti alle carceri di S. Giovanni in Monte e sono ste'i nuovamente interro gati dai commissari Ferruzza e Trezza. Indagini a Roma Roma, 14. notte. L'assalto del treno n. 36 Roma-Milano a danno della Eanca d'Italia durante una spedizione di valori, — il cui ammontare è precisato in 20 milioni e fiOO.OOO lire — ha prodotto nella capitale profonda impressione. La base della fantastica operazione ladresca fu infatti Roma donde i 6ei impiegati della Banca d'Italia erano partiti e da cui i malviventi evidentemente hanno* mosso i loro passi. E' noto come gli audaci ladri ferroviari fossero arrestati subito dopo il crimi- La condanna della supplente nestaie d Gonne Ivrea, 14. notte. Siede sul banco dell'accusa, certa Angelica Cavagne!, fu Pietro, di anni 34, da Cogne. Essa, mentre nel 1924 era addetta come supplente alla ricevitoria postale di Cogne, si impossessò di varie somme a danno del suo titolare di ufficio ed oltre somme poi sottrasse a danno dell' omrninistraz'one postale delle quali aveva per ragioni di ufficio il do vere della custodia Per" tentnre rtlpilmeril I zioni non rifuggi dal ricorrere al falso in pubblici documenti. Cercò poi di far perdere le tracce delle sue malefatte, simulando a- bilmente un furto con scalata all'ufficio postale. Tutti i particolari erano stati ben curati: aveva cosparso di carte di ufficio il tratto da una finestra, donde gli immaginari ladri si sarebbero introdotti, fino alla porta interna dell'ufficio; aveva segato con abilità metà questa e il cassetto del tavolo di ufficio. Ma la Cavagne!, oltre che non rispettare la roba altrui, pare avesse anche un po' troppo eccessivamente il vizio della curiosità; che le fu anche elevata l'imputazione di vio- I Indinne rtnt spirrptn cnlstninro l'ex supplirne i° dffese Srei davanti al no 1 - ex-supplente al difese oggi davanti al no- j stro Tribunale dalle numeróse imputazioni. ora piangendo, ora contestando con disinl voltura. E' stata condannata alla pena com- pena plessiva della reclusione per anni -tre, alla multa di 2500 lire, e all'interdizione dai pubblici uffici per anni due. Presidente: avv. Fati: P. M. aw. cav. Quinto; Difesa, avvocato Cavallo. L'ex procuratore del Banco di Roma a Ivrea in liberta provvisoria Ivrea, 14, notte. Il rag. Mensio, ex direttore della locale succursale del Banco di Homa, fu arrestato tempo fa — come e noto — per truffa e appropriazione indebita qualificata e falso continuato, commesso a danno di detto Istituto Jiancario per l'importo complessivo di oltre 260 mila lire. In seguito il procuratore di detta Banca, geom. Guido Giva, che si trovava in questi giorni vicino al confine svizzero, saputo di essere stalo coinvolto come correo nei reati consumati dal rag. Mensio. senza indugio venne a costituirsi a queste carceri giudiziarie. Il suo difensore, avvocato Edoardo Dngasso, di Torino, presentò all'autorità giua|ziaria un particolareggiato e documentato memoriale per dimostrare che il geom. Giva fu solo colpevole di troppa arrendevolezza e accondiscendenza verso il rag. Mensio, suo superiore, ma non ebbe ad avvantaggiarsi menomamente delle malversazioni di costui, e ii-i base a tale memoriale potè ottenere oggi la libertà provvisoria t.el suo difeso. Pare perdi che nei confronti di questi verrà mantenuta l'accusa di complicità necessaria, per lo ìineno per la più gran narte dei reati che sono immitati ni *4ensio ii parricida di Qna^nontn Ale tt Q^Alessandria, 14, notte. Un nuovo lungo lnterr0gatorio ha subito oggi in carcero il parricida di C targnent", > i.uigi 6>ai'fii!ina. ti giudice inquirente lo . i sottoposto ad una serie dj domande e di con- testazloni per cercar di Chiarire molti dubbi e notevoli lacune finora, emerse circa l'ori- | gine e lo svolgimento delia tragica scena che nasse a morte il vecchio .Sartirana. Da quan j to ci risulta l'imputato pare abbia confer . moto, su'per giù, la versione già data e nota ni lettori dell,? stampa.. Allo stato attuale non vi sarebbero Ulterióri elementi da pro spettare con e; altezza, a suo difensore il 1 Luigi .Sartirana ha scelto l'avv. Adolfo La •r**aa.