Roma alla tomba del Milite ignoto

Roma alla tomba del Milite ignoto La celebrazione della Vittoria Roma alla tomba del Milite ignoto a,..noe. Per la commemorazione della 'vittoria Ro•ir.a è tutta un tripudio di bandiere. Le vie del centro sono animatissime; moltissimi negozi sono chiusi. Per tutta la mattinata l'Altare della Patria è stato mèta di un pellegrinaggio devoto da parte della cittadinanza: donne del popolo e bimbi hanno cosparso la tomba del Milite Ignoto di umili fiori, ed accanto ad essi rappresentanze di associazioni e illustri personalità hanno salito l'altare della Patria per rendere omaggio alla salma dell'eroe. L'associazione floricoltori di Sanremo, come negli altri anni, aveva inviato per la circostanza fasci di fiori, che sono stati distesi a tappeto lungo l'ultima rampa della scalea. Alle otto il Duca d'Aosta, in automobile, st è recato alla tomba del Milite Ignoto. Hcndeva gli onori un plotone di corazzieai. il Duca, preceduto da due corazzieri, che sorreggevano una grande corona con nastro azzurro e la sigla reale, si è soffermato un minuto, in devoto raccoglimento, davanti alla tomba, dove quindi ha fatto deporre la corona offerta dal Re. Altro corone sono state poco dopo disposte dal governatore di Roma, sen. Cremonesi, dalla Commissione reale della provincia, dall'addetto militare della Polonia e da una rappresentanza di tranivieri romani. La Messa In Santa Maria degli Angeli Alle ore 9 intanto ha avuto luogo la solenne cerimònia religiosa alla basilica di S. Maria degli Angoli alle Terme. Sull'architrave del tempio era stata posta una targa colla seguente scritta: «Per tutti coloro che caddero per la patria, nel settimo anniversario della vittoria ». Intorno alla targa erano festoni di alloro, che scendevano lungo drappeggiamenti di velluto cremisi. L'interno della basilica era decorato con piante. L'altare era adorno di grandi mazzi di crisantemi. A sinistra, il colonnello Vignani, medaglia d'oro, reggeva la bandiera del Comitato centrale dei mutilati. Prestavano servizio (Vonore i corazzieri ed i carabinieri. Dinanzi alla basilica erano schierati in quadro reparti di truppa in alla uniforme; la basilica era gremita di persone munite di speciale biglietto. Alla cerimonia sono intervennii il Duca d'Aosta, il Conte di Torino, i Collari dell'Annunziata Sala.mlra, Diaz e Thaon di Revel, i ministri, i sottosegretari di Stato, hi rappresentanza del Senato composta dal presidente on. Tittoni, dal vico-presidente Zupcili e dai .segretario conte di Campello, (inolia della Camera dei deputati con il presidente on. Casertano; il comandante della Milizia gen. Gonzaga, coi generali Pari ni', Venie, il Capo di Slato Maggiore dell'esercito gen. Badoglio, il sotto-capo gen. Grazioli, il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Arlom, il unente gen. dell'aviazione l'randoni, l'on. Farinacci. Vi erano inoltre tutti i generali comandanti di Corpo d'Annata che fanno parie del Consiglio dell'Esercito, il prefetto, il Governatore ili Roma sen. Cremonesi, ammiragli e ufficiali delle varie armi, deputali e senatori. Hanno assistito alla funzione i componenti il Corpo diplomatico, alcuni dignitari di Corte, dame di palazzo. Quando il Duca d'Aosta e il Conto di Torino, accompagnati du.ll'on. Mussolini e dai membri del Governo sono entrati nella basilica, subito è incominciata la Messa, celebrata dal cappellano maggiore di Corte, mons. Beccaria. Durante la Messa la Cappella musicale della basilica, direlta dal maestro Autonelli, ha eseguito musica del Porosi e del Palestrina, con accompagnamento di archi e d'organo. Terminata la Messa mons. Beccaria ha intonato il Te Deum. Alle 9.45 i principi han lasciato il tempio seguili dal Presidente del Consiglio c dalle altre autorità. 11 Duca d'Aosta e il Conte di Torino col seguito si sono recati al Quirinale, mentre il Presidente del Consiglio con i membri del Governo e le altre autorità si sono recati a faro atto di reverente omaggio aliti tomba del Milite Ignoto. All'Altare della Patria Nell'attesa sulla piazza Venezia e lungo la via Nazionale le truppe cominciano a formare i cordoni per la cerimonia che deve svolgersi alle 11. All'Altare della Patria, lungo la scalea, si dispongono le rappresentanze militari, composte dagli ufficiali del presidio, e ai piedi di essa si schierano, colle rispettive bandiere, le rappresentanze delle medaglie d'oro, delle Associazioni madri e vedovo dei caduti, mutilati, nastro azzurro, combattenti, volonlari di guerra ed arditi d'Italia. Dietro i cordoni si addensa una folla immensa e tutte le finestre e loggie delle case prospicienti sono gremite di spettatori. Verso le 11 le prime salve di artiglieria, sparate dai punti più elevati della città, annunziano che il Governo e le altre autorità sono usciti dalla chiesa di S. Maria degli Angeli e si avviano verso Piazza Venezia. Alle 11,31 le campane di Roma han suonato a distesa per circa mezz'ora. Poco dopo da via Nazionale appare la prima automobile del corteo delle autorità. L'automobile, a cui engono dietro le altre a breve distanza, si ferma davanti alla scalea e ne discende l'onorevole Mussolini, che è accompagnato dal suo capo di gabinetto, marchese Paolucci de" Calboli Barone. Il presidente del-Consiglio attende un istante che giungano il maresciallo Diaz e il grande ammiraglio Thaon de. Revel, e fiancheggiato da essi sale la scainata per recarsi a rendere l'omaggio del Governo alla tomba del Milite Ignoto. Lo seguono i ministri e sottosegretari di Stato il presidente della Camera, i senatori Zupelli e Campello per il Senato, l'on. Fari- acci, il sen. Cremonesi, il prefetto e altre personalità. Giunti davanti alla tomba, tutti si inginocchiano, rimanendo un minuto in devoto raccoglimento, intanto le salve di artiglieria hanno aumentato d'intensità e da tulli i punti della città si diffonde grave e sonoro il suono delle campane. Il pubblico segue con vivo interesse e profonda emozione lo svolgersi della cerimonia semplice e solenne, e quando le autorità lasciano 31 monumento fa ad esse una calorosa dimostrazione. Il corteo delle Associazioni Brere discordo di Mussolini Nel pomeriggio i combattenti e numerose Associazioni si adunarono in piazza del Popolo por recarsi in corteo alla tomba del Milito Ignoto. Alle ore 15,30, preceduto dalla musica del 2.o Regg. Granatieri, che eseguiva inni patriottici, il corteo si è mosso. In testa marciava la rappresentanza del Comitato centrale veterani e reduci di guerra col gen. Spechel ; venivano poi il gruppo delle medaglie d'oro, la Sezione di Roma dell'Associazione mutilati ed invalidi di guerra e le rappresentanze provinciali e regionali; l'Istituto del nastro azzurro e l'Associazione dei volontari di guerra con la Federazione centrale e i rappresentanti di Firenze, di Aquila e della provincia; un gruppo di garibaldini con alla testa Ezio Garibaldi; il gruppo madri e vedove dei caduti; l'Associazione nazionale alpini; quella degli arditi d'Italia; la musica dei tramviori; la'presidenza dèlia Sezione romana dell'Associazione nazionale combattenti; la rappresentanza dei reduci di guerra della provincia e delle regioni e quelle dei vari gruppi professionali e delle varie sotto-Sezioni dipendenti. Chiudevano il corteo i dipendenti comunali. Tutte le Associazioni, i gruppi dei combattenti recavano bandiere e gagliardetti. Lungo il corso Umberto splendidamente imbandierato, il corteo ha sfilato fra due ali di folla commossa e plaudente, mentre dalle finestre venivano gettati fiori, specialmente al passaggio delle medaglie d'oro e dei mutilati. Giunti in piazza Venezia la musica dei granatieri si è disposta ai piedi del monumento a Vittorio Emanuele ed il corteo, al suono dell'Inno al Piave, ha sfilato davanti alla tomba del Milite Ignoto, deponendo corone e rendendo gli onori. Il corteo torna quindi in piazza Colonna; ncc.lacnando sotto le finestre di Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio si affaccia al balcone prospiciente la piazza e saluta ronjanamente, quindi fa cenno di voler parie». Egli dice: « Voi siete qui raccolti, o cittadini, per celeibrare la data più memorabile della storia italiana, la data della nostra vittoria, di quella vittoria cho non ò per noi un tesoro da tenere chiuso in uno scrigno prezioso, ma) una conquista da rinnovare ogni giorno. Soloi casi i sacrifici innumerevoli di vite, che il popolo italiano ha sostenuto, non andranno perduti. Oggi tulio il popolo italiano, quello cho lavora, si è riconciliato con la patria e per la patria è pronto ancora a combattere. Elevate le vostre bandiere e le anime vostre! Viva il Re! Viva l'ItaliaI Viva il fascismo! ». La folla applaude lungamente, quindi a poco a poco si disperde nelle vie adiacenti. Un indirizzo ni Re del Combattenti laziali Alle ore 10,30 si sono riunite al teatro Adriano tulio le Sezioni dei combattenti appartenenti alla Federazione del Lazio e della Sabina. E' stato letto il seguente indirizzo al Re, che è sialo approvato per acclamazione : « Maestà: La vittoria mutilala, da cui, or sono tre anni, scatto l'impeto del vostro popolo a rivendicare l'integrila dell'Italia nel inondo, riappare quest'anno nel cielo della rinata concordia nazionale, furto della sua splendida interezza, cinta di quercia e munita dei suoi attributi integrali, magnificamente Sabauda, nella forma e nel nome, il corto gladio in pugno ed il clipeo al piede, nell'attitudine comune al guerriero che vigila c riposa. In questa immagine noi veterani delle cime inviolato e dei fiumi sacri, alla vostra gloria di Re, amiamo ravvivare il nostro spirito, mentre in noi i pensieri si fanno più nobili, i propositi più puri e il ricordo delle forti imprese ricolora nella nostra carne le vecchie, cicatrici, che già vi offrimmo al grido del nostro amore sabaudo. Onesta sorta di ricordo fisico del nostro dolore e della nostra gloria si irradia per le nostre membra non dome e le investe di un orgoglio sconosciuto e di una forza eroica che rinnova in noi quella volontà di sacrificio, onde talvolta, fervendo la guerra, fummo spinti a domandare di rinnovare la prova che per noi era «ià etata sanguinosa, incitati dal vostro esempio di Re, che per qunttro anni, da fante tra i fanti, traeste i vostri giorni tra il fragore della morte violenta nell'ansia, nel sacrifìcio, nel dolore, che il vostro volto augusto conteneva, velando di un sorriso animatore. Maestà: Pure, nella ferrea coerenza della nostra fede monarchica e della nostra amala fedeltà di sudditi, noi ambiamo, in questa data, rivolgerò un pensiero di.alta gratitudine al felice intuito e al provvido senno di V. M„ che, conio già sui campi di battaglia aveva offerto nella sua serenità quasi impassibile, sollievo e refrigerio allo spirito dei suoi soldati, cosi quattro anni dopo, noi vedemmo scendere dal tro. no con dura fermezza per assistere al fun« zionamento della sua Costituzione, e con unì gesto proprio della sua stirpo di Re, rimuovere gli ultimi ostacoli frapposti al grande destino della sua gente gagliarda. c Maestà: In questo giorno memorando. In cui "i combattenti del Lazio e delia Sabina si adunano in Roma a celebrare 1 fastì delie armi vostre, noi leviamo un gran concerto