del "re del valzer„

del "re del valzer„ del "re del valzer„ Per una settimana, Giovanni Strauss, il « re del valzer », è tornato in onore in Austria. Orchestre ed orchestrine, teatri e teatrini hanno ridestato la sua musica, che non è parsa priva di fascino. Con lui è stata onorata una dinastia di musicisti,, detronizzata dai moderni .operettisti e dalle orchestrine deH'jazz ma non cancellata nella memoria dei buon gustai. Del resto, a parte la moda e il favore della mutevole folla, i migliori operettisti d'oggi, quelli per i cniali il classico teatro dell'An der Wlen è ancora un santuario, 6i ricollegano idealmente ai quattro Strauss, idolatrati durante il secolo scorso a Vienna, e non a Vienna soltanto. Il primo Giovanni Pondntoro nella dinastia fu 11 primo Gio.vonni Giuseppe, detto « 11 padre del valzer », nato nel 1804. Ernst Decsey, biografo entusiasta (Johann Strauss, Deutsche Verlags'Anelali, Stuttgart) e fine critico, fra i migliori della Vienna d'oggidì, ricorda che egli erafiglio dei proprietario d'un cabaret in Leopoldstadt, 31 sobborgo danubiano di Vienna, A cinque anni grattava il violino. L'osteria del « Buon pastore » era frequentata, nel 18f>9, da truppe francesi dell'occupazione napoleonica. Un di quei soldati, eh© era. buon violinista, udendo il fanciullo, osservò: « Ecco, farebbe fortumi, se venisse a Parigli ». Ed il marmocchio, eoe intendeva la lingua straniera, Tispose: « Vedrai che diventerò un grande artista senza partirmi da Vienna! ». Il valzer, la danza che nel corso del settecento era già stata coltivata da alcuni fra i maggiori musicisti tedeschi, assunse qualche nuovo spirito nei ritmi, nelle melodie, nelle arcate di Johann Strauss e di Joseph Lanner, anch'egll viennese, compositore e violinista. Nella gara Johann Strauss vinse il Lanner, assicurandosi la fama che doveva non abbandonarlo in vita e seguirlo dopo la morte. Lasciate le osterie ed i caffè, il primo Strauss, a sedici anni, organizzò una piccola orchestra, di sedici strumentisti, e se ne proclamò capo. In breve l'istituzione ebbe favore larghissimo. Egli dirigeva e suonava con tanto impeto, con tanto fuoco, con tanta eleganza e precisione da essere segnalato come un prodigio. La nomina a» « maestro di cappella per i balli di Corte » sanzionò 11 grido, della fama. Giovanni II jrande 1 suoi tre figliuoli, Giovanni (nato nel 1825), Giuseppe (1827) ed Edoardo (1835) tendevano pur essi alla musica. Ma dovettero studiarla di nascosto. « Tu suoni il violino?I », urlò.- forsennato, il vecchio, sorprendendo gli esercizi del giovane Giovanni. « Musicista? Mail ». Accadde poi che proprio Giovanni dovesse divenire il competitore di suo padre. « Strauss contro Strauss I », dissero i viennesi, più lieti che 6candolezzati. Perchè il .giovine superò presto il padre. Il primo concerto di Giovanni, direttore e compositore, il 15, ottobre 1844, al Dommayer'e Casino fu unar rivelazione. La seconda Strausskapelle fece impallidire i trionfi dell'altra. Fu detto allora : « Buona notte, Lanner I Buona sera, Strauss padre I Buon giorno, Strauss figlio », Nei primi ventanni della sua attività,, dal diciannovesimo al trentanovesimo anno' scrisse Johann Strauss circa trecento balla-» JjiH. La fecondità era 6balorditiva. Fra lo 479 opere, delle quali.consta il catalogo, si trovano ben 145 valzer, costituiti ciascuno di cinque parti suddivise ciascuna in due; e poiché ogni frammento reca un motivo di valzer, sono in tutto 1450 motivi da lui inventati. Non si trattava pertanto di un lavoro stereotipo, j-.nzt e^li pensava di libtrare il velzer dalle strettoie della forma consueta par svilupparlo altrimenti. Cercava un nuovo tipo, più nervoso, più seducente, più ìnebbriante. Quale elemento avrebbe meglio potuto giovargli? Il ritmo, l'armonia, la melodia, la strumentazione, o tutto ciò insieme.' Ed ecco apparire, nel 1864, dopo lunghe ricerche, il nuovo tipo di valzer, che doveva culminare nel « Bel Danubio azzurro », e che riassumeva vent'anni di lavoro in una tresca genialità inventiva. La novità consisteva in un aumento del numero delle battute; e poi linee melodiche più nervose, più eleganti; collegamento di parti contrastanti; e, soprattutto, largo alla melodia I Cosi Johann si distingueva nettamente da suo padre. I famosi « tre quarti • diventano noi suoi valzer cosa secondaria. Anche la polka riceveva da lui nuovo fascino. Sono di quell'epoca MorgenbUitter, Studcntenlust, Aus den bergeri, -Feuilleton walzer, Wiener Bonbons, An der setwncn blauen Donau, Kùnslerleben, Fata mor. ganà, Kónigslleder, Neu VVien, e tanti altri ballabili, delizia di molte generazioni. Con l'aggiunta d'una introduzione, nella Guaie era accennato il tema, con l'ampliamento dei motivi, col raggruppamento di cinque motivi con la hrillante coda, il valzer di Strauss aveva raggiunta la sua forma perfetta. Breve componimento, eccitava l'attenzione, seduceva destava un piacere fisico prepotente, era inoltre, di inspirazione finissima ed elegantissima. . • Non mancarono coloro che, da formalisti, proclamarono essere il vateer tradizionale morto o sepolto. L'Ambros, lo stòrico, scrisse che Strauss padre aveva conchiuso l'epoca della musica da danza, della quale era stato alto rappresentante, e che il figliuolo aveva pure talento ; insieme confrontati, veniva fatto di pensare alle relazioni tra Palma il vecchio e il giovane, fra Canale e Canaletto. Hanslick, il critico, udendo certe complessità strumentali, mormorò: « Valzer-Bequiem ». Intanto cominciava quel che il Decsey indica come lo Strauss-Delirium popolare. "Il bel Danubio azzurro,, Accando à Johann brillavano, astri minori, i fratellli; Giuseppe, che aveva molto talento, ma mori giovane, ed Edoardo. Tutta l'Europa danzava i loro walzer. La Francia li cantava, anche, poiché il famoso Beau Danube bleu di Johann fu rielaborato dal Wekerlin, con parole di Juies Barbier:. Fleuve d'azur. Sur ton Hot pur. Glisse la voile Camme une ètoile... Ma' il walzer non doveva essere l'unica attività di Strauss. Nel 1864, Offenbach, recatosi a Vienna, conobbe Johann e udì molta musica sua. «Ella deve scrivere operetteI », disse. Le paròle di un cosi autorévole compositore ebbero fortuna- Operette 1 Operette I E Strauss non disse di no. E compose Indigo. Carnevale romàno, Il pipistrello, Cagliostro, Il principe Matusalemme, Il fazzoletto della regina, Vna notte a Venezia, Il barone zingaro, ecc., tutte briose ed eleganti, ed ancor vive a Vienna. Poi gli furono chiesti balletti, ed egli ne compose qualcuno. La fine della sua carriera fu splendida. Onorato in patria, come il più autentico interprete dello spirito viennese, fu disputato specialmente dai francesi e dagli americani, A Boston diresse, fra un popolo delirante, 1 suoi walzer che duemila suonatori eseguivano. A Parigi diresse nel 1877 i balli dell'Opera ed ebbe onori da sovrano. Il cinquantesimo suo giubileo artistico, nel 1894, fu un'apoteosi; rappresentazioni di gala all'Opera e all'An der Wien. Quando mori, nel 1899, il lutto di Vienna fu profondo. « Ora — nota mestamente il Decsey — la patria austriaca é divenuta piccola. Ma possiede, inalterato tesoro, nella povertà: Schubert, Baimund, Lanner, i quattro Strauss. Questi furono per Vienna quel che Vienna era per l'Europa: spensieratezza e sorriso. « Chi può sorridere e danzare ha forza di vivere. Nel ricordo di Strauss la « morente » Vienna ritrova anima e fiducia, nel ricordo di quel re d'Austria che si chiamò Giovanni». Ha una filosofia il walzer7 Si, risponde il biografo, ed è contenuta in tre parole : « Oggi è oggi », e cioè: « Si vive una volta soia» . Poi, inebbriato e commosso dalla folla dei ricordi, il Decsey conclude : • Vi sono alberi che hanno le radici in cielo e scendono coi rami sulla terra; e sono lo quattro grandi B: Bach, Beethoven, Brahms, Bruekmcr; di essi, tre appartengono a Vienna. Vi sono poi alteri che hanno radici in terra e •^spirano al cielo; di tal sorte è Johann .Strauss. Il suo walzer 6 terreno, non metafisico, e non si preoccupa della morte e dell'altro mollilo. Ma i due tipi d'artisti si incrociano, ed una olimpica voce par che ammonisca: — Vivono 1 nostri classici da Mozart a Strauss... | «v '< i - Donde il fascino del 'walzer straussiano, il quale ancora vince chi l'ascolta? Da ciò — dice il Decsey — che esso commuove, mentre il l'ox-trott e l'Jazz non hanno ancora suscitato la pi,ù lieve emozione. Le generazioni che s'abbandonarono alla lusinga del « bel Danubio bleu ». ormai non ballano iù f id . più...; forse, ricordano. ~>>v_-V • :.> ':''■-.'.5' .,;^.f*-: