delie conserve

delie conserve delie conserve Una lapide in Borgo ìi)ora lonne, la lapida mutalo in una via dolln'vecchia l'orino alla memoriti di un apostolo 1 dell'agi u-olmia, inorto poverissimo, L'avvoco; to Virginia in, iltore tHi'.o palate in l'Ut, monte A poca dfelaiv.a da tniesta via e som- prò nella carati crisi :a u m.lustre regione : Una lapide in Borgo ìi)ora E' stalo l'altro Ieri ricordata. In nuesto co- porla l uiatina, i i iltra lapidi; è stata scoperta ieri mattina ad un altro apostolo dell'agricoltura e dell'alimentazione, alla memoria di Francesco Cirio. I.a vita di quest'uòmo e. un romanzo, ma uno di riuoi romanzi dove c'è molto da imparare. Halle sponde della fatidica Dora, da fpiel centro di fervore e di gagliardia popolare che va da piazza Emanuele Filiberto al mercato di Borgo Dora, egli mirò con lucido senso di italianità unitaria ai rinnovamento agricolo d'ogni regione del-1 la patria. Ebbe il Cirio spirito d'iniziativa fervido, prodigioso. Non solo svelò e sognò le vie dei nuovi mercati, di nuovi finocchi | nll'ostoro della produzione nazionale, ma divinò mezzi e agevolazioni di trasporto valevoli ad avvicinarli ai nostri prodotti procurando ad essi provvidenze contro le intemperie e le soste de: viaggi lontani. Cirio valicò i confini e sormonti' gli ostacoli che chludevaro i prodotti dolio nostro terre e aprì - l'ora delle copiose e. rinmuerrJ.rici esportazioni. Persino diffuse la coltivazione dei fiori nelle nostre terre, predilette dai mil issimi climi e ne curò l'esportazione di guisa che la bellezza e il profumo dei giardini della nostra riviera divennero elemento di cospicuo profitto e portano oggi all'estero, nei lontani paesi, un alito di poesia a di sole della terra italiana. Francesco Cirio avrebbe voluto mutare anche le sorti ai pescatori dei laghi e redimere le funeste paludi vivificando estese regioni arse e abbandonate. Ma questi grandi sogni che furono il suo tormento, non gli arrisero. La sua vita è stata una lotta continua, ardimentosa, irrequieta, attraversata da improvvise correnti di fortuna e da impetuose bufere di rovina. Fu tuia lotta Tenace, risonante del lavoro di migliaia e migliala di creature, intramezzata da guadagni «nonni e da più enormi perdite, cosicché l'uomo che doveva dare il suo ■nome a Impreso vastissime e poderose, le. quali poi arricchirono e arricchiscono altri, si ridusse a morire, disilluso e in amnistie, lontano ria quella Porta Palazzo ch'era stato i.l suo regno e dove era tanto ammirato e benvoluto... "Adieu pais..." Nacque a Nizza Monferrato nel 1836 e vis6e un'infanzia povera. Giovinetto incomincio a recarsi da Fontanile, dove suo padre aveva aperto un modestissimo negozio dt olii e paste, sul mercato di Nizza Monferrato a comperarvi qualche oesto di ortaglie e di legumi che sulle sue spalle trasportava ai paese dove li rivendeva realizzando un insignificante guadagno. Ma a 14 anni lasciò la casa e ti suo commercio ed eccolo lanciato nel mondo. Addio terra natia! Va a lavorare come umile manovale a Genova e in Sardegna nell'impianto del cavo sottomarino, accumula qualche centinaio di lire, fa una scappata a Fontanilo dove la famiglia langue di stenti e la trasporta a Torino- Rravo figlinolo prima di tutto! Eravamo nel 1850. Nella capitale del Piemonte si installa colle sue creature In tre povere stanze del secondo cortile della casa di via San Massimo. 53, oppoichè le suo economie sono sfumate ritorna a fare ancora il ragazzo di fatica, tra i cesti del mercato di piazza Borioni, eppoi in quello di Porta Palazzo. Passa poco tempo, e Cirio, sempre ragazzo, apre... commercio in. proprio. Si provvede- cioè di due cisti, sul j mercato compera qualche chilogrammu di pomodoro e di ortaglie che va a rivendere nei sobborghi di Torino. Le due ceste dopo qualche mese diventano un carretto a mano ed eccolo in rapporti colla ditta Gamba ora Marocco. Nelle ore che ha libere, dopo il suo commercio mattutino, va a lavorare presso Gamba sino al cadere della sei». Non conoi sce riposi il futuro milionario, che poi mori' rà nelle angustie! Eccolo a scaricare vagoni allo Scalo ferroviario ; eccolo a trascinare un pesante carretto sino a Porta Palazzo, dormire sui sacchi vuoti e