Il verdetto nel processo contro Collane

Il verdetto nel processo contro Collane Il verdetto nel processo contro Collane & compagni La condanna all'ergastolo pel bandito Polo, 13, notte. Grande aspettazione era in tutti per l'epilogo di iiuesta lunga e triste vicenda giudiziaria. Enormi sono le misure di pubblica sicurezza. Alle ore 17 il presidente fa entrare tutti gli imputati ed il pubblico può accedere alla galleria. 11 cancelliere dà, lettura del Verdetto. I giurati per Collaric, Neffat e Derossi affermano il furto Licausi ed escludono la pnrtecipazionedel Bilus. I giurati affermano altresì romicluìo ed il mancato omicidio e le rapine commesse dal Collaric in danno dei carabinieri Consalter e Vallotta ed in danno di Rehar, Leghissa, Pappagallo e Kramcr. Negano il mancato omicidio verso i carabinieri Ferrara e Pusnor; e del pari negano lo « strappo » in danno di Francesca Setfancic. Affermano la rapina e l'orni. ciilio premeditato della stessa Giuseppina De Monte per i Collaric, Smolars, Czerny e Bisin. Negano il mancalo omicidio verso il veccnio De Monte, per lo Smolars il Collaric, 10 Czerny e il Bisin. Affermano la ricettazione per il Battistig e la negano per il Nordici affermando invece per quest'ultimo l'incitato acquisto. Negano anche la rapina in danno di Anna Bassich, e Maria Vuossi ed 11 furto in danno di Deliso c Sbona, nonché il mancato omicidio in danno dello Smeccliia risi quali reati era imputato il Collaric; affermano sempre per il Collaric la rapina e l'omicidio volontario nella persona del Ritter e la rapina e l'omicidio premeditato contro madre e figlia Traccanelli. Negano il quesito riflettente la ricettazione per Barbara e Renato Viscovieh. Affermano ancora per il Collaric la violenza .commessa ai danni del lenente Benvenuti c del maresciallo Priolo dei carabinieri che procedettero al di lui arresto ed affermano il porto abusivo di rivoltella e di bombe a mano. Affermano infinc per il Battistig il mancato omicidio nelle persone dei carabinieri Baldassi c Delise. I giurati negano la questiono riflettente, l'associazione a delinquere per tutti gli .imputati eccetto per il Sinconi', li Jurcich ed il Bntlistig. Al Collaric vengono negata la semiinfermità di mente ed anche le attenuanti generiche. Alla lettura del verdetto 11 Collarie rimane impassibile ma è pallido in volto: il Derossi piange e gli altri imputati diinno segni di inquietudine. Dato l'esito del verdetto ed avendo i ritirali negate le attenuanti generiche e l'infermità di mente il Collaric verrà condannato all'ergastolo. Anche gli altri principali imputati avranno pene gravissime. Il presidente dopo la" lettura del verdetto dà la parola al P. M. che fa le seguenti richieste,: per il Coìlnric l'ergastolo con 11 anni di segregazione cellulare; Neffat 5 anni 7 mesi e 20 giorni di reclusione; Derossi 4 anni e 2 mesi, condonati due anni; Bisin e Czerny 10 anni e. 10 mesi, tre anni di vigilanza speciale e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici; Smolars 5 anni e 10 mesi, condonati due. anni; Battistig lì anni, interdizione perpetua e 3 anni di vigilanza speciale; Jurcich 1 anno e 9 mesi condonati; Sinconi 11 mesi e 20 giorni condonati. Per gli altri il P. M. ha chiesto l'assoluzione. L'udienza è quindi rinviata a domani per la formulazione della sentenza. Un modo per farsi pagare! Novara. 13, notte. Il negoziante di bestiame Giuseppe Binda tu Bernardo, di Mangesso, era creditore della somma di L. 1200 dal macellaio Barassi ili 1 .trino, somma di cui pretendeva il sollecito pagamento. Il giorno 8 settembre ti. s. il giovane Carlo Barassi, figlio del macellaio, si recava ad Oleggio per fare acquisto di bestiame, e si incontrava con il Binda, il quale era in compagnia di certo Giacomo Kranzotti fu Paolo, messo comunale di Mangesso. Secondo la denuncia avanzata dal giovane Barassi, i due accompagnarono il medesimo lungo una stradicciuola, dove il Binda, afferrato il Barassi per gli abiti, gli toglieva di tasca il portafoglio, da cui prendeva la somma di L. 2700, -restituendoglielo vuoto. In seguito a ciò il Barassi sporgeva querela contro i Binda e Franzetti per rapina. Costoro furono rinviati a giudizio dal Tribunale. U rapinato si era costituito Parte Civile, assistito dal carv. Savinelli di Novara. Gli imputati sono stati assolti per insufficienza di prove. Guerra in famiglia Novara, 13, notte. Il pensionato ferroviaria Eugenio Biella di Carlo è stato denunciato* all'autorità giudiziaria per maltrattamenti alla propria famiglia e per lesioni alla figlia Amelia di anni iì, che fu da lui ferita ad un ginoccltio. Tanto la moglie Camilla Brustia di anni 46, quanto le figlie Amelia ed Adele lo accusarono di averle maltrattate e percosse, in conseguenza di baruffe che spesso avvenivano in famiglia, poiché il padre era accusato di non voler lavorare e dì non provvedere a tutti i bisogni della famiglia. Il Biella invece incolpa la moglie ed 1 figli di averlo sempre trascurato, negandogli vitto ed assistenza..Al processo si assistette al do: loroso spettacolo di un padre aocusato ed insultato dalla sua famiglia. Il Tribunale, presiefluto dal cav. uff. Bonelli fu benigno verso il pensionato, assolvendolo per i maltrattamenti, lo condannò solo a mesi 1 e giorni 10. condizionalmente, con la non iscrizione della condanna nel casellario giudiziale. Difensore avv. Nasi di Novara. La malvagia vendetta di una moglie Ivrea. 13 homa. Qualche mese fa — non è precisato se per questione di interesse o per incompatibilità di carattere — certa Maria Salto, da Borgomasino, venne a diverbio col marito, Giuseppe Corgnati di Domenico. In seguito i rapporti fra i due coniugi divennero talmente tesi che, per consiglio dei rispettivi parenti, 6i accordarono a separarsi senza ricorrere al magistrato. La moglie, che si trovava allora in istato interessante, in un momento di odio intenso pare abbia minacciato il marito di volerlo privare ad ogni costo della gioia della paternità. E qualche giorno or sono attese calma e tranquilla a mettere in esecuzione la sua ignobile vendetta. Il Corgnati, venuto a conoscenza del delitto cinicamente commesso dalla moglie, la denunziò ai carabinieri, e costoro, accertato il fondamento della denunzia, trassero oggi in arresto la Salto, 60tto l'imputazione di precurato aborto. Il duello rusticano di Envie L'omicida assolto Cuneo, 13 notte- c: ?» vtw\weicf\ stamane dinanzi ad ìlT* pubblico"sempre più folto, il processo contro Giuseppe Barbero, il protagonista del tragico duello rusticano della Sagra del settembre 19Ì4 in Envie, frazione Occa, chiusosi con la morte di Bosio Alberto, dopo un drammatico scontro al bastone. Il rappresentante della pubblica accusa, avv. Debenedetti, ha pronunziato una severa requisitoria, invocando dai giurati un responso severo. Successivamente ha preso la parola il primo patrono di difesa, on. Bertacchl, prospettando ai giud'cl popolari il quesito della legittima difesa. Infine, attentamente seguito, ha pronunziato la sua arringa il secondo difensore, on. Soleri, il quale con chiara e lucida esnosiz'.ono e con una vibrante perorazio: e ha ribadito efficacemente la tesi defensionale, richiedendo un verdetto di assolutoria piena. r>cco dopo i giurati accoglievano con il loro verdetto il quesito loro prospettato della legittima ditesa ed II Presidente, cav. uff. Lastrucci pronunziava sentenza di assolutoria, ordinando la immediata scarcerazione deU'imDtttato. Ruba per aiata re l'a lieo Bolzano, 13, notte, n cassiere della Cassa biglietti della Stazio, ne di Innsbruck, Alfredo Bermarm rubò il varie riprese r'alla cassa affidatagli la somma complessiva di 200 milioni di corono, pei aiu. ture l'amico Giovanni Koclioll. (•••mmeveiante, ohe sapeva it». gravi iinba.'-i;'.zi fìnanz si Ieri egli è stato condanna j n 8 mesi mentre il Koctioll vtnQo oond-imaU» • 2 uiuii, e iu :"acTgTjw a j«eci mesi tri 2S*oere dv.ro.