all'alba ò già in piedi a lavorare per suo conto. Lo chiamano scherzosamente « Luis » che nel gergo del mercato indica, chi spende negoziando molto cautamente il suo danaro, ixivorando, osservando, indagando, apprende che la esportazione nòstra e. insignificante, che a Parigi ■Tnnstri leeunii sono venduti a un prezzo tawSnrtar!Stuolo di (fùèùo comntó SJi^rVin inrti eieKrm mmie ili Fran- uS^cSSW^^^Stln^iS», vita. Al principio de! JS55. cioè diciottenne. | cesco Cirio il germe della sua futura vita. Al principio de! 1855. cio(> riie.iot.l lascia -Porta Palazzo e si dirigo a Nizza Marittima Fi' qui che il romanzo comincia intenso, avventuroso. Vita romanzesca Dopo due anni fi a Torino. La sua ricomparsa desta rumore. La notizia delle suo prime fortune in Francia 6i 6 propagata a Porta Palazzo tra il più vivo interesse. Però Francesco Cirio non riprende il commercio dei prodotti agricoli. .Non sa acconciarsi, dopo le cose viste viaggiando, a quel modesto e uniforme traffico rii frutta e verdura fresca che subisce le. burrasche del barometro, dei trasporti, dei viaggi, dello soste nelle stazioni, negli scali, nei magazzini. Pensa che occorre rimediare all'aumento o alla diminuzione dei prezzi dello merci in causa delle rispettive scarsità n abbandanza sul mercato ed è come invaso da quest'idea: conservare i prodotti per Ja stagiono in cui la produzione naturale o fi scarsa o non esiste e farli viaggiare limitino lontano, hi piccoli recipienti ben confezionati, ben difesi, ben conservati. Ivi ecco inventala l'industria delie conserve alimentar! oggetto della commemorazione di ieri mattina! In una camera presa in affitto appunto nel caseggiato di via Borgo Dora,.'!2 — ora di proprietà Mai*eco — fece costruire un ampio camino capace di contenere due grossa caldaie ria bucato. Vi collocò un lungo tavolo, qualche recipiente poi trasporto, alcuni cesti. Ah, che magro impianto! Proprietario eri operaio nello stesso tempo, cali si dedica in principio alla preparazione dei piselli. Ma per mancanza rii nozioni di chimica e di fisica (non sapeva nft leggere ne scrivere), i suoi primi tentativi andarono falliti. Non si perde, ma ritenta, indaga, s'informa, prova, riprova. Ed ecco sul mercato torinese i primi piselli freschi nel crudo inverno, n successo anima maggiormente Francesco Cirio: abbandona il locale e impianta una piccola fabbrica nella 1 stessa prediletta regione, assume operai, un personale tecnico ed estende i processi di conservazione ad altri legumi, alla frutta, alle carni. Cesi, modestamente, in breve volgere di sorse la nuova fiorente industria: ecco nesie più lontane con'mrie rie! inondo, ih le belle albicocche, le pesche, te ciliegie, le: mele ilei nostri orti come se colie nei maggio fiorente. Oggi gli stabilimenti della società intitolata al nome di Francesco Cirio sono nove, grandiosi. E il numero delie fabbriche che preparano conserve alimentari in Italia è di 500! L'importo amino dei salari delle loro maestranze si aggira attorno ai 50 milioni. La raccolta annua dei solo pomodoro si calcola in oltre 4 milioni di oniintali. L'Importo dei prodotti trasformati si valuta di oltre 400 milioni all'anno di cui olire la mela 6 destinata all'esportazione, cosicché l'influenza ecitata sull'agricoltura riaU'industria rielle conserve ha elevato al massimo grado 11 valore delle terre. Ma la prima fabbrica Cirio — bisogna tenerlo bene in memoria — sorse proprio, come Abbiamo descritto, poco oltre '1 Ite.'on, In I quella modesta, stretta, movimentata via di Borgo Dora, dove ieri mattina soto gli au- ' spici del Municipio venne scoperta una bella lapide alia presenza ili un gran numero di autorità e di popolo e con discorsi del commissario aggiunte Orassi, rie! deputato Oli-i vetri del prof. Scarpetti, del l'avv. Fiore per j la pegidnie rie' conte prof. Toesca por l--i tunxiglia Cirio, fa lapido re.-a questa iscrizione:! « A ricordare — la. giacile iniziativa rii Francesco Cirio — che primo in Italia — creava 50 anni or soni - in queste casa — rimili. ! stria degli alimenti conservati - la ciliari!, nanza memore — auspico il Comune di Torino — pose ». . . ,, - H parroco don Gal Ica diede la benedizione, ti quesito marmo e in un discorso intonato